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Discussione: Ancora UFO.

  1. #1151
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    Predefinito Re: Ancora UFO.

    «Tanti gli UFO avvistati, anche dai satelliti»
    Notizie| Spazio & Scienza| UFO & Alieni | Posted by Sabrina Pieragostini | 21 marzo 2021 | 19:07

    I video con strani velivoli dalle prestazioni strabilianti ripresi dai piloti della US Navy non sono gli unici in possesso del Pentagono. Anzi, ce ne sono molti di più, altrettanto inspiegabili. Ad aver “agganciato” quegli oggetti misteriosi, poi, non sono stati solo i radar o le sofisticate telecamere agli infrarossi di cui sono dotati i jet militari americani, ma anche i satelliti e altre strumentazioni che vigilano sul nostro pianeta. Affermazioni di un certo peso, soprattutto perché provengono da una figura di grande rilievo all’interno del mondo delle agenzie di sicurezza statunitensi, ovvero John Ratcliff, Direttore della National Intelligence durante l’Amministrazione Trump.


    JOHN RATCLIFF, EX DIRETTORE DELLA NATIONAL INTELLIGENCE

    Ora che quel posto lo ricopre Avril Haines, Ratcliff può permettersi di farsi intervistare da Fox Tv e di parlare liberamente persino di UAP- ovvero i fenomeni aerei non identificati, termine che da qualche anno ha preso il posto della troppo screditata sigla UFO senza però scalfirne la sostanza. Durante il notiziario di punta condotto da Maria Bartiromo, il 19 marzo 2021 l’ex DNI di Washington ha riconosciuto che il momento è cruciale per quanto riguarda la divulgazione o meglio la rivelazione (in inglese, disclosure) di questa realtà per decenni negata e ridicolizzata. Mancano ormai solo tre mesi, infatti, al momento in cui dovrà essere consegnata al Senato degli Stati Uniti una relazione non classificata contenente le informazioni raccolte sul fenomeno da parte di tutte le agenzie governative con qualsivoglia mezzo.


    IL COSIDDETTO “TIC-TAC “, L’UFO RIPRESO NEL 2004 DAI PILOTI DELLA US NAVY

    Alla conduttrice in studio, John Ratcliff ha spiegato che da circa due anni è attiva una task force (ufficialmente, però, è stata annunciata solo lo scorso agosto) al lavoro sotto l’egida di una legge di autorizzazione della Difesa nazionale, con lo specifico compito di raccogliere dati sugli UAP per scoprirne la provenienza, la natura, lo scopo. L’ex direttore ha anche detto di non essere stato in grado di ottenere il rapporto in formato non classificato- cosa che invece dovrà riuscire a fare la Haines entro il 25 giugno, data prevista per la consegna alle commissioni Intelligence e Forze Armate. Il giorno è stato determinato nel momento in cui l’allora Presidente Trump, alla fine del 2020, ha trasformato in legge un pacchetto di aiuti da 900 miliardi di dollari per gli effetti del coronavirus e un finanziamento da 1,4 trillioni di dollari per le agenzie governative.
    In questo decreto “monstrum” è stato inglobato anche l’Intelligence Authorization Act per l’anno fiscale 2021 di cui faceva parte quella inusuale richiesta rivolta al Segretario della Difesa e al Direttore della National Intelligence. In una sezione denominata “Advanced Aerial Threats” (“Minacce aeree avanzate”), i senatori scrivevano:«Il Comitato sostiene gli sforzi della UAPTF- la Task Force per i Fenomeni Aerei non Identificati- presso l’Ufficio dell’Intelligence della Marina per standardizzare la raccolta e la segnalazione dei fenomeni aerei non identificati, qualsiasi collegamento essi possano avere con i governi stranieri avversari e la minaccia che rappresentano per le risorse e le installazioni militari degli Stati Uniti.» Chiedevano informazioni non coperte da segreto, anche se la commissione autorizzava un allegato classificato, da consegnare entro sei mesi dall’approvazione dell’atto.


    IL VELIVOLO DALLE PRESTAZIONI INCREDIBILI RIPRESO NEL 2015

    Le aspettative su quel documento sono grandi e l’attesa è trepidante. Soprattutto ora, alla luce di quanto ha rivelato Ratcliff in tv. «Ci sono molti più avvistamenti di quelli che sono stati resi pubblici, alcuni di questi sono stati declassificati. Quando parliamo di avvistamenti, stiamo parlando di oggetti che sono stati visti dai piloti della Marina o dell’Aeronautica, oppure che sono stati ripresi da immagini satellitari. Oggetti che sinceramente compiono azioni che è dura spiegare.» Ad esempio, ha aggiunto, eseguono manovre difficili da replicare oppure viaggiano a velocità che superano la barriera del suono senza produrre il boom sonico. I funzionari governativi, ha poi detto l’ex direttore, cercano interpretazioni plausibili per questi UFO, ipotizzando fenomeni correlati alla meteorologia oppure supponendo tecnologie avanzate raggiunte da nazioni avversarie in anticipo rispetto agli Stati Uniti. «Ma ci sono casi per i quali non abbiamo spiegazioni accettabili per quello che abbiamo visto».
    Anche perché gli episodi, oltre a essere numerosi (molti di più di quelli che sono stati ammessi finora), sono avvenuti in ogni angolo del mondo e sono stati avvistati da “sensori multipli”. Quindi non soltanto dai satelliti, ma anche da altri tipi di strumentazioni elettroniche. Proprio come abbiamo spiegato Alberto Negri ed io nel libro “UFO-Parlano i piloti”, illustrando le obiezioni di un altro “pezzo da novanta” dell’Intelligence americana, Chris Mellon, secondo il quale esistono decine di installazioni, militari e civili, che devono aver registrato il passaggio di questi velivoli dalle prestazioni assurde. Dunque ci sono tanti, tantissimi dati ancora coperti da segreto riguardo gli UFO. Ma quando ne verrà messa al corrente l’opinione pubblica? Secondo Ratcliff, le informazioni relative a vari avvistamenti sono ancora in fase di raccolta e verranno rese pubbliche a tempo debito.


    AVVISTAMENTI, TESTIMONIANZE E RIVELAZIONI NEL LIBRO “UFO-PARLANO I PILOTI”

    Non è chiaro se saranno presentate proprio in quel rapporto atteso per la fine di giugno oppure se verranno rilasciate un po’ per volta, alla spicciolata, tramite giornalisti “amici”. Esattamente come è successo per la rivelazione dell’esistenza di un programma segreto del Pentagono e dei tre video clamorosi fatti arrivare al New York Times. In ogni caso, appare pressochè impossibile scartare le parole dell’ex DNI come affermazioni infondate o inventate: per il suo ruolo, John Radcliff ha sicuramente avuto accesso a report riservati e sa di cosa parla. Inoltre, non è primo- e probabilmente, nemmeno l’ultimo- tra gli alti papaveri delle Agenzie di Intelligence di Washington ad aver fatto ammissioni importanti sull’argomento. Un altro-lo ricorda il sito UAP Media UK- è stato l’ex direttore della CIA, John O’Brennan, chiacchierando con l’economista Tyler Cowen in un podcast nel dicembre 2020.


    UN ALTRO STRANO OGGETTO VOLANTE RIPRESO DAI PILOTI MILITARI AMERICANI

    Quando gli è stata chiesta la procedura di fronte a immagini come quelle rilasciate dal Pentagono (ovvero gli avvistamenti UFO dei piloti della Nimitz del 2004 e della Roosevelt nel 2015), O’Brennan ha risposto:«Si cerca di assicurarsi di avere quanti più dati possibile in termini di immagini e anche la raccolta di diversi tipi di sensori disponibili in quel momento. Penso che la cosa importante da fare per gli analisti sia affrontare questa sfida senza scartare a priori certe possibilità né credendo in anticipo che sia più probabile X, Y o Z. Devi davvero affrontarla con mente aperta e ottenere tutti i dati e tutta l’esperienza che si può». Anche perché- ha chiosato l’ex numero 1 della CIA- «credo che sia un po’ presuntuoso e arrogante per noi credere che non esista un’altra forma di vita da qualche parte nell’intero universo. Poi, stabilire che cosa possa essere dipende da un sacco di diversi punti di vista».

    http://www.extremamente.it/2021/03/2...dai-satelliti/
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  2. #1152
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    Predefinito Re: Ancora UFO.

    Purtroppo per il prof dalla fervida mente aperta non c'è più l'oggetto, non lo si può studiare, non penso ne vedremo altri simili a breve.
    Quindi un altro scienziato con la vita rovinata. Poi magari riabilitato nei secoli a venire.

  3. #1153
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    Predefinito Re: Ancora UFO.

    Online gli X-file della CIA
    Notizie| UFO & Alieni | Posted by Sabrina Pieragostini | 13 gennaio 2021 | 21:27

    Un veloce antipasto prima di un piatto ben più succulento. Potremmo definire così, con una metafora culinaria, la pubblicazione di una serie di documenti relativi agli UFO provenienti dagli archivi della CIA. Pagine redatte dagli agenti della Central Intelligence Agency e messe online dal sito The Black Vault, il più vasto database di documenti declassificati disponibile sul web: in attesa dei corposi file in possesso della Task Force sugli UAP e delle altre agenzie governative richiesti dal Senato degli Stati Uniti (se mai li leggeremo…), possiamo incominciare a dare un’occhiata a questi rapporti ufficiali.


    LA CIA HA RESO PUBBLICI I SUOI DOCUMENTI SUGLI UFO

    Un lavoro certosino, quello di John Greenwald Jr., creatore del sito: ha riempito circa 10 mila moduli del Freedom of Information Act per ottenere, nel corso degli ultimi 25 anni, più di due milioni di carte riservate. La sua costanza lo ha premiato anche stavolta. Ma di certo la CIA non gli ha reso il compito facile, anzi. La sua battaglia a colpi di FOIA è iniziata nel 1996 e solo dopo varie richieste e molti anni di attesa gli è stato consegnato uno scatolone contenente qualche centinaio di fogli che ha dovuto scansionare a uno a uno a mano. Nel frattempo, l’agenzia ha creato un CD-ROM contenente tutti i rapporti rilasciati al pubblico: Greenwald lo ha acquistato per essere sicuro di poter offrire ai suoi lettori la registrazione più completa possibile dei documenti disponibili. Ma non sono mancate le brutte sorprese.
    «La CIA ha reso incredibilmente difficile ottenere i dati in modo ragionevole, ricorrendo a un formato molto obsoleto e con un tipo di file in gran parte inutilizzabile. Un modo, a mio parere, per complicare la vita alle persone che vogliono leggere i documenti e usarli per qualsiasi scopo di ricerca», ha spiegato alla rivista online Vice.com. In ogni caso, il fondatore di The Black Vault è riuscito a trasformarli in pdf e a renderli disponibili per chiunque voglia scaricarli online. Ecco il link: https://www.theblackvault.com/docume...ia-collection/. Alcuni file sono anteriori agli Anni Ottanta ma secondo la CIA il CD contiene tutte le indagini svolte sull’argomento. Un’affermazione- sottolinea John Greenwald- che al momento è impossibile verificare: anzi, potrebbero esserci altri dossier nell’archivio dell’agenzia di Intelligence ancora da declassificare.


    IL CD-ROM DELLA CIA IN UNA FOTO DI JOHN GREENWALD

    Inoltre, come da prassi, molte pagine rilasciate sono talmente piene di omissis da essere praticamente indecifrabili: c’è l’intestazione, la data, qualche sigla e qualche frase di circostanza ma poi i dati sensibili (nomi, luoghi, fatti…) sono coperti da spesse strisce nere. Quando invece si riesce a leggere senza problemi, i contenuti sono di scarso interesse. Ad esempio, c’è un documento relativo alla latitanza di Radovan Karadzic (l’ex presidente serbo-bosniaco in seguito arrestato e condannato per crimini di guerra) che nulla ha a che fare con gli UFO, se non per una affermazione utilizzata dall’autore del testo per sottolineare l’insolita imperizia dimostrata dagli uomini del Pentagono: capaci di tutto- “si dice che riescano a comunicare costantemente con gli Extraterrestri”– ma non di catturare il super fuggitivo.


    UN ESEMPIO DI OMISSIS CHE RENDONO ILLEGGIBILI I DOCUMENTI RILASCIATI

    Poca sostanza anche in un documento che riferisce di una forte esplosione avvenuta nell’aprile 1991 in una cittadina della Russia, Sasovo, svegliata nel cuore della notte da un violento scoppio: l’onda d’urto mandò in frantumi le finestre di un intero isolato senza per fortuna provocare vittime. Tra le ipotesi ventilate nel rapporto, la deflagrazione di un ordigno bellico, una bomba piovuta dall’alto, un meteorite oppure un UFO, avvistato in cielo da alcuni testimoni. Tutto qui. Decisamente più interessante, invece (e quindi pieno di omissis), un documento del 1976 che Greenwald ha postato su Twitter. Protagonista, l’assistente del vice direttore di Scienza e Tecnologia dell’ Agenzia (il nome è oscurato) intenzionato a capire di più riguardo “qualcosa” relativo a un UFO che gli era stato consegnato a mano in ufficio. Dopo un sommario esame del suo contenuto, si disse disposto a studiarlo personalmente e a dare indicazioni in seguito su come procedere. Ma i suoi consigli a quanto pare sono tuttora classificati.


    IL TESTO POSTATO SU TWITTER DA GREENWALD

    In base alla sua esperienza, John Greenwald ha notato da parte delle istituzioni statunitensi una sempre minor disponibilità a collaborare quando vengono richiesti documenti su questo specifico argomento: progressivamente, dalla fine degli Anni Ottanta, la chiusura si è fatta più accentuata. Ma questo non lo ferma. «Lo dico chiaro e tondo: il pubblico ha diritto di sapere!», ha dichiarato a Vice.com. «Quando ho iniziato la mia ricerca 25 anni fa- all’epoca ne avevo 15- ero consapevole che c’era qualcosa da scoprire. Non per via delle bufale virali su Internet. Non in virtù delle riunioni dalla porta di servizio nelle quali qualcuno ti promette rivelazioni sconvolgenti. No, nulla di tutto ciò. Semplicemente grazie alle prove che ho ottenuto dalla CIA. E dalla NSA, dall’Aeronautica Militare, dalla DIA. Sento che sto raggiungendo quello che mi ero prefissato. Facile accesso a materiale importanti, in modo che la gente possa valutare con la propria testa quello che sta accadendo.»

    http://http://www.extremamente.it/20...ile-della-cia/
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  4. #1154
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    Predefinito Re: Ancora UFO.

    Tratto dal libro “UFO-Parlano i piloti”, di Alberto Negri e Sabrina Pieragostini – Musria editore
    Parla Luiz Elizondo

    Luis Elizondo è forse la figura centrale di questa fase di apertura e diffusione di informazioni prima precluse. Il pubblico ha iniziato a conoscerlo grazie a quell’articolo del “New York Times” che rivelava il progetto segreto del Dipartimento della Difesa americano guidato per un certo periodo proprio da lui. Elizondo alla stampa ha raccontato di aver lasciato l’incarico per divergenze sul modo in cui i suoi superiori intendevano trattare l’argomento. Dopo le dimissioni, ha aderito al progetto di Tom DeLonge ed è entrato nella dirigenza di To the Stars Academy in qualità di Director of Global Security & Special Programs. La presentazione della squadra di esperti e consulenti è avvenuta l’11 ottobre 2017 in una conferenza stampa a Seattle. Due mesi dopo, il mondo vedeva i filmati realizzati dai piloti della US Navy. Non è difficile ipotizzare che ad aver svolto il ruolo principale nel processo di divulgazione dei video sia stato Elizondo, l’uomo dell’Intelligence militare con svariati anni di esperienza – molta sul campo, anche in teatri di guerra mediorientali – che quando si è congedato ricopriva un incarico da generale a due stelle. Insomma, non un semplice agente, ma un altissimo dirigente.

    Anche Luis Elizondo, dopo il clamore sollevato dall’articolo del 16 dicembre 2017, ha rilasciato varie interviste a giornali e tv, ogni volta ribadendo il suo punto di vista di “servitore dello Stato”: il suo interesse per i Velivoli Aerei Anomali è legato alle potenziali minacce che possono costituire e che al momento non possiamo escludere, visto che ignoriamo tutto su di essi. «Non hanno mai mostrato ostilità, ma qualcosa di inspiegabile deve essere sempre considerato una potenziale minaccia fino a quando non siamo certi che non lo sia. In base alle nostre osservazioni, è mia opinione e di altri che questo fenomeno sia assolutamente reale. Il lato positivo è che sono convinto che siamo più vicini che mai a capire come operi», ha dichiarato in un’occasione. Senza però sbilanciarsi troppo sulla possibile provenienza di questi velivoli tanto particolari. Non ha mai detto – tanto per essere chiari – che sono astronavi aliene.

    Non l’ha fatto nemmeno quando è stato ospite a Roma di un convegno organizzato dal Centro Ufologico Nazionale il 27 ottobre 2018. Ma nel corso del suo intervento sono emersi alcuni elementi sicuramente degni di nota. A partire dalla premessa: «Sono un funzionario nel campo dell’Intelligence e membro delle forze armate. Ho trascorso una buona parte della mia carriera come agente speciale e investigatore e durante questo periodo ho compreso che i fatti sono più importanti delle opinioni. Per questo, ho sempre fatto del mio meglio per rimuovere le mie opinioni dai fatti e dai dati concreti. Desidero inoltre scusarmi con voi in anticipo se in certi casi le mie risposte vi appariranno evasive o eccessivamente generali: sono tuttora vincolato dal mio giuramento di protezione delle informazioni classificate». Quindi, le informazioni rilasciate finora al pubblico sono solo quelle che è stato autorizzato a rilasciare. Ha poi proseguito con un rapido excursus sulla storia dell’interesse del governo americano nei confronti degli UAP, dai foo fighter in poi, citando il caso Roswell («Chi di voi ha familiarità col mondo dell’Intelligence sa che una risposta militare è generalmente proporzionata all’importanza dell’incidente e la caduta di un pallone meteorologico normalmente non è tale da smuovere un colonnello, parecchi veicoli militari da trasporto e una forza armata»), la costante presenza di UFO sulle strutture nucleari con capacità di interferire con esse monitorata negli anni Cinquanta e Sessanta, l’Incidente di Rendlesham Forest («Gli eventi che si verificarono in quei tre giorni sono tali da far apparire il film” Incontri ravvicinati del terzo tipo” un’opera amatoriale. Ho avuto il privilegio personale di interrogare parecchie delle persone che furono coinvolte in quell’incidente»), gli incontri in bassa atmosfera terrestre («Negli anni Novanta le missioni dello Shuttle continuavano a riferire avvistamenti interessanti»), i documenti dell’ex Unione Sovietica («Cosa che ci consentì di renderci conto del fatto che quello che vedevamo noi dal nostro lato dell’oceano, lo vedevano anche loro in Russia» ), fino a arrivare agli anni Duemila e al suo personale coinvolgimento nel programma AATIP.

    Nel 2007 il mio governo ritenne necessario attivare un programma formale sugli UAP. Questo non vuol dire che non avessimo programmi di questo tipo prima! Ma non essendo stato io parte di questi programmi – sempre ammesso che siano esistiti – non sarebbe giusto che ne parlassi. Ricordate cosa ho detto all’inizio di questa discussione: io sono qui solo per fornirvi fatti. Nel 2007 viene attivato il programma e nel 2008 il nostro apparato di Intelligence viene incaricato di gestirlo. Tenete presente che le organizzazioni di intelligence sono usate per proteggere informazioni molto delicate. Nel 2010 il precedente direttore del programma lascia e io vengo assegnato come nuovo direttore. Ma in tutta onestà, devo dirvi che si tratta solo d’un cambio di nome. C’erano molte, davvero molte altre persone molto più in gamba di me concretamente responsabili per il successo di questa organizzazione. Venne anche stabilito che il programma avrebbe funzionato molto meglio operando alle dirette dipendenze del Segretario della Difesa. Verso l’ottobre dell’anno scorso, il direttore del programma (cioè io) decise di lasciare il Governo per via della frustrazione causatagli dalla burocrazia. Il mio ufficio non fu mai discreditato, ma era di fatto impossibile riuscire ad avere una conversazione con i livelli più alti della catena di comando: lo stigma era semplicemente troppo elevato. La domanda che sorge naturalmente a questo punto è: il programma esiste ancora? E io sono qui a dirvi che lo sforzo continua.»

    Elizondo ha poi spiegato per quale motivo il fenomeno UAP ha una grande rilevanza militare e lo ha fatto ribadendo le cinque caratteristiche più peculiari di questi assurdi velivoli. A partire dalle accelerazioni istantanee: «Se un aeroplano deve cambiare direzione o puntare verso il cielo, vi sono forze inerziali che vengono sperimentate dentro e fuori l’aereo. Per mettere le cose nella giusta prospettiva, l’essere umano può sopportare fino a circa 9 G per brevi periodi di tempo quando indossa una apposita tuta anti-G. Dalla prospettiva della scienza dei materiali, alcuni dei nostri aerei più manovrabili possono raggiungere circa 20 G prima che le ali comincino a staccarsi. Gli oggetti che osserviamo producono forze che vanno oltre i 200 G. Si può facilmente immaginare che ottenere questa capacità di accelerazione istantanea sarebbe estremamente importante per un Paese che volesse migliorare le proprie capacità di manovra.» Secondo, la velocità ipersonica: «In alcuni casi, questi oggetti sono stati osservati volare a 8000 miglia all’ora e oltre (più di 14mila km/h). Ci sono poche, ma proprio poche cose che l’umanità ha sviluppato in grado di volare così velocemente nell’atmosfera e sappiamo bene come sono fatte.»

    Terzo, la bassa osservabilità: «Come si può immaginare, questo tipo di tecnologia migliorerebbe la nostra capacità stealth». Quarto, la capacità di muoversi in diversi ambienti: «(…) Un aereo non ha l’aspetto di un razzo e un razzo non ha l’aspetto di un sottomarino e tutti si comportano in modo diverso fra loro. Eppure, quelle che osserviamo sono cose che possono operare tranquillamente nell’atmosfera, nel vuoto e sott’acqua senza cambiare le loro proprietà fisiche. E da un punto di vista militare, si può ben comprendere quanto tutto ciò sarebbe vantaggioso». Quinto, la portanza positiva: «È necessario comprendere la fisica e le forze che si applicano a un aereo affinché possa volare: spinta, portanza, resistenza e peso. E per ottenere la portanza, normalmente si ha bisogno di un qualche mezzo di propulsione. Per questo ci sono solo alcune scelte: elica, jet, razzo, sistemi più leggeri dell’aria e poche altre per le quali non voglio sprecare il vostro tempo. Ma il fatto è che per mantenere la portanza si ha bisogno di un movimento sostenuto in avanti. Eppure, quelli che osserviamo sono veicoli che possono funzionare come un aereo e come un elicottero e lo fanno in un modo che francamente non capiamo. Quindi, nuovamente ragionando da una prospettiva militare, se disponessimo di questa tecnologia, di queste capacità, godremmo di un vantaggio strategico. Ora, se una Nazione possedesse solo una di queste capacità, sarebbe un’assoluta rivoluzione nel modo in cui si implementano la sicurezza e la difesa nazionale. Invece qui abbiamo oggetti che dispongono di tutte e cinque le caratteristiche. Eppure, per il fatto che sulla coda non hanno una bandiera o un numero di matricola identificabile o, in questo caso particolare, non hanno nemmeno una coda, nessuno nel mio Paese voleva parlarne.»

    Significativo anche un passaggio, passato tuttavia quasi inosservato, che Elizondo ha fatto illustrando una diapositiva composta da varie immagini con ingrandimenti di frammenti metallici. Qualcosa, ha detto, mai mostrato in pubblico prima: «Queste sono reali fotografie di materiali in nostro possesso. Abbiamo ottenuto questo materiale da varie fonti. Di una parte di esso conosciamo la provenienza e siamo in possesso delle relative analisi, effettuate da organizzazioni molto rispettabili, fra cui strutture governative. Ora, alcune di queste cose potrebbero rivelarsi piuttosto noiosamente terrestri. Ma alcune di esse rimangono tuttavia estremamente bizzarre, insolite e potrebbero non essere di qui. E come facciamo a saperlo? Consentitemi una piccola lezione di scienza dei materiali, cominciando dal grande al piccolo. Quando ci si imbatte in materiale strano, a livello macroscopico si cerca d’identificarne le proprietà fisiche: dimensioni, forma, consistenza e peso. Poi si verifica la sua conduttività elettrica. E qualsiasi tipo di vetrificazione del materiale o di ablazione da calore. O qualunque altro elemento che possa raccontare qualcosa sull’ambiente fisico in cui si è formato. E se si trova qualcosa di interessante, si comincia a scendere a livello molecolare, osservando i legami chimici che uniscono o legano il materiale. Ci sono materiali che non si trovano normalmente insieme? Ci sono proprietà fisiche insolite associate a questi legami chimici? Per esempio, il modo in cui sono disposte le molecole. E se si trova qualcosa di interessante, si scende al livello nano o, in questo caso, al livello atomico. E cominciamo a controllare cose come i rapporti isotopici. Tutto, su questo pianeta, ha la sua traccia, la sua impronta, e quando ci si imbatte in un materiale che ha un rapporto isotopico insolito, bisogna prestare attenzione a ciò che ha creato le condizioni per quel rapporto isotopico. Quindi, se il materiale sotto analisi presenta alti livelli di iridio o rapporti isotopici che non sono naturalmente presenti su questo pianeta, bisogna grattarsi la testa e chiedersi perché. In alcuni casi, questi materiali sono materiali multistrato che non dovrebbero trovarsi insieme e sono precisamente ingegnerizzati in una certa prospettiva isotopica. Inoltre, alcuni di questi materiali non siamo ancora in grado di riprodurli tecnologicamente». Esattamente come aveva detto Hal Puthof, proprio quello che avrebbe visto Lee Speigel.

