Domande e risposte sull'evento musicale simbolo del 20° secolo
ANDREA SCANZI
Quando si svolse Woodstock?
Dal 15 al 18 agosto 1969 (in origine doveva terminare il 17), «tre giorni di pace e musica». Parteciparono più di 500 mila persone, ingresso libero. Sul palco si alternarono 32 musicisti e gruppi. In termini commerciali, per gli organizzatori il festival fu un fiasco colossale.
Perché quel raduno è diventato mitico?
Perché fu la concretizzazione finale di decenni di controcultura. Se il 1967 fu l’anno della «summer of love» e il ’68 quello della protesta, il ’69 fu semplicemente l’anno di Woodstock. L’evento riunì per una volta le due anime del movimento giovanile, quella hippy e quella del «Free Speech Movement» (che rinfacciava agli hippy di vivere tra le nuvole). Come hanno scritto Ernesto Assante e Gino Castaldo ne Il tempo di Woodstock (Laterza), il festival fu «come una foto di gruppo dell’energia esplosiva e liberatoria sperimentata da un’intera generazione».
È vero che Woodstock non fu fatto a Woodstock?
Verissimo. Il luogo scelto fu Bethel, 69 chilometri a Sud-Ovest di Woodstock. Inizialmente era stato affittato il Mills Industrial Park, nella contea di Orange, ma gli abitanti si opposero a quel raduno di «drogati e capelloni». Si optò quindi per gli acri di un allevatore, Max Yasgur, il cui terreno formava una conca degradante verso lo stagno Filippini.
Chi accettò e chi rifiutò?
I rifiuti più celebri furono quelli di Rolling Stones e Doors (più esattamente Jim Morrison, che non si fidava dell’acustica). John Lennon sarebbe andato, ma non poteva mettere piede in America. Per convincere le star, gli sconosciuti organizzatori - Michael Lang, John Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld - dovettero offrire cachet esagerati. I primi messi sotto contratto furono Jefferson Airplane, Who e Creedence Cleerwater Revival. Il più pagato? Jimi Hendrix.
Fu a Woodstock che Jimi Hendrix suonò l’inno americano?
Sì. Hendrix aveva chiesto di essere l'ultimo a suonare, gli altri sforarono e lui cominciò non a mezzanotte ma alle nove del mattino di lunedì. Molti se ne erano già andati (erano rimaste «solo» 80 mila persone). Fu la sua esibizione live più lunga in carriera, due ore di musica incendiaria. Alla fine, improvvisando lui stesso (la band non ne sapeva nulla), intonò l’inno americano con la chitarra elettrica. I suoni distorti rappresentavano le bombe del Vietnam. Fu un miracolo musicale in un contesto irreale. La foto indelebile di quei giorni. Nulla sarebbe più stato lo stesso, Woodstock fu apice e canto del cigno delle utopie di una generazione. Pochi mesi dopo, a soli 27 anni, Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison («le tre J») uscirono di scena.
Perché la gente faceva il bagno nel fango?
Perché piovve pressoché ininterrottamente, provocando una situazione sanitaria spaventosa. Il governatore dello Stato di New York dichiarò la zona «area disastrata». I ragazzi erano immersi nel fango, i servizi igienici fuori uso. Ogni tanto passavano dei trattori per «pulire» il terreno. Uno di questi investì un ragazzo, coperto dal suo sacco a pelo, uccidendolo. Si chiamava Raymond Mizak. Un altro, un marine diciottenne, morì per overdose di eroina.
Che ruolo ebbero le droghe?
Droghe come la marijuana e l’Lsd erano di uso normale. In particolare, l’Lsd (legale fino al ’66) offriva la sensazione di varcare la soglia percettiva. La droga aveva cioè una finalità «creativa». Nella canzone Ballad of a thin man, Bob Dylan sosteneva come le persone normali, rappresentate dall’anonimo «mister Jones», potevano solo osservare la realtà. Non certo capirla. L’Lsd era uno dei passepartout preferiti dagli artisti. I Doors si chiamarono così alludendo alle «porte della percezione» di Aldous Huxley. E Timothy Leary, nel ’68, aveva scritto l’emblematico La politica dell’ecstasy.
Musicalmente fu un bel festival?
Di solito questi raduni sono più simbolici che convincenti qualitativamente (il Live Aid fu un disastro). Non Woodstock. Indimenticabili Joan Baez, Santana, Janis Joplin, The Band, Crosby Stills Nash & Young e Joe Cocker (con la cover di With a Little Help from My Friends). Certo, non mancarono i problemi. Il traffico era intasato, nessuno si aspettava un’affluenza simile e i musicisti venivano portati dall’hotel al palco con elicotteri militari: di fatto l’esercito aiutò un festival che si radunava per manifestare contro la guerra. Alcuni artisti non si reggevano in piedi (Tim Hardin). Il primo a esibirsi, Richie Havens, salì sul palco alle 17,07 del 15 agosto. Fu costretto a farlo perché c’era solo lui. Andò avanti improvvisando, per dare tempo agli altri di raggiungere il festival.
Woodstock fu vera gloria? - LASTAMPA.it