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  1. #1
    Qoelèt
    Ospite

    Predefinito Testimonianze su cui riflettere...

    Posto di seguito una testimonianza che,pur andando filtrata in un'ottica cristiano ortodossa,può aiutare a riflettere...
    Alla ricerca della verità
    - il lungo percorso di Klaus Kenneth

    di Stefan Goldbach

    Klaus Kenneth nasce poco prima della fine della seconda guerra mondiale, in quella che è poi
    diventata l’attuale Cecenia. Davanti all’esercito rosso fugge. Poi passa al nemico… Per lui e la sua
    famiglia in Germania avrebbe potuto iniziare una nuova vita, se suo padre non li avesseabbandonati, caricando la responsabilità dei figli a una madre immersa nell’occultismo. I tre fratelli vengono lasciati in balia di loro stessi. Klaus è preso a carico da un prete che durante sette anni abusa sessualmente di lui. Qualche anno dopo, durante i suoi studi ad Amburgo,decide di mettere al bando due cose dalla sua esistenza: il cristianesimo e il razionalismo, perché freddi e privi d’amore. È l’inizio della sua lunga ricerca di speranza e di soddisfazione.

    La religione di ferro
    Nel Marocco, in Tunisia, Iran, Afghanistan, Bangladesh e Indonesia si accostò all’Islam. Tuttavia,
    gli dispiaceva che né Allah, né il suo profeta Maometto, sembravano capaci di pietà e di perdono.
    Il Corano esigeva la frusta per una disobbedienza alla legge, un ladro rischiava di farsi tagliare la
    mano, e il blasfemo la lingua. Klaus ricercava la libertà, ma la strada del Profeta era macchiata
    dalla sete di potere, da collera e massacri. Maometto aveva avuto tredici donne e almeno
    quaranta concubine. E alla fine dei suoi giorni arrivò alla conclusione che “sulla terra non esiste
    niente di più repellente delle donne”. Ecco come Klaus conobbe le donne musulmane: senza
    diritti, senza professione, velate ed escluse dalla vita pubblica.

    Insoddisfatto dell’Islam, continuò la sua ricerca esistenziale esplorando il mondo soprannaturale.
    La droga gli aprì le porte di quest’universo, ma presto si rese conto che lo stava anche
    distruggendo. Ricercò allora un altro mezzo per accedere a questa nuova dimensione.

    L’uomo dal dolce sorriso
    Un giorno, incontrò un uomo dai lunghi capelli scuri, con una grande barba e un dolce sorriso.
    Si chiamava Maharishi Mahesh Yogi, il “grande veggente” e fondatore della meditazione
    trascendentale (MT). Quest’ultimo gli promise la libertà interiore sviluppando “la conoscenza di
    sé”. Gli assicurò che la meditazione trascendentale non era una religione, ma una semplice tecnica. Klaus si lasciò iniziare; in una sala oscura assistette alla presa di contatto del suo professore di MT con il suo defunto maestro, il guru Dev. La foto di quest’ultimo troneggiava su
    un tavolo che fungeva da altare. Poi, il giovane uomo dovette restare assolutamente silenzioso
    mentre il suo padrone gli sussurrava il suo mantra all’orecchio: “shiring”. Gli spiegò che questo
    mantra era un aiuto alla meditazione, ma non gli disse che si trattava in effetti dell’invocazione a una divinità indù.


    Il neofita non s’accorse di nulla e si mise a meditare due volte al giorno per venti minuti. I messaggi che “riceveva”l’incitavano a seguire altri corsi con Maharishi, il quale offriva un’ampia gamma di “corsi di perfezionamento”: imparare a volare nello spazio, ad attraversare muri, corsi di veggenza…
    Tutto ciò a prezzi astronomici, fino a 40'000 franchi svizzeri.
    La libertà era a caro prezzo! Klaus volle allora conoscere la vera sorgente di questi insegnamenti. Ciò lo condusse in India. Durante sette anni, percorse 30’000 km, visitando un guru dopo l’altro. Oltre a nuove forme di meditazione, questi maestri gli insegnavano la legge del karma. Poco a poco, si rese conto che i suoi insegnanti parlavano senza tregua di libertà, ma loro stessi non sembravano viverla. Erano avidi di denaro, di sesso, ma soprattutto di potere. Disorientato e irritato, riprese il suo pellegrinaggio alla ricerca di un guru che conosceva la vera libertà.

    Ogni anno, in autunno, l’apprendista guru ritornava ad Amburgo per lavorare in un commercio
    di giocattoli prima delle feste di Natale. Faceva molte ore supplementari, riceveva mance e
    dormiva nel magazzino dei negozi per economizzare l’affitto. Risparmiava così sufficientemente
    denaro per soggiornare in India nove mesi l’anno.

    Il tempio di Kali


    Con il passare degli anni diventò anche lui un guru. Le persone venivano a chiedergli consiglio
    su questioni religiose. Riusciva persino a percepire la voce degli spiriti e a vederli. Gli apparivano sotto forma di un vapore verde che passava attraverso i muri della sua camera. Queste visite producevano in lui delle angosce mortali, talvolta anche delle malattie. Ma aveva bisogno dei“suoi” spiriti per influenzare le altre persone.

    Imparò a sorridere come Buddha e a non lasciar trasparire le sue angosce.
    Si installò a Calcutta, città della dea Kali (Cali Cut). Kali fu la dea più venerata da Klaus. Si ritiene che questa dea erotica eserciti un’irresistibile attrazione sugli uomini e sugli dei.

    Spesso Klaus meditava nel tempio di Kali –guardava scendere il sangue degli animali sacrificati e si ritrovava in trance. Per uscire dal karma – il
    cerchio continuo di nascita e di morte – doveva imparare a vincere la morte. E proprio a Calcutta si trovavano gli ospizi per moribondi di Madre
    Teresa. Decise così di andarci. Si era immaginato le sofferenze dei moribondi, invece, arrivato in questo luogo, fu afferrato innanzitutto dalla
    pace che vi regnava.

    Da Madre Teresa

    L’indomani andò alla messa, alla Lower Circular Road, dove Madre Teresa si recava ogni mattina.
    Non aveva mai visto una foto della celebre suora. Si aspettava di vederla seduta su un trono in
    una sala gremita di discepoli. Ma la sala era modesta, occupata da 150 suore in preghiera. Una
    di esse, anziana, si avvicinò a lui e gli diede un libro di preghiera. Sfogliandolo, Klaus fu attirato dalla preghiera di San Francesco d’Assisi. Si mise a tremare, lottando contro le lacrime, lui che aveva giurato all’età di otto anni (25 anni prima) di non piangere mai più! La stessa scena si ripeté l’indomani e il giorno dopo: Klaus si metteva a piangere appena l’anziana suora gli portava il libro di preghiera. Nel momento in cui voleva fuggire, l’anziana suora lo prese per il braccio e lo fissò. Comprese allora che aveva a che fare con Madre Teresa. L’amore che risplendeva dal suo viso gli fece dimenticare le sue lacrime. Durante tre settimane discussero insieme. Madre Teresa riconosceva Gesù Cristo, ma lui credeva che fosse un’induista. La suora amava le persone, cosa che lui considerava incompatibile con il cristianesimo. Non aveva dimenticato il prete che durante sette anni aveva abusato di lui.

    L’iniziazione al buddhismo
    Klaus lasciò Calcutta per raggiungere un monastero
    buddhista dell’Himalaya. Aveva sete di meditazione,
    d’avventura e di rivelazioni soprannaturali. E ne aveva
    abbastanza dell’induismo, questa caotica religione con
    i suoi milioni di dei e demoni. Si rese conto che da
    5000 anni gli indù provavano a raggiungere un karma
    migliore. L’India sarebbe dunque dovuta essere da
    molto un paese libero e pieno di persone felici! Ma
    nella realtà, paura, malattia, un sistema di caste e
    povertà la facevano da padroni. Perciò Klaus si ritirò
    per otto mesi in questo monastero, prima di ritornare a
    Calcutta. Là, sentì parlare di Achan Chah, un monaco
    buddhista del tempio “Wat Bung Wai”, maestro thailandese che regnava su diversi monasteri e
    centinaia di monaci, uno degli asceti e maestri spirituali più severi dell’Asia.

    L’ordine monastico di Achan Chah era estremamente rigido. La meditazione cominciava alle tre
    del mattino e durava fino alle sei, dopodiché i monaci andavano a chiedere l’elemosina presso il
    popolo. Alle nove si serviva loro l’unico pasto della giornata. Poi, meditazione. Era vietato parlare,
    ascoltare la radio, leggere, fare musica. Una volta la settimana, la meditazione durava tutta la
    notte. Chi si addormentava doveva fare questa meditazione con una brocca d’acqua sul cranio
    rasato. Se questa cadeva, doveva allora sedersi sul bordo di un pozzo profondo 24 metri. Era il
    prezzo da pagare per ottenere la redenzione.

    Un giorno, alla sorpresa di tutti, Achan Chah decise che Klaus sarebbe stato il suo discepolo
    favorito. Quest’ultimo ebbe così accesso a corsi privati e ad un insegnamento privilegiato. Ciò lo
    portò a meditare quasi 24 ore su 24. Sperimentava delle manifestazioni particolari. Un giorno,
    durante la sua meditazione, un giglio bianco crebbe nella sua mano. Un’altra volta, abbandonò il
    proprio corpo per un viaggio astrale. Fu anche capace di vedere distintamente i demoni ai quali
    faceva appello. Ma spesso era anche ammalato. Un giorno – viveva allora in un tempio di Bangkok
    – decise di recarsi in riva al mare, al sole. Incontrò tre giovani donne che gli promisero del denaro
    se egli le seguiva. Fece allora ciò che aveva l’abitudine di fare quando si sentiva insicuro: invocò i
    suoi spiriti. Sentì allora chiaramente la voce di Achan Chah dirgli: “Fai ciò che fai, e fallo
    pienamente.” Lasciò allora il tempio per condividere una casa con quindici prostitute. Le ragazze
    gli davano denaro, abiti, da mangiare, e facevano tutto ciò che egli desiderava. Nella sua
    meditazione, sentiva senza tregua la voce di Achan Chah ripetergli: “Fai ciò che fai, niente è
    buono o cattivo. Questo è lo Zen, la vera vita.”

    Ma i problemi di salute continuavano a affliggere Klaus. Decise allora di tornare al monastero
    himalayano “Wat Bung Wai”, dove fu accolto come un cane in chiesa. Disprezzato da tutti i
    monaci, moralmente a terra, fuggì un’altra volta. Quando si fermò vicino a una risaia, fece
    l’inventario del suo zaino da monaco. Trovò il Nuovo Testamento che gli aveva regalato Madre
    Teresa. L’aprì a caso e si mise a leggere la storia dei farisei e della donna adultera. La situazione di quella donna confrontata con i custodi della morale gli sembrava disperata. E nessuno si aspettava ciò che Cristo disse: “Chi di voi non ha peccato getti la prima pietra.” Questa lettura lo interrogò profondamente, fu toccato dall’amore di Gesù davanti all’odio dei Farisei. Gli vennero le lacrime agli occhi.


    Achan Chan

    Non dimenticò questa lettura. Un giorno Achan Chah ebbe un attacco di collera in presenza di Klaus. Klaus vide una specie di fumo verde uscire dalle sue tempie, come lo vedeva nelle apparizioni demoniache. Un mondo intero stava crollando. Era mai possibile che neppure Achan Chah, il grande asceta, fosse libero dalle sue emozioni? Chi, allora, poteva ancora sperare di morire serenamente?

