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  1. #1
    Ex Donald ed ex Max50
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    Predefinito Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    Dante e Verga? Basta. Mi son de Trieste - Corriere della Sera

    Dopo questo articolo , dove l'intellettuale Magris corre in soccorso del potere centralista , si può supporre che dal prossimo autunno avrà porte spalancate alla RAI , dove lo chiameranno sempre , dato il suo valore dimostrato nella causa della patria unita.
    Però , e c'è sempre un però.
    Per i pochi che non lo sapessero , Magris è di Trieste.
    Se c'è una città in italia che ci ha rimesso di suo , dai traffici internazionali all'assistenzialismo , dalla vivacità culturale (vedi Yoyce ecc.) appunto alla "mula de Parenzo" , da centro di attrazione di Popoli a luogo di emigrazione , da città , in sintesi , ai livelli massimi a luogo di provincia , popolato da vecchi e in piena decadenza , bene , quella città è proprio la Trieste di Magris , con il suo passare dall'impero Asburgico all'italia.
    Tanti ci hanno rimesso , con l'uificazione , si pensi a Napoli o Venezia , ma nessuno ci ha rimesso come Trieste.
    Magris , in questo suo articola non fa altro che sviolinare verso i centralisti e i cultori della lingua nazionale unificante , e lo fa con toni irrisori.
    Così appunto , non cita Yoyce , cita Giacinto Gallina , autore minore , guardandosi bene dal citare Goldoni o Ruzzante.
    L'ennesima edizione dell'intellettuale suonatore del piffero , per citare Vittorini , che rinnega la sua origine e il suo background , irridendo un contesto , e qui torno a Trieste , che all'inizio del secolo e fino al 1918 , fu una delle aree di maggiore brillantezza economica , sociale ma soprattuto culturale del mondo di allora.
    E che dopo la fine della prima guerra mondiale non ha conosciuto che disgrazie , decadenza e declino.
    Ma forse Magris , pensandoci bene , non è un rappresentante di quella famosa Trieste Mitteleuropea , ma della Trieste italiozica , città di vecchi e assistita , di oggi.
    E allora , in quest'ottica , tutto è più chiaro e ogni cosa ha un senso...:sofico:

  2. #2
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    A prescindere dal discorso di Magris, esiste o no questo problema culturale settentrionale? Perché io sento qualche persone che urla alla secessione, che urla alla nazionalizzazione della padania, al federalismo integralista ma nelle realtà ne vedo molto poche che vorrebbero una tal cosa e che vivono la propria nordicità in maniera così netta.

  3. #3
    Bacchettona del forum
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    Citazione Originariamente Scritto da Donald Visualizza Messaggio
    Dante e Verga? Basta. Mi son de Trieste - Corriere della Sera

    Dopo questo articolo , dove l'intellettuale Magris corre in soccorso del potere centralista , si può supporre che dal prossimo autunno avrà porte spalancate alla RAI , dove lo chiameranno sempre , dato il suo valore dimostrato nella causa della patria unita.
    Però , e c'è sempre un però.
    Per i pochi che non lo sapessero , Magris è di Trieste.
    Se c'è una città in italia che ci ha rimesso di suo , dai traffici internazionali all'assistenzialismo , dalla vivacità culturale (vedi Yoyce ecc.) appunto alla "mula de Parenzo" , da centro di attrazione di Popoli a luogo di emigrazione , da città , in sintesi , ai livelli massimi a luogo di provincia , popolato da vecchi e in piena decadenza , bene , quella città è proprio la Trieste di Magris , con il suo passare dall'impero Asburgico all'italia.
    Tanti ci hanno rimesso , con l'uificazione , si pensi a Napoli o Venezia , ma nessuno ci ha rimesso come Trieste.
    Magris , in questo suo articola non fa altro che sviolinare verso i centralisti e i cultori della lingua nazionale unificante , e lo fa con toni irrisori.
    Così appunto , non cita Yoyce , cita Giacinto Gallina , autore minore , guardandosi bene dal citare Goldoni o Ruzzante.
    L'ennesima edizione dell'intellettuale suonatore del piffero , per citare Vittorini , che rinnega la sua origine e il suo background , irridendo un contesto , e qui torno a Trieste , che all'inizio del secolo e fino al 1918 , fu una delle aree di maggiore brillantezza economica , sociale ma soprattuto culturale del mondo di allora.
    E che dopo la fine della prima guerra mondiale non ha conosciuto che disgrazie , decadenza e declino.
    Ma forse Magris , pensandoci bene , non è un rappresentante di quella famosa Trieste Mitteleuropea , ma della Trieste italiozica , città di vecchi e assistita , di oggi.
    E allora , in quest'ottica , tutto è più chiaro e ogni cosa ha un senso...:sofico:
    Che c'entri Goldoni con Trieste lo sai solo tu... Joyce ha vissuto a Trieste, ma di certo non era triestino.
    L'articolo di Magris è ineccepibile. La cultura a compartimenti stagni non ha motivo di esistere.

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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  4. #4
    a.k.a. tolomeo
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    quello di Magris e' il tipico leccaculismo intellos.
    .

