ROMA - È la regola di Grillo: chi non è d’accordo va fuori. Così quando ieri mattina a Palazzo Madama e dintorni hanno letto l’intervista in cui il senatore Lorenzo Battista diceva, in buona sostanza, che «serve un patto con il Pd» qualche suo collega molto zelante ha pensato bene di diffonderla via e-mail a tutti gli eletti. Preceduta da poche righe e da un interrogativo: «Non pensate che sarebbe il caso di espellerlo, questo signore?».
TURBOLENZE
Formalmente nessuno ha ancora avanzato la proposta. Il clima però che si respira è questo. E nessuno prova più a nascondere le differenze di opinioni interne al gruppo. Alla Camera la consegna del silenzio-stampa si è rivelata come sempre accade in questi casi un boomerang. Al Senato è diverso, chi non sopporta la mordacchia parla più o meno liberamente. Si viene a sapere così che l’incontro in cui si doveva iniziare a parlare del successore di Vito Crimi, in scadenza il 15 giugno prossimo, è stato un mezzo fallimento. «È una procedura scarsamente rappresentativa - fa notare Laura Bignami, senatrice lombarda che ama stare nelle retrovie pur essendo a tutti gli effetti un fisico nucleare - sono state vietate le autocandidature. In molti non si faranno mai avanti per il ruolo di portavoce». La prima votazione è andata quasi deserta.
MALAFEDE
Si sa che le voci corrono. Così si è saputo che i dissidenti grillini si frequentano anche fuori da Montecitorio. Fanno gruppo a sé. Uno dei «luoghi del dissenso» sembrerebbe essere l’abitazione del deputato siciliano Tommaso Currò, tra i primi a criticare le scelte di Grillo. È qui che si sarebbe parlato per la prima volta di un avvicinamento con i giovani Pd che fanno capo a Pippo Civati. Incontri che evidentemente non sono piaciuti al giovane vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Tanto che ieri, subito dopo la lettura dei giornali, sul suo profilo Facebook Di Maio ha commentato: «Io non so dove Tommaso abbia passato gli ultimi due mesi (forse a parlare di strategie con la stampa...) ma queste dichiarazioni (chiaramente in malafede) mi fanno pensare che c’è proprio chi a questo gruppo non vuole bene».
«Pippo Civati? Non lo conosco, e non credo di averci mai parlato», giura Fabrizio Bocchino, anche lui in odore di dissenso. E allora? Allora il rapporto dissidenti M5S-pdmenoelle si fonda sulle reciproche insofferenze.
A SCUOLA TV DAL GURU
I parlamentari 5Stelle si preparano a frequentare corsi di formazione televisiva. A gruppi di 8 saliranno a Milano per un confronto con gli uomini della Casaleggio associati. I primi a salire - secondo l’Huffington Post - saranno domani i deputati Fico, Di Battista, Nuti, Castelli e Di Maio, accompagnati dai senatori Crimi, Morra e Taverna. Intanto a Parma, prima e unica città amministrata dai 5 Stelle le questioni si complicano.
PRIME CREPE A PARMA
Dopo il vertice della maggioranza guidata dal sindaco Federico Pizzarotti, il presidente della Commissione cultura Mauro Nuzzo ha annunciato le sue dimissioni. Ufficialmente si è parlato di normale avvicendamento. Cose che fanno i grillini, insomma. Senonché, a quanto pare, l’uscita di scena di Nuzzo sarebbe il risultato di uno scontro con l’assessore alla Cultura Laura Ferraris. Casus belli: la decisione di cancellare dal cartellone 2013 il festival della poesia. Non faceva rima con il bilancio.http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIAN...e/285640.shtml