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  1. #1
    Qoelèt
    Ospite

    Predefinito Architettura del Tempio Ortodosso

    Nel tempio ortodosso



    Un cristiano occidentale, quando entra nel tempio ortodosso per la Divina Liturgia, si trova in un mondo sconosciuto.
    Lui entra in una chiesa, nella quale forma, arredamento e ornamento non soltanto sottostanno ad una Tradizione, ma hanno anche un proprio significato. Dopo essere passato per il nartece, lui si trova nella navata, che non ha la forma rettangolare cui è abituato, bensì quella quadrata, totalmente vuota, se non si tiene conto di alcune sedie, destinate per i malati e deboli. Alza la testa, ed ecco il Cristo Pantocrator, che lo guarda con maestà dall’alto della cupola centrale. Attorno al tamburo che sostiene la cupola, ecco i profeti, gli apostoli e i confessori, simili agli angeli, e sulle volte attorno alla cupola, ecco i cherubini e serafini, i quattro evangelisti e alcune scene della vita di Cristo; di solito emergono quelle che si ricordano nei calendari liturgici. Sulle pareti, vediamo le figure dei monaci e degli asceti, dei martiri, dei confessori e dei maestri; la schiera dei santi, cornice a se stessa, è come se racchiudesse tutta l’assemblea orante.
    Dietro, sulla parete occidentale della navata, è presentata l’Assunzione della Deipara (Dormitio), invece sulla parete orientale, si alza una barriera adornata di icone: l’iconostasi, che separa la navata dal santuario. Questa barriera può essere bassa o anche arrivare fino all’arco. Nel centro si trova una porta a due battenti; ai lati due porte ad un battente. Sull’iconostasi in alto, come regola, sono riprodotti gli ornamenti della navata, in fresco o in mosaico. A destra della porta centrale a doppio battente, chiamate anche “porte sante”, si trova l’immagine del Cristo Pantocratore, a sinistra invece, quella della Vergine Maria con Bambino. Sulle porte sante viene riprodotta l’Annunciazione, e sulle due porte laterali ad un battente, chiamate anche “settentrionale” e “meridionale”, gli arcangeli Michele e Gabriele oppure i santi diaconi. Direttamente sopra le porte sante è riprodotta l’Ultima Cena. La seconda fila delle icone, chiamata l’ordine delle feste, è formata da icone che presentano azioni salvifiche di Cristo nella sua vita terrestre; si ricordano le più importanti feste del calendario liturgico. Sopra di esse, nella terza fila, chiamata anche l’ordine della Deesi, vengono presentati gli apostoli, rivolti in atteggiamento di preghiera verso il centro, dove in trono siede lo stesso Cristo, e ai suoi lati i due principali intercessori per l’umanità, la Vergine Maria e Giovanni Battista. A volte c’è anche una quarta fila, chiamata l’ordine dei profeti, nella quale si trovano i profeti, situati ai due lati della Vergine con Bambino, e tutta l’iconostasi abbraccia la croce su cui è dipinta l’immagine del Signore crocifisso (nel tempio non ci sono immagini tridimensionali) con la Vergine Maria e l’Apostolo Giovanni ai suoi lati. Quando le porte sante sono aperte, dal centro del santuario (il quale, come regola, ha forma di un’abside semicircolare) quelli che pregano possono vedere l’altare, riccamente adornato, di forma cubica; sopra di esso si trovano la croce, le lampade e l’arca, molte volte a forma di tempio, in cui si conserva il pane consacrato durante l’Eucarestia.

    Se osserviamo la pittura del santuario, nella parte più bassa troviamo due file con i vescovi, vestiti per la liturgia e rivolti verso l’altare. Sopra di loro c’è Cristo che comunica gli apostoli, con una mano distribuisce il pane consacrato e con l’altra dà il calice. Dalla cupola semisferica dell’abside, sopra il santuario, la Vergine guarda verso la navata (la sua immagine si può vedere molte volte dalla stessa navata, sopra dell’iconostasi). Quelli che pregano probabilmente non vedranno l’altro altare sul quale si preparano il pane e il vino eucaristici; vi si accede attraverso la porta settentrionale dell’iconostasi. Non vedranno neppure la pittura sopra di esso, che presenta la nascita, la morte e la sepoltura di Cristo. Neanche potranno guardare nella parte meridionale dell’abside, che serve per sacrestia. Un tipico tempio ortodosso, con tutte le sue lampade, le candele e l’odore dell’incenso che penetra tutto, si distingue molto dall’atmosfera della celebrazione cui è abituato un uomo occidentale. Il tempio è molto più di un posto dove si raduna un’assemblea in preghiera; esso è l’immagine del cielo sulla terra. Se le parti basse della navata rappresentano il mondo visibile, la cupola e ancora di più la parte dove si trova il santuario sono simboli del cielo, dove gli angeli, gli arcangeli e tutte le forze celesti rendono culto al Dio Trino e Uno.

    Il cristiano occidentale nota che Tempio ortodosso suscita in lui un santo timore, gli ortodossi però si sentono in esso più a loro agio di quanto il cristiano occidentale possa trovarvisi nella sua abitale disposizione. Quando gli ortodossi entrano nel tempio, fanno un giro attorno, baciano le icone e vi accendono davanti le candele, pregano. Possono portare alla porta settentrionale dell’iconostasi un piccolo pane di forma rotonda, chiamato “prosfora”, cioè “offerta” e darla al diacono o al ministrante insieme con un elenco dove si ricordano i vivi e i morti. L’atmosfera nel tempio ortodosso è piena di devozione, ma nello stesso tempo non è formale, soprattutto grazie al fatto che in queste chiese non ci sono banchi messi a battaglione. Una disposizione del genere si trova raramente nelle chiese occidentali, dove di regola ci sono banchi o sedie.

    Il tempio ortodosso e il tempio cattolico

    Il tempio cristiano ha sempre nel suo piano la croce - segno di salvezza, la croce di Cristo. In Occidente i templi erano costruiti su pianta a croce latina, allungata, questo fatto crea uno spazio dinamico, steso sull’asse oriente-occidente, inclinato verso il presbiterio, lì dove sull’altare si trovano le Specie Eucaristiche. Questo movimento è rilevato da file di colonne, le quali ricordano una solenne processione, che seduce e attira chi entra nella chiesa. Nella parte occidentale dell’Impero Romano si sviluppava un cristianesimo socio-attivo, missionario, anche questo fatto ha condizionato la scelta delle forme architettoniche corrispondenti, ad es. l’impetuoso slancio delle torri e dei campanili gotici, come se prendessero d’assalto il cielo (aggiungo che il tomismo e la filosofia Scolastica influenzarono in questo senso l'architettura "occidentale"- nota personale). La forma a guglia, come coronamento della basilica, rimpiazza totalmente la cupola, così amata nell’Oriente.

    Nella parte orientale dell’Impero Romano si conservava la Tradizione Cristiana, contemplativa, di preghiera e meditazione, diretta verso la trasformazione interiore dell’uomo ed anche i templi hanno preso altre forme. Soprattutto, nella pianta del tempio cristiano orientale troviamo la croce greca, con uguali bracci, grazie alla quale lo spazio del tempio è statico, centrato, adunato sotto la cupola, che, come un manto, abbraccia quelli che pregano. La cosa principale qui non è la dinamica del movimento, bensì la pace della contemplazione, il rivolgersi verso la parte interna e la percezione della presenza divina. La basilica si trasforma qui in un tempio di croce-cupola. Questa forma, elaborata in Bisanzio (pensiamo però in Occidente alla Basiliche paleocristiane e al romanico- nota personale), fu assimilata dalla Rus’, dove ha trovato una larga diffusione.
    La basilica cristiana, come il Tempio di Gerusalemme, ha una struttura a tre parti: il presbiterio (chiamato “santuario” nella tradizione ortodossa) nella parte orientale, la navata nella parte centrale, e l’atrio-nartece nella parte occidentale. Il presbiterio-santuario fa ricordare il Santo dei santi dell’Antico Testamento, soltanto i sacerdoti possono entrarvi durante la celebrazione. Nella tradizione ortodossa il santuario è separato dalla navata con una tenda-iconostasi, anche questo porta analogie con il Tempio di Gerusalemme.

  2. #2
    Qoelèt
    Ospite

    Predefinito

    Dentro il tempio

    Il tempio ortodosso è un mondo complesso, in cui è necessario imparare ad orientarsi. Il santuario si trova nella parte orientale del tempio, perchè Cristo è la luce del mondo. La parte orientale del tempio simbolizza anche la Terra Santa, Betlemme, Nazareth, Gerusalemme, dove è nato, vissuto, morto e risorto Cristo. La forma dell’abside del santuario è semicircolare, questo fa ricordare una grotta, e la tradizione cristiana venera due grotte, quella di Betlemme, dove è nato Cristo, e il Sepolcro del Signore, in cui è stato messo il corpo di Cristo deposto dalla Croce, e dal quale lui è risorto, distruggendo i ceppi della morte. La parte occidentale del tempio, contrapposta a quella orientale, simbolizza il tramonto del sole, lì, nell’atrio che si trova da questa parte del tempio, stanno i penitenti e i non battezzati.
    Il tempio e la sua pittura formano un libro che è destinato ad essere letto. Bisogna leggere questo libro dall’alto in basso, perchè il tempio viene dall’alto, dal cielo. La sua parte superiore si chiama “cielo”, e quella inferiore “terra”. Il cielo e la terra formano il cosmo (questa parola in greco significa “adornato”, “bello”). Dentro il tempio dipingevano dappertutto dove si poteva, anche negli angoletti, che l’occhio non può osservare. La pittura è effettuata accuratamente e con bellezza, perchè il principale spettatore di tutto è Dio, che tutto vede e tutto può. La sua immagine si trova proprio nella cupola, nel punto più alto del tempio. Dio, nella tradizione ortodossa, è presentato sotto la forma di Gesu’ Cristo Pantocratore. Nella mano sinistra porta il libro, con la destra benedice l’Universo.
    [IMG]
    http://www.orthodoxworld.ru/images/h...antokrator.jpg[/IMG]
    Passando dalla cupola alla parte centrale del tempio si trovano delle superfici semisferiche, sulle quali sono dipinti i quattro evangelisti, che portano dal cielo in terra la Buona Notizia attraverso il Vangelo. Le volte e gli archi uniscono il cielo con la terra. Sulle volte sono rappresentati gli avvenimenti essenziali della storia evangelica, sugli archi - gli apostoli, i profeti, i santi, quelli che aiutano gli uomini nella loro ascesa verso il cielo. Le pareti del tempio sono dipinte con i temi della storia sacra: l’Antico Testamento, il Nuovo Testamento, le vite dei santi, fino alla storia della nazione e del paese o città. Il cerchio dei temi sembra a prima vista limitato, sembra che si ripeta, nonostante questo nessuna chiesa è uguale all’altra, in ognuna lo schema pittorico è originale. Tempio ortodosso si può considerare una enciclopedia. In ogni tempio è presente tutta la storia dell’umanità, iniziando dalla caduta di Adamo ed Eva fino ai tempi odierni, fino ai santi del XX secolo. Il culmine della storia del mondo e la cima dell’universo è il Golgotha, il posto dove fu crocifisso Gesù Cristo, dove si è compiuto il sacrificio della croce e dove si è realizzata la vittoria di Cristo sulla morte nella Risurrezione. Tutto questo è concentrato nella parte orientale del tempio, lì dove si trova il santuario. Il prologo e l’epilogo del mondo si trovano sulla parte opposta del tempio, sulla parete occidentale: qui si possono vedere le scene della creazione del mondo e il paradiso, dove le anime dei giusti si trovano nella benedizione. Spesso la parete occidentale è occupata dalle scene dell’Ultimo Giudizio, così uscendo dal tempio attraverso la porta occidentale, l’uomo dovrebbe ricordarsi di quell’ora in cui ognuno finirà la sua vita terrena e andrà al giudizio. Nello stesso tempo, però, l’Ultimo Giudizio dovrebbe non tanto spaventare l’uomo, quanto fargli ricordare che è responsabile per la vita da lui vissuta.

