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    Predefinito Spese pazze in Regione: avviso di garanzia per il presidente del Consiglio regionale

    Friuli, spese pazze in Regione: indagato il presidente del Consiglio regionale - Il Fatto Quotidiano
    Friuli, spese pazze in Regione: indagato il presidente del Consiglio regionale


    Nell'inchiesta della procura di Trieste anche cinque consiglieri della giunta Serracchiani. L'accusa è di peculato. Hanno presentato rimborsi per viaggi all'estero, pernottamenti in prestigiosi hotel, cene e il pagamento della toelettatura del proprio cane

    di Gabriele Paglino | 5 settembre 2013Commenti (633)

    Più informazioni su: Consiglio Regionale, Debora Serracchiani, Friuli Venezia Giulia, PD, PDL, Peculato, Rimborsi, Trieste.


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    L’inchiesta sulle spese pazze effettuate (nel corso della precedente legislatura) dai consiglieri regionali del Friuli, aperta lo scorso febbraio dalla Procura della Repubblica di Trieste, non si ferma. Spuntano infatti nuovi clamorosi acquisti, per nulla attinenti all’attività politica, documentati da ricevute e scontrini. E la lista degli indagati continua ad allungarsi. Tra i nomi nuovi anche quelli di cinque consiglieri della nuova legislatura, targata Serracchiani. Richieste di rimborsi per pranzi, cene di Capodanno e San Valentino, viaggi e pernottamenti, e anche per la toelettatura del cane.
    Si tratta di Luca Ciriani e Roberto Novelli del Pdl, Elio De Anna, da poco passato dal Pdl al gruppo misto (aderirà alla rifondata Forza Italia), e dei democratici Daniele Gerolin ed Enzo Marsilio. Insieme a loro l’ex consigliere Bruno Zvech (Pd) e Massimo Blasoni (Pdl). Ma soprattutto l’attuale presidente del Consiglio, Franco Iacop (anche lui del Pd). L’ipotesi di reato a loro carico, formulata dal pm Federico Frezza, come per tutti gli altri politici friulani finiti nell’inchiesta, è sempre la stessa: peculato. Dovranno spiegare perché chiesero e ottennero rimborsi per viaggi in Francia, Spagna, Grecia, Austria e Slovenia, pernottamenti in camera doppia in prestigiosi hotel e cene (compresa quella del capodanno 2011 del Pd Gerolin). La scorsa settimana, con la stessa accusa, era stata iscritta sul registro degli indagati anche la capogruppo della Lega Nord, Mara Piccin.
    A finire nel mirino della Procura alcune consulenze, pagate ovviamente con i fondi del gruppo, affidate al suo fidanzato, un pilota di elicotteri. Si tratta solo di “banali errori” per i diretti interessati, che assicurano di poter spiegare tutto. Nel frattempo però, visto che nessuno dei consiglieri Pd della passata legislatura, finiti sotto inchiesta, era stato ricandidato (“la nostra comunità non deve subire le conseguenze del comportamento inqualificabile di un gruppo di consiglieri che non hanno saputo onorare la loro carica”, aveva deciso la candidata presidente Serracchiani), c’è da chiedersi se adesso la governatrice inviterà i due consiglieri democratici e il presidente Iacop a dare le dimissioni. Tra le nuove (appurate solo adesso) e stupefacenti spese ci sono poi quelle di chi, come l’attuale capogruppo Pdl, Alessandro Colautti, nel registro degli indagati c’era già finito già fin dall’avvio dell’inchiesta e nonostante tutto venne ricandidato. È stato lui infatti a chiedere il rimborso anche per la toelettatura del cane.

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    Predefinito Re: Spese pazze in Regione: avviso di garanzia per il presidente del Consiglio region

    Liguria - Spese pazze, prima stangata in Regione | Liguria | Genova | Il Secolo XIX

    Genova - Il concerto di Baglioni a Roma, i taxi fantasma, i giornali mai acquistati, i biglietti dei parcheggi, i manifesti (per un’associazione culturale) mai stampati, le notti in alberghi a cinque stelle e i viaggi per andare a trovare i parenti. E chi più ne ha più ne metta, l’importante è non pagare e farsi rimborsare le spese. Non è il manuale del perfetto scroccone, ma la lista parziale delle “spese pazze” dei consiglieri regionali che, dopo speso senza risparmiare e aver ottenuto rimborsi farlocchi, ora sono finiti nelle grinfie della corte dei Conti che ha iniziato a tirare le somme (finora 320 mila euro più gli interessi e le spese) e a chiedere i soldi indietro a quattro ex consiglieri di due gruppi (Udeur-Sinistra indipendente, Unione a sinistra e Sinistra europea), e novità nazionale, anche agli otto consiglieri che, come rappresentanti della commissione, avrebbero dovuto controllare, ma non lo hanno fatto, oppure hanno chiuso gli occhi.
    Il bello, anzi il brutto della vicenda è che siamo soltanto all’inizio; il pubblico ministero Claudio Mori (sempre sostenuto in ogni sua iniziativa dal procuratore regionale Ermete Bogetti) ha presentato il conto a due gruppi consiliari della Regione su diciassette finiti sotto inchiesta per il 2008 (il terzo anno del primo mandato della giunta Burlando). È ancora aperta l’indagine sugli altri anni in cui spiccano, per completare un quadro desolante, i rimborsi per l’abbigliamento intimo, i profumi e la parrucchiera per arrivare alle bottiglie di champagne e ai “gratta e vinci”.
    Nella prima puntata della prima tranche il conto è stato presentato a Roberta Gasco, nuora di Clemente Mastella (eletta con l’Udeur e poi passata nella legislatura successiva a Forza Italia), a Lorenzo Castè (entrato con Rifondazione e poi passato a Sinistra Indipendente), a Franco Bonello (Unione a Sinistra) e all’ex presidente del consiglio regionale Giacomo Mino Ronzitti: ai primi due è stato chiesto di risarcire (in proporzioni diverse) oltre 136 mila euro, e oltre 69 mila euro al duo Bonello-Ronzitti. Ma la stangata è arrivata anche agli otto rappresentanti delle due commissioni per più di 110 mila euro (più gli interessi) a Rosario Monteleone - già figura centrale dell’inchiesta penale coordinata dal pm Massimo Terrile - Francesco Bruzzone, Giacomo Conti, Franco Rocca, Giancarlo Manti, Ezio Chiesa, Matteo Marcenaro e Alessio Saso.
    © Riproduzione riservata
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    (Pablo Neruda - Attribuita)

 

 

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