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L’età dell’oro del gas: tutti pazzi per il fracking
Daniela Patrucco
L’estrazione del gas dai giacimenti di carbone sta rivoluzionando il mercato dell’energia. Nei paesi anglosassoni il fracking infiamma l’economia, gli agricoltori e gli ambientalisti.
Attraverso il pompaggio di acqua, sabbia e sostanze chimiche, si frattura la roccia che si trova in profondità portando in superficie la miscela di gas e acqua salina. Con la tecnica del fracking questo gas “non convenzionale”, un tempo troppo difficile da estrarre, è oggi economicamente molto vantaggioso.
Vantaggioso per chi?
In Australia la produzione di gas è aumentata di 22 volte dal 2010 e si prevede che entro il 2020 gli aussie sorpasseranno il Qatar, attualmente leader dell’esportazione mondiale di gas. Il boom ha sinora interessato in particolare il Queensland e la città di Roma dove il tasso di disoccupazione è al 2%, meno della metà del tasso australiano medio. L’estrazione di gas in Australia non è cosa di oggi ma si è sempre praticata nell’entroterra, lontano dalla maggior parte degli Australiani e dai terreni agricoli.
Lock The Gate è il movimento di protesta che si è diffuso nel New South Wales, lo stato più popoloso dell’Australia che comprende Sydney e Canberra (la capitale), dove la pratica del fracking è attualmente meno avanzata. Gli agricoltori, che a malapena condividono la ricchezza di questo boom, sono invitati a “chiudere i cancelli” delle loro proprietà. Già perché se loro sono proprietari della superficie, ciò che c’è sotto è dello Stato. Le aziende che hanno le licenze di esplorazione, pur obbligate a negoziare accordi di compensazione con i proprietari terrieri, non hanno bisogno di chiedere alcun permesso per trivellare.
Chi paga?
Un recente rapporto della Queensland Water Commission, un ente pubblico australiano, ha rivelato che i livelli dell’acqua di 528 falde acquifere diminuiranno a causa dell’estrazione di quella utilizzata per il fracking. A chi si preoccupa per l’inquinamento delle falde, l’acqua utilizzata deve infatti essere depurata con processi di osmosi inversa, Mr Knox, presidente dell'Australian Petroleum Production, ha garantito che si tratta dell'"acqua potabile più pura della terra".
L’IEA, International Energy Agency, ha stimato che in assenza di interventi da parte dei governi, entro il 2035 l’estrazione di gas non convenzionale si triplicherà, determinando un arresto nello sviluppo delle energie rinnovabili. In Gran Bretagna i conservatori vedono nella pratica del fracking la soluzione alla crisi energetica del paese e vorrebbero avviare le perforazioni. Il ministro democratico dell’energia, attualmente orientato allo sviluppo dell’energia eolica, ha avviato un’indagine per verificare l’entità dei giacimenti del Regno Unito. Secondo gli ambientalisti inglesi il gioco non vale la candela: la pratica del fracking può causare pericolo per le popolazioni a causa dell’inquinamento dell’acqua e dei terremoti che potrebbe provocare.
Fracking: gli scienziati allertano sui rischi sismici
- Articolo Washington, 27 marzo 2013
- Da una ricerca della US Geological Survey, University of Oklahoma e Columbia University
Fracking: gli scienziati allertano sui rischi sismici- Un gruppo di scienziati riconduce il terremoto di magnitudo 5.7 che colpì l’Oklahoma nel 2011 alla tecnica di estrazione di gas naturale e petrolio detta fracking
(Rinnovabili.it) – Non cessa il dibattito sugli eventuali rischi ambientali della tecnica di estrazione di petrolio e gas naturale detta fracking. Ad allarmare geologi e ambientalisti è soprattutto il pericolo di causare veri e propri eventi sismici. Ma quella che fino a ieri era considerata solo un’eventualità, oggi potrebbe diventare una certezza. Un gruppo di ricercatori della University of Oklahoma, Columbia University e US Geological Surveyha condotto uno studio che dimostra, per la prima volta in modo scientifico, il legame tra terremoti di rilevante entità e il fracking, ossia la tecnica con cui si iniettano fluidi ad alta pressione per provocare fratture nelle rocce e agevolare la fuoriuscita di petrolio e gas. Nello specifico, tale pratica estrattiva avrebbe provocato, secondo i ricercatori, il sisma di magnitudo 5.7 che colpì l’Oklahoma nel 2011 e che fu seguito da numerose scosse di assestamento. Secondo lo studio, vicino la città di Prague furono pompati fluidi in pozzi petroliferi abbandonati per ben 18 anni prima del terremoto e nel 2006 si registrò un’eccessiva crescita della pressione nel sottosuolo. Un rischio generale di eventi sismici è stato accertato già nel 2012 dalla National Academy of Sciences e uno studio effettuato da alcuni scienziati presso il Geological Survey degli Stati Uniti ha evidenziato che dal 1972 al 2008 sono stati segnalati dai due ai sei eventi sismici ogni anno, spesso troppo poco intensi per essere avvertiti; nel 2009 sono invece stati registrati più di 50 terremoti e il numero è più che raddoppiato nel 2010. Ciò ha indotto molti studiosi a chiedersi se questa insolita sismicità fosse legata all’aumento nella zona delle attività di estrazione con la tecnica del fracking. “Il rischio che l’uomo possa provocare terremoti di grandi dimensioni anche attraverso una piccola iniezione di fluidi – spiega Abers Geoffrey, coautore dello studio – è probabilmente molto più alto di quanto si era creduto in precedenza”. Se state iniziando a pensare che questi fluidi sparati ad alta pressione possano provocare forti scosse anche in Italia, paese ad elevatissima sismicità, non temete: in Europa, almeno per ora, il fracking è vietato dalla legge.
Poi questo articolo molto interessante
L'agronomista: Fracking: che cos'è e quali sono i rischi della "nuova età dell'oro del gas naturale"