    Il tempio è il cosmo che abbraccia tutti quelli che sono vissuti, che vivono e che vivranno, tutti coesistono nel piano di Dio sul mondo. Le volte del tempio sono sostenute da forti pilastri, sui quali sono rappresentate le figure dei santi, dei martiri, dei guerrieri, quelli che di solito sono chiamati “pilastri della Chiesa”. Con le loro azioni eroiche sostengono l’edificio spirituale della Chiesa, nello stesso modo in cui il tempio è appoggiato sui pilastri. Nei declivi delle finestre sono dipinti i santi monaci. Le pareti dei templi paleorussi erano molto grandi, così si formavano superfici molte estese, che permettevano la realizzazione di grandi dipinti. Qui di solito sono raffigurati i venerati padri del deserto, i fondatori dei monasteri, i maestri di spiritualità. Le finestre nel tempio hanno la funzione degli occhi, sono fonte di luce, attraverso di esse il tempio guarda il mondo. Così queste persone benedette e venerate sono gli “occhi della Chiesa”, guardano il mondo e vedono l’invisibile, quello che è nascosto agli altri.
    Nell’abside molte volte è rappresentata la Vergine Maria detta Orante, quella che prega. Sotto, nella seconda fila delle icone, si mette di solito una scena dell’Eucaristia, quella nella quale Cristo è sacerdote e comunica agli apostoli. La fila più bassa dei dipinti del santuario è occupata dai padri della Chiesa: i teologi, i fondatori della liturgia, gli autori sacri, i maestri, quelli che possono essere chiamati il fondamento intellettuale della Chiesa. Tra di loro vediamo i santi Giovanni Crisostomo, Basilio il Grande, Gregorio il Teologo, Nicola Mirlikijski.
    Le figure dei santi erano dipinte sulle pareti dei templi quasi all’altezza delle persone che si trovavano nella chiesa. Con questo si sottolinea che i santi partecipano alla celebrazione, sono presenti invisibilmente tra noi.

    La croce ortodossa

    La più diffusa nell’Ortodossia è la croce con otto bracci, chiamata anche il crocifisso.
    Sull’asse centrale (verticale) si trovano tre traverse orizzontali. Quella mediana è grande, per le mani del Cristo crocifisso. La traversa orizzontale superiore ricorda la tavola con la scritta: “Gesù Nazareno, Re dei Giudei”. Questa scritta in tre lingue - greco, latino ed ebraico - è stata messa sulla croce di Cristo per ordine di Pilato. Era usanza romana scrivere la colpa del reo su delle tavolette. Nella tradizione ortodossa i piedi di Cristo non sono trafitti con un solo chiodo, come in quella cattolica, bensì con due chiodi, uno per ciascun piede. Come mostrano le ricerche sulla Sindone di Torino così era in realtà. La traversa orizzontale inferiore è per i piedi del Crocifisso. Un capo di essa è un pò rialzato. Questo lato rialzato mostra il cielo, verso cui è diretto il Buon Ladrone, crocifisso assieme a Cristo, l’altro capo invece è diretto verso il basso, verso l’inferno, il posto per l’altro ladrone, quello che non si è pentito.
    Molte volte, al di sotto della croce, si può vedere l’immagine del teschio: è la testa di Adamo, che secondo la tradizione fu sepolto sul Golgotha, sotto il luogo dove è stato crocifisso Cristo. Dalla fenditura della roccia sotto la Croce cadde sulla testa di Adamo una goccia del sangue di Cristo ridandogli la vita, ridando la vita a Adamo: uomo e umanità.
    Vicino alla croce sono presentati molte volte la Deipara e il discepolo amato da Cristo: l’Apostolo Giovanni. Spesso vengono messi anche gli strumenti di morte di Cristo: la lancia con la quale hanno trafitto il suo fianco, e la canna con la spugna imbevuta d’aceto, che fu data a Cristo dal soldato romano.
    A volte si può vedere anche la croce con la mezzaluna. Qualcuno pensa che questo sia il simbolo della vittoria dell’Ortodossia sull'Islamismo. Invece la croce con la mezzaluna è conosciuta molto prima del conflitto tra cristiani e musulmani, è conosciuta già dai tempi della Chiesa primitiva: la forma della croce e quella della luna unite insieme formano un’ancora, simbolo della speranza. La mezzaluna simboleggia anche il calice eucaristico con il sangue di Cristo che redime i peccati dell’uomo. Questi tipi di croce sono messi sui templi dedicati alla Deipara, perchè la mezzaluna è il suo simbolo, e il sole è simbolo di Cristo.

    La luce nel tempio

    Il simbolo dell’unione di quello che è terrestre con quello che appartiene al cielo è raffigurato dalla fusione delle due fonti di luce nel tempio: la luce che viene dall’alto, dal di sotto della cupola, e la luce che sale dal basso, dalle candele e dalle lampade, che simboleggiano la preghiera dei fedeli. Nel tempio la luce gioca un ruolo fondamentale: precisamente dalla luce dipende in massima parte come si percepisce lo spazio del tempio e tutto quello che lo riempie e che avviene in esso. Durante le celebrazioni vespertine la luce di solito si spegne, e il tempio è in penombra. Questo simboleggia il mondo, immerso nel buio fino alla venuta di Cristo. Durante le celebrazioni del mattutino il sacerdote proclama: Gloria a Te, che ci hai mostrato la luce, e si accendono i panicadila (grandi candelabri che sono appesi al soffitto) e le candele, e il tempio si riempie di luce.
    Per le grandi feste, specialmente per la Pasqua, il tempio è innondato dai raggi della luce. Il festeggiamento della Risurrezione di Cristo inizia il sabato, a notte fonda, nella piena oscurità. Precisamente a mezzanotte i sacerdoti nel santuario cominciano a cantare le lodi pasquali insieme ai fedeli. Si accendono le candele tenute in mano da coloro che sono presenti in chiesa.Da una candela all’altra si passa la fiamma viva, ed ecco, il tempio si riempie di centinaia e migliaia di piccole fiamme, che si fondono in un fiume di fuoco che non smette di muoversi, ma gira in processione attorno alla chiesa. Risuona la voce del sacerdote: Cristos voskries! Cristo è risorto! e migliaia di voci rispondono con allegria: Voistinu voskries! E’ veramente risorto! Nella chiesa si accendono tutti i candelabri, perchè ci sia più luce possibile. La Risurrezione di Cristo viene celebrata dalla Chiesa come la vittoria sulla morte, sul mondo delle tenebre e del peccato. La Pasqua è una festa di luce.


