Babygang di egiziani smantellata Milano, sei ragazzini vessavano un coetaneo per ottenere denaro
5 giorni di prognosi anche al padre della vittima, intervenuto per aiutare il figlio, ma picchiato selvaggiamente
Dopo due giorni dal maxi arresto di 25 persone dai 17 ai 36 anni, legate alla banda sudamericana degli “MS13”, ieri una nuova operazione volta a smantellare gang giovanili.
Il nuovo caso ha visto protagonisti 6 giovanissimi, tutti di origine egiziana.
Nella banda sono stati identificati tre minorenni e un diciannovenne. Per gli altri membri due sono in corso accertamenti.
I fatti risalgono allo scorso marzo quando, un 16enne, venne adocchiato dai giovanissimi malviventi mentre si trovava all’interno della stazione dellametro Romolo, insieme con un amico.
La lite scoppiò perché il 16enne venne accusato, dal branco, di aver imbrattato con un pennarello indelebile il sedile di un autobusdove la madre di uno di loro, sedendosi, si era macchiata i vestiti.
Il gruppo non ebbe difficoltà a bloccare il ragazzino passando dagli spintoni ai calci.
Quando, oltre alle botte, i giovani criminali pretesero anche 50 euro a titolo di risarcimento, la vittima era riuscita a fuggire, dileguandosi.
A maggio, però, una nuova aggressione, questa volta a bordo di un autobus in viale Cassala; anche qui la vittima era riuscita a fuggire rifugiandosi in un bar, il cui titolare avvertì i genitori del 16enne.
Neppure gli adulti, però, sono riusciti ad avere la meglio sulla gang, al punto che lo stesso padre della vittima è stato picchiato selvaggiamente dai sanguinari ragazzini, al punto che venne poi ricoverato con 5 giorni di prognosi.
Dopo l’apertura delle indagini, i giovani criminali sono stati arrestati con l’accusa di estorsione.
Due degli arrestati, inoltre, sono risultati già affidati in comunità per una rapina commessa in passato e dunque trasferiti al carcere minorile Beccaria.
L’amico della vittima, invece, presente durante la prima aggressione, è stato accusato di favoreggiamento, a causa della tenace reticenza mostrata agli Inquirenti.
Al momento, l’indagine ha evidenziato la particolare ferocia della banda, dovuta al sentimento di onnipotenza legato all’appartenenza al branco.