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  5. #1155
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    Predefinito Re: Ancora UFO.

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Purtroppo per il prof dalla fervida mente aperta non c'è più l'oggetto, non lo si può studiare, non penso ne vedremo altri simili a breve.
    Quindi un altro scienziato con la vita rovinata. Poi magari riabilitato nei secoli a venire.
    Sotto l'argomento UFO ci sono questioni di potere inimmaginabili , io propendo per l'origine parafisica di questi esseri, che hanno molto del demoniaco .
    A volte assumono pure nomi di angeli ribelli come la bionda aliena incontrata da meyer, che si presentò come semjase , il nome di un'angelo ribelle .

    https://en.wikipedia.org/wiki/Samyaza

    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  6. #1156
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    Predefinito Re: Ancora UFO.

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  7. #1157
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    Predefinito Re: Ancora UFO.



    Dal minuto 56'.
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  8. #1158
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    Predefinito Re: Ancora UFO.

    Alieni, Covid, Atlantide: è la “resurrezione” della verità?
    Scritto il 04/4/21 • nella Categoria: segnalazioni

    Ora non potranno più raccontarci la solita favoletta: l’ammissione della Us Navy ha la portata storica e definitiva di un cambio d’epoca, preceduta di pochissimo dall’annuncio – da parte di Donald Trump – della creazione di una Space Force, unità militare per la difesa aerospaziale. Roberto Pinotti è uno degli ufologi più prestigiosi che esistano: ha collaborato con autorità militari e, negli Usa, ha partecipato al grande progetto internazionale Seti, che ricerca le eventuali “intelligenze non terrestri”. Ha scritto libri tradotti in tutto il mondo, ha fondato e diretto il Cun (centro ufologico nazionale) che ha spesso cooperato con l’aeronautica militare italiana. Quando si parla di Ufo, Pinotti finisce spesso in televisione: nel 2019, ospite della Rai, ha sottolineato il carattere inequivocabile delle esternazioni della Us Navy sugli incontri (frequenti) con oggetti volanti non identificati. Affermazioni poi confermate ufficialmente dal Pentagono nel 2020, mentre il mondo era già intrappolato nel disastro globale chiamato Covid.
    Il teoria, si tratta solo un evento epidemico: la cui sovragestione ha però tutta l’aria di rappresentare un caso da manuale di manipolazione, su scala mondiale, per indirizzare l’umanità verso un orizzonte di obbedienza sociale, propiziato dalla paura. C’è chi parla di apocalisse, in senso letterale (rivelazione). Nel giorno della Pasqua cristiana si può parlare di “resurrezione”, quantomeno della verità? L’esperto finanziario Andrea Cecchi, co-autore del saggio “Operazione Corona” (Aurora Boreale), sintetizza: nel 2019 era indispensabile fermare l’economia mondiale, e in particolare la domanda di credito, perché il sistema bancario non era più in grado di far fronte alle richieste. Era “necessario” far crollare i consumi, magari attraverso uno shock senza precedenti: ad esempio, un’epidemia elevata frettolosamente al rango di pandemia, grazie agli opachi burocrati dell’Oms? Proprio la catastrofe planetaria avrebbe preparato la fase-due: emissione illimitata di denaro, da parte delle banche centrali, per arginare la crisi e intanto sistemare i traballanti Repo, le compensazioni interbancarie.
    Per questo, ora che il panico da Covid “non serve più”, comincerà la de-escalation. Ma senza svelare il trucco: si dirà che dall’emergenza si uscirà attraverso i vaccini (altro colossale business, ma collaterale). La verità la vanno scoprendo i medici: dal Covid si guarisce normalmente. Se si viene curati in modo tempestivo, a casa, la letalità dell’infezione si riduce letteralmente a zero. Le morti? Dovute proprio al ritardo: senza cure precoci, all’ospedale si arriva quando ormai è troppo tardi. Lo dicono i maggiori epidemiologi, ormai pubblicati su “Science” e altre riviste specialistiche: i lockdown non servono, il distanziamento è addirittura deleterio. Ostacolare la diffusione dei contagi non farebbe che ritardare la soluzione: il virus non chiederebbe che di adattarsi al corpo umano – passando da un soggetto all’altro – fino a diventare innocuo, come qualsiasi altro virus del raffreddore.
    I vaccini? Un po’ patetici, dato che “inseguono” un virus Rna che, per natura, muta velocemente: quelli disponibili oggi sono tarati (come gli antinfluenzali) sul virus in circolazione nel febbraio 2020, che è solo un lontano parente di quello presente attualmente. Si teme che i vaccini possano offrire un’immunità solo relativa, non si sa a quale prezzo: la loro innocuità sarà ufficialmente confermata solo a fine 2023. In ogni caso, offrirebbero una protezione solo temporanea: sei mesi, al massimo? La coda del drago è visibile oggi: si tenta di limitare ulteriormente la libertà, rendendo obbligatorio il ricorso a vaccini ancora sperimentali. Per cosa? Per un virus che produce per lo più soggetti asintomatici, e che – se invece evolve, manifestandosi come Covid – genera un “incendio” curabile da casa, usando farmaci semplicissimi e sicuri?