    A fool and his money can throw one hell of a party.

  5. #5
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    Citazione Originariamente Scritto da tolomeo Visualizza Messaggio
    quello di Magris e' il tipico leccaculismo intellos.
    Puoi spiegarti meglio?

  6. #6
    Ex Donald ed ex Max50
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    Citazione Originariamente Scritto da Malandrina Visualizza Messaggio
    Che c'entri Goldoni con Trieste lo sai solo tu... Joyce ha vissuto a Trieste, ma di certo non era triestino.
    L'articolo di Magris è ineccepibile. La cultura a compartimenti stagni non ha motivo di esistere.
    Bravo , che c'entra Goldoni con Trieste ?
    Ma è Magris , nel sottotitolo , che cita Giacinto Gallina , autore "minore" (ma anche qui , su quel "minore" , ci sarebbe da discutere , nell'ottica della costante umiliazione culturale esercitata dal potere contro il Veneto in 150 anni , per cui un Giacinto Gallina è un minore , ma un qualsiasi autore Napoletano (giustamente) assume la dignità di rappresentante della Cultura locale (non so se hai colto la contraddizione , ma non pretendo tanto).
    E allora , che c'entra Gallina con Trieste ?.
    Detto questo , forse ti è sfuggito il concetto che volevo esprimere.
    E cioè ,cerco di sintetizzare al massimo , si cerca , e questo articolo di Magris ne è un esempio , di imporre la lingua nazionale come superiore in assoluto , non , nota bene , sulla base della necessità di una lingua comune in un contesto dove ci sono diversi idiomi , il che sarebbe logico , ma ...
    Ma perchè quella lingua sarebbe un qualcosa di superiore come simbolo di una struttura superiore (lo stato nazionale sorto nel 1861) , che in quanto tale rende inferiori non solo le lingue locali , ma anche le strutture che esprimevano quelle lingue locali (gli stati preunitari , nei testi di regime citati sempre con il dispregiativo di "staterelli").
    Ora , quegli staterelli , in un insieme dove si dice che l'italia possiede il 50 - 60% delle opere culturali (artistiche e architettoniche) mondiali , hanno creato un buon 90% di quelle ricchezze artistiche.
    L'unificazione , che ha preso come modelli il centralismo francese dell'epoca (senza avere il senso dello stato e la disciplina del lavorare per la comunità dei vicini) , ha distrutto le preesistenti entità ,e con esse buona parte delle condizioni che avevano prodotto quella grande produzione non solo artistica , ma anche scientifica (si pensi , tanto per dire a Galileo) , senza creare un qualcosa che fosse superiore alla somma di quelle entità.
    In parole povere , con l'unificazione , 2+2 non solo non ha fatto 4 , ma ha fatto meno 20.
    Perciò , guardando alla triste realtà della Trieste di oggi e degli ultimi decenni , città in piena decadenza , neanche paragonabile allo splendido esempio che era prima del 1918 , simbolo della Mitteleuropa , assieme a Vienna e Budapest (e Mitteleuropa era una condizione , nota bene , soprattutto di valora culturale , pensa a Freud , Musil ecc.), fa un certo non so che vedere uno come Magris , che si dice sia un intellettuale , deridere "il localismo" (averne localismi così) , umiliandolo a canzoni da osteria (la mula de Parenzo) , dove invece la Trieste di oggi non è nulla rispetto a quella di 100 anni fa.
    Ma questo lo sanno tutti , difatti il famoso irredentismo triestino fu una questione di pochi.
    In realtà , loro , i Triestini , in massa combatterono contro l'italia inquadrati nell'esercito Austro Ungarico di cui la città faceva parte.
    E dopo , la città fu ostaggio dello stato di cui entrò a far parte in condizione di marginalità non solo geografica , ma in tutti i sensi (i testi e le antologie di regime dedicano a Svevo un ruolo assolutamente marginale , ai limiti della diversità).
    Per cui , a Magris , ripeto , gli faccio i migliori auguri ,ma non sono necessari , perchè andrà in tutte le porteaporte delle televisioni di regime comunque .