    Il miglior mezzo per scoprirlo era di meditare sulla morte. Si recò dunque all’obitorio di Bangkok. Per parecchi giorni ebbe accesso, in quanto monaco, a un servizio di autopsia. Quando la persona che praticava le autopsie si abituò alla sua presenza, cedette alla sua pulsione e violentò un cadavere sotto gli occhi scioccati di Klaus. Il combattimento contro le passioni era dunque un combattimento perso?

    Riprese la strada dell’Europa e s’installò in Svizzera romanda, dove fece la conoscenza di alcuni cristiani. Ma questi non riuscirono a convincerlo. Più solo che mai, si convinse che gli restava ancora un’unica possibilità di trovare la libertà e l’amore: il Sudamerica con il suo spiritismo.

    Salvato dagli indiani o da Dio?
    “Spara! dai!” gridò Klaus. Ma i banditi colombiani non spararono. In quel momento udì una voce
    interiore parlargli: “Klaus, prima di morire, è necessario aver vissuto.” Si ricordò queste parole
    udite nella sua infanzia: “Dio è vita.” Allora si mise a pregare: “Dio, se esisti, salvami. Ma sappi
    che preferisco morire piuttosto che ignorare che sia grazie a te che sono salvato.” Proprio in
    quell’istante una banda di indiani uscì dall’oscurità. I banditi spararono nella loro direzione, ma
    la metà degli indiani sfuggì alle pallottole. Presi dal panico, i rapitori fuggirono abbandonando i
    loro ostaggi.

    Di ritorno in Svizzera, Klaus incontrò una donna cristiana che aveva conosciuto prima, e le
    raccontò la sua storia. Per questa donna era ovvio che Dio stesso aveva agito e l’aveva salvato dalle
    “grinfie” dei banditi. “No, sono stati gli indiani,” rispose Klaus. “No, era Dio. Abbiamo pregato per
    te durante tutto il tuo viaggio in Colombia,” gli rispose lei. Essa gli indicò allora il giorno e l’ora in
    cui quest’episodio era accaduto, e ciò corrispondeva esattamente all’ora dello scontro tra i banditi
    e gli indiani. Aggiunse: “Klaus, puoi essere un guru e puoi odiare tutti gli esseri umani, ma c’è
    un uomo più potente di te: è Maurice Ray.” “Molto bene”, rispose Klaus. “Accetto volentieri di
    sfidarlo e gli mostrerò chi è il più forte.”

    L’uomo che era più forte
    Nell’autunno 1981, Klaus prese appuntamento con Maurice Ray davanti alla cattedrale di
    Losanna. Arrivò con due ore di ritardo, per provare la reazione di quest’ultimo. Ma sul volto del
    pastore brillava un amore paterno, e Maurice Ray l’ascoltò raccontare la sua vita. Quanto ebbe
    finito, gli disse:

    – Klaus, queste sono cattive notizie. Per te è arrivata l’ora di ascoltare la buona notizia
    dell’evangelo. Tu sei posseduto da demoni. Hai bisogno di esserne liberato. Io non posso farlo,
    ma Gesù può, io sono solamente il suo servitore.

    – No, non lo voglio fare. Non voglio diventare un cristiano.

    – La liberazione non farà di te automaticamente un cristiano, ma ricupererai la libertà che ti
    permetterà di decidere ciò che vuoi veramente. Pronuncia la parola “Gesù” ad alta voce.

    Klaus non riuscì a emettere alcun suono udibile.

    – Vedi Klaus, gli disse Maurice Ray, non sei libero.

    Allora Klaus accettò la proposta del pastore. Questi si mise a pregare:

    – Nel nome di Gesù lego tutte le potenze che tengono incatenato Klaus e che gli impediscono di
    riconoscere il piano di Dio per la sua vita!

    Allora Klaus chiuse a sua volta gli occhi e disse:

    – Gesù, se esisti, allora devi conoscermi e sapere che non credo alla tua esistenza. Ma ti faccio
    una proposta. Se mi parli, crederò in te, ma voglio essere sicuro che sei proprio tu a parlarmi!

    Di voci dall’aldilà ne aveva già sentite abbastanza! Quando si salutarono, Maurice gli disse:

    – Ti parlerà.

    Qualche tempo dopo, su invito di una conoscente, Klaus si recò a un culto. Quella mattina, una
    persona prese la parola e disse: “Rallegratevi sempre nel Signore!” Klaus non si era mai
    veramente rallegrato. La persona continuò:

    “Dio è vicino.” Klaus si guardò intorno… “Non preoccupatevi…”, lui che era sempre angosciato.
    “Depositate le vostre preoccupazioni davanti a Dio… e la pace di Dio che supera ogni intelligenza,
    custodirà i vostri cuori.” Alla fine del culto, Klaus si avvicinò all’oratore e gli disse:

    – È a me che hai parlato poco fa?

    – No, perché? Si sentì rispondere.

    Maurice Ray, che aveva sentito la loro conversazione, gli disse: “Sai Klaus, questo è scritto nella
    Bibbia.” Ma Klaus non volle crederci, e non credette neppure che Gesù gli aveva parlato
    personalmente.

    La tentazione della morte
    L’indomani, si trovò nuovamente seduto in quella chiesa, che organizzava una campagna di
    evangelizzazione di una settimana. Al momento della Santa Cena, la sua vicina di banco l’invitò
    ad andare davanti con lei. “No, non sono cristiano, vai da sola,” gli rispose Klaus. Un banco dopo
    l’altro, le persone si avvicinavano per partecipare alla Santa Cena, mentre Klaus si chiedeva se
    era realmente invitato… Si decise allora di porre la domanda a Gesù. Sentì allora una voce
    udibile dirgli: “Sì, vieni, ti ho perdonato tutto!” Un calore indescrivibile lo invase, come se un
    fulmine l’avesse attraversato dalla testa ai piedi. Gli mancò il fiato, vide rosso, urlò e corse fuori
    dalla cattedrale di Losanna. Era profondamente deluso da quest’esperienza del cristianesimo, e
    anche disperato.

    Si recò verso il muro che dava sulle case del quartiere vicino. Dieci metri lo separavano dal suolo
    e dalla morte. Poi udì una voce dirgli:

    “Sei disgustato? Allora fai ciò che hai sempre fatto in simili circostanze. Girati!”

    Si girò e vide tre affascinanti giovani donne attraversare il sagrato della chiesa. Fu tentato di
    inalberare il suo sorriso buddhista e di chiamare il trio. Ma qualcosa era cambiato da quando
    aveva pregato con Maurice Ray. “Klaus, come puoi cercare soddisfazione presso infelici?” Vide
    allora l’anima delle tre donne. Erano tristi, e Klaus provò pietà. Davanti ai suoi occhi tutto
    divenne nero e perse conoscenza.

    Quando si riprese, dei volti inquieti erano chini sopra di lui. Maurice Ray, che era uno di loro, gli
    disse:

    – Klaus, era un attacco di Satana. Attacca tutti coloro che vogliono cambiare campo. Ti avverto:
    solo se sei ancorato in Gesù Cristo potrai essere protetto contro tali aggressioni.

    L’indomani Klaus tornò al culto. Quando arrivò il momento della Santa Cena, fu preso dalla
    paura. Non voleva rivivere l’esperienza della vigilia. La scarica che aveva ricevuto era così violenta
    che temeva lo uccidesse. Ma sentì la stessa voce udibile: “Non temere. Nel mio nome, sarai
    sempre più forte.” Sentì allora una forza e una gioia tali che non aveva mai conosciuto prima. Si
    alzò in lacrime, e si avvicinò per prendere la Santa Cena. Prese il pane – che significa la vita
    sacrificata per lui.


    Intervista a Klaus Kenneth…

    18 anni dopo la sua esperienza alla cattedrale di Losanna, Klaus
    Kenneth dà conferenze in numerosi paesi. È anche musicista ed
    evangelista nelle strade. Sta terminando la sua autobiografia, che
    dovrebbe essere disponibile in un primo tempo in tedesco.

    Klaus, quanti guru hai incontrato?

    Una ventina. Alcuni solo per breve tempo, altri più a lungo:
    Swami Vivekananda, Sri Aurobindo, Ma, Paramahansa
    Yogananda, Sai Baba, Ramakrishna…

    Hai avuto dei contatti con dei guru deceduti?

    Sì.

    Come sapevi che si trattava effettivamente di guru?

    Perché durante la meditazione mi sono rivolto a loro per nome.

    In quale lingua ti parlavano?

    In inglese. Si sono sempre rivolti a me nella lingua nella quale pensavo e parlavo. D’altronde è
    così anche con Gesù Cristo. Nella cattedrale di Losanna si è rivolto a me in francese.

    Meditavi anche quando eri tormentato dagli spiriti?

    Speravo sempre che ciò mi avrebbe condotto da qualche parte. Siccome mi davano potere e
    influenza sulle persone, credevo di avere a che fare con spiriti buoni. Ma nello stesso tempo
    anche altri spiriti, che non avevo invocato, venivano. Era questo l’intoppo del problema.

    Poi sei diventato guru anche tu. Come lo si diventa?

    Con l’esperienza, rispondendo alle domande degli altri e mostrando loro nuove vie che non
    conoscono ancora.

    Esistono lotte tra i diversi guru?

    Eccome! La maggioranza dei guru è avida di potere, di denaro o di sesso. Ognuno vuole superare
    l’altro. Un guru vuole essere trattato con onore, come Satana. Ognuno vuole essere il più grande.

    Gesù ha detto che un regno si distrugge quando non è unito. Come è dunque possibile, nel
    mondo occulto, che degli spiriti più deboli aspirino alla posizione di Satana?

    Il regno delle tenebre non è assolutamente unito, ma diviso da un combattimento continuo per
    avere più potere e gloria. In cima alla gerarchia si trova Satana. E lui non si lascia detronizzare.
    Uccide prima!

    Con l’aiuto di spiriti, hai influenzato altre persone. Come è possibile?

    Tutto comincia con la lettura delle linee della mano o delle sfere di cristallo. Per me queste sono
    “pagliacciate” dell’occultismo. I satanisti più potenti possono influenzare qualcuno
    semplicemente guardandolo negli occhi. Aspettano il momento opportuno per avere accesso alla
    sua anima. È purtroppo così che ho proceduto, anche io.

    Un semplice sguardo basta?

    Sì. In un primo tempo, queste persone danno insicurezza o scioccano la persona. Poi, gli
    mandano il loro messaggio. La persona coinvolta non capisce cosa le succede. Ma
    improvvisamente viene presa da pensieri autodistruttivi. È la ragione per la quale anche un
    cristiano deve mettersi sotto la protezione di Cristo. Presto o tardi sarà confrontato con potenze
    occulte più forti di lui.

  2. #2
    Qoelèt
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    Predefinito

    Esoterismo: La storia vera del disoccupato Ueli Wenger alla ricerca di un lavoro



    "L’ufficio del lavoro non vuole pagare?" Ueli Wenger era
    confuso. Dopo aver finito il suo apprendistato, il giovane
    meccanico aveva lavorato un anno nel suo campo. Ma per lui,
    rimanere ogni giorno per otto lunghe ore davanti a una
    macchina, sempre da solo, senza contatti con altre persone,
    era troppo. Non ce la faceva più, gli mancava il contatto umano.
    Per questo si era fatto trasferire al servizio esterno. Poi, nel
    1991, è giunta la lettera di licenziamento. Non riusciva più a
    trovare lavoro, e l’ufficio del lavoro rifiutava tutte le sue
    proposte di riqualificazione: tassista, camionista, corsi alla
    scuola tecnica…

    "Il mio morale era in continua oscillazione. Ma quando mi
    trovavo in mezzo ad altre persone ero sempre su di giri. Un
    giorno un collega mi chiese: ‘Ma tu non stai mai male?’ Gli
    risposi: ‘Se rido spesso vuol dire che sto sempre bene? A chi
    interessa se io sono giù di giri?’ Seguì un minuto di silenzio –
    era riuscito a sbirciare nel mio intimo…"

