Vorrei fare qualche considerazione personale su quanto coincide con l'area antagonista, SN incluso.
Oggi, lunedì 12 agosto 2013, mentre lavoravo, ho riflettuto a lungo. Gli obiettivi in un primo momento, a chi vive la politica dalla nostra parte, appaiono chiari e ben delineati. Ma cercando un approfondimento, guardando più lontano, scavando a fondo, io mi sono accorto che c'è qualcosa che non funziona. Anzi, molte cose che non funzionano. Non parlo di impianti dottrinali, punti programmatici o vaneggiamenti filosofici; in piccola parte sì, ma più che altro parlo di problematiche strutturali che, nel mio modestissimo parere, ritengo sia necessario superare, quantomeno arginare, prima di venire spazzati dal sistema.
La domanda, sorta con leggera spontaneità, è tanto semplice quanto impegnativa: che stiamo facendo? Che sta succedendo intorno a noi e noi cosa facciamo?
Le elezioni sono andate e hanno avuto l'esito che tutti ci aspettavamo: un flop clamoroso da parte dei movimenti antagonisti.
Ma cosa non va? Il nostro pensiero o il nostro avere a che fare con esso? Quello che diciamo o come lo diciamo?
In entrambi i casi io sono convinto che si tratti senza dubbio alcuno della seconda opzione e vi voglio elencare i perché, i sopracitati problemi di struttura:
1) Mancanza di persone-guida. La nostra scena è dominata da gente che fatichiamo a distinguere dall'anonimato.
2) Mancanza di carattere. Non riesco a pensare a qualcuno che abbia un minimo di eloquenza, immagine, capacità di far ascoltare e portare idee agli altri.
3) Mancanza di un linguaggio popolare e facilmente accessibile. Anzi, totale assenza. Solo asserzioni magniloquenti, facendo a gara per mostrarsi più nel giusto degli altri o più "dottore". Che non significa fare politica con slogan.
4) Passatismo radicale. Tranne alcuni casi, un irremovibile nostalgismo fatto di simbologie, stereotipie, ripetitività assordanti in nome di una "continuità" che riprende quasi schemi da primo novecento, in primis il dogma-culto della commemorazione.
5) Attenzioni al mondo giovanile SOTTOZERO. Non ho mai visto metodologie di "pedagogia politica" rivolte con modernità ai giovani e giovanissimi, ma ci si lamenta di una gioventù bruciata.
6) Arroccamenti ideologici. Completa incapacità da parte di TUTTA la scena di venirsi incontro. Vale a dire: se io penso XYZ-1 e tu XYZ-1.2 allora tu sei fuori.
7) Trinceramento elettorale. Chi "Palazzo Chigi o sei uno sfigato da chiacchiere" e l'onnipresente decalogo degli eretici dei "Ludi cartacei" magari senza presenze significative sul territorio, senza pensare che tutto ciò che è stato movimentista è, comunque, diventato forza politica impegnata, come se presentare una lista civica in un comune di 3000 persone valesse come fare il gioco del Sistema.
8) Fiuggimania e altre ipocrisie. Fa abbastanza sorridere chi vanta di "presenza pulita" e buona fede, di non "aver tradito" raccogliendo le briciole del 27 gennaio per rimettersi in carreggiata. Con questo io non punto il dito, ma non lo punti nessuno facendo l'ipocrita da quattro soldi, perché il MSI era destra, non ci si può accorgere solo con Fini che questo partito non poteva rappresentare la linea nazionalrivoluzionaria.
9) Eccesso di elitismo-mistica-parareligione. Concomitante con il punto 3. A volte al posto di leggere di politica in vari luoghi mi mi sembra di assistere alla recita di mantra induisti con tanto di sitar di sottofondo o a una conferenza di Testimoni di Geova/Avventisti. Se poi non si viene presi sul serio ci si faccia qualche interrogativo.
Vorrei sapere la vostra opinione.