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    Predefinito Più incentivi al Sud, la Lega dice no

    Tra le proposte dell’Udc l’ampliamento della possibilità di investire risorse nel Mezzogiorno per le fondazioni bancarie




    Il Carroccio contro i centristi: siamo con la Padania, non votiamo norme che tolgono soldi al Nord


    ROMA - «Adesso il confronto con la Lega si sposta sulla Finanziaria», aveva annunciato Marco Follini dopo lo scontro sul ruolo della Dc. E così è stato. Luca Volontè, che guida a Montecitorio la pattuglia dell’Udc, ha messo a punto con il collega di partito Bruno Tabacci una serie di emendamenti a sostegno del Sud che vanno appunto nella direzione di rinfocolare il conflitto con gli uomini di Umberto Bossi. E i leghisti sono già pronti ad alzare barricate «votando no alle misure che penalizzeranno le aree depresse del Nord». Non solo. A sostegno delle loro posizioni giungono le parole di Pasquale Viespoli, di An, sottosegretario al Welfare con delega per il Mezzogiorno. Il governo, dice, è pronto a presentare degli emendamenti per il Sud. Ma chiarisce subito, rispondendo indirettamente ai centristi dell’Udc, che «ripristinare la legge 488 sugli incentivi per le aeree meridionali non è la cosa più giusta da fare». Con il loro pacchetto di modifiche alla Finanziaria - che ieri è stata bocciata anche dall’assemblea delle Regioni - i postdc intendono aprire un confronto anche nella maggioranza, dopo averlo fatto con le parti sociali, a partire dalla prossima settimana. «In una decina di emendamenti - spiega Luca Volonté - intitolati "Il Sud motore dello sviluppo del Paese" proporremo sia interventi finanziari sia semplici norme». In pratica, si tratta di una riscrittura di una parte significativa della Finanziaria, visto che si prevedono rifinanziamento della legge sugli aiuti, ripristino del bonus fiscale per chi assume e fa investimenti, aiuti ai due milioni di famiglie sulla soglia della povertà. E poi si vorrebbe introdurre una norma - che non piacerà certo al ministro dell’Economia Giulio Tremonti autore della riforma introdotta con la passata Finanziaria - per consentire alle Fondazioni bancarie di usare le proprie risorse non solo per gli interventi in favore del «proprio» territorio ma anche per quelli a sostegno dell’aree meridionali. «Vogliamo favorire - spiega Volontè - il ritiro del ricorso presentato alla Consulta per sospetta incostituzionalità dell’articolo 11 della manovra di bilancio del 2001».
    I testi saranno pronti nel tardo pomeriggio di oggi. Ma tanto basta per provocare l’irritazione della Lega. «Se gli emendamenti ricalcheranno le anticipazioni fatte da Tabacci in commissione, il nostro no sarà netto», spiega il capogruppo dei deputati del Carroccio, Alessandro Cé. Quelle norme, aggiunge, «rispecchiano logiche del passato. Una forza politica come la Lega nord legata al territorio, alla Padania, non può accettare che siano sottratte risorse per le aree depresse del Nord, che pure esistono. Sarebbe un atteggiamento masochistico. Vorrebbe dire che il nostro partito non avrebbe più un ruolo». Cé coglie anche un’insidia politica che si cela dietro il pacchetto dei centristi per il Sud. «Non vorrei che fosse un attacco all’asse Bossi-Tremonti. Ho l’impressione che l’Udc sia alla ricerca di uno scontro. Noi non lo cerchiamo, ma se provocati non resteremo fermi. Se gli emendamenti fossero davvero quelli, significherebbe smantellare la Finanziaria proposta dal governo e scegliere un indirizzo politico estraneo al programma elettorale».

    Lorenzo Fuccaro lfuccaro@corriere.it


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    Predefinito

    Polo unito: "Finanziaria da cambiare"


    Follini (Udc) presenta le correzioni a Berlusconi: "La manovra va rivista nell'interesse del Sud". Fini concorda. Giovanardi fa pace con Bossi: "Speriamo che duri". Da esaminare 4mila emendamenti.


    ROMA - Una doppia pace gastronomica quella siglata oggi, intorno all'ora di pranzo, fra il Biancofiore e i suoi alleati di maggioranza. Con una sincronia tutt'altro che casuale infatti Silvio Berlusconi ha invitato a pranzo il leader dell'Udc Marco Follini proprio mentre Umberto Bossi e Carlo Giovanardi mangiavano insieme, amabilmente, qualche tramezzino a Palazzo Chigi. Le due colazioni sanciscono, ben più di tante dichiarazioni ufficiali, che le baruffe dentro la maggioranza sono, almeno per il momento, sopite. Ma chiariscono che la concordia sarà totale solo a una condizione imprescindibile: che si rimetta mano al testo della finanziaria partorito dal governo.