    Viene da domandarsi se esista un nesso (cronologico) tra le clamorose esternazioni sugli Ufo e la devastante Operazione Corona: qualcuno ha cercato di divulgare informazioni potenzialmente vitali, per l’umanità, proprio mentre qualcun altro ha cercato di sottomettere miliardi di persone attraverso il cosiddetto terrorismo sanitario? A fine 2020, proprio da uno dei paesi più coinvolti nell’affare Covid – Israele – si è levata la voce, sconcertante, di un personaggio autorevolissimo: il generale Haim Eshed, docente universitario, per trent’anni a capo della sicurezza aerospaziale israeliana. La bomba? Questa: da decenni, ha detto Eshed, collaboriamo con alieni “amici”, raggruppati in un’alleanza chiamata Federazione Galattica. Il massone Gianfranco Carpeoro, saggista e romanziere, già amico dell’astronauta Buzz Aldrin (Apollo 11, missione Luna), il 29 marzo 2021 ha fatto la seguente dichiarazione: gli alieni esistono, e la massoneria americana collabora con loro a partire dal 1946.
    Una dichiarazione esplosiva, peraltro in parte anticipata da Laura Einsehower, pronipote del presidente che si dice abbia avuto contatti (e stretto accordi strategici) con extraterrestri, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. E mentre il mondo sta ancora annaspando nella narrazione del Covid, ecco l’ultimo annuncio: John Ratcliffe, direttore dell’intelligence Usa sotto Trump, informa che dal 1° giugno sarà messa a disposizione del pubblico una quantità inimmaginabile di foto e video, scattate da aerei militari e satelliti, in mezzo a cieli affollati di dischi volanti. A quanto pare è la fine di una storia lunghissima, basata sull’ostinata volontà di negare l’evidenza. La politica del “cover up” ha un’origine precisa: 1953. In quell’anno, ricorda Roberto Pinotti, la Cia affidò al fisico Howard Percy Robertson la guida di una commissione composta da 16 membri, rimasta segretissima per cinque anni. «La Commissione Robertson – ricorda Pinotti, in una conferenza di qualche anno fa – doveva fornire al governo americano le linee guida su come gestire il tema Ufo».
    Ovvero: la verità sarebbe stata occultata con il “debunking”, screditando sistematicamente i testimoni degli avvistamenti. E in parallelo, aggiunge Pinotti, si trattava di avviare una attività di “training”, di preparazione, attraverso la stampa (che doveva cominciare a parlare del fenomeno) e attraverso la letteratura popolare: «E infatti proprio dal ‘53 la fantascienza, fino ad allora considerata deprecabile, venne nobilitata come genere letterario, ed esplose». Al resto, dice Pinotti, dovevano provvedere il cinema (”E.T.”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo”) e i film per la televisione, prodotti sempre da Hollywood. «Ed è quello che è successo: attraverso un programma segreto di intelligence del governo americano, denominato “Produzioni Orientate”, è stata creata una sequela infinita di film di fantascienza, tesi più che altro a preparare la gente ad accogliere le più varie prospettive che potessero esserci, su quel fronte. Evidente il calcolo: se il pubblico metabolizza quei concetti, sarà meno impreparato a ingoiare il rospo, il giorno che dovesse manifestarsi qualche sorpresa».
    Se il cinema fa notizia, la televisione ti entra direttamente in casa: «I vari “Ai confini della realtà”, “Star Trek” e “X Files” sono tutte produzioni pensate per preparare la gente a prospettive scomode che, se domani dovremo digerire, saremo tutti un po’ più pronti ad accogliere». Attenti: non è stato un atto di libertà creativa, ma una necessità studiata a tavolino dall’intelligence Usa, sostiene l’ufologo. E oggi? Grosso problema, diceva Pinotti, prima che gli Stati Uniti cambiassero politica e si decidessero finalmente a parlar chiaro. Fino a ieri, il timore era evidente: la “disclosure” sugli Ufo avrebbe fatto crollare, all’istante, la credibilità istituzionale dei governi (a maggior ragione, quelli delle superpotenze). Insisteva Pinotti: «Perderebbero la leadership mondiale, cinque minuti dopo l’annuncio: tutto il mondo guarderebbe ai nuovi venuti come potenziali risolutori di ogni problema, essendo infinitamente più avanzati di noi». Come giustificare, a quel punto, la leadership geopolitica degli Usa?
    Ora, evidentemente, qualcosa è cambiato. Fine della “congiura del silenzio”, dell’occultamento dei dati: sono stati un milione, nell’ultimo mezzo secolo, gli avvistamenti di astronavi. «La colpa non è nemmeno del governo americano, sia chiaro», precisa Pinotti. «I governi sono fatti da politici, che sono semplici marionette. Chi gestisce tutto sono militari, servizi segreti e alti funzionari, controllati da potentati che esistono da secoli: potentati economico-finanziari internazionali, che stanno al di sopra dei governi di tutto il mondo, e delle scelte democratiche di qualunque paese». La tentazione – di fronte all’impossibilità di continuare a negare l’evidenza – può esser stata quella di dipingere gli alieni come ostili: da qui la cinematografia degli ultimi anni (alieni invasori) e la giustificazione di un contingente militare anomalo come la Space Force, teoricamente abilitato a difendere la Terra da attacchi provenienti dallo spazio. Tutto cade, però, di fronte alle sbalorditive dichiarazioni di Eshed: «Ora posso dirlo: con gli alieni collaboriamo da decenni».
