Napoli, fondata l'inchiesta sugli otto poliziotti
Le motivazioni della sentenza che ha disposto la scarcerazione «Rilasciati perché non avrebbero potuto inquinare le prove»
NAPOLI - L'attesa non è stata delusa. Le motivazioni del Tribunale del riesame di Napoli che ha disposto la scarcerazione degli 8 poliziotti indagati per le presunte violenze contro i no global avvenute nella caserma Raniero al termine delle manifestazioni di protesta nel marzo del 2001, hanno chiarito alcuni punti dell'inchiesta.
TESTIMONIANZE ATTENDIBILI - In primo luogo, secondo i giudici napoletani, le testimonianze che sono alla base delle accuse contestate dai pm napoletani agli otto poliziotti della Squadra Mobile sono «complessivamente attendibili».
Per i giudici della dodicesima sezione del Riesame, presieduta da Maria Ferorello, le testimonianze raccolte nell’inchiesta "oltre a risultare convergenti nella tipologia degli abusi di potere posti in essere, si intersecano tra di loro in modo non contraddittorio e tale da fare rilevare in maniera precisa e puntuale gli episodi cui i ragazzi fanno riferimento". Tra questi, i soggetti indagati e le parti lese coinvolte, "le operazioni svolte ed anche gli orari, seppure con qualche giustificabile approssimazione, in cui esse sono state compiute".
NUMEROSI RISCONTRI - Le dichiarazioni inoltre «hanno trovato un sia pure parziale riscontro nelle acquisizioni probatorie (e a tale proposito vengono citati un doppio verbale di interrogatorio, le foto, i referti ospedalieri e le relazioni delle pattuglie), nonchè, come si può rilevare dal contenuto degli interrogatori, nelle stesse dichiarazioni degli indagati». Il Tribunale infine esclude intenti calunnatori nei confronti dei poliziotti. «Pur considerato - è scritto nelle motivazioni - l'interesse di cui è portatore il testimone parte offesa non appare sussistere un intento calunnatorio atteso che, oltre ai rilievi già svolti, gli stessi ragazzi hanno affermato che nel pomeriggio, intorno alle 16.30 l'atmosfera incandescente della mattinata si era placata». I ragazzi inoltre «in sede di individuazione, effettuata attraverso la visione di numerose fotografie, hanno palesato anche le loro incertezze in merito ai soggetti che venivano identificati attribuendo, solo laddove erano sicuri, specifici comportamenti illeciti alle singole persone, tra quelle da loro indicate come presenti, ed effettivamente risultate in servizio in quella giornata presso la caserma, come emerge dagli orari dei turni da ciascuno effettuati, con l'indicazione anche degli straordinari».
LE MOTIVAZIONI DELLE SCARCERAZIONI - Nessun pericolo di reiterazione dei reati, niente pericolo di inquinamento delle prove, e neppure l'ipotesi di «vendette» nei confronti degli accusatori. Questo, in sintesi, afferma il Tribunale del Riesame non ritenendo sussistenti le esigenze cautelari che invece, a giudizio dei pm, avrebbero dovuto essere poste alla base della eventuale conferma del provvedimento di arresto dei poliziotti coinvolti nell'inchiesta sulle presunte violenze alla caserma Raniero. In uno dei punti del paragrafo conclusivo dell'ordinanza del Tribunale della Libertà, i giudici definiscono inoltre inattuali le esigenze cautelari «anche tenuto conto che, allo stato, gli indagati risultano, comunque, sospesi dal servizio». Era stata questa una delle questioni oggetto di considerazioni polemiche sull'opportunità di reintegrare in servizio gli agenti subito dopo la pronuncia del Riesame, cosa che è puntualmente avvenuta.
22 maggio 2002