Caros cumpanzos-patriotas, caros frades sardos d’onzi logu e limba

Stavo camminando per il campeggio di Assisi ove si svolge il Campo Antimperialista, un po’ meditando sulle parole dei compagni delle FARC-EP de Colombia e un po’ pensando ai comitati bolivariani istituiti dal presidente Chavez in Venezuela per dare il potere al popolo.......quando....

Quando mi chiama un carissimo compagno e mi dice: "...sto andando a Muros a festeggiare....hanno sospeso tutte le concessioni di cava dal 1999 in poi...la cava di Muros è ora chiusa..."

La verità....non gli credevo.....
Per carità....non è che non credessi a lui....non credevo a quanto mi diceva....sembrava impossibile...
Eppure è così....

La cava di Muros è chiusa.

La “regione” ha "sospeso" le concessioni di cava....

Un bilancio è ora d'obbligo.
Non è un bilancio fatto di "luci colorate", di parole infarcite di retorica.....ma piuttosto una riflessione fatta di "chiaroscuri", di dubbi, tra la felicità e la realtà "reale" di una analisi politica rivoluzionaria.

L'occupazione della cava di Muros, iniziata dai compagni-patrioti indipendentisti anticapitalisti(comunisti e socialisti), da anarchici e dai ribelli Muresi ha rappresentato, soprattutto nei primi due mesi, la costruzione di qualcosa di raro ed importante....un piccolo, piccolissimo spazio liberato dalla tracotanza colonialista.....una stella solitaria nel mare nero del potere coloniale.

Non si possono descrivere le sensazioni, le emozioni, le ansie, le delusioni, gli errori e le conquiste -così piccole eppure così grandi-, che si sono accompagnate ad una crescita dell'idea di “occupazione ribelle” nella popolazione di Muros.
Non dimenticheremo mai il coraggio, la forza, l'orgoglio dei cittadini e amici di Muros.
E' grazie a loro che in diversi paesi della nostra patria hanno iniziato a muoversi voci di "dissenso" nei confronti della scellerata depredazione colonialista perpetrata dalle multinazionali per tramite dello stato occupante.
Pensiamo alle parole intese a Mores o a quelle sentite a Chiaramonti....pensiamo a Mogoro....
Gente che diceva: "è così che si deve fare! ora basta! non possono prendere la terra! la terra è solo della terra!"

Ne hanno dovuto prendere atto.
Ne hanno preso atto, sospendendo le concessioni.
Ciò che stava crescendo sotto la cenere era un fuoco che dovevano controllare...anche a costo di sacrificare un po’ di legna....
Ora leggo sui giornali: "vittoria dei sindaci. è stato il "movimento dei sindaci a vincere la lotta delle cave".

.....

Noi non li abbiamo visti questi sindaci a Muros.
Non li abbiamo visti nella cava.
Mai.

Una volta forse, in una sala pulita del comune li abbiamo visti, avvolti nell'aura della loro legalitaria fame di autorità e di voti....

Non mi stupisce; sapevamo fin dal principio - dal giorno in cui siamo emersi dall'ombra a Muros - noi compagni-patrioti, che la nostra lotta non era nostra.
Abbiamo lottato e lavorato duramente per fare di quella cava un ritrovo di tutte le energie e le tensioni che potessero dare un senso di liberazione umana all'ansia di giustizia delle nostre genti, della gente di Muros.

Sapevamo, quando nessuno sapeva di noi, cresciuti nell'anonimato delle strade dei paesi e delle città, che qualsiasi cosa avessimo fatto, il potere ancora una volta avrebbe trovato il modo di arginare il mare grande della nostra libertà.

Oggi, di fronte al rumore del respiro della nostra terra carica d’ira e di orgoglio, sono dovuti correre ai ripari “sospendendo” ciò che vogliono - loro, il potere - regolamentare, non certamente fermare.

Bene goi.

Diranno che sono stati i “sindaci”, i “politici”, il papa, dio, i marziani, i “Buoni” insomma, ad avere vinto e bloccato le cave….

Perché la verità fa loro paura.
La verità è sempre rivoluzionaria. E la verità è che qualcosa di più di un rumore è diventato quel respiro che viene dalla terra…una voce….una voce è diventato….la voce di chi non ha voce, le parole di chi non ha diritto alla parola.

Credono di aver convinto tutti che la bontà dell’autorità coloniale e dei suoi lacchè è tutto sommato sensibile alle rivendicazioni delle nostre genti….
Credono di avere dimostrato che alla fine comunque….la “Regione”, “lo stato” “pensa a noi”…..

La verità compagni, la verità è che hanno paura.
In questo senso è una vittoria.

Hanno dovuto fare un passo indietro.

Hanno paura.

Questa è la nostra vittoria.
Noi, esercito senza divise e senza armi, costretti a combattere perché odiamo la guerra, abbiamo dimostrato che il gigante è vulnerabile.

Abbiamo dimostrato che si può andare oltre lo specchio. Che si può costringere il padrone degli specchi ad ammettere che tutto ciò che il suo occhio riflette è solo l’esatto opposto della realtà…un mondo capovolto, che non è il mondo vero.

Credono di poterci fermare.
Ma non possono.
Noi siamo venuti nel silenzio e nell’indifferenza.
Siamo usciti dall’ombra solo un attimo…il tempo necessario per mettere le nostre pietre devastanti nelle mascelle della bestia che divora i monti senza tempo.
Abbiamo posto delle pietre, come pietre hanno posto prima di noi i nostri padri.
Abbiamo posto delle pietre, perché delle pietre siamo il popolo.

Ora i cittadini di Muros, verso i quali proviamo un sincero affetto fraterno e una gratitudine senza fine, festeggiano. E nei nostri cuori per loro gioiosi vi è il crepuscolo di una consapevolezza….questa non è la vittoria.
E’ un passo in avanti.
Ma una lunga marcia attende noi tutti.
Ci attendono passi indecisi, passi errati, passi sicuri, passi vincenti.

A Muros ora non si scava.
Noi siamo tornati nell’ombra.
Abbiamo riposto le nostre pietre nell’arsenale dei nostri cuori.
Ora, ancora, riprende la lotta dell’Uomo.

Ai compagni che hanno lottato diamo il nostro cuore; ai compagni che hanno tradito diamo il nostro silenzio. Alla nostra patria diamo la nostra voce.

Siamo tornati nell’ombra, ma non siamo ombre.
Questo è solo l’inizio.
E dall’ombra torneranno tutti coloro che hanno deciso una volta per tutte di farla finita con il falso mondo degli specchi.

Custu l’iskimus meta ‘ene….su Populu unidu no podet esser binkidu

“…non temere fratello….
Noi non siamo la pietra.
Noi non siamo la lava.
Noi siamo il Vulcano.”
(poesia Palestinese)

INDIPENDENTZIA E SOTZIALISMU, FINTZAS A BINKERE SEMPER.

Frantziscu , de su “Collettivu Comunitarismu e Indipendentzia”.