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    Predefinito Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Cesare Lombroso l'inventore dell'Antropologia criminale



    Cesare Lombroso nasce a Verona il 6 novembre 1835 da un'agiata famiglia ebraica. Sofferente di angina pectoris, morirà il 19 ottobre 1909 nella sua casa torinese.

    Nel 1852 si iscrive alla facoltà di medicina dell'Università di Pavia, dove si laurea nel 1858.
    La fama di Lombroso è legata soprattutto alla teoria dell'uomo delinquente nato o atavico, individuo che reca nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall'uomo normale e socialmente inserito.

    Nel 1866 Lombroso è nominato professore straordinario dell'Università di Pavia.Nel 1871 Lombroso ottiene la direzione del manicomio di Pesaro dove vivrà una felice esperienza professionale, in quel periodo elabora una proposta che sottopone alle autorità ministeriali: la creazione di manicomi criminali destinati agli alienati che delinquono e agli alienati pericolosi. L'anno dopo rientra a Pavia e inizia gli studi che lo porteranno alla elaborazione della "teoria dell'uomo delinquente".

    Nel 1897 pubblica la quinta edizione dell'Uomo delinquente, in quattro volumi, di cui uno contenente un singolare "ATLANTE". (qui in parte riportato e che possediamo in originale)
    L'analisi dei caratteri somatici criminali nelle immagini di questo atlante si fa sempre più dettagliata e l'Autore propone le caratteristiche proprie dei tipi criminali, differenziati in base alle anomalie proprie della classe a cui appartengono. Si delinea quindi il profilo criminologico del pazzo morale e del pazzo epilettico, accomunando nella stessa classe degli epilettoidi i pazzi morali, i delinquenti epilettici e i delinquenti nati; segue l'analitica descrizione dei mattoidi, ovvero individui alienati che passano per geni, ma che in realtà sono persone comuni affette da un'ideazione patologica che li porta a dedicarsi ad attività estranee alle loro capacità.
    Essi si improvvisano politici seduttori, ammalianti predicatori, venditori di fumo, e via di seguito e sono animati da una esagerata laboriosità oltre a sfoggiare un narcisistico culto della propria personalità.



    Conscio che la teoria atavica del delinquente è stata messa in discussione dagli studi dei suoi stessi allievi e seguaci, fra i quali Enrico Ferri, Lombroso, pur restando fedele alla primitiva impostazione della teoria antropologica dell'uomo delinquente, introduce nuovi elementi nello studio del fenomeno criminale.
    Nella Funzione sociale del delitto, pubblicato nel 1897, infatti, la prospettiva si amplia e Lombroso tenta un'analisi sociale del delitto a vasto raggio, proponendo un'interpretazione della società e del delitto, riferito non più soltanto al criminale atavico, ma a settori della vita pubblica e politica, dove nuovi reati "nuovi rami di truffa o di intrigo politico, o di peculato" crescono "quanto più la civiltà si va avanzando".

    Lombroso osa sfidare il senso comune proponendo una visione della realtà del delitto che investe anche uomini di governo, parlamentari, che agiscono attraverso la menzogna, la truffa, il segno del vizio, dell'amoralità, della delinquenza (spesso legalizzata con leggi e norme fatte da loro stessi).
    Oggi nessuno potrebbe sostenere la validità scientifica delle teorie lombrosiane, ma è doveroso mettere in evidenza lo sforzo e la novità del lavoro di Lombroso che, partendo dal dato bio-antropologico, ha aperto la strada ad un approccio multifattoriale che comprende anche gli aspetti sociali, su cui lavoreranno i suoi allievi Ferri e Garofalo.
    Con Lombroso l'Italia ha cominciato a interrogarsi su aspetti fino ad allora trascurati, e lo studio del delitto è stato affrontato per la prima volta come fenomeno umano e sociale.

    Con le teorie di Lombroso, all'insegna del consenso o del dissenso, si confrontano un po' tutti gli studiosi che si occupano di criminologia ma per alcuni di questi il rapporto con Lombroso è particolarmente forte tanto che si usa parlare di scuola positiva.

    Il museo creato da Lombroso, negli spazi messi a disposizione dall'Università, intanto, aveva assunto dignità scientifica e, nella nuova versione, fu inaugurato nel 1898, in occasione del Primo Congresso Nazionale di Medicina legale.

    Il ministero di Grazia e Giustizia l'anno dopo emanò una circolare con la quale dispose che le cancellerie penali consegnassero al museo di Torino armi o altri strumenti con i quali erano stati commessi delitti. La disposizione sarà riconfermata in data 21 giugno 1909 con la precisazione che fosse fatta un'equa ripartizione dei corpi di reato tra il museo di Torino e il museo di Roma, già istituito nel 1904 dal medico legale Salvatore Ottolenghi, ex allievo di Lombroso, nell'ambito della prima scuola di Polizia scientifica, situata nell'edificio delle Carceri Nuove, in via Giulia.

    Sorsero poi, altri musei criminali, di Polizia scientifica e di antropologia criminale annessi, quasi sempre, ai gabinetti scientifici delle università e delle questure. Lo scopo principale era quello di esporre reperti anatomici e oggetti provenienti dalle carceri, manufatti di detenuti, testimonianze del mondo criminale, foto di "tipi" ripresi ai fini della classificazione e dell'identificazione di criminali, foto di tatuaggi, scritti vari per gli esami grafologici e quant'altro.

    La fisionomia del museo lombrosiano poi cambia assumendo sempre più quella di un museo di medicina legale. Superato il periodo della guerra, nel 1948 il museo subisce un nuovo trasferimento nei locali appositamente costruiti per l'Istituto di Medicina Legale in corso Galileo, destinato all'Istituto di Antropologia Criminale.

    Mentre quasi tutti i suoi reperti sono oggi raccolti nel Museo di antropologia criminale di Torino, nell'ultima edizione della sua opera sull'Uomo Delinquente Lombroso aveva allegato - come abbiamo già detto - un ATLANTE fotografico e corredato di singolari tabelline, frutto di accurate catalogazioni delle varie tipologie nelle varie nazioni, e in particolare quella Italiana, suddivise in Regioni e anche in Province.



    ---------------------------------------------------------------------

    Su "La nascita dei Musei Criminali e di Polizia Scientifica"
    e la loro storia, vedi

    "Gli sviluppi degli studi lombrosiani e gli ultimi studi"
    La nascita dei Musei Criminali e di Polizia Scientifica - Mucri - Museo Criminologico

    e vedi anche

    "Criminologia e fisiognomica: da Lombroso al "profiler"
    http://www.filodiritto.com/diritto/f...rosopavone.htm

    " PSICOPATOLOGIA E CRIMINALITA'. L'ITINERARIO ITALIANO"
    © POL.it 2000 QUADERNI ITALIANI DI PSICHIATRIA - FULL TEXT PAPER

    _____________________

  2. #2
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Che ci entrano gli stronzi con la scienza?

    Ultima modifica di largodipalazzo; 12-04-13 alle 15:35

  3. #3
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Riflettici, se esistono fenomeni da baraccone e politici prezzolati come Odifreddi e Margherita Hack che si presentano come "scienziati"; uno scienziato autentico come Lombroso può avere attinenza con la scienza!

    --------------------------------------------------------------------------------------------------------

    ICOM Italia risponde al Comitato No Lombroso

    Lo studioso Cesare Lombroso, fondatore dell'Antropologia criminale, elabora le sue teorie nell’ambito della scienza positivistica che orientava gli studi “verso la quantificazione statica, la sperimentazione e l’evoluzionismo: fissate dallo studio della materia e del vivente, queste dimensioni epistemologiche avrebbero dovuto caratterizzare anche l’approccio scientifico all’uomo” (Miche Nani, Lombroso e le razze, in “Cesare Lombroso e le razze”, Torino 2009).

    I metodi utilizzati nello studio dei crani, e dei resti umani in genere, si iscrivono nella storia degli studi anatomici e delle ricerche mediche: in ogni tempo e in ogni paese il fatto di trattare i corpi umani come oggetto della scienza ha urtato sentimenti religiosi e non, ma ogni progresso della conoscenza è stata una conquista.

    La conservazione dei resti umani sotto forma di scheletri e di tessuti mummificati solleva in ogni caso problemi di ordine etico, che peraltro non sono stati posti, fino a non molti anni fa, nell’ambito dei musei, dove prevalgono i principi di legittimità scientifica e di tutela del patrimonio.

    La raccolta di reperti osteologici realizzata da Lombroso, da quando è divenuta di proprietà dell’Università di Torino, appartiene, a tutti gli effetti, a un museo pubblico che come tale è tenuto a seguire il Codice dei Beni Culturali (DLgs 22 gennaio 2004), che agli artt. 10 e 20 così recita:
    Sono beni culturali le cose immobili e mobili... che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico. (art. 20 comma 1)

    I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione. (art.20 comma 1) In particolare, le collezioni anatomiche quando entrano in un museo acquisiscono uno status nuovo e diverso rispetto a quello originale di cadaveri umani: sono beni tutelati e la loro dispersione sarebbe la negazione di ogni etica museale.

    Per rispondere dunque al quesito posto dal Comitato “No Lombroso”, si devono considerare due punti di vista:
    (a) l’interesse strettamente scientifico delle collezioni sottoposte a norme, prima richiamate, che regolano la loro conservazione;
    (b) il contesto filosofico e ideologico delle richieste di restituzione dei resti umani.

    Su questo ultimo aspetto il Codice Icom all'art.4 , comma 4°, recita:
    “Il museo è tenuto a rispondere con prontezza, rispetto e sensibilità a eventuali richieste avanzate dalle comunità di origine di ritirare dall'esposizione al pubblico resti umani oppure oggetti sacri o di valore rituale. Analogamente, dovrà rispondere prontamente a eventuali richieste di restituzione dei materiali. La politica adottata dai musei deve stabilire con precisione le procedure da seguire nell'ottemperare a tali richieste”.

    E’ opportuno soffermarci sul concetto di “comunità di origine”.
    L’esempio richiamato dal Comitato “No Lombroso”, che riguarda la restituzione alla Namibia, da parte delle autorità tedesche, di 20 crani di vittime del colonialismo germanico dell’inizio del Novecento, ha una fattispecie del tutto diversa rispetto alla richiesta di restituzione di reperti antropologici conservati nel Museo Lombroso di Torino: molti crani non hanno dati di provenienza né sono stati identificati e comunque provengono da regioni italiane. Giuseppe Vilella, nato in Calabria e morto all’Ospedale di Pavia nel 1864 (secondo quanto risulta dalle carte d’archivio) è da considerare, a tutti gli effetti cittadino italiano, membro cioè di una Nazione che si è formata con l’unificazione e con l’apporto di tutte le comunità della penisola.

    La restituzione dei resti (per seppellirli? per conservarli, ma dove?), operazione peraltro non consentita dall’attuale Codice dei Beni Culturali, disperderebbe del tutto una memoria che fa parte della travagliata storia del nostro paese.

    Il Consiglio Direttivo di ICOM Italia

  4. #4
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    ho letto di lombroso nel libro di statistica, alla voce: "errori di campionamento"
    Ultima modifica di pedro; 12-04-13 alle 16:51

  5. #5
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Citazione Originariamente Scritto da pedro Visualizza Messaggio
    ho letto di lombroso nel libro di statistica, alla voce: "errori di campionamento"
    Chi è l'autore del libro, Vladimir Luxuria?

