Il popolo in piazza, lotta di popolo | Politica | Rinascita.eu - Quotidiano di Sinistra Nazionale
Non informano, ma quando non possono fare a meno di dare una notizia scomoda, disinformano.
di: Lorenzo Moore
direttore@rinascita.net
Ormai è un classico di questo regime che si dichiara “liberale” e “democratico”.
Attuale occasione?
Le allarmate “note” stampa sulla manifestazione nazionale di protesta a oltranza decisa, con inizio questa domenica, da comitati, associazioni e sindacati di base di cittadini italiani di ogni categoria sociale - dai piccoli imprenditori agli autotrasportatori, dagli agricoltori ai lavoratori, dai precari ai disoccupati, dagli studenti ai pensionati – con presidii, cortei e manifestazioni in tutta Italia.
Gli appuntamenti – con il loro punto di forza nella Sicilia, con una mobilitazione di massa in nove città organizzata dal movimento dei “Forconi” e la quasi totale copertura del territorio nazionale (Torino, Asti, Vercelli, Lodi, Udine Pordenone, Imperia, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Lucca, Grosseto, Macerata, Pesaro, Roma, Teramo, Napoli, Cosenza, Reggio Calabria, Trapani, Palermo, Agrigento, Messina, Ragusa: in totale 96 presidi anche in altre città non capoluoghi di provincia) – di domenica-lunedì, sono stati spacciati dai disinformatori, che si “sono accorti” della protesta soltanto nella sua immediata vigilia come passibili di “gravi conseguenze”.
Grazie alle veline del ministero dell’Interno ai prefetti e al capo della polizia,che parlano esplicitamente di “necessità di contrasto”, di “infiltrazioni di estrema destra” e di possibile “partecipazione dei cobas e degli ultras”, i sagaci fotocopiatori hanno così diramato articoli allarmistici e criminalizzanti. Naturalmente si erano ben guardati dal dare annuncio della mobilitazione di base nei giorni precedenti: secondo gli ordini ricevuti non bisognava dare pubblicità alla cosa, per boicottarla.
Con commenti ipocriti, che sfiorano il ridicolo e comunque volti in extremis a criminalizzare una protesta corale (politicamente molto scorretta) che andrà avanti almeno fino a mercoledì 11 dicembre: la “partecipazione” delle tifoserie ultras… il rammarico che le manifestazioni non abbiano avuto l’adesione delle sigle sindacali di regime, quelle istituzionalizzate e omologate al, e dal, sistema… la preoccupazione di derive “rivoluzionarie” e così via.
Il regime si difende, anche, così.
Mette a tacere i giornali di informazione scomodi, censura tutte le proteste e le manifestazioni che rifiutano di essere pilotate da banche, partiti e sindacati del sistema, silenzia e manganella i lavoratori che protestano per essere stati votati alla miseria, e, quando non riesce a fermare il movimento, la rabbia popolare, sguinzaglia i suoi servi nei media per criminalizzare il popolo indignato.
Una tattica soffocatrice della libertà di espressione ben nota.
Ma una pentola a pressione posta su un fuoco che arde, se priva di valvole di sicurezza, di soluzioni, non può che scoppiare.
Con tanti saluti e baci al governo della miseria, cameriere della speculazione internazionale, affamatore del popolo italiano.
Articolo letto: 1 volte (07 Dicembre 2013)
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