    Il suono nel tempio
    Il suono è molto importante nel cosmo del tempio. L’acustica nei templi non è di solito uguale in tutti. Nei templi di legno, per rafforzare le possibilità acustiche mettevano nella muratura dei recipienti e delle brocche, in modo da aumentare la quantità delle superfici sferiche, che potessero riflettere il suono. Per questo la voce, anche quella non forte, qui si sente bene. Tempio ortodosso è orientato per la voce umana, è orientato, come tutto l’universo, per l’uomo.
    Nel tempio ortodosso l’unico strumento musicale è la campana. I Padri della Chiesa preferivano la voce umana, considerandola lo strumento più perfetto creato da Dio. Però le campane sono rimaste. All’inizio il loro ruolo era del tutto secondario: chiamare i fedeli alla preghiera. Le campane, che sembrano naturali per la tradizione ortodossa, sono invece arrivate dall’Occidente, viceversa l’organo, l’immancabile strumento della celebrazione cattolica, è stato portato in Europa da Bisanzio, dove risuonava alla corte dell’imperatore.
    Le campane più grandi si usano poche volte, soltanto nei momenti solenni oppure tragici. Di solito sul campanile del tempio ortodosso vengono appese diverse campane di diverse misure. Nell’ortodossia si è costituita la tradizione di un annunzio attraverso la polifonia delle campane, quando il campanaro mette in movimento alcune decine di campane, ognuna di esse suona il suo spartito, ma i suoni si fondono in un’unica armonia d'allegra esultanza.
    Nella celebrazione ortodossa non può mancare il coro. Il canto nella Chiesa Ortodossa non ha l’accompagnamento strumentale, così come nell'epoca primitiva non lo aveva la Chiesa Cattolica. Il canto del coro, unanime, dominante nella tradizione russa ortodossa fino alla fine del XVII secolo, è in un certo senso una scuola spirituale per l’uomo, il quale sottopone la sua voce all’armonia del coro. Così l’uomo imparava quell’armonica coordinazione del suo mondo spirituale con quello delle altre persone, e più in generale con tutto l’universo, creato da Dio secondo regole armoniche.
    La parte musicale della celebrazione, come tutte le altre, ha non soltanto e non tanto un significato estetico, bensì un suo senso profondo che aiuta a capire più intensamente l’essenza della fede ortodossa. Qui le parole e la melodia sono legate una con l’altra in una maniera molto stretta, per questo i Padri della Chiesa insegnavano: “Che la tua voce canti, e che la tua mente diligentemente rifletta sul canto”. Il contenuto dei canti della Chiesa dovrebbe corrispondere strettamente alla dogmatica, ai fondamenti della fede. Molti canti giocano lo stesso ruolo che la pittura nel tempio: spiegano, insegnano le verità dell’Ortodossia.


    Le cupole del tempio ortodosso

    La varietà di forme dell’architettura russa dei templi si manifesta nel numero delle cupole che coronano i templi. Questo numero delle cupole è simbolico. Se troviamo una cupola, essa simbolizza l’Unico Dio; se le cupole sono tre, la Santa Trinità; se cinque, Cristo e i quattro evangelisti; se sette, i sette sacramenti della Chiesa; se nove, gli ordini angelici; se tredici, Cristo e dodici apostoli. Il numero di cupole può arrivare fino a trentatré, secondo il numero degli anni della vita terrena del Salvatore.
    Anche la forma della cupola ha il suo significato simbolico. La forma ad elmo fa ricordare il guerriero, la lotta spirituale portata dalla Chiesa contro le forze del male e delle tenebre. La forma a cipolla simboleggia la fiamma di una candela, che ci ricorda le parole di Cristo: “Voi siete la luce del mondo”. La forma molto elaborata e l’intensa coloratura delle cupole sul tempio di Basilio il Benedetto parlano della bellezza della Gerusalemme Celeste.
    Il colore della cupola è importante nella simbologia del tempio. L’oro simboleggia la gloria celeste. I templi più importanti e i templi dedicati a Cristo e alle dodici feste principali della sua vita hanno le cupole dorate. Le cupole azzurre con stelle coronano i templi dedicati alla Deipara, perchè la stella fa ricordare la nascita di Cristo dalla Deipara. I templi dedicati alla Santissima Trinità hanno le cupole pitturate in verde, perché questo è il colore dello Spirito Santo. Invece i templi dedicati ai santi, sono coronati dalle cupole di colore verde oppure d’argento.

 

 

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