  6. #6
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Citazione Originariamente Scritto da Generale Franjo Tudman Visualizza Messaggio
    Chi è l'autore del libro, Vladimir Luxuria?
    pare che lombroso sia preso a esempio in tanti libri di statistica, l'ho trovato sia su quello delle superiori che su quello dell'universita'. l'autore del primo era italiano, del secondo mi pare che fosse un americano.


    se ti consola, lombroso non e' l'unico, pare che ancora oggi le pubblicazioni di neuroscienze, di psicologia, ecc... lascino molto a desiderare per quanto riguarda la statistica: What if academics were as dumb as quacks with statistics? ? Bad Science

  7. #7
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Citazione Originariamente Scritto da pedro Visualizza Messaggio
    pare che lombroso sia preso a esempio in tanti libri di statistica, l'ho trovato sia su quello delle superiori che su quello dell'universita'. l'autore del primo era italiano, del secondo mi pare che fosse un americano.


    se ti consola, lombroso non e' l'unico, pare che ancora oggi le pubblicazioni di neuroscienze, di psicologia, ecc... lascino molto a desiderare per quanto riguarda la statistica: What if academics were as dumb as quacks with statistics? ? Bad Science
    Ho iniziato a leggere "L'uomo delinquente" e sin dall'inizio i dati statistici abbondavano, ed erano anche riportati con puntalità e precisione notevoli.

  8. #8
    Eroe Faustiano
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Citazione Originariamente Scritto da Generale Franjo Tudman Visualizza Messaggio
    Ho iniziato a leggere "L'uomo delinquente" e sin dall'inizio i dati statistici abbondavano, ed erano anche riportati con puntalità e precisione notevoli.
    il problema di lombroso, da quel che ne so, stava nella selezione del campione. puoi produrre tutte le statistiche del mondo, ma se il campione e' sbagliato i risultati sono irrilevanti.

  9. #9
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Citazione Originariamente Scritto da pedro Visualizza Messaggio
    il problema di lombroso, da quel che ne so, stava nella selezione del campione. puoi produrre tutte le statistiche del mondo, ma se il campione e' sbagliato i risultati sono irrilevanti.
    In base a quali criteri i campioni scelti sarebbero sbagliati?

  10. #10
    Eroe Faustiano
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    Predefinito Re: Cesare Lombroso, l'inventore dell'Antropologia Criminale.

    Citazione Originariamente Scritto da Generale Franjo Tudman Visualizza Messaggio
    In base a quali criteri i campioni scelti sarebbero sbagliati?
    dovrei riprendere i libri, ma purtroppo non li ho a tiro in questo momento. comunque su wikipedia:

    Lombroso's research methods were clinical and descriptive, with precise details of skull dimension and other measurements. He did not engage in rigorous statistical comparisons of criminals and noncriminals. Although he gave some recognition in his later years to psychological and sociological factors in the etiology of crime, he remained convinced of, and identified with, criminal anthropometry.


    Lombroso's theories were disapproved throughout Europe, especially in schools of medicine, but not in the United States, where sociological studies of crime and the criminal predominated. His notions of physical differentiation between criminals and noncriminals were seriously challenged by Charles Goring (The English Convict, 1913), who made elaborate comparisons and found insignificant statistical differences.

    non vorrei dire fesserie, perche' non ho una laurea in statistica e ho abbandonato quei manuali da 5/6 anni, ma non ha usato un campione completo ne' un gruppo di controllo. la popolazione carceraria non e' un campione completo del genere umano, ne' un campione casuale, quindi trovarci delle incidenze non dimostra nulla di scientifico. se non si fanno paragoni con la popolazione "normale" e se il campione e' costruito male non si possono trarre conclusioni che abbiano significativita' statistica.


    non e' riuscito a dimostrare rigorosamente un rapporto di causalita' e al piu' avrebbe trovato una correlazione, che pero' non significa nulla. se trovo 100 nani stupidi, vuol dire che i nani sono stupidi, che gli stupidi sono nani o che alcuni nani sono stupidi?


    ma sono al limite delle mie conoscenze, se parliamo altri 10 minuti di statistica inizio a dire cazzate... ammesso che non ne abbia gia' dette.

 

 
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