    Del resto anche la conferenza stampa con cui stamattina Follini ha illustrato gli emendamenti dell'Udc alla Finanziaria aveva dimostrato che si passa dalla tregua armata alla collaborazione, per quanto guardinga. Il presidente dei centristi della Casa delle libertà ha infatti sottolineato più volte che le modifiche proposte dal suo partito alla legge di bilancio e programmazione licenziata venti giorni fa da Giulio Tremonti non vanno considerate come antagonistiche. E si é prodigato nello spiegare che le critiche dell'Udc all'impianto originale del provvedimento si inseriscono nel novero di quelle ormai espresse da tutti i partiti della coalizione. Senza che questo desti più alcuno scandalo o faccia tantomeno gridare alla lesa maestà verso la legge. E a riprova di questo c'è da constatare come oggi anche il vicepremier Gianfranco Fini invochi a sua volta correzioni che vadano a favore del Sud.

    D'altro canto già ieri il Presidente del Consiglio aveva in un certo senso sancito un "rompete le righe" sulla finanziaria. L'aver dichiarato infatti che "non c'è alcuna pregiudiziale nei confronti delle proposte migliorative che verranno dalle parti sociali o dai partiti di governo" è apparso inequivocabilmente come il segnale che i prossimi due mesi saranno pieni di limature, più o meno vistose, al suo testo originario. Ed è di oggi l'appello del premier ai suoi ministri, perché non esagerino con le esternazioni sulla finanziaria. Come a dire, si procede tutti d'accordo, cerchiamo di non creare altre difficoltà.

    Ed ecco allora i toni sereni e quasi giocosi con cui oggi il ministro per i Rapporti col Parlamento ha commentato lo spuntino consumato con Bossi ("La situazione tra noi è la Lega si è stabilizzata, è tornato il sereno, speriamo che duri"). Ma ecco soprattutto le laconiche ma eloquenti parole con cui sempre Follini ha chiosato il suo pranzo di oggi col premier. ''Anch'io auspico che la maggioranza trovi l'intesa su emendamenti condivisi, ma poi si tratterà di valutarne la sostanza - ha detto a caldo il presidente dell'Udc - E sono così affezionato ai nostri emendamenti che danno una fortissima priorità al Mezzogiorno, che non mi strapperete una sola battuta polemica sui rapporti fra noi e la Lega".

    Insomma da un lato nessuno parla più di disertare le riunioni di governo, né di appoggio esterno ad esso. E dall'altro lato nessuno inveisce più contro il presunto doppiogiochismo di certi "democristianoni" di ritorno. Tutti invece si concentrano su come emendare la Finanziaria. Perché il fatto che vada corretta è ormai pacifico. Forse anche per il Ministro dell'Economia Tremonti. Che non a caso s'è infilato oggi pomeriggio nello dimora di Berlusconi non appena ne è uscito Follini.

    A dare una schiarita sul clima di restaurata tranquillità politica che si è creato intorno alla finanziaria ci penserà poi il vicepremier Gianfranco Fini: "Sono certo che la legge finanziaria uscirà nel quadro fissato - dichiara - ma uscirà con aggiustamenti e modifiche che la renderanno ancora più in sintonia con le esigenze di tutta l'Italia e, in particolar modo, del meridione". "Anche oggi nel consiglio dei ministri - continua FIni - ho messo in evidenza, ma eravamo tutti concordi, la necessità di presentare, qualora lo si reputi necessario, degli emendamenti alla legge finanziaria. Che siano emendamenti di tutta la coalizione, non di questo o di quel partito, e sono fiducioso che questo accadrà perché è sempre accaduto che la legge finanziaria viene emendata dal Parlamento, e moltissime volte l'emendamento parte per iniziativa governativa".

    La commissione Bilancio della Camera, intanto, si troverà a dover esaminare per la manovra circa quattromila emendamenti, presentati da tutte le forza politiche. La prima scrematura verrà effettuata lunedì, quando i membri della commissione dovranno valutarne l'ammissibilità. Poi, a partire da martedì, si passerà ai singoli articoli. Nel frattempo proprio oggi il presidente dei deputati Udc alla Camera, Luca Volonté, ha illustrato al governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, le correzioni che saranno proposte dall'Udc.

    (18 OTTOBRE 2002, ORE 160; ultimo

 

 

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