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    brescianofobo
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    Predefinito Querelato il direttore del Corriere della Sera da Pecorella e Ghedini

    NON SI CRITICA IL MANOVRATORE.

    Corriere della Sera, 31.7.2002
    Le norme, i processi e il premier

    SGRADEVOLI SENSAZIONI

    di FERRUCCIO DE BORTOLI


    Due o tre cose in margine all’indecoroso spettacolo di scena in questi giorni al Senato. La maggioranza tenta di far approvare, prima della pausa estiva, un provvedimento sul legittimo sospetto, ovvero sul diritto (sacrosanto) di ogni cittadino di essere giudicato da magistrati imparziali. Inutile girarci intorno: nonostante si tratti di un essenziale principio di legalità, è difficile, vista la fretta, dissolvere il sospetto, anche questo legittimo, che siano norme scritte su misura. Un’e- ventuale legge potrebbe influire, rendendo più agevole il trasferimento in altra sede, sul processo di Milano che vede imputati Berlusconi e Previti. Profonda tristezza e preoccupazione per la legalità e la fiducia nelle istituzioni del Paese suscitano in noi, come scriveva bene ieri Stefano Folli, le immagini del confronto (chiamiamolo così) fra gli ineffabili pretoriani della Casa delle Libertà e gli scatenati girotondisti dell’opposizione. Gli appelli e le mediazioni di Casini e Pera sono finiti, come carta straccia, nei cestini. Questa legge è veramente un’emergenza del Paese? Sì? Allora avremmo voluto vedere in tante altre occasioni sedute notturne, ferie saltate, lavoro supplementare di deputati e senatori sui tanti temi che toccano da vicino i cittadini, dalla scuola alla sanità all’ordine pubblico. Invece, è ancora vivo in noi il ricordo del desolante spettacolo, in aule semivuote, della discussione sul messaggio di Ciampi, il primo del suo settennato.
    Non abbiamo particolare simpatia per la Procura di Milano, anche se le va riconosciuto il merito di aver sollevato, a suo tempo, il velo del malaffare; abbiamo disapprovato le infelici espressioni di Borrelli («Resistere, resistere, resistere») e lo sciopero delle toghe. I magistrati milanesi non sono esenti da critiche, anzi, e quando qualcuno, garbatamente, le rivolge loro, reagiscono alla pari dei legali del premier: lo scambiano per un pericoloso e prezzolato nemico. Questo è l’amaro destino di ogni discussione sulla giustizia (e sull’informazione): o si sta con la Procura di Milano o si sta con la difesa di Berlusconi. Un Paese moderno? No, un insieme di tribù, di tifosi e di clientes . Che la giustizia sia da riformare non c’è alcun dubbio, che la corruzione sia ripresa insieme al decadimento del tasso di legalità è ugualmente vero. E che il tasso di legalità si abbassi ogni volta che una legge dà l’impressione di essere stata fatta a uso immediato di qualcuno e non di tutti è, purtroppo, un’altra amara verità.
    Siamo convinti che il processo di Milano si stia svolgendo in un clima tutt’altro che sereno e che alcune preoccupazioni della difesa (che farebbe bene a presentarsi alle udienze, anziché accampare ogni sorta di giustificazione) abbiano fondamento, così come riteniamo che Silvio Berlusconi, anche se condannato (non ce lo auguriamo), debba continuare a governare legittimamente, attuare il suo programma (che ha diverse cose buone, alcune già fatte) dicendo sinceramente agli italiani quali promesse si possono mantenere e quali no. Gli elettori poi giudicheranno. Proprio per questo ci aspetteremmo che il Cavaliere, come ha fatto già qualche giorno fa per un analogo e scandaloso provvedimento sull’immunità parlamentare, faccia sentire la sua voce autorevole. Richiami i suoi pretoriani che poco onore fanno, insieme ai giacobini da strapazzo, alle Camere; ascolti i suggerimenti di Pera e Casini e dei tanti moderati e liberali che militano nella Casa delle Libertà; tolga ai cittadini la sgradevole sensazione che il Parlamento venga usato come un maglio sulla magistratura e mandi in ferie, ne hanno bisogno, quegli onorevoli avvocaticchi preoccupati più per i loro onorari che per le sorti del Paese.
    fdebortoli@corriere.it

    Mercoledì 31 Luglio 2002, 19:49


    Giustizia: Ghedini e Pecorella Querelano De Bortoli

    (ASCA) - Roma, 31 lug - Gaetano Pecorella e Nicolo' Ghedini avvieranno un'azione legale contro il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. I difensori di Berlusconi e deputati di Forza Italia considerano ''gravemente diffamatorio'' l'editoriale comparso oggi in prima pagina sul quotidiano di Via Solferino. ''De Bortoli - si legge in una nota - non puo' non aver colto la portata diffamatoria dell'espressione 'onorevoli avvocaticchi'''. ''Quali avvocati seri e responsabili - continuano - non possiamo che auspicare che un giudice imparziale assolva l'on. Berlusconi. Quali parlamentari abbiamo sempre svolto il nostro mandato con assoluta coerenza con le idee gia' espresse in una lunga carriera professionale pregressa e nella massima trasparenza proprio per il bene del paese che si sostanzia nelle garanzie processuali per tutti i cittadini''.