  7. #7
    Bacchettona del forum
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    Citazione Originariamente Scritto da Donald Visualizza Messaggio
    Bravo , che c'entra Goldoni con Trieste ?
    Ma è Magris , nel sottotitolo , che cita Giacinto Gallina , autore "minore" (ma anche qui , su quel "minore" , ci sarebbe da discutere , nell'ottica della costante umiliazione culturale esercitata dal potere contro il Veneto in 150 anni , per cui un Giacinto Gallina è un minore , ma un qualsiasi autore Napoletano (giustamente) assume la dignità di rappresentante della Cultura locale (non so se hai colto la contraddizione , ma non pretendo tanto).
    E allora , che c'entra Gallina con Trieste ?.
    Detto questo , forse ti è sfuggito il concetto che volevo esprimere.
    E cioè ,cerco di sintetizzare al massimo , si cerca , e questo articolo di Magris ne è un esempio , di imporre la lingua nazionale come superiore in assoluto , non , nota bene , sulla base della necessità di una lingua comune in un contesto dove ci sono diversi idiomi , il che sarebbe logico , ma ...
    Ma perchè quella lingua sarebbe un qualcosa di superiore come simbolo di una struttura superiore (lo stato nazionale sorto nel 1861) , che in quanto tale rende inferiori non solo le lingue locali , ma anche le strutture che esprimevano quelle lingue locali (gli stati preunitari , nei testi di regime citati sempre con il dispregiativo di "staterelli").
    Ora , quegli staterelli , in un insieme dove si dice che l'italia possiede il 50 - 60% delle opere culturali (artistiche e architettoniche) mondiali , hanno creato un buon 90% di quelle ricchezze artistiche.
    L'unificazione , che ha preso come modelli il centralismo francese dell'epoca (senza avere il senso dello stato e la disciplina del lavorare per la comunità dei vicini) , ha distrutto le preesistenti entità ,e con esse buona parte delle condizioni che avevano prodotto quella grande produzione non solo artistica , ma anche scientifica (si pensi , tanto per dire a Galileo) , senza creare un qualcosa che fosse superiore alla somma di quelle entità.
    In parole povere , con l'unificazione , 2+2 non solo non ha fatto 4 , ma ha fatto meno 20.
    Perciò , guardando alla triste realtà della Trieste di oggi e degli ultimi decenni , città in piena decadenza , neanche paragonabile allo splendido esempio che era prima del 1918 , simbolo della Mitteleuropa , assieme a Vienna e Budapest (e Mitteleuropa era una condizione , nota bene , soprattutto di valora culturale , pensa a Freud , Musil ecc.), fa un certo non so che vedere uno come Magris , che si dice sia un intellettuale , deridere "il localismo" (averne localismi così) , umiliandolo a canzoni da osteria (la mula de Parenzo) , dove invece la Trieste di oggi non è nulla rispetto a quella di 100 anni fa.
    Ma questo lo sanno tutti , difatti il famoso irredentismo triestino fu una questione di pochi.
    In realtà , loro , i Triestini , in massa combatterono contro l'italia inquadrati nell'esercito Austro Ungarico di cui la città faceva parte.
    E dopo , la città fu ostaggio dello stato di cui entrò a far parte in condizione di marginalità non solo geografica , ma in tutti i sensi (i testi e le antologie di regime dedicano a Svevo un ruolo assolutamente marginale , ai limiti della diversità).
    Per cui , a Magris , ripeto , gli faccio i migliori auguri ,ma non sono necessari , perchè andrà in tutte le porteaporte delle televisioni di regime comunque .
    Può essere che la Trieste di oggi non sia nulla rispetto a quella di 100 anni fa, ma del resto ci sono stati pure gli Irredentisti, che hanno fatto fuoco e fiamme per staccarsi dall'Impero Austroungarico e annettersi all'Italia.

    Io ho vissuto a Trieste per quasi dieci anni: città splendida, che ho nel cuore, ma che non è italiana e nemmeno più austriaca: è solo Trieste.

    Tornando a Magris, è ovvio che il suo articolo è una provocazione e mi fa strano che tu l'abbia preso sul serio. Non credo poi abbia bisogno di pubblicare un articolo sul Corriere per aumentare la sua popolarità.

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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  8. #8
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    trieste è una città assistita, intimamente meridionalizzata, niente a che vedere con lo spirito friulano e del nord in genere
    parassitismo statale

  9. #9
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    Citazione Originariamente Scritto da Malandrina Visualizza Messaggio
    Può essere che la Trieste di oggi non sia nulla rispetto a quella di 100 anni fa, ma del resto ci sono stati pure gli Irredentisti, che hanno fatto fuoco e fiamme per staccarsi dall'Impero Austroungarico e annettersi all'Italia.

    Io ho vissuto a Trieste per quasi dieci anni: città splendida, che ho nel cuore, ma che non è italiana e nemmeno più austriaca: è solo Trieste.

    Tornando a Magris, è ovvio che il suo articolo è una provocazione e mi fa strano che tu l'abbia preso sul serio. Non credo poi abbia bisogno di pubblicare un articolo sul Corriere per aumentare la sua popolarità.
    Gli irredentisti : Oberdan , poi ?
    Certo , Slataper , poi ?
    Nota bene , non sono un nostalgico del Regno Austro - Ungarico , per quanto , da come mi raccontavano mio padre e mia madre , che per quanto allora bambini , però avevano sentito le parole dei loro padri , era uno Stato di corretteza e rispetto verso il Popolo , concetti questi , se capisci , totalmente estranei ad esempio nello stato attuale.
    E , si noti bene , si riferivano ad una occupazione , quella del 1917 - 18 , brevissima e in tempo di guerra .
    Cioè , per alcuni mesi , e in periodo di guerra , avevano avuto la possibilità di vedere come si era amministrati da un altro stato.
    Figurati in tempo di pace !!

  10. #10
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    Predefinito Rif: Dialetti e lingua : Magris sul Corriere.

    donald ma sei slavo?

 

 
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