User Tag List

Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    Forumista senior
    Data Registrazione
    25 Apr 2009
    Messaggi
    2,155
     Likes dati
    23
     Like avuti
    269
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Thumbs up 23 Settembre 43 e 85 - Morivano gli eroi di Napoli Giancarlo Siani e Salvo d'Acquisto




  2. #2
    Forumista senior
    Data Registrazione
    25 Apr 2009
    Messaggi
    2,155
     Likes dati
    23
     Like avuti
    269
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: 23 Settembre 43 e 85 - Morivano gli eroi di Napoli Giancarlo Siani e Salvo d'Acqu

    "Io, al volante della Méhari di Siani
    per far ripartire anche la speranza"


    "Io, al volante della Méhari di Siani per far ripartire anche la speranza" - Repubblica.it
    Oggi si rimette in moto la Citroën a bordo della quale il giornalista anti-camorra fu ucciso il 23 settembre 1985. Saviano racconta perché ha accettato di essere il primo a riaccenderla
    di ROBERTO SAVIANOLo leggo dopo
    Giancarlo Siani sulla sua Méhari Quando uccisero Giancarlo Siani, il 23 settembre 1985, avevo compiuto sei anni il giorno prima. Non ricordo nulla di quella morte, non conservo alcuna immagine, eppure dalla vicenda di Giancarlo Siani tutta la mia vita è stata segnata. Non per quello che si potrebbe credere, cioè cercare di imparare da un cronista coraggioso che viene ammazzato da ragazzo. La mia vita è stata segnata dal coraggio della famiglia, dalla resistenza e dalla dignità di chi gli era accanto. Da tutto quello che è venuto prima e dopo il suo omicidio. La dignità di un cronista che lavora, da abusivo, cioè da non assunto, come corrispondente da Torre Annunziata per il Mattino, e che arriva a occuparsi di camorra non perché si dedichi a inchieste sui clan, ma perché raccontando il suo territorio incontra il potere criminale. Un potere che 28 anni fa come ora pervade ogni cosa: politica, spesso magistratura, spesso forze dell'ordine, impresa. Una penetrazione capillare, totale. Giancarlo Siani viene ucciso il 23 settembre 1985 alle nove di sera sotto casa sua al Vomero, in piazza Leonardo. Stava rientrando a casa dalla sede del Mattino di via Chiatamone, dove da poco era stato trasferito. I proiettili lo raggiungono nella sua Citroën Méhari ed è lì che il suo corpo viene trovato, subito dopo l'assassinio. La notizia arriva al Mattino già alle 22.00 e i colleghi di Giancarlo si precipitano in piazza Leonardo perché sperano che la notizia sia falsa, che ci sia stato un errore. Nessun errore e nessun malinteso, Giancarlo Siani è lì, la testa sul volante della sua Méhari.

    LA FOTOGALLERIA


    Oggi la Méhari, quella Méhari, riparte. Quella "spiaggina" per la prima volta verrà di nuovo messa in moto e io siederò dove molte volte si è seduto lui. Toccherò il volante che Giancarlo Siani ha toccato. Per me è più che un onore. L'onore ha a che fare con la ragione, in questo caso, invece, non è solo la ragione che mi rende orgoglioso, ma il sentimento. Di questo voglio ringraziare Paolo Siani, il fratello di Giancarlo, che ha voluto che fossi io il primo a riaccendere la macchina.

    Quando fu ucciso, Giancarlo Siani, non fu immediatamente riconosciuto per quello che era e che ora sappiamo essere, ovvero un ragazzo di 26 anni caduto per la verità. Non andò così. Una moltitudine di cronisti, una moltitudine di persone che all'epoca aveva nomi e voci ma che ora è rimasta una codarda moltitudine senza volto, pensava fosse impossibile che la camorra potesse prendersela con un "ragazzino" e non con quei cronisti in prima linea e in prima pagina, con quelli che ogni giorno sul fronte di guerra raccontavano cosa accadeva nelle strade e nelle segrete stanze della camorra. In più una parte degli inquirenti trovava insopportabile il pensiero che un giovane giornalista, che da poco aveva avuto accesso alla sede centrale del Mattino, venisse considerato pericoloso, più pericoloso di loro. Si innescò un meccanismo assurdo per cui si provava addirittura invidia di quella morte. E come spesso accade, anche la società civile fece la sua parte: furono in molti, come dice Paolo Siani, a voler allontanare la camorra dalla morte di Giancarlo Siani per derubricarla come un inciampo, una sorta di ingenuità. "Ha sbagliato a dare una notizia", "Si è imbattuto in cose troppo più grandi di lui". Tra le congettura ce ne fu una che prese forma di inchiesta e che fu protata avanti per anni. La più assurda e dolorosa, la più diffamante, in cui hanno profuso le proprie energie diversi magistrati, su cui un giornalista locale ha creduto addirittura opportuno scrivere un libro. La tesi era questa: Giancarlo Siani, frequentando un bordello di via Palizzi, si sarebbe imbattuto in un magistrato o un politico e per questo l'avrebbero ucciso, per evitare che potesse creare problemi a quel potente. A parte l'idiozia sulla quale si era costruito un castello di carta, c'era anche un sottile - nemmeno tanto - intento diffamatorio nel descrivere Giancarlo Siani come un abituale frequentatore di case chiuse. Lo si accusava di essere finito in un giro ambiguo "di droga e puttane" che nulla c'entrava con la denuncia e con la ricerca della verità. Spesero tempo e soldi sulle tracce di due prostitute
    di Torre Annunziata, cercando di far ricordare loro se fossero state o meno con Giancarlo Siani. A raccontarlo ora tutto questo sembra assurdo, eppure non immaginate per quanti anni questa infamia, questo fango ha pesato sulla memoria di Giancarlo e sulla sua famiglia.


    La fidanzata di Siani si sottrae a ciò che in quegli anni viene detto e scritto su Giancarlo. Su di lui non si poteva dire che fosse un camorrista né un corrotto, era un ragazzo ucciso molto giovane, che veniva da una famiglia per bene. E allora l'unica arma che aveva chi voleva gettare discredito era insinuare nella sua giovane vita la presenza del vizio o una morte dovuta a ingenuità. Vizio e ingenuità mettevano al riparo chi era in vita dal sentirsi responsabile, dal dover cambiare la propria di vita, dal dover prendere posizione. Conoscere, dedicare del tempo per capire, armarsi di coraggio o come diciamo noi al Sud, "cacciare le palle". Parlare invece di vizi, droga, bordelli, prostitute o, nella migliore delle ipotesi, di ingenuità, è un modo per prendere distanza. È il modo che Napoli ha di mettere distanza tra sé e ciò che è scomodo affrontare. Napoli non è una città accogliente. Napoli non è una città buona. Ma una città feroce e cattiva. Crudele con i suoi figli. Non tutta, naturalmente, lo dimostra il fatto che Paolo Siani ha avuto in questi anni degli alleati: i suoi alleati sono stati gli studenti. Ecco c'è una parte del territorio napoletano che ha delle risorse incredibili, ed è spesso la parte più giovane, quella meno politicizzata, quella che ha ancora dei sogni, molti sogni, aspirazioni, ambizioni che nessuno è riuscito ancora a distruggere.

    Vorrei in queste righe, mentre l'idea di sedermi al volante della sua Méhari mi procura ansia ed emozione, ripensare ai dieci anni in cui il padre, la madre, il fratello, la fidanzata di Giancarlo hanno dovuto ascoltare tutte le idiozie che venivano diffuse anche dagli inquirenti. Ripensare a quegli anni che hanno preceduto l'arrivo del giudice Armando D'Alterio, prima che gli amici più stretti, i giornalisti più vicini, suggerissero la strada giusta, e
    cioè che Giancarlo fosse stato ucciso per un articolo e non per un vizio o un'ingenuità. A condannarlo a morte furono quelle 4.000 battute pubblicate sul Mattino il 10 giugno del 1985, in cui avanzava l'ipotesi che l'arresto di Valentino Gionta fosse il prezzo pagato dai Nuvoletta per evitare una guerra con il clan di Bardellino. A condannarlo a morte furono le ricerche che stava facendo sulla ricostruzione che seguì il terremoto, il grande business degli appalti che aveva rimpinguato le tasche di dirigenti politici, imprenditori e soprattutto camorristi.

    Frigidaire fu l'unico giornale nazionale a fare un'inchiesta su Giancarlo Siani, fece addirittura una pagina grafica dove c'era raffigurato il sindaco con la fascia tricolore con su scritto il mandante. Il giornale fu ritirato da tutte le edicole. Vale la pena ricordare che nessun quotidiano dopo l'omicidio di Siani pensò di approfondire le ragioni di quella morte, nessuno sul piano nazionale si occupò della vicenda. A nessuno sembrò una morte legata alla camorra. Sembrò a tutti una punizione su cui non valeva la pena di indagare.