    In via di rottamazione, dunque, anche i debunker di professione: Pinotti definisce il Cicap, fondato da Piero Angela, «un setta scientista, espressione italiana di forze pagate in tutto il mondo per impedire che il pubblico si accostasse all’argomento». Intendiamoci: «Non è che gli alieni vanno e vengono: questa gente è qui, da sempre. La Terra è sostanzialmente di loro proprietà, la usano come scalo per i loro spostamenti. E i leader religiosi lo sanno da sempre». Lo stesso Pinotti cita un pontefice, Giovanni XXIII: nel 1961 – secondo il suo segretario Loris Capovilla, testimone diretto – il Papa avrebbe colloquiato con un alieno sbarcato da un disco volante atterrato nel parco di Castel Gandolfo. Undici anni prima, un altro Papa – Pio XII – disse di aver visto “il sole danzante”, dai giardini vaticani: episodio interpretato, religiosamente, come “miracolo del sole”. Qualcosa che, dice Pinotti, richiama direttamente l’evento di Fatima: «Una tipica apparizione ufologica: nel cielo era apparso un “carro celeste”».
    «Il fenomeno di Fatima ha creato effetti fisici incontrovertibili su 75.000 persone. Erano in attesa da 4 ore sotto pioggia battente, poi è arrivato il “sole che si mettere a ballare”, e in un minuto e mezzo erano tutti asciutti». Apparizioni mariane? Sono state almeno duemila, ma la Chiesa – annota Pinotti – ne riconosce appena 20. Nel solco dell’avvicinamento alla “disclosure”, risuonano in modo singolare le recenti affermazioni degli astrofisici gesuiti, José Gabriel Funes e Guy Consolmagno, entrambi direttori del potente osservatorio astronomico creato dalla Compagnia di Gesù sul Mount Graham, in Arizona, dedicato allo studio dell’esobiologia (vita extraterrestre). Perché si sono messi a fare dichiarazioni sui “fratelli dello spazio”, dichiarandosi addirittura «pronti a battezzarli», se lo volessero, il giorno che si manifestassero?
    L’esegeta biblico Mauro Biglino ne parla con precisione anche nel libro “La Bibbia Nuda“, appena uscito: la religione avrebbe sostanzialmente depistato l’umanità, “spiritualizzando” storiche presenze non terrestri, poi chiamate “divinità” (incluso Yahweh, uno dei tanti Elohim presenti nell’Antico Testamento, da cui poi i cristiani – ma non gli ebrei – fanno discendere lo stesso Gesù Cristo). Presenze non casuali: quelle entità aliene avrebbero letteralmente “fabbricato” l’homo sapiens, mediante clonazione. Ne parla anche l’antica tradizione eleusina, come conferma lo storico Nicola Bizzi: noi occidentali, in particolare, discenderemmo da un “prototipo” preistorico, l’Uomo di Cro Magnon, prodotto geneticamente 90.000 anni fa dai Titani, “divinità” discese da Pikken, quarto pianeta (simile alla Terra) del sistema che orbita attorno alla stella Tau-Ceti, a meno di 12 milioni di anni luce di distanza da noi.
    Ha dell’incredibile, dice Bizzi, che le recentissime scoperte astrofisiche successive agli anni ‘90 abbiano portato alla luce l’esistenza di oltre 8.000 pianeti, alcuni dei quali già perfettamente descritti nei testi della tradizione eleusina, attribuiti addirittura al 10.000 avanti Cristo. La comunità iniziatica legata ai Misteri Eleusini si considera discendente della civiltà di Atlantide, nata 20.000 anni fa in quello che doveva essere l’arcipelago nord-atlantico, guidato dall’isola maggiore (En’n) di cui parla anche Platone nel “Crizia” e nel “Timeo”, sulla scorta di dettagliate informazioni provenienti dall’Egitto, antica “colonia” atlantidea molto prima dell’epoca dei faraoni. In realtà – aggiunge Bizzi – la stessa civiltà atlantidea, stando sempre ai testi eleusini (non storici, purtroppo), discenderebbe da una civiltà ancora più antica, quella originariamente impiantata dai Titani, «divinità dalla pelle azzurra, come i personaggi del film “Avatar” e i Deva indiani», in quella che doveva essere “la prima Atlantide”.
    In altre parole: un vero e proprio continente, poi frammentato in isole solo dopo la “grande guerra cosmica tra divinità”. Un conflitto devastante, che avrebbe sconvolto la stessa geografia terrestre. «Oltre ai testi eleusini ne parla Esiodo, nella sua “Teogonia”, quando cita la Titanomachia. Senza contare gli antichi testi indiani, dal Mahabarata al Ramayana, e i “racconti delle origini” della mitologia nordica, che cita la grande guerra tra gli Asii e i Vani». Il punto? «Semplice: di Atlantide è ancora vietato parlare, in ambito archeologico ufficiale, anche se dai fondali stanno emergendo indizi di una civiltà inabissatasi». Nascondere, negare l’evidenza: una storia che ricorda quella degli Ufo, su cui la verità sta invece improvvisamente accelerando. Le cose sembrano collegate: a quanto pare erano di origine aliena, le primissime civiltà terrestri? Starebbe dunque per “risorgere”, la nostra possibile vera storia? E dagli abissi queste scoperte emergeranno prima ancora della “vera verità” sul Covid, spettacolare – e ultima – operazione di illusionismo planetario?

    http://https://www.libreidee.org/202...-della-verita/
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #1159
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