> dal n. 32 - 14 settembre 2002 di Gente Veneta, settimanale della diocesi di Venezia
CATECHESI - L'iniziazione cristiana si sta rinnovando. Ecco alcune esperienze compiute dalle parrocchie
Addio, addio, vecchia dottrina...
Ripensare e rinnovare l'opera di iniziazione cristiana; assumere un atteggiamento diverso, più aggiornato e consapevole nei confronti di ragazzi e famiglie; recuperare il senso "missionario" di educatori nella Chiesa e soprattutto essere in grado di trasmettere la gioia della lieta novella da comunicare a quei giovani che si avvicinano con predisposizioni diverse e in un mondo "nuovo", globalizzato dai mezzi di comunicazioni in continua evoluzione. Di questo e di molto altro i catechisti oggi devono prendere coscienza secondo le direttive di vescovi e pastori. Se ne è parlato alle consuete giornate di formazione per catechisti svoltesi all'Istituto Berna di Mestre. «Aiutare i ragazzi a prendere il testimone della nostra fede»: questa l'incitazione predominante nella relazione di don Domenico Sigalini, già responsabile per la Pastorale giovanile italiana, ora vice assistente di Azione Cattolica, nella prima relazione di lunedì scorso.
Stiamo assistendo, ha spiegato don Sigalini, ad una mutazione ideologica messa in atto dai media. Eppure i giovani credono e si pongono domande: 8 su 10 non hanno problemi ad ammettere di pensare a Dio; il 41% di essi va a messa almeno una volta al mese; il 18% fa parte di aggregazioni religiose. Al contempo non bisogna temere la personalizzazione del rapporto col divino: bisogna temere invece l'indifferenza, ma per fortuna questa è assente. Una tensione verso il trascendente e un desiderio di Dio: è il vero e più interessante aspetto, che va educato.
Don Sigalini è fiducioso nei giovani e indica alcune direttive in base alle quali intervenire sulla formazione del credente. Non essendovi più la necessità di referenti istituzionali, né di un'ideologia per credere, la vita cristiana va impostata con metodi nuovi. L'analisi di don Sigalini ritrae dei giovani che comunicano la loro fede: attraverso e-mail, messaggi sul cellulare o chat. E' necessario comprendere che questa personalizzazione del rapporto con Dio può essere l'anticamera della coscienza. Da «timorati a innamorati di Dio» gli adolescenti si esprimono scrivendo e abbigliandosi. Per comunicare con loro bisogna saperne adottare i modelli e camminare al loro fianco senza demonizzare le nuove tecnologie. Bisogna dialogare con il loro stesso linguaggio.
Ma quale il punto di partenza e il tema centrale su cui impostare l'opera di catechesi? «Riuscire a trasmettere la consapevolezza di una fede che dà gusto al vivere. Porre al centro Gesù, colui che conosce i bisogni del ragazzo», spiega don Sigalini. «Prima missione della comunità è rispondere ai bisogni esistenziali dell'individuo, non comunicare assiomi. Dare un significato alla globalità della vita cosicché si possa arrivare a dire "Va' in pace"».
In concreto, egli elenca dei principi, in parte già esplicitati dai vescovi: ad esempio rivalutare il giorno del Signore e la celebrazione eucaristica. Ma spicca su tutto l'attenzione alla qualità di "dono" della fede cristiana che viene da Dio. In campo educatori e presbiteri, ma non solo: anche i consigli pastorali devono, con comunione d'intenti, come una sorta ditutor, aiutare a rispondere a questo dono con una competenza non solo dottrinale: devono saper progettare e differenziare i percorsi di ciascun ragazzo. E le famiglie, con le nuove situazioni (divorzi, nuove unioni...) vanno aiutate a far muovere ai ragazzi i primi passi.
Don Sigalini invita a far riscoprire il senso di quella "catechesi del fanciullo" che fa sentire al centro i più piccoli con un piacere che nessuno deve loro togliere « Noi adulti siamo cresciuti con una catechesi piuttosto "idraulica", ma - conclude Sigalini- abbiamo almeno imparato a sperare nella misericordia di Dio».
Micaela Talamoni
Breve commento: chissà se il metodo migliore è "partire dai bisogni esistenziali del ragazzo", quqsi la religione fosse solo un mezzo per soddisfarli. Notare anche la perla "da timorati a innamorati di Dio". Mortificazione, penitenza, rinnegamento di sè, sacrificio? Vecchiume, vecchiume...