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Discussione: Bosch: arte alchemica

  1. #11
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    Predefinito Ancora sul Trittico delle Tentazioni




    […] Quanto alla cerimonia che "avvolge" con i suoi personaggi il sant'Antonio prostrato al muro della cappella nelle Tentazioni di Lisbona, si può differire (molto) da Fränger. Questi considera visione allucinatoria la scena che si svolge attorno al santo e ne ritiene responsabile l'uomo dal cappello a cilindro e dal piede mozzo. Senonché, non esiste alcun elemento iconografico che chiarisca la natura visionaria degli esseri posti attorno al santo, che hanno tutti aspetto e caratteri reali. Tutti, meno uno: la figura monocromatica che sta alla destra dell'allucinato personaggio in veste rossa, coperto dalla tiara stranissima, che fissa con spavento e meraviglia il bicchiere metallico (aureo?) appena appoggiato sulla sua mano destra. Il fatto stesso che in questa figura volto, mani, veste e corona siano tutti in color giallo, con lievi varianti di intensità, dimostra che questo è l'unico personaggio irreale del gruppo. Perfino i due demoni mostruosi sono più veri di lui. In altri termini, si può proporre una lettura diversa che abbia per base le conoscenze "spiritiche" e "negromantiche" dell'epoca: fermo restando che l'"operatore" è l'uomo dal cappello a cilindro, questi ha evocato un fantasma (la "dama gialla") che interviene in un'azione magico-spiritica compiuta da esseri demoniaci reali e tesa a disturbare la preghiera e la santità stessa di sant'Antonio; questi volge il capo e guarda verso lo spettatore mentre compie con la destra lo stesso gesto che compie il Cristo (vero) nella cappella, arredata con un crocifisso e una candela accesa in un candeliere a calice posti sull'altare.




    Quanto alla cerimonia demoniaca che si svolge attorno al tavolo rotondo, a parte il vecchio storpio (munito di uno strano strumento musicale) che tocca il manto del suonatore di liuto con il barbagianni sulla testa e il muso di porco, abbiamo un gruppo di tre persone: una negra velata che tiene su un piatto l'"homunculus" mostruoso che solleva sulla testa un uovo; la "dama gialla" della quale si è già detto; la figura in rosso (che molti considerano maschile, ma che in realtà sembra, quanto meno, vestita da donna), la cui azione è diretta ad afferrare il bicchiere metallico (d'oro?) che lievita nell'aria verosimilmente per opera del personaggio dalla testa di porco (che infatti compie con la sinistra un gesto ben noto a qualsiasi prestigiatore professionista). In breve, un misto di elementi diversi, cui si può aggiungere un possibile simbolismo cromatico di derivazione alchemica: Opera al nero la negra; al bianco il piatto; al giallo (citrinitas) la "dama"; al rosso il personaggio col bicchiere.




    Un'altra donna curiosamente acconciata porge un piatto metallico a una vecchia (che nella veste ricorda le domenicane), accanto alla quale sta un essