Una sirena dal corpo completamente coperto. Elham Asghar per il suo Paese, l’Iran, rappresenta una vergogna. Il suo peccato? Quello di essere una campionessa di nuoto e di aver reso noto il suo talento compiendo delle traversate “leggendarie” in mare, coperta fino al capo dal suo burkini, un costume da lei realizzato in modo da non offendere la sua cultura. Un imbracatura che una volta fuori dall’acqua pesa ben sei chili ma che Elham indossa con orgoglio, fiera delle proprie origini.Nonostante ciò l’Iran non accetta le sue imprese. Lo scorso 11 giugno ha nuotato per 20 chilometri in mare aperto a largo di Noshar, nel Mar Caspio, un record che nessuno vuole riconoscerle perché seppur ricoperta da quella sorta di “hijab acquatico” qualcuno avrebbe potuto intravedere le sue forme femminili.“C’erano sei ufficiali di gara a certificare la mia impresa. Nessuno aveva avuto da eccepire. Solo dopo, la Federazione ha ritoccato il record a 18 chilometri e poi deciso di non registrarlo. Il motivo? Hanno detto che non importa quanto islamico fosse il mio costume: era comunque inaccettabile”Elham a questo punto non ci sta e si affida al web per il suo video denuncia in cui racconta la sua storia e mostra la sua “Muta” in acqua.”Nuotare non può essere un privilegio maschile”.Parole forti, rivoluzionarie per un paese in cui le donne possono utilizzare le piscine pubbliche solo in giorni ed orari particolari e andare in spiagge prettamente “femminili” dove comunque sono costrette ad essere completamente coperte, senza poter nuotare, tra l’altro, in mare aperto. Un limite inaccettabile per Elham che insegna nuoto alle ragazzine da quando aveva 17 anni.Le atlete come lei hanno poche possibilità di competere: le nuotatrici iraniane non possono partecipare a gare fuori del paese e l’unica competizione internazionale dove sono ammesse sono i Women Islamic Games che si tengono ogni quattro anni a Teheran.Una battaglia che ormai porta avanti da tempo e che nel 2010 l’è quasi costata la vita. Stava tentando di circumnavigare l’isola di Kish, nel Golfo Persico. Ma dopo appena 5 chilometri, e nonostante la presenza anche in quell’occasione dei giudici di gara, venne letteralmente investita dalla barca della polizia che cercò di fermarla. I suoi abiti finirono strappati e lei fu ferita a una gamba.Ora che è a metà dell’opera non può fermarsi e con la speranza che il nuovo governo del presidente Hassan Rouhani possa cambiare qualcosa, sta raccogliendo consensi e supporto intorno a sé. Tantissimi gli intellettuali che si stanno mobilitando per lei come il videoblogger Farvartish Rezvaniyeh che ha realizzato a sua volta un altro video in cui sulle note dell’Harlem Shake, nuota completamente vestito in piscina con un cappuccio da terrorista in testa.“I miei 20 chilometri sono ostaggio di persone che non potrebbero nuotare nemmeno per 20 metri – dice Elham nel filmato – Mi hanno detto di lasciar perdere, di pensare ad altro. Ma no. Questa volta io non rinuncio”.