  2. #2
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    Che schifo, che senso di nausea!

  3. #3
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    Va bhe', tanto presto al Corriere ci sistemeranno uno dei tanti fedeli maggiordomi direttamente da Panorama.


    Ormai si e' andati oltre ogni decenza. Da sempre cerco di evitare risse verbali via internet e di rispettare comunque l'altrui parte, ma certo che dopo la sconcezza vista oggi....................

  4. #4
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    Predefinito Re: Querelato il direttore del Corriere della Sera da Pecorella e Ghedini

    Originally posted by brunik
    NON SI CRITICA IL MANOVRATORE.

    Corriere della Sera, 31.7.2002
    Le norme, i processi e il premier

    SGRADEVOLI SENSAZIONI

    di FERRUCCIO DE BORTOLI


    Due o tre cose in margine all’indecoroso spettacolo di scena in questi giorni al Senato. La maggioranza tenta di far approvare, prima della pausa estiva, un provvedimento sul legittimo sospetto, ovvero sul diritto (sacrosanto) di ogni cittadino di essere giudicato da magistrati imparziali. Inutile girarci intorno: nonostante si tratti di un essenziale principio di legalità, è difficile, vista la fretta, dissolvere il sospetto, anche questo legittimo, che siano norme scritte su misura. Un’e- ventuale legge potrebbe influire, rendendo più agevole il trasferimento in altra sede, sul processo di Milano che vede imputati Berlusconi e Previti. Profonda tristezza e preoccupazione per la legalità e la fiducia nelle istituzioni del Paese suscitano in noi, come scriveva bene ieri Stefano Folli, le immagini del confronto (chiamiamolo così) fra gli ineffabili pretoriani della Casa delle Libertà e gli scatenati girotondisti dell’opposizione. Gli appelli e le mediazioni di Casini e Pera sono finiti, come carta straccia, nei cestini. Questa legge è veramente un’emergenza del Paese? Sì? Allora avremmo voluto vedere in tante altre occasioni sedute notturne, ferie saltate, lavoro supplementare di deputati e senatori sui tanti temi che toccano da vicino i cittadini, dalla scuola alla sanità all’ordine pubblico. Invece, è ancora vivo in noi il ricordo del desolante spettacolo, in aule semivuote, della discussione sul messaggio di Ciampi, il primo del suo settennato.
    Non abbiamo particolare simpatia per la Procura di Milano, anche se le va riconosciuto il merito di aver sollevato, a suo tempo, il velo del malaffare; abbiamo disapprovato le infelici espressioni di Borrelli («Resistere, resistere, resistere») e lo sciopero delle toghe. I magistrati milanesi non sono esenti da critiche, anzi, e quando qualcuno, garbatamente, le rivolge loro, reagiscono alla pari dei legali del premier: lo scambiano per un pericoloso e prezzolato nemico. Questo è l’amaro destino di ogni discussione sulla giustizia (e sull’informazione): o si sta con la Procura di Milano o si sta con la difesa di Berlusconi. Un Paese moderno? No, un insieme di tribù, di tifosi e di clientes . Che la giustizia sia da riformare non c’è alcun dubbio, che la corruzione sia ripresa insieme al decadimento del tasso di legalità è ugualmente vero. E che il tasso di legalità si abbassi ogni volta che una legge dà l’impressione di essere stata fatta a uso immediato di qualcuno e non di tutti è, purtroppo, un’altra amara verità.
    Siamo convinti che il processo di Milano si stia svolgendo in un clima tutt’altro che sereno e che alcune preoccupazioni della difesa (che farebbe bene a presentarsi alle udienze, anziché accampare ogni sorta di giustificazione) abbiano fondamento, così come riteniamo che Silvio Berlusconi, anche se condannato (non ce lo auguriamo), debba continuare a governare legittimamente, attuare il suo programma (che ha diverse cose buone, alcune già fatte) dicendo sinceramente agli italiani quali promesse si possono mantenere e quali no. Gli elettori poi giudicheranno. Proprio per questo ci aspetteremmo che il Cavaliere, come ha fatto già qualche giorno fa per un analogo e scandaloso provvedimento sull’immunità parlamentare, faccia sentire la sua voce autorevole. Richiami i suoi pretoriani che poco onore fanno, insieme ai giacobini da strapazzo, alle Camere; ascolti i suggerimenti di Pera e Casini e dei tanti moderati e liberali che militano nella Casa delle Libertà; tolga ai cittadini la sgradevole sensazione che il Parlamento venga usato come un maglio sulla magistratura e mandi in ferie, ne hanno bisogno, quegli onorevoli avvocaticchi preoccupati più per i loro onorari che per le sorti del Paese.
    fdebortoli@corriere.it

    Mercoledì 31 Luglio 2002, 19:49


    Giustizia: Ghedini e Pecorella Querelano De Bortoli

    (ASCA) - Roma, 31 lug - Gaetano Pecorella e Nicolo' Ghedini avvieranno un'azione legale contro il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. I difensori di Berlusconi e deputati di Forza Italia considerano ''gravemente diffamatorio'' l'editoriale comparso oggi in prima pagina sul quotidiano di Via Solferino. ''De Bortoli - si legge in una nota - non puo' non aver colto la portata diffamatoria dell'espressione 'onorevoli avvocaticchi'''. ''Quali avvocati seri e responsabili - continuano - non possiamo che auspicare che un giudice imparziale assolva l'on. Berlusconi. Quali parlamentari abbiamo sempre svolto il nostro mandato con assoluta coerenza con le idee gia' espresse in una lunga carriera professionale pregressa e nella massima trasparenza proprio per il bene del paese che si sostanzia nelle garanzie processuali per tutti i cittadini''.
    Massima solidarietà al Direttore De Bortoli.
    Questo attacco alla libertà d'informazione non fa che confermare l'immoralità dei servi del padrone del consiglio dei ministri.

  5. #5
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    Un clamoroso passo falso… La legge sul legittimo sospetto è giusta e sacrosanta, ed era nel programma della Cdl, ma la fretta indiavolata e gli arditi escamotages della maggioranza rendono difficile perfino per me, che non sono di sinistra, evitare un odioso sospetto... Davvero molto sgradevole...

  6. #6
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    Qui secondo me non c' entra la contrapposizione di destra-sinistra, ma solo di difendere la legalità.

  7. #7
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    Bah, credo che qui si stia veramente raggiungendo la follia, follia pura: questi onorevoli (perché sono entrambi deputati -e non ci vedo nessuna diffamazione nel constatare che lo sono) avvocati si permettono di querelare il direttore del corriere della sera perché egli li ha definiti "avvocaticchi"? Questo nome avrebbe una carica "diffamatoria"? E' sconcertante, anzi ridicolo. Credo che con questi interventi deliranti la libertà di espressione subisca dei gravi colpi. Di questo passo i giornalisti dovranno stare attenti ad ogni termine di cui fanno uso, attenti che non sia "di disturbo" a certe persone. Ma chi si credono di essere queste arroganti personalità? Dovrebbero cercare di ridimensionarsi...

  8. #8
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    Originally posted by Silvia
    Un clamoroso passo falso… La legge sul legittimo sospetto è giusta e sacrosanta, ed era nel programma della Cdl, ma la fretta indiavolata e gli arditi escamotages della maggioranza rendono difficile perfino per me, che non sono di sinistra, evitare un odioso sospetto... Davvero molto sgradevole...
    Tu, Silvia, sei una persona perbene, perciò ti viene l' "odioso sospetto". Come te, credo, venga anche a tanti altri elettori della Cdl in buona fede. Evidentemente, anche molti elettori della Cdl non sono "gente con il cervello di un bambino di dodici anni, con al massimo la terza media e neppure presa stando al primo banco", come Berlusconi sembra credere. Si può fare il demagogo per anni ma, alla fine, i palloni gonfiati troppo scoppiano.

  9. #9
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    Originally posted by Nicolò
    Bah, credo che qui si stia veramente raggiungendo la follia, follia pura: questi onorevoli (perché sono entrambi deputati -e non ci vedo nessuna diffamazione nel constatare che lo sono) avvocati si permettono di querelare il direttore del corriere della sera perché egli li ha definiti "avvocaticchi"? Questo nome avrebbe una carica "diffamatoria"? E' sconcertante, anzi ridicolo. Credo che con questi interventi deliranti la libertà di espressione subisca dei gravi colpi. Di questo passo i giornalisti dovranno stare attenti ad ogni termine di cui fanno uso, attenti che non sia "di disturbo" a certe persone. Ma chi si credono di essere queste arroganti personalità? Dovrebbero cercare di ridimensionarsi...
    Il prossimo passo potrebbe essere la censura preventiva degli articoli di giornale, cioè il famigerato Minculpop, alla faccia della libertà di stampa garantita dalla Costituzione. D'altra parte,non ci sarebbe neppure da meravigliarsene più di tanto: continuamente assistiamo a qualche vulnus della Costituzione: finanziamenti dello Stato alle scuole private, attacchi alla libertà di pensiero, di sciopero, di manifestare, di stampa, di informazione...tutti diritti garantiti dalla Costituzione e messi in forse da parte di chi sembra ignorare che Essa è la Legge fondamentale della Repubblica.

  10. #10
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    Predefinito

    Originally posted by gdr


    Il prossimo passo potrebbe essere la censura preventiva degli articoli di giornale, cioè il famigerato Minculpop, alla faccia della libertà di stampa garantita dalla Costituzione. D'altra parte,non ci sarebbe neppure da meravigliarsene più di tanto: continuamente assistiamo a qualche vulnus della Costituzione: finanziamenti dello Stato alle scuole private, attacchi alla libertà di pensiero, di sciopero, di manifestare, di stampa, di informazione...tutti diritti garantiti dalla Costituzione e messi in forse da parte di chi sembra ignorare che Essa è la Legge fondamentale della Repubblica.
    Già.

 

 
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