La Gold Mining of Sardinia ltd, che opera in Sardegna tramite la Sardinia Gold Mining S.p.A., da essa completamente controllata, è la società mineraria australiana che, godendo dei favori della sinistra sarda ispirata dal consigliere regionale Giampiero Pinna, meglio conosciuto come occupatore di pozzi di miniere dismesse, e dell'ex presidente della Giunta Federico Palomba, ha vuotato la cassaforte naturale del Monte Miali a Furtei, portandosi via tutto l'oro che conteneva e lasciando al suo posto colline orribilmente sventrate.
Attualmente sono in corso pratiche di trasferimento della sede sociale da Perth (Australia) a Londra (GB), per motivi quasi sicuramente legati al mercato unico europeo. La controllata SGM ha invece sede a Roma in Italia.
I motivi di tali manovre vanno ricercati nel fatto che la multinazionale dell'oro non intende affatto andar via dalla Sardegna. E' vero infatti che l'estrazione dell'oro a Monte Miali è pressoché esaurita e non è più conveniente (per la GMS, per i Sardi non lo è mai stata!), ma gli esperti australiani hanno individuato aree molto più ricche principalmente a Osilo e soprattutto a Monte Ollasteddu in territorio di Villasalto ed Escalaplano. Mentre sono in attesa che il servo sardo-italiota di turno dia loro la concessione mineraria, non disdegnano di esaminare l'intero territorio sardo: qualche caposaldo? Lula, Tertenia, Monte Linas, Genna Ureu, Corti Rosas, Torpè, San Vito, ma anche Argentiera, Romana, Bosa-Cuglieri-Narbolia, Sarroch, Perdaxius, ecc.
Nella relazione sull'attività mineraria in Sardegna presentata ai soci della GSM per il 2° trimestre 2002, a proposito del giacimento di Osilo si legge (riassumo, anche perché il testo originale è in inglese) che il "Consiglio di Stato Italiano" ha accolto l'appello del Ministro Italiano dell'Ambiente, rappresentato dalla Sovrintendenza ai Monumenti di Sassari, contro la sentenza precedentemente espressa dal T.A.R. Sardegna ed ha ribaltato con un "veto" l'autorizzazione ad iniziare i lavori di coltivazione della miniera aurifera di Osilo. Il Consiglio di Stato si sarebbe così pronunciato, con la motivazione che non sarebbero state rispettate tutte le procedure.
La Gold Mining of Sardinia naturalmente non demorde e chiederà una conferenza di servizi, con la quale spera di superare queste "formalità burocratiche".
Vorrei aprire una parentesi. Nelle Alpi l'oro nativo, associato a filoni quarziferi mesotermali è distribuito con una abbondanza eccezionale. In particolare in Italia, nel Monte Rosa, i giacimenti d'oro sono superiori a quelli del Sud Africa. Ciò nonostante né il Monte Rosa, dove erano stati iniziati dei lavori di coltivazione del giacimento ora sospesi, sarà più interessato da tali lavori, né tanto meno gli altri picchi, di cui i paesi intorno vanno fieri, saranno demoliti o attraversati da gallerie per ricavarne oro.
Ma la Sardegna sì, perché? Forse non siamo abbastanza fieri delle nostre colline aspre e affascinanti come montagne, emerse
500 milioni di anni fa, o forse siamo così abituati a vedere il territorio gestito da altri, che non ci frega niente di chi vi mette la mani sopra e di cosa ci fa?
La notizia che il Consiglio di Stato aveva accolto l'appello del Sovrintendente ai Monumenti di Sassari è stata data dalla Nuova Sardegna in data 17 maggio 2002, mentre l'Unione Sarda ha taciuto completamente il fatto. Eppure tale avvenimento serve a dimostrare che, volendo, anche i prepotenti e i colonizzatori possono soccombere, se v'è abbastanza ostinazione e perseveranza da non farsi scoraggiare dal loro arrogante atteggiamento. E' vero che la "Nuova" ne attribuisce il merito a "Italia Nostra", agli "Amici della Terra", al "Gruppo d'intervento giuridico" e non so a chi altro, dimenticando che solo Sardigna Natzione è scesa in piazza a Osilo e a Furtei contro la GMS e che solo Sardigna Natzione ha sempre costantemente difeso il territorio, dal Parco del Gennargentu alle cave di Muros. Da notare che brillano per la loro assenza, nella lotta contro i ladri d'oro e delle altre risorse minerarie sarde sia il WWF che Legambiente.
Occorre stare all'erta perché la multinazionale di Perth, presto europea londinese, punta decisamente verso i giacimenti paleozoici del Monte Ollasteddu. Attualmente deve costruire 2000 metri di strada camionabile ed ha già ottenuto l'autorizzazione dei militari per la parte di territorio compreso dentro il poligono interforze di Perdasdefogu. Tutti tacciono, in proposito, soprattutto la Regione. Ma che ce li teniamo a fare, questi servi degli italiani? Buttiamoli a mare per primi, che fanno solo danno!
Però mi piace concludere con una segnalazione positiva. La Procura della Repubblica di Tempio (cioé ancora una volta un rappresentante dello stato italiano), sollecitata da un grippo di cittadini, ha chiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di chiudere una cava a Luogosanto, poiché questa rovinava il paesaggio. Bisogna riconoscere che, talvolta, nella difesa dei nostri interessi, sono migliori i dominatori italiani che i loro servi sardi. Però a questo punto, delle due l'una. O questo giudice ha abusato del suo potere facendo ciò, oppure son venuti meno al loro dovere quelli che hanno consentito, fino ad oggi, scempi di ogni genere del territorio.
Nel thread successivo riporterò gli articoli di stampa.