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    Predefinito Governo Letta: Strategia politica o strategia economica ?

    Archeo-finanza: Chi siamo ? Cosa facciamo ? Dove andiamo ?

    Chi siamo ? Cosa facciamo ? Dove andiamo ?



    La risposta alle tre domande del titolo può tranquillamente essere un bel : non ne abbiamo la più pallida idea .
    Detto questo ovviamente bisogna specificare a chi ci stiamo riferendo . La risposta è : il governo italiano e la sua attuale maggioranza .
    Sono ormai passati 2 mesi e mezzo dall'insediamento del governo e un primissimo bilancio della sua attività si può cominciare a trarre.
    Ovviamente esamineremo solo i provvedimenti strettamente economici cercando di capire se seguono innanzitutto una strategia precisa e se eventualmente sono anche utili per il rilancio del sistema economico , cosa quest'ultima assolutamente non scontata .
    Per chi volesse sapere una esatta cronologia degli atti governativi wikipedia sta ottimamente tracciando la cosa qui Governo Letta - Wikipedia

    -Il primo e forse più noto provvedimento risale al 17 maggio ed è la sospensione della prima rata dell'Imu .
    -Il 31 maggio viene invece approvato un decreto legge riguardante la proroga di bonus fiscali su interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico nel settore edile Bonus energetico al 65%. Per i mobili sconto fino a 5mila euro - Il Sole 24 ORE
    Come coprire il costo previsto di circa 200 milioni ? Attraverso l'aumento dell'Iva sui prodotti non editoriali venduti nelle edicole e sempre un aumento dell'Iva su bevande e alimenti venduti sui distributori automatici .
    -Il 5 giugno viene emanato un decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione.
    -Il 15 giugno il governo emana il cosidetto "decreto del fare ". Dal decreto fare aiuto da 350 milioni alla Tem - Il testo «navigabile» del provvedimento - Il dossier
    -Il 26 giugno è il turno del decreto a favore dell'occupazione giovanile e il rinvio dell'aumento dell'Iva Lavoro, sgravi per le neo assunzioni e fondo per gli over 50. Aumento Iva, rinvio di 3 mesi. Letta: il Parlamento valuterà lo slittamento a sei - Il Sole 24 ORE

    Bene , questi sono i provvedimenti presi dal governo per l'ambito strettamente economico , e non sono pochi tutto sommato . In due mesi abbiamo infatti 5 decreti legge su ambiti importanti della vita lavorativa del paese .
    Qual'è allora il problema ?
    Il problema , anzi i problemi sono tanti .
    Innanzitutto è del tutto evidente che non c'è una strategia generale .
    Cosa vuol dire avere una strategia ? Semplicemente che il governo non ha individuato quelli che sono i problemi primari del paese , cercato soluzioni teoriche e iniziato a porvi fattivamente rimedio .
    Forse è la mancanza di fondi , ma i provvedimenti sembrano mediamente essere presi da un lato per ragioni politiche dall'altro nel momento in cui mediaticamente salgono alla ribalta .
    Non a caso quelli che sono i veri blocchi della crescita italiana , ovvero la pressione fiscale eccessiva , l'inefficienza della pubblica amministrazione e della spesa pubblica in generale , la burocratizzazione asfissiante , il costo del lavoro abnorme , etc.. , non sono nemmeno nell'agenda del governo , o perlomeno così sembra .

    Ma veniamo al secondo problema dell'azione governativa : è molto sbilanciato sul settore immobiliare .
    Questo è comprensibile : uno dei due pilastri politici del governo , il centrodestra , ha basato la sua strategia elettorale sulla difesa della "casa" degli italiani .
    Strategia legittima per carità , ma perfettamente inutile ai fini del rilancio dell'economia .
    Al di la dell'Imu , come possiamo anche leggere qui Decreto del fare: le dieci novità principali - Panorama , nello stesso decreto del fare del 15 giugno , la parte riguardante l'edilizia è quella preponderante .
    Ne avevamo già parlato qui Archeo-finanza: Su Imu , crescita e rendite finanziarie. e riprendiamo il concetto che nel mentre non è minimamente mutato : " se un fatto i dati economici dell'andamento della produttività mettono in evidenza è che il settore delle costruzioni ha una dinamica di crescita della produttività molto bassa . Sicuramente inferiore rispetto a quello industriale-manifatturiero : l'andamento per le costruzioni nel periodo 1981-93 è stato di +1.3% contro un +2.4% del settore industriale , nel periodo 1993-03 rispettivamente -0.2% contro +2.6% . ( fonte Bce )".
    I dati quindi parlano chiaro : se anche togliere l'Imu è asupicabile per e dagli italiani , la sua utilità nel rilancio dell'economia è perlomeno dubbia .
    Ovviamente considerazione identica può essere fatta per le altre manovre riguardanti il settore edile come le agevolazioni per le ristrutturazioni , tanto di più se questi provvedimenti vengono finanziati tramite aumento di altre tasse.

    E qui veniamo al terzo problema dell'azione governativa : la domanda aggregata .
    Come abbiamo visto ampiamente nel passato Archeo-finanza: Su disuguaglianze e crescita. , ciò che conta per la crescita eventualmente e se siamo keynesiani ortodossi , non è il consumo , ma la domanda aggregata . E nella domanda aggregata c'è il consumo , ci sono gli investimenti , c'è il saldo del commercio con l'estero e c'è infine la spesa pubblica .
    Se io aumento le tasse ai cittadini per finanziare la spesa pubblica , anche per via indiretta come avviene con la tassazione dell'Iva , aumento la parte della domanda aggregata di competenza della spesa pubblica , ma contemporaneamente diminuisco la parte della domanda aggregata di competenza dei consumi o degli investimenti .
    Il saldo sarà ovviamente , bene che vada , perfettamente neutrale . Quindi inutile ai fini del rilancio della crescita economica .
    Questo concetto vale ovviamente anche per lo stesso rinvio dell'aumento dell'Iva. Rinvio che sarà finanziato con aumenti di tasse su sigarette elettroniche e acconti fiscali.
    A questo punto qualcuno potrebbe obiettare invece che proprio la soppressione dell'Imu favorirebbe i consumi , ma di nuovo , sarebbe una partita di giro visto che per ora è solo un rinvio in attesa della copertura . Copertura che non potrà essere "una tantum" perché deve andare a sopperire ad un flusso annuo come è l'Imu, e quindi deve essere un prelievo strutturale da qualche altra parte .

    Qui ovviamente è in atto il blocco alla crescita del deficit pubblico imposto dall'UE , e quindi di questo non possiamo imputarne la colpa al governo .
    Ma ancora : perchè eventualmente la spesa pubblica in deficit possa aiutare la crescita , il noto moltiplicatore keynesiano deve essere maggiore di 1 .
    E su questo sorgono problemi : sempre come visto in passato normalmente il moltiplicatore è attorno a 0.5Archeo-finanza: Sul moltiplicatore Keynesiano. quindi non proprio utile alla crescita , anzi . Oggi in deflazione e deleverage come ipotizza il FMI potrebbe essere maggiore di 1 , ma perché funzioni la spesa pubblica deve essere almeno un po efficiente .
    E' questo il caso della spesa italiana ?
    Personalmente non ne sono sicuro .
    Prendiamo velocemente un esempio a caso : la Tav .
    In questo articolo dell'anno scorso degli amici di Chicago-blog si esaminano i costi del progetto https://www.chicago-blog.it/2012/04/...on-convincono/
    Ricordiamo che una spesa pubblica efficiente è una spesa che comunque genera valore . Tecnicamente e tralasciando il rischio , il valore attuale netto dell'investimento dovrebbe essere quindi positivo . Secondo i calcoli di Chicago-blog la Tav già adesso con i costi senza sfondamenti e le ipotesi di traffico massime è a filo dello zero . Come finirà ? Temo di immaginarlo .
    Comunque , tornando a noi , al di là del deficit l'Italia ha un problema di efficienza della spesa pubblica . E su questo mi pare che fino ad ora ben poco sia stato fatto e peggio ben poco sia in programma .
    Non che i governi passati abbiano brillato su questo versante , anzi , ma almeno l'inserimento del problema in agenda non sarebbe cosa sbagliata .

    Avviamoci verso la fine .
    Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono però i tre decreti principali : quello sui debiti della pubblica amministrazione , quello del fare e quello sui giovani .
    Partendo dall'ultimo : la copertura di 1,5 miliardi arriva da fondi europei e fondi italiani . Qui teoricamente non abbiamo aumenti di tasse , e questo è bene . Il problema è che le risorse messe in campo sono limitate ( dei 1,5 miliardi solo la metà è per l'occupazione giovanile ) , estremamente burocratiche ( abbassare semplicemente il cuneo fiscale per le imprese è molto diverso e molto piu' efficiente che stabilire incentivi per chi assume da dare posteriormente ) e last but not least come fatto notare da molti , inutilmente distorsive del mercato del lavoro .
    Per il decreto del fare già abbiamo visto l'inutile sbilanciamento sul settore edile , ma anche il resto del decreto ci lascia perplessi .
    Andiamo infatti dall'impignorabilità della prima casa dal fisco alla rateizzazione ampliata sempre dei debiti col fisco . Provvedimenti che possono essere interessanti , ma difficilmente rappresentano una spinta anche minima alla crescita .
    Stesso discorso per il taglio della bolletta elettrica , il cui costo verrà traslato sulle società che operano nelle energie rinnovabili , le quali per forza di cose ( il loro vincolo di bilancio ) saranno costrette a tagliare di pari misura i loro costi . Immagino tra l'altro con minori occupati . Il che sia chiaro non è di per se stesso un male , anche per la crescita di lungo termine visto che le costringe ad essere più efficienti , ma il punto è che nel breve periodo simili provvedimenti non stimolano la domanda aggregata ( continuo ad usare questo concetto perché se sicuramente l'operare del governo non è nemmeno lontanamente liberista , immagino e ipotizzo che sia o vorrebbe essere almeno keynesiano ).
    Abbastanza "risibile" per le risorse messe in gioco il fondo da 50 milioni per i "grandi progetti per l'innovazione e la ricerca " .
    Più interessante i finanziamenti per prestiti a tasso agevolato per le imprese , anche se va capito meglio da un lato la fonte del finanziamento , dall'altro non ci convince assolutamente il solito metodo italiano dell'incentivo statale . Il rischio è sempre quello , ovvero che il costo opportunità per le aziende sia negativo a causa della burocratizzazione estrema italiana e della rigidità connessa al finanziamento pubblico.

    Rimane infine un solo punto , ovvero il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione .
    Pagamento che in realtà è figlio del governo precedente Il governo vara il decreto che sblocca il pagamento dei debiti della Pa alle imprese - Corriere.it dopo aver avuto il via libera dall'Ue grazie ai buoi risultati ottenuti nel contenimento del deficit Pagamenti Pa, tutto il decreto spiegato in dieci mosse - Panorama
    Il provvedimento è sicuramente positivo , ma qualche piccola considerazione anche qui può essere fatta . Innanzitutto i 40 miliardi sono spalmati in due anni e rappresentano una parte dei debiti totali che sono tra gli 80 e i 100 miliardi di euro . Abbiamo inoltre la solita burocratizzazione nel pagamento che di fatto rappresenta un costo occulto per le imprese per l'ottenimento di quanto in fondo legittimamente gli spetta .
    Sembra quasi che nel belpaese non si riesca a fare provvedimenti caratterizzati dalla semplicità e velocità .

    Riassumendo : come abbiamo visto , nei vari provvedimenti abbiamo nessuna variazione della domanda aggregata ; rimodulazioni a saldo fiscale invariato , quindi da un lato sgravi fiscali dall'altro aumenti ; abbiamo rinvii di aumenti di tasse ordinarie e sui patrimoni , abbiamo tante cose il cui impatto sulla crescita sarà sostanzialmente nullo .
    Ma una non c'è .
    Una cosa manca totalmente : i tagli alla spesa pubblica .
    E con i tagli alla spesa pubblica manca totalmente anche qualsiasi provvedimento per rendere più efficiente questa spesa .
    Sembra quasi che il capitolo spesa pubblica , in qualsiasi sua accezione , sia stato ibernato o meglio escluso dall'agenda di governo .
    Quindi ?
    Quindi , per tornare al titolo iniziale possiamo dire che il governo non sta applicando ne una politica economica liberista ( spesa pubblica ibernata ) ne una politica economica keynesiana ( domanda aggregata inalterata ) .
    Cosa sta facendo allora ?
    Visti i provvedimenti sul settore immobiliare e i rinvii di aumenti di tasse , direi che il faro più che una strategia economica , sia la pura strategia politica , ovvero i due partiti al governo cercano di ottimizzare il loro consenso elettorale visti i vincoli di bilancio e le risorse date .
    Nulla di nuovo . La politica economica funziona così.
    Il problema dov'è ?
    Beh , noi liberisti "selvaggi" siamo convinti che proprio la spesa pubblica eccessiva e il conseguente peso asfissiante dello stato siano la causa primaria della mancata crescita economica , ma al di la di tutto una cosa è matematicamente chiara : data una spesa pubblica uguale a X , dato un livello di entrate uguale ad Y , posto un vincolo di bilancio che obbliga X ad essere uguale ad Y , non si capisce in quale modo si possa attuare ne oggi ne mai una diminuzione fiscale senza taglio della spesa pubblica visto che una riduzione fiscale per forza di cose diminuisce Y e senza una diminuzione di X il saldo di bilancio andrà necessariamente in rosso.
    Ora , se tutti i partiti e tutte le istituzioni sono concordi nel ritenere il peso del fisco italiano eccessivo e la necessità di una sua riduzione , prima ancora di qualsiasi teoria economica , la matematica e la logica ci dicono che sic stantibus rebus una riduzione fiscale non solo non è possibile , ma mai sarà possibile . Sottolineiamo : sic stantibus rebus.

    Saremo razionalmente limitati , ma nel nostro piccolo continuiamo a consigliare : lasciate ogni speranza voi che entrate ( in Italia ).


  2. #2
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    Predefinito Re: Governo Letta: Strategia politica o strategia economica ?

    Citazione Originariamente Scritto da mitchell Visualizza Messaggio
    archeo-finanza: Chi siamo ? Cosa facciamo ? Dove andiamo ?

    chi siamo ? Cosa facciamo ? Dove andiamo ?

    ........

    3 fiorini!

 

 

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