    Ogni volta che aveva un’iniziativa di riqualificazione le mani di
    Ueli Wenger erano legate. Doveva essere disponibile ogni
    giorno, altrimenti gli avrebbero tolto i contributi
    dell’assicurazione disoccupazione. In questa situazione fece
    qualcosa di proibito, si iscrisse a un corso di massaggi. Ciò che
    imparò gli piacque. Era continuamente assieme a persone che
    poteva aiutare, questo era sempre stato il suo sogno. Seguì altri
    corsi: massaggi integrali, "touch for health", polarità,
    kinesiologia, riflessologia plantare, ancora una volta
    kinesiologia, terapia con i Fiori di Bach, sali Schüssler… Ben
    presto Wenger si rese conto che questi metodi funzionavano. Li
    sperimentava su se stesso e sugli altri; su alcune persone
    erano particolarmente efficaci. Nel giro di pochi mesi si era
    inserito in vari ambienti esoterici.


    Ueli Wenger
    ex meccanico
    disoccupato
    "Il massaggio in sé non ha assolutamente niente a che fare con
    l’esoterismo. Ma ben presto ci si addentra in settori nei quali si
    lavora con flussi energetici nel corpo umano. E infine si attinge
    assistenza da energie cosmiche. Però nessuno verifica da dove
    provengono. Sono efficaci, perciò si usano."

    Un ex collega invitò Ueli Wenger a una serata organizzata da
    un gruppo di uomini d’affari cristiani. Alla fine della
    conferenza, quando venne chiesto chi voleva conoscere di più il
    Signore, Wenger prese una decisione. Per lui era
    perfettamente chiaro che doveva esserci Qualcuno che era più
    grande di tutto ciò che si poteva vedere. Credeva a Dio, ma non
    lo conosceva.

    La sera stessa Wenger andò a casa accompagnato dal suo ex
    collega. Erano già giunti davanti al box quando l’ex collega gli
    disse che le sue pratiche esoteriche non erano conformi alla
    volontà di Dio. Wenger si difese: bisogna distinguere fra magia
    bianca e magia nera. La magia bianca è quella che aiuta le
    persone, la magia nera è indirizzata contro altre persone. Lui,
    Ueli Wenger, si occupa delle persone, perciò il suo
    comportamento davanti a Dio è corretto. E poi è Dio stesso che
    ha creato tutte le piante e le energie, perciò devono essere
    buone.

    Wenger rimase nelle sue convinzioni. Aveva scoperto che nelle
    sue mani i metodi di guarigione con maggior effetto erano i più
    semplici. Ciò che desiderava più di ogni altra cosa era diventare
    maestro di Reiki. Aveva già raggiunto il primo livello, quando
    accadde qualcosa d’inaspettato. Già da piccolo aveva avuto
    incubi dove apparivano degli esseri strani. Wenger non ci aveva
    fatto molto caso, dato che aveva sempre avuto
    un’immaginazione molto fervida. Ma ora quegli esseri gli
    apparivano indifferentemente da sveglio come nei sogni.
    Passavano attraverso porte chiuse, attraverso i muri, entravano
    e uscivano come gli pareva, e disturbavano il suo sonno.
    "Demoni? In un buon film d’orrore puoi vederne delle
    rappresentazioni approssimative. Non sai se sono mostri. … o
    sono come delle persone con i volti deformati. Ma l."

    Un giorno Wenger incontrò una conoscente che era cristiana.
    Passarono la metà della notte a discutere di Dio. Wenger
    divenne pensieroso, ma voleva distaccarsi un po’ da tutta la
    faccenda, così, alla prima occasione, andò a una festa di
    musica country. Là gli venne incontro una vecchia compagna
    di scuola. Anche lei era cristiana. Una settimana dopo
    andarono insieme ad un incontro in un locale per giovani. A
    Wenger non piacque per niente. Ma la sua collega non mollava.

    "Mi invitò a un culto di lode: ‘Là ci sono dei bei canti, e tanti
    giovani…’ Io mi aspettavo musica country, blues e rock - invece
    era musica di lode e di adorazione, però era bellissima. La mia
    collega pensava: ‘Come riuscirò a portarlo al culto di domani?’
    Non osò chiedermelo, andai io da lei e le chiesi: ‘Posso venire
    con te domani mattina?’"

    La predica era affilata come la lama di un rasoio. Ueli Wenger
    lo capì molto chiaramente: c’è un paradiso e c’è un inferno.
    Che lui fosse un peccatore poteva anche essere discutibile, ma
    che la sua via lo conducesse dritto all’inferno era fuor di
    dubbio; non c’era bisogno che qualcuno lo convincesse. E là
    c’erano i demoni. Così, senza aver compreso fino in fondo ogni
    cosa, questa volta Wenger mise tutta la sua fiducia in Gesù
    Cristo.

    I cambiamenti che subentrarono nella sua vita non avrebbero
    potuto essere più appariscenti. Ricevette un impiego a tempo
    determinato come personale di cura.

    "Dopo il lavoro leggevo da otto fino a dieci ore nella Bibbia.
    Ogni giorno! Mi addormentavo sopra la Bibbia, mi risvegliavo,
    continuavo a leggere, e interrompevo solo quando dovevo
    partire per il lavoro. Anche là quasi tutti i miei pensieri erano
    rivolti a Dio. Certe volte mi chiedevo: ‘Ma sono ancora capace di
    fare qualcos’altro oltre che pregare, lodare e meditare su Dio?’"

    Questo stato durò cinque mesi. Wenger si iscrisse a una scuola
    biblica e fu accettato per il corso annuale. E nuovamente
    avvenne qualcosa di insolito. Proprio qui, in mezzo allo studio
    della Bibbia, all’insegnamento, alla preghiera, a tutti i
    cristiani… All’improvviso quegli spiriti erano di nuovo qua. Di
    notte Wenger non poteva alzarsi senza prima aver acceso la
    luce o guardato sotto il letto con la sua pila. Nella sua paura
    andò da un consulente spirituale e gli raccontò tutto.

    La liberazione interiore di Wenger durò diversi mesi, fece un
    passo dopo l’altro. Poi, davanti ad alcuni testimoni e davanti a
    Dio, mise il punto finale sul suo passato.

    "Quando capita di parlare del mondo invisibile, alcuni cristiani
    sorridono discretamente, increduli. Ma tante volte la nostra
    visione cristiana è troppo semplicistica: ‘Ah sì: Dio è con noi, e
    noi siamo salvati grazie a Gesù; facciamo del bene – anche se
    questa vita è breve – e dopo viene l’eternità.’ Ma non è così
    semplice. Dio c’è, e c’è anche Satana. Poi ci sono angeli e ci
    sono demoni. Molti cristiani non s’immaginano neanche
    quant’è grande la potenza di Dio – ma nemmeno quant’è reale
    Satana. Il mondo invisibile è qui, presente. E quello che in esso
    avviene non è un gioco. Si tratta di vita o di morte!"

  3. #3
    Qoelèt
    Ospite

    Predefinito

    la testimonianza di Ruth Marti...


    Il padre di Ruth beveva. Sovente e abbondantemente.
    Per lui era una cosa così naturale, che Ruth pensava
    fosse normale che la sera rientrasse ubriaco a casa. E
    questa normalità ebbe le sue conseguenze: né lei né sua
    sorella non ricevevano mai apprezzamenti e nemmeno
    protezione, figurarsi poi un abbraccio… Nemmeno dalla
    mamma.

    Un giorno Ruth trovò un oroscopo. Prometteva felicità, e
    lei desiderava che questo pronostico si avverasse. Una
    parte si avverò. Era un oroscopo settimanale. Ruth Marti
    era ancora studente. Anche dopo, quando le sue finanze
    glielo permettevano, continuava a ritornare regolarmente
    al chiosco.

    Le sue amiche iniziarono man mano ad avere amici o
    fidanzati. E un oroscopo non bastava più per delle
    questioni così importanti, bisognava consultare libri
    specializzati. Là stava scritto con precisione a cosa
    bisogna far attenzione per trovare il partner giusto.
    Malgrado ciò, con Ruth non funzionò proprio bene,
    nemmeno tentando a più riprese. I suoi partner
    bevevano, fumavano, si drogavano, erano rumorosi… La
    situazione le faceva ricordare quella dei suoi genitori;
    almeno sapeva come affrontarla. Ruth non credeva di
    meritarsi qualcosa di meglio - la stima per se stessa
    calava.

    Un giorno venne un’amica a trovarla. Era preoccupata,
    diceva: "Da voi c’è qualcosa che non funziona! Dovresti
    consultare una medium. Io ne conosco una che va bene
    per te." Così Ruth andò dalla medium. Questa rese noto
    alla nuova cliente che il suo partner si sarebbe
    ammalato, e che d’altronde la tradiva. Magari questo era
    anche vero, ma non aiutò molto a mettere a posto la
    relazione. E ai litigi si aggiunsero anche la diffidenza e la
    paura.

    Poi venne un’altra amica. Il suo consiglio sembrava
    ragionevole: i fiori di Bach. Ti aiutano a calmarti un po’,
    dopo stai un po’ meglio, le paure diminuiscono un po’.
    D’altronde, per i casi gravi, ci sono gocce eccezionali.
    Ben presto sullo scaffale di Ruth Marti c’era una fila di
    dieci boccette con le essenze originali dei fiori del dottor
    Edward Bach. Nessuna prese la polvere - d’altronde
    anche le piante dell’appartamento e dell’ufficio avevano
    bisogno di queste preziose gocce. L’ampolla delle gocce
    di pronto soccorso era quella più usata da Ruth.
    Aiutavano in situazioni d’angoscia e di panico. Almeno
    così stava scritto.

    Una mattina, andando in farmacia, vide un annuncio
    che decantava il corso di un certo signor Coué. Questo
    prometteva che il suo metodo del pensiero positivo
    sarebbe stato in grado perfino di porre rimedio ai dolori.
    Quella sera Ruth Marti rientrò a casa soddisfatta, con un
    annuncio in mano. Vi si leggeva in che modo è possibile
    pensare positivo. La mattina dopo iniziò. "Io sto bene, io
    sto bene, io sto bene…" cento volte. E il giorno dopo? "Va
    bè, andava…"

    Il corso ebbe un effetto secondario positivo: Ruth
    cominciò a conoscere delle persone che la pensavano
    come lei e una nuova amica. Questa le spiegò la ragione
    per cui i fiori di Bach non avevano funzionato bene nel
    suo caso. Perché lei, Ruth Marti, aveva seguito
    scrupolosamente le indicazioni dei farmacisti. Questo si
    era rivelato un grave errore, perché i farmacisti cercano
    innanzitutto i propri interessi commerciali. Inoltre i loro
    testi non erano stati eseguiti con la dovuta cura.
    Soltanto con il metodo giusto si poteva scoprire la
    miscela veramente ottimale di essenze di fiori di Bach.
    Questo metodo era il pendolino. Ruth Marti si lasciò
    convincere.

    Ai fiori di Bach finalmente giusti si aggiungevano anche
    pietre con la loro virtù purificatrice. Bisognava
    distendersi per terra e disporre un cristallo sulla fronte.
    Sulla pelle nuda di altre parti del corpo venivano
    disposte altre pietre. Questo era l’unico modo che
    permetteva alle energie cosmiche di fluire nel corpo
    umano. E avendo appreso che anche tramite gli alberi
    scorre molta energia cosmica, Ruth Marti seguì ben
    presto un corso su oroscopi per alberi. Infine, per
    completare il tutto, anche uno sugli oroscopi tramite le
    pietre. E poiché i fenomeni nel mondo extrasensoriale
    rimanevano ancora misteriosi, decise di andare alla
    conferenza di un medium che prometteva di interrogare
    i morti.

    La via di Ruth Marti era diventata lunga. Ogni passo -
    sperava - l’avrebbe condotta più vicino al bramato
    traguardo. Essere finalmente qualcuno, finalmente
    trovare la tranquillità. E poi anche assorbire luce, calore,
    energia e pace interiore. La grande felicità… Doveva
    arrivare prima o poi.

    Una notte, attraverso la finestra e come se il vetro fosse
    d’aria, una forma entrò nella camera da letto di Ruth
    Marti. L’essere aveva un aspetto mostruoso e veniva
    direttamente verso di lei. Fu colta dal panico. La forma
    scomparve, ma l’angoscia no. Questa non fu l’unica
    visita, ne seguirono altre con molti altri esseri. Le
    apparizioni aumentavano, il sonno diminuiva. Ruth
    Marti tentò tre volte il suicidio. Nel suo panico andò in
    un gruppo d’assistenza. Durante uno di questi incontri,
    poco prima di Natale, ebbe una crisi di pianto.

    Un’amica del gruppo d’assistenza la portò a casa sua. Di
    notte doveva lasciare accesa la luce nell’appartamento e
    le porte delle camere dovevano rimanere aperte. Ma le
    forme vennero anche qui. Dopo due settimane la sua
    amica non ce la faceva più. Portò Ruth da un consulente
    spirituale della sua chiesa, era un pastore avventista.
    L’uomo parlò e Ruth Marti lo ascoltò, ma senza capire
    niente. Però si rese conto di una cosa: quell’uomo era
    completamente calmo. Poi lui pregò per lei.

    Ruth Marti tornò ancora alcune volte da questo pastore.
    Lui le consigliò di ritornare con la sua amica
    nell’appartamento, solo per cinque minuti, per vedere
    che cosa sarebbe successo. Le due donne fecero così. Da
    quel giorno non apparve mai più nessuna forma
    nell’appartamento di Ruth Marti. Malgrado ciò non
    rimase in quella chiesa.

    In seguito fu disoccupata per un certo tempo e cambiò
    domicilio. Là una signora del gruppo biblico la invitò a
    casa sua. Ruth trovò la nuova amica molto simpatica, ma
    non se la sentiva di andare al gruppo. Non le piaceva
    cantare, e quando gli altri aprivano la Bibbia, lei non
    riusciva mai a trovare la pagina. Ma l’amica non si
    arrese. Invitò Ruth a concerti, a una colazione per
    donne, e infine a un incontro d’evangelizzazione "Gesù
    per Zurigo". Ruth rifiutò. Ma c’era qualcosa che non le
    lasciava pace. Così, segretamente, ci andò da sola.

    Quella notte affidò la sua vita a Gesù Cristo. Non aveva
    mai sentito tanta felicità! Di notte poteva dormire come
    un bebè. I suoi libri esoterici, le pietre e tutto il resto
    furono disposti in due sacchi della spazzatura. Andò da
    un consulente spirituale. Là fece qualcosa che non
    avrebbe mai immaginato durante i suoi cinque anni di
    cure psicologiche: perdonò sua madre… e suo padre.

  4. #4
    Qoelèt
    Ospite

    Predefinito

    L'avventura di Thomas Brunner


    Sfogliando una rivista scientifica, Thomas Brunner vide la
    riproduzione della mappa di un tesoro. C’era scritto che
    finora nessuno era riuscito a interpretarla. Venne allora
    sopraffatto da un pensiero singolare: "Io riuscirò certamente
    a decifrarla!"

    Ben presto nel suo tempo libero bisognava cercare il cuoco
    in archivi e biblioteche, dove esaminava documenti
    necessari all’interpretazione del codice segreto. Gli indizi
    per affermare che Brunner si trovava in possesso di
    un’autentica mappa del tesoro si accumulavano. Durante
    un intero anno frequentò dei corsi per la navigazione in alto
    mare, percorse mille miglia sui mari e ottenne la patente di
    navigazione costiera. Colui che prima non aveva mai toccato
    un computer si procurò, oltre a un pc, anche un notebook
    per i suoi viaggi. Divorava un libro dopo l’altro: sulla
    navigazione, sulle ricerche dei tesori e sui pirati. Era
    sempre più capace di pensare, sentire e ragionare come un
    marinaio.

    Partendo da insignificanti indizi della sua mappa, con un
    lavoro minuzioso riuscì a comporre un andamento costiero.
    Elaborò il grafico nel suo computer, lo fece ruotare, disegnò
    il suo simmetrico, lo combinò, e analizzando carte nautiche
    antiche e moderne, cercò nei mari del mondo il pezzo di
    costa che corrispondeva al "suo".

    Ci vollero otto anni per raggiungere la meta. Brunner
    ingaggiò un impresario per recuperi, stipulò i contratti
    necessari e andò a Cipro. La spedizione fu un completo
    fallimento. Nella sua profonda delusione Brunner gettò la
    spugna e disse: "Adesso mi arrendo!"

    Tre settimane più tardi stava nuovamente meditando sulla
    sua mappa del tesoro. A mente fredda ripercorse tutti i suoi
    ragionamenti e trovò l’errore. La spedizione successiva lo
    condusse su una piccola isola dell’Atlantico. Quasi al primo
    colpo Brunner scoprì un importante punto di riferimento
    lungo il percorso per il tesoro. Era vicino, forse molto vicino!


    Partendo da indizi
    insignificanti
    riuscì a comporre
    un andamento costiero

    Neanche due giorni prima del ritorno scoprì sulla costa una
    piccola valle abbandonata dalle pareti rocciose a gradini. In
    passato doveva essere un posto idilliaco, ma un’atmosfera
    sinistra aleggiava su questo luogo. Delle mani sconosciute
    avevano inciso delle caricature diaboliche sulle pareti
    rocciose. Per gli indigeni questo luogo era da tempo
    considerato malefico, infatti attraverso i pendii
    completamente ricoperti di agavi non c’era nessun sentiero
    che conduceva al fondovalle. Brunner sentiva l’adrenalina
    nelle sue vene. Le figure scolpite erano tracce inconfutabili
    di pirati del passato. Brunner si calò senza fune dal ciglio
    verso il fondovalle. Non c’era anima vivente.

    Durante gli anni in cui si era occupato di pirateria
    marittima Brunner aveva imparato a decifrare le tracce dei
    pirati. La direzione dello sguardo delle sculture, segni
    apparentemente insignificanti scolpiti nella roccia, la
    posizione del sole, i punti cardinali… se combinate nel
    modo giusto, queste tracce potevano condurre al tesoro.
    Brunner volava da una scoperta all’altra. Verso sera trovò
    tre coni di pietra rovesciati, i loro vertici erano tutti rivolti
    verso lo stesso punto. Doveva esserci qualcosa!
    Febbrilmente iniziò a scavare. Apparve una testa di pirata
    scolpita nella pietra; era completamente imbrattata di
    melma. "Devo lavarla", pensò automaticamente. Rivolgendo
    lo sguardo in alto vide poco sopra uno stagno artificiale. Se
    avesse aperto l’argine l’acqua sarebbe scesa e avrebbe lavato
    la testa del pirata… forse sarebbe apparso un altro segno
    indicatore - o magari il tesoro? A mani nude e col suo
    coltellino da tasca si mise al lavoro presso l’argine dello
    stagno.

    Scese la notte. Non aveva ancora trovato niente, né
    mangiato, né bevuto. Allora cominciarono a passargli per la
    mente storie di cercatori di tesori, alcune delle quali finite
    tragicamente. Brunner sapeva che certi pirati avevano
    l’usanza di praticare riti per disporre dei demoni a
    guardiani del tesoro.

    Il fuoco acceso con i legni raccolti frettolosamente stava per
    morire, mentre la luce delle ultime fiamme illuminava i
    contorni delle brutte facce diaboliche sulle rocce, dei rapaci
    volavano nella valle lanciando i loro gridi penetranti. I suoi
    nervi si spezzarono. Cominciò a correre nella notte, sentiva
    un’angoscia mortale. Non sa come, ma riuscì a superare la
    risalita fino al ciglio.

    Il giorno dopo prese l’aereo e volò a casa. Era sua
    intenzione ritornare a recuperare il tesoro, naturalmente
    con i mezzi adeguati. Ma non da solo - soprattutto non da
    solo.

    Una notte, erano forse le due, Brunner stava lavorando al
    suo computer. Ormai non era più insolito trovarlo al lavoro
    a quell’ora. Da quando era tornato dalla spedizione
    nell’Atlantico aveva iniziato a interrogare il pendolino
    perché voleva chiarire gli ultimi misteri della mappa del suo
    tesoro. Con buon esito! Prima aveva sempre cercato a lungo
    le soluzioni, adesso era come se una voce interiore gli
    sussurrasse le risposte alle domande più difficili. Brunner
    avanzava rapidamente. A quel punto ebbe inizio qualcosa
    che lui non era più in grado di arrestare.


    Era sempre più capace
    di pensare,
    sentire e ragionare
    come un marinaio

    Una serie di simmetrie complesse aveva improvvisamente
    generato una forma: il profilo di una figura di Satana.
    Brunner rivolse la sua attenzione ai segni grafici. Risolveva
    tutto con facilità, ma ogni nuova combinazione dava sempre
    la medesima sequenza: "Sat", "Sat" (per Satana).
    Continuamente. Durante i suoi anni di ricerca del tesoro,
    Brunner aveva incontrato innumerevoli volte dei segni e
    nomi occulti. Conosceva l’esistenza di patti col diavolo e di
    pratiche occulte di certi pirati. Il "suo" pirata non faceva
    eccezione, lo sapeva fin troppo bene. Ma lui cercava
    continuamente di convincersi: "Io cerco un tesoro. Tutto il
    resto non m’interessa." "Sat", continuamente "Sat", lo
    gridava letteralmente a ogni nuova decifrazione. "Sat!" E
    all’improvviso un brivido gli percorse la schiena. Gli si
    rizzarono i capelli in testa. Sentì una presenza in piedi
    dietro di lui. Nella camera l’unica luce era quella del
    monitor; senza voltarsi spense il computer, si gettò nel letto
    e nascose la sua testa sotto il cuscino.

    A partire da quella notte, Brunner cominciò a sentire delle
    voci interiori che non aveva mai udito prima: "Gettati dalla
    finestra! La tua vita ha ancora senso? Sei finito!" Pensieri
    omicidi lo tormentavano: "Ammazza la tua amica, dopo
    andrà tutto meglio." Brunner sistemò i suoi coltelli in un
    luogo difficilmente accessibile. Di notte, quando chiudeva
    gli occhi, vedeva figure demoniache. E quando spalancava
    gli occhi, le figure erano ancora là. Era un inferno, e durò
    per settimane. Nella sua disperazione Brunner chiamò una
    conoscente dell’esercito della salvezza. Lei pregò con lui al
    telefono. Brunner sentiva che gli faceva bene, e cercava con
    tutti i mezzi di dilungarsi per non rimanere nuovamente
    solo. Ma alla fine quella donna lo salutò e suggerendogli di
    recarsi da un consulente spirituale, gli diede anche un
    nome. Così Brunner ci andò. Quell’uomo gli descrisse
    l’influenza delle potenze del mondo invisibile, e, con il
    consenso di Brunner fece una preghiera di liberazione.

    Sono oggi passati quasi due anni, Thomas Brunner è
    diventato un cristiano convinto e membro di una chiesa. Ha
    ritrovato la gioia della vita. La sua mappa del tesoro l’ha
    distrutta, e ha eliminato i libri sui pirati e cancellato i dati
    nel suo computer. Quando viene sorpreso dalle immagini
    del passato, e questo ogni tanto avviene, Thomas Brunner si
    consiglia con il suo consulente spirituale.

 

 

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