    Riaccendere la Méhari, ripartire, è il più bel dono che Paolo Siani possa fare non solo alla città di Napoli, ma al paese intero. Riaccendere quella "spiaggina", quell'auto allegra, che permette al vento di venirti in faccia, che non mette barriere tra il dentro e il fuori, è un dono fatto a un paese che per dieci anni non si è comportato bene. Che per dieci anni ha dimenticato la vita di un ragazzo, che per dieci anni ne ha banalizzato la morte, che per dieci anni ne ha minimizzato il lavoro. La Méhari che riparte è il contrario del rancore, il contrario di un legittimo sentimento di vendetta che Paolo Siani potrebbe provare. La Méhari che riparte è la vittoria della possibilità di raccontare. Io non credo più da tempo nella possibilità di cambiamento di una città, di un territorio così incattivito anche in quelle che dovrebbero essere le sue parti sane, le sue parti migliori. Credo però negli individui, in quella singola ragazza, in quel singolo ragazzo, in quella persona che si sottrae, che non diventa crudele, che non si lascia mangiare dai giudizi facili. Che non arriva a invidiare persino la morte di una persona. Credo nel professionista che facendo bene il proprio lavoro sa che sta cambiando le cose in meglio. Riaccendere la Méhari mi sembra questo: permettere che il lavoro di un ragazzo, che il lavoro fatto bene di un ragazzo, fatto talmente bene da procurargli una condanna a morte, non si interrompa con la sua morte. Capire, ricercare, comprendere, raccontare, vivere, questo non è stato possibile fermarlo. E oggi riparte.

  3. #3
    Forumista senior
    Data Registrazione
    25 Apr 2009
    Messaggi
    2,155
     Likes dati
    23
     Like avuti
    269
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: 23 Settembre 43 e 85 - Morivano gli eroi di Napoli Giancarlo Siani e Salvo d'Acqu

    Napoli. Settant'anni anni fa il sacrificio di Salvo D'Acquisto, carabiniere eroe


    PER APPROFONDIRE: napoli, anniversario, salvo dacquisto, carabinere, eroe



    In occasione del 70° anniversario del sacrificio del Vice Brigadiere Medaglia d' Oro al Valor Militare «alla memoria» Salvo D' Acquisto, il Ministro della Difesa Mario Mauro, «ha voluto ricordare l'eroico sacrificio che D'Acquisto fece di se stesso.

    Giovane eroe custodito nella memoria collettiva del paese, ha sacrificato la sua vita in nome del prossimo e della giustizia e va ricordato alle generazioni che verranno», sottolinea una nota. Il Ministro Mauro «si stringe intorno alla grande famiglia all'Arma dei Carabinieri e rivolge un pensiero per tutti i Carabinieri che ogni giorno, con il sacrificio e la dedizione, rendono un servizio alla collettività che per questo ama l'Arma». Salvo D'Acquisto, Medaglia d’Oro di Valor Militare, immolò la propria vita a favore di altri civili durante la seconda guerra Mondiale.

    E quest'anno Napoli ricorda nella sua piazza simbolo, una Piazza del Plebiscito illuminata da fasci di luce, il sacrificio di D'Acquisto. A soli 23 anni il vicebrigadiere impedì l'uccisione di ventidue ostaggi dei tedeschi immolando la propria vita.

    Un grande palco, due maxi schermi e migliaia di napoletani per una serata, presentata da Pippo Baudo, nella quale renderanno onore a Salvo D'Acqui la storica banda dell'Arma, con la partecipazione di Lina Sastri e Vincenzo Salemme.

    Per l'evento l'Associazione Nazionale Carabinieri, che ha organizzato la commemorazione, ha radunato a Napoli tutte le sezioni Anc intitolate all'eroe. In mattinata, le celebrazioni sono iniziate con una Santa Messa officiata dall'arcivescovo ordinario militare emerito per l'Italia, monsignor Vincenzo Pelvi, nella Basilica di Santa Chiara, luogo di sepoltura del martire. È stata poi deposta una corona di fiori davanti al monumento a D'Acquisto da parte del comandante generale dell'Arma Leonardo Gallitelli.

    Napoli. Settant'anni anni fa il sacrificio di Salvo D'Acquisto, carabiniere eroe

  4. #4
    Moderatore
    Data Registrazione
    06 Aug 2010
    Messaggi
    16,917
     Likes dati
    2,908
     Like avuti
    3,342
    Mentioned
    8 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: 23 Settembre 43 e 85 - Morivano gli eroi di Napoli Giancarlo Siani e Salvo d'Acqu

    IL nostro sud, è pieno di persone che gli fanno onore.

 

 

Discussioni Simili

  1. Risposte: 26
    Ultimo Messaggio: 23-09-13, 21:34
  2. Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 27-09-12, 23:29
  3. Risposte: 18
    Ultimo Messaggio: 27-09-12, 21:21
  4. 23 Settembre '43 e '85: Venivano uccisi Salvo D'Aquisto e Giancarlo Siani
    Di Napoli Capitale nel forum Regno delle Due Sicilie
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 24-09-12, 12:26
  5. Commemorato Giancarlo Siani
    Di venetoimpenitente nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 23-09-09, 17:51

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito