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  1. #21
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Dovendo iniziare a respirare aria nuova, scrivete solo qui, lasciate quei cazzoni di democristiani e sinistri al loro destino. Dovete abbandonarli. Da oggi si cambi, a cominciare dalle piccole cose.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  2. #22
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Sulla discussione dedicata alla protesta nazionale della sezione "Destra Radicale" è stato notificato che la sinistra dall' ANPI al PD sta organizzando in Piemonte contro-manifestazioni a difesa delle istituzioni, della democrazia e della Costituzione.
    Giù la maschera, mazzieri del capitale e dei partiti!
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  3. #23
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Sulla discussione dedicata alla protesta nazionale della sezione "Destra Radicale" è stato notificato che la sinistra dall' ANPI al PD sta organizzando in Piemonte contro-manifestazioni a difesa delle istituzioni, della democrazia e della Costituzione.
    Giù la maschera, mazzieri del capitale e dei partiti!
    Da noi i sindacati organizzano in un piccolo paese colpito dal terremoto in emilia, una manifestazione il 14 / 12 , un esempio di come stiano cercando di far passare in secondo piano la protesta.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  4. #24
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Citazione Originariamente Scritto da Freezer Visualizza Messaggio
    Da noi i sindacati organizzano in un piccolo paese colpito dal terremoto in emilia, una manifestazione il 14 / 12 , un esempio di come stiano cercando di far passare in secondo piano la protesta.
    Una manifestazione contro i "forconi"? Allora se li vedi falli un gestaccio da parte mia.
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  5. #25
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Forconi: che fare? - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 9 dicembre, 2013
    Editoriali / Italia

    Forconi: che fare?

    Marco Bagozzi Una protesta etereogenea, forse troppo, che passa dall’estrema destra ai centri sociali, portandosi dietro imprenditori, federalisti, “scioperanti fiscali”, para-leghisti o semplici lavoratori, sta bloccando in queste ore l’Italia o quantomeno alcune delle principali città.
    Vista la pluralità delle “forze in campo” è impossibile darne una definizione: pare fin troppo evidente che visto il carattere “spontaneo” non può ancora avere un fine chiaro e tuttalpiù l’interpretazione si muove da chi ne prende parte e la definisce “rivoluzione” e chi ha provato a metterci le mani senza riuscirci e la definisce “fascistoide” o “golpista”.
    L’unica certezza è l’ennesimo epico fallimento della sinistra radicale, che ora si trincera dietro a polemiche di facciata ma prova una fastidiosa invidia per i risultati già conseguiti da questa protesta che per decenni ha provato a mettere in pratica, coinvolgendo le peggiori e più debilitanti perversioni della società, dai punkabbestia ai drogati, dagli invertiti ai “radical chic”. Dimenticando, ma non ne dubitavamo, il mondo del lavoro. Dal socialismo, movimento delle maggioranze, al ribellismo, movimento delle minoranze (decadenti).
    Ma mentre le piazze si infiammano, dalle parti di Ferrero, Rizzo, Vendola, Ferrando si scaldano i motori in vista dell’ultima possibilità di rimanere in vita cioè le elezioni europee, da “sbancare” utilizzando magari gli stessi slogan e gli stessi “miti capacitanti” di chi ora è attivo nella “piazza fascista”. Il tutto infarcito con un po’ di “cetomediosemicolto” e una svirilizzazione della protesta (che la signora Boldrini non si allarmi!). Non più “incazzati” ma “disadattati”. Non più “rivoluzionari” ma “dissidenti”. Non più “vaffanculo tutti” ma “dialoghiamo (che magari scaviamo qualche poltrona!)”. In soldoni, non più “diritti sociali” ma “diritti civili”!
    Come detto, però, questa protesta di piazza sembra non avere una linea di condotta, una piattaforma politica, se non una protesta di stampo “para-grillino” contro la Casta, le tasse, l’Europa, l’austerità, il “governo del (non) fare”. Del “grillismo” però cancella l’inutile feticcio della “democrazia dal basso” o della “democrazia liquida”, che ha causato una serie imbarazzante di senatori e deputati eletti grazie ad un centinaio di voti su internet, riconquistando un po’ di spazio nella “piazza incazzata” con punte di soreliana “sacra violenza rivoluzionaria”.
    Aspetto positivo questo, perché mette finalmente un po’ di pressione (il noto “pepe al culo”) al partito unico della borghesia compradora PD-Berlusconi-Napolitano-Repubblica, tutti supini all’interesse dell’economia anti-nazionale legata ai centri di potere anglo-americani. Non possiamo quindi che felicitarci per la de-istituzionalizzazione della protesta, svincolandola alla suddetta “finta democrazia” grillina o ai consessi “vetero-comunisti” o leghisti.
    Manca però quell’avanguardia partitica, il sogno di un Partito del Lavoro, patriottico, socialista, legato al mondo della produzione, all’interesse delle maggioranze con una lucida visione del “globale” e delle dinamiche internazionali, non ridotto a setta dogmatica o a casa comune di tutti gli elementi in dissidenza (con il proprio cervello).
    Chi ha orecchie per intendere intenda…
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  6. #26
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Una manifestazione contro i "forconi"? Allora se li vedi falli un gestaccio da parte mia.
    Ok, comunque c'hanno la faccia come altra parte anatomica. Non si può ragionare con loro, banche ,usura internazionale, tutti concetti che non sono mai riuscito a fargli entrare veramente in testa.
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  7. #27
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Tanto è una protesta che andrà avanti nelle prossime settimane, dalla prossima settimana cercherò di muovermi anche io. DEVO!
    Ultima modifica di Avanguardia; 13-12-13 alle 10:41
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

  8. #28
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013...iamoli/812199/
    Sciopero Forconi, in rete liste di proscrizione dipendenti Equitalia
    Quinto giorno di proteste. Una mail firmata dal gruppo 'Giusta Forca' pubblica nomi e cognomi di lavoratori dell'Agenzia delle entrate: "Ognuno di noi ha il dovere di colpirli per restituire giustizia al Popolo". Il prefetto di Torino a La Stampa: "Ho presentato le dimissioni ad Alfano, che le ha respinte"


    di Redazione Il Fatto Quotidiano | 13 dicembre 2013Commenti (134)
    Sciopero Forconi, in rete liste di proscrizione dipendenti Equitalia
    Più informazioni su: Agenzia delle Entrate, Equitalia, Movimento dei Forconi, Sciopero, Torino.


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    I Forconi proseguono la protesta. Nel quinto giorno dall’inizio dei blocchi, la procura di Trani, in Puglia, ha deciso di aprire un’inchiesta e a Sanremo, in Liguria, è partita una manifestazione di circa 300 studenti delle scuole superiori. A Bussoleno, in provincia di Torino, altrettanti studenti, fra cui molti del gruppo giovani No Tav, sono scesi in corteo lungo le strade statali. E la protesta arriva anche in rete, dove hanno iniziato a girare liste di proscrizione che fanno il verso ai tribunali del popolo delle Br. Una email inviata da un gruppo che si firma ‘La giusta forca’ riporta un elenco di decine di dipendenti dell’Agenzia delle entrate e di Equitalia, citati per nome e cognome. “Seguiranno – conclude il documento – a breve nomi ed indirizzi dei politici più sfacciatamente impresentabili”.


    “Di seguito – si legge nella lettera – i nomi di alcuni indegni aguzzini delle macchine fiscali che sono stati giudicati colpevoli dai comitati della Giusta Forca. Essi si sono macchiati di atti gravissimi contro persone, famiglie ed imprese, che hanno deliberatamente condotto alla catastrofe, e per questo meritano la forca”. “Ognuno di noi – prosegue il testo – ha il dovere di colpirli per restituire giustizia al Popolo. Non agite – esorta il documento – in grandi gruppi poiché le forze dell’ordine sarebbero così facilitate nel monitorarvi. Separatevi in piccoli gruppi ed agite rapidi ed invisibili”.


    Fanno discutere anche le dichiarazioni del portavoce del Movimento dei Forconi, Andrea Zunino, che in un’intervista a Repubblica ha detto: “Vogliamo la sovranità dell’Italia, oggi schiava dei banchieri come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo sono ebrei, ma è una cosa che devo approfondire”. Parole che secondo il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna, “danno il senso di un disagio che si fa sempre più profondo e richiamano, senza alcun pudore e vergogna in chi le ha pronunciate, un periodo storico caratterizzato da morte, violenza, negazione dei diritti più elementari. Zunino – rileva Gattegna – si alimenta dai più violenti e biechi stereotipi antisemiti per offendere non soltanto la memoria di milioni di individui che in nome dell’ideologia nazista trovarono la morte tra le più atroci sofferenze ma soprattutto l’intelligenza, la coscienza democratica e la maturità di quella popolazione italiana le cui istanze si propone di rappresentare, evidentemente in modo inadeguato, nella strade e nelle piazze di tutto il paese”.


    Piemonte - Torino, intanto, torna lentamente alla normalità. Aperti negozi, mercati e grandi centri commerciali. La circolazione stradale è fluida, anche nelle piazze interessate nei giorni scorsi da blocchi stradali. Su tutto il territorio la situazione è monitorata dalle forze dell’ordine. Ci sono ancora cortei in provincia, dove a Bussoleno questa mattina 300 studenti sono scesi lungo le strade statali nel territorio. L’iniziativa è legata alle dimostrazioni dei forconi ma, sottolineano i promotori, “nel manifestare la nostra partecipazione alle ragioni della protesta vogliamo prendere le distanze da qualsiasi partito politico che intenda strumentalizzarla”.


    A seguito delle proteste dei giorni scorsi, il prefetto del capoluogo piemontese Paola Basilone, in un’intervista a La Stampa spiega di essersi “dimessa stamattina, telefonicamente, anche perché non c’era il tempo di fare in altro modo. Le mie dimissioni sono state respinte”. Secondo Basilone “è evidente che ci sia stata una interpretazione non corretta dei segnali” che venivano anche dal web. Allo stesso tempo ci sono state anche le comunicazioni delle società petrolifere, preoccupate per i rifornimenti di carburante, e questo ci ha allarmati” anche perché la protesta dei forconi arrivava “a ridosso di altri scioperi”.


    “Nei giorni successivi – prosegue – la questione degli autotrasportatori sembrava ridimensionata, con l’accordo tra varie sigle sindacali e il ministero”. Si è discusso anche “delle minacce arrivate ad alcuni commercianti” e la Procura ha attivato “un pool di magistrati pronti a muoversi su questo tema. Ma senza denunce, possiamo fare nulla”. “Lunedì – spiega il prefetto – ci siamo trovati davanti a una manifestazione formata da gruppi eterogenei. Sono passati dai tentativi di occupare le stazioni agli attacchi alle sedi istituzionali, Comune e Regione in particolare, passando per blocchi estemporanei a macchia di leopardo, fatti anche da piccolissimi gruppi che attaccavano e sparivano in pochi minuti. E tutto questo avveniva in città, ma anche in provincia, con incursioni su statali, autostrade e tangenziali. Con le forze a disposizione, era impossibile controllare la situazione”. Ma “non possiamo essere considerati incivili perché abbiamo consentito che una città sia finita sotto assedio, perché non è stato così. La civiltà consiste nel consentire la libertà di manifestazione”. Sui disordini di Torino dei giorni scorsi interviene anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl che a Radio 24 dice: “Anche questa volta ci sono stati degli infiltrati. A Torino è successo qualcosa di poco chiaro. Noi lo sosteniamo da tempo, che lo sciopero è uno strumento estremo”, ha concluso.


    Liguria – E’ stato sgomberato stamani intorno alle 4 dalla polizia, senza l’uso della forza, l’accampamento di manifestanti che ieri avevano montato sei tende da campeggio all’ingresso del ponte sul fiume Roja, a Ventimiglia. La polizia ha anche allontanato un secondo gruppo di manifestanti che ha tentato di formare un blocco sulla statale 20 del col di Tenda a Roverino. Questa mattina è partita da piazza Eroi a Sanremo, una manifestazione di studenti delle scuole superiori alla quale partecipano 300 giovani.


    Puglia – La procura della Repubblica di Trani ha aperto un’inchiesta sugli episodi di disordine dei giorni scorsi durante le proteste dei forconi nel nord barese. Secondo quanto riportato da alcuni organi di informazione, il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, vuole indagare – tra l’altro – sul blocco di strade e binari ferroviari e su azioni di violenza che hanno costretto alcuni commercianti ad abbassare le saracinesche dei negozi.
    Ultima modifica di Avanguardia; 13-12-13 alle 11:59
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  9. #29
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    Torino. Se nelle banlieu di Torino la protesta dei Forconi diventa laboratorio politico | Barbadillo
    Pubblicato il 13 dicembre 2013 da Federico Callegaro Categorie : Cronache
    turinIn mezzo ai Forconi, etichetta generica sotto cui sono rientrati tutti i manifestanti che hanno dato vita a una tre giorni che ha paralizzato Torino, c’era di tutto. Dagli ultras della Juve a quelli del Toro, dai mercatari agli autotrasportatori, dagli esponenti della destra radicale a quelli dei centri sociali ma, per la maggioranza di loro, teatro di azione è stato il centro cittadino. Le periferie torinesi, nella seconda giornata di protesta le più interessate dai blocchi stradali, sono state, invece, teatro di nuove forme di lotta portate avanti da giovani che normalmente non si occupano attivamente di politica. Sono stati i ragazzi delle periferie, infatti, a costituire qui nuclei spontanei, autonomi e virali, che si costituivano nelle ore di punta del traffico per bloccare con cassonetti dell’immondizia e cartelli stradali le principali arterie cittadine.


    L’elenco dei nomi di quartieri che hanno dato vita a questo fenomeno, che come unico paragone ha quello, in scala inferiore e con un tessuto sociale diverso, alle proteste che incendiano ciclicamente le Banlieu parigine, è lungo: va da zona Campidoglio, dove i ragazzi dei giardini della piazza sono scesi in strada, a Barriera di Milano, che ha visto ultras e giovani del quartiere sostenere gli occupanti di piazza Derna durante i tre sgomberi subiti da parte della celere. Anche Torino ovest, lo spicchio di città che seguendo corso Francia arriva fino a Collegno, ha avuto la sua periferia agitata.


    Sulla carta, la zona interessata dalle proteste si chiama Pozzo Strada ma per chi ci abita, invece, è Fulminea. I ragazzi della zona la chiamano così per via della squadra di calcio della parrocchia, che ha per stemma uno scudo bianco con dentro un fulmine giallo. Ma, nonostante le etichette ufficiali, è conosciuta con quel nome anche da tutti quelli che ci abitano. La voglia di manifestare, qui, covava sotto la cenere da tempo ma, non avendo mai preso i canali di una politicizzazione autocosciente, ha aspettato le agitazioni di lunedì per venire fuori spontaneamente, senza rischiare di finire irreggimentata all’interno di quegli schemi rigidi che, per chi vive nel quartiere, non risultano graditi.


    La protesta di questo gruppo di Forconi è iniziata lunedì sera. Mentre piazza Castello era ancora piena di manifestanti e piazza Rivoli era già stata occupate, una cinquantina di ragazzi della zona si è spostato in mezzo all’incrocio di corso Francia con corso Marche, snodo che verso alle 7 risulta tra i più importanti in città, e, dopo aver bloccato le corsie grazie alla solidarietà di un camionista che ha parcheggiato di traverso il suo camion, e aver barricato le altre entrate con i cassonetti della spazzatura, si sono improvvisati neo-vigili urbani, rallentando il traffico e decidendo chi potesse passare. “Per un giorno, qui, comandiamo noi”, era stato il commento di uno di loro, mentre gli altri ragazzi gestivano il traffico con una precisione militare per permettere a un’ambulanza di superare il blocco senza subire rallentamenti. “Chi ha una bella macchina evidentemente ha i soldi e dovrà aspettare di più”, detta come regola un altro di loro prima di dire, all’ennesimo che cerca di convincerli ad aprire il blocco raccontando di dover raggiungere la madre malata al pronto soccorso, “Anche tu devi andare in ospedale? Deve esserci stata un’epidemia. Passa, passa”.


    Ma quello che doveva essere solo un giorno, alla fine, è stato il primo di altri. Probabilmente per via del condizionamento esterno che vedeva tutta una città in fermento o solo perché, per la prima volta, ragazzi mai interessati da esperienze dirette di militanza si sono trovati a rappresentare un soggetto sociale con cui fare i conti, l’idea di continuare i blocchi stradali per chiedere lavoro e attenzione è diventato l’argomento centrale nel bar della zona. E proprio dal bar sono ripartiti il giorno dopo, il secondo di proteste, per andare a occupare prima corso Marche e poi piazza Massaua. Il secondo giorno, però, è stato anche quello in cui le autorità hanno deciso di non tollerare più le iniziative non autorizzate e, quindi, i ragazzi, hanno dovuto confrontarsi con le camionette dei Carabineri, arrivate sul posto per sgomberarli. “Molti di noi sono disoccupati – racconta Marco – e lo Stato, invece che ascoltarci, invia in zona reparti anti-sommossa. Ma non hanno capito che abbiamo parecchio tempo a disposizione e che ci ritroveranno in strada”.


    La sera, dopo lo sgombero, i ragazzi della zona si ritrovano al bar per organizzare un blocco la mattina successiva. Non sono professionisti del disordine e quindi non si accorgono dei gruppi di agenti della Digos che stazionano agli angoli della strada per alcune ore. E, in realtà, nemmeno si rendono conto dei rischi potenziali che hanno corso. Questo perché sono profondamente convinti di aver fatto una cosa giusta, come spiega anche Antonio, il capo della compagnia di amici: “Non mi importa se viene la polizia. Qui devono iniziare ad ascoltarci. Io ho un negozio ma sono due giorni che lo tengo chiuso perché credo in questa protesta e penso che prima o poi debbano iniziare a darci retta”. L’unica cosa che nessuno del gruppo vuole sentire nemmeno da lontano è la parola “politica”. “Nessuno di noi fa politica e nemmeno ci interessa – spiegano -. Nei palazzi ci sono soltanto dei ladri e la politica non è una cosa pulita”. Vagli a spiegare che, senza volerla fare, hanno costituito un laboratorio politico che ha pochi precedenti nel capoluogo piemontese.


    Tratto da Futura.unito.it
    Ultima modifica di Avanguardia; 13-12-13 alle 14:40
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    Predefinito Re: 9 Dicembre: l`Italia si bloccherà

    La rivolta dei Forconi e l?onnipresente «pericolo» dell?unione solidale del popolo italiano - Stato & Potenza

    Pubblicato il: 12 dicembre, 2013
    Analisi / Italia

    La rivolta dei Forconi e l’onnipresente «pericolo» dell’unione solidale del popolo italiano

    Guido Bachetti
    Mentre a Kiev la piazza «colorata» si anima contro il Presidente Viktor Fëdorovyč Janukovyč, in favore di una maggiore integrazione verso Occidente e verso l’influsso Atlantico «a stelle e strisce» (in sostanziale disinteresse per i dati allarmanti di disgregazione sociale e crisi sistemica propria dell’Unione Europea), in Italia sono state occupate le strade ed i centri nevralgici del Paese dal «movimento dei forconi» e da chi si è riconosciuto nelle istanze sociali di quest’unione eterogenea d’intenti. Blocchi stradali e occupazione dei crocevia ferroviari, presidi nelle piazze, cortei di protesta e volantinaggi sono state alcune delle innumerevoli forme di opposizione ad una crisi economica, occupazionale e sociale, che pare essere un ostacolo troppo grande da superare per le promesse «tiepide» del Governo Letta.
    L’Italia vive una condizione allarmante, ben rappresentata dall’«entusiasmo» della governance per il dato, almeno privo del segno «meno», della Crescita: la laconica proiezione Istat per il terzo trimestre 2013, mostra un freddo «0%» sul quale naufragano le speranze delle fasce sociali che sono scese in Piazza a protestare in questi giorni e che hanno davanti agli occhi lo sviluppo vertiginoso e le prospettive delle «economie emergenti». Le grida scomposte degli operai, dei lavoratori in proprio, degli studenti e dei camionisti mostrano un disagio sociale che va ben oltre il punto di non ritorno e palesatosi, per citare soltanto uno degli innumerevoli avvenimenti non privi di ambiguità, nell’assalto alla libreria di Savona dove, a gran voce, la folla ha chiesto la chiusura dell’esercizio commerciale ed uno sparuto gruppo anche il rogo dei libri (che ricorda le pagine nere della censura Fascista ma anche di certi movimenti anti-intellettualistici sessantottini che bruciarono in pubblica piazza i libri ritenuti borghesi e reazionari).
    L’analisi degli eventi che si susseguono in questi giorni non è affatto compito facile in primis per la palese eterogeneità e complessità del movimento, eppure stranamente sclerotizzato dalle pagine giornalistiche e dalle televisioni. Coloro i quali detengono il potere mediatico, infatti, hanno tutto l’interesse a mostrare all’italiano politicamente poco impegnato come delle legittime rivendicazioni sociali, siano delle semplici grida estremistiche e scomposte da abbandonare integralmente nel binario morto di tutto ciò che va oltre l’auspicabile «moderato» e preferibile «politicamente corretto». Ad ogni modo, fin dal primo giorno della protesta, si potevano porre in rilievo delle ambiguità nelle esilaranti domande poste dai giornalisti ai manifestanti che sbandieravano il Tricolore: «siete Fascisti?». Il Tricolore, simbolo che storicamente rimanda all’eroismo del periodo risorgimentale e alle lotte per l’autodeterminazione nazionale e la Sovranità politica, viene ridotto ancora una volta – «condotto a forza» potremmo meglio dire – all’interno di «logiche illogiche» proprie di chi ancora pretende di interrogare la complessità del presente con categorie politiche stantie, inattuali.
    Questa volontà di sclerotizzare il conflitto sociale rivive ogni giorno nel tentativo di descrivere una crisi complessa utilizzando la bobbiana dicotomia Sinistra/Destra (già il Filosofo torinese Costanzo Preve, intelligentemente, ne aveva proposto l’abbandono integrale dal momento in cui è venuta meno la sovranità monetaria e politica dello Stato), anche se nel caso specifico dei Forconi è di gran lunga più appropriata la critica all’opposizione tra Antifascismo (in assenza palese di Fascismo) e l’Anticomunismo «rituale» (anch’esso privo di fondamento essendo scomparso da vent’anni circa il Comunismo Storico Novecentesco). È questa seconda «coppia di opposti» che meglio chiarifica il tentativo di guidare la protesta da parte degli intellettuali «incorporati», ma andiamo in ordine.
    Inizialmente la manifestazione aveva assunto un carattere pacifico e non ideologico (se sia poi realmente possibile impegnarsi politicamente in modo «non ideologico» questa è un’altra questione da analizzare a parte), successivamente è stata giustamente rilevata la presenza di militanti politici appartenenti alla destra cosiddetta neofascista e, in alcune città, alla presenza di collettivi e centri sociali (possiamo parlare in questo caso di una composizione palesemente eterogenea, chiarificata anche dai motti «neutri» della manifestazione: «Fermiamo l’Italia!»; «siamo il popolo di tutto il mondo del lavoro»; «non ci sono categorie separate dalle altre» ecc.). Nonostante questa palese compresenza di un retroterra ideologico quantomeno variegato, i media hanno posto comunque in evidenza – e a mio avviso in modo artificioso – la presunta presenza in cabina di regia di un’«anima nera» all’interno di questi movimenti spontanei di cittadini e questa ipotesi è stata il pretesto per porre in essere una divisione ideologica tra i manifestanti; divisione che solo in secondo tempo si è espletata in strada con cortei e contro-cortei ponendo, da un lato, gli «anti-fascisti-anti-forconi» e dall’altro i «forconi-fascisti». In sintesi: una manifestazione che aveva come minimo comun denominatore il tema del lavoro e che accomunava realtà politiche, sociali ed ideologiche diverse, si è ritrovata divisa sostanzialmente in due parti dagli stessi steccati ideologici di sempre. Il più classico dei «dividi et impera» (e a rimetterci sono sempre i lavoratori).
    Ritengo sia doverosa un’ulteriore precisazione. Una cosa è l’Antifascismo realmente esistito e che aveva senso politico ed ideologico di esistere quando opposto ad uno stato di cose reale (che non esiste più da 70 anni), un’altra è l’antifascismo ideologico dell’ANPI, dei «sinistri» e di chi segue ancora questo carnevale da neurodeliri che ha favorito la frammentazione di una manifestazione inclusiva e potenzialmente unitaria. Questo Antifascismo, così come il suo opposto anticomunista, non ha più senso di esistere e nel caso specifico del «movimento dei forconi», è stato anche deleterio perché abusando della carta jolly «Fascismo», ha favorito la delegittimazione di una manifestazione che vede la partecipazione di fasce di lavoratori in sofferenza reale: dai trattoristi che ieri a Milano sono andati in corteo per cercare di raggiungere la sede del consiglio regionale in piazza Duca d’Aosta, alle auto di traverso poste nello snodo verso la Francia a Ventimiglia; dalla tangenziale ovest di Milano occupata anche da studenti, al corteo che si è snodato nel centro storico di Firenze animato dalla bandiera italiana e dai cori contro Alfano, Letta e il neosegretario del PD e sindaco Matteo Renzi.
    Un’ultima precisazione in merito al dossieraggio dei giornali e telegiornali: un conto è rilevare delle situazioni ambigue nel panorama più vasto di una mobilitazione nazionale, un altro conto è additare genericamente ed in modo acritico di «fascismo» il malessere reale di fondo… quest’atteggiamento che nasconde quantomeno malafede non fa altro che cercare di mettere gli uni contro gli altri i cittadini. Come è ormai tristemente evidente, gli intellettuali, che il sociologo francese Bourdieu definisce «il gruppo dominato della classe dominante», non fanno altro che tenere in vita la dicotomia destra/sinistra e l’anticomunismo/antifascismo con qualsiasi mezzo perché è l’unico strumento rimasto per contenere il malessere reale di chi è schiacciato da uno dei Paesi con la più alta pressione fiscale al mondo. Parlare di «logiche eversive» sottese a questa mobilitazione ha, infine, del paradossale. Tutto l’apparato mediatico embedded ha favoreggiato in diversa misura chi ha bombardato i Balcani, l’avventurismo in Libia, la barbara uccisione di Gheddafi, l’occupazione dell’Iraq e dell’Afghanistan, il silenzio sul terrorismo quedaista e salafita in Siria e l’appoggio acritico alle politiche dell’Eurozona che stanno facendo a pezzi lo Stato Sociale e le tutele della Prima Repubblica. Leggere oggi da questi fiancheggiatori di Sistema accuse di terrorismo e di attività sovversive rivolte ai lavoratori scesi in strada, è scandaloso e – letteralmente – grida vendetta.
    Mi auguro che questa mobilitazione nazionale, oltre ad ottenere le risposte che la pongono in essere riesca, evitando i tentativi divisione sociale, a riunire il popolo italiano nel suo complesso e a smascherare le false dicotomie che hanno avvelenato la storia delle lotte nel Novecento italiano. Riuscire in questa impresa vorrà dire riuscire finalmente a minare alle fondamenta questo Sistema malato per favorire, si spera, la costituzione di un nuovo modo comunitario di ripesare la socialità e di camminare in modo solidale verso un futuro caratterizzato da Sviluppo, Crescita e Lavoro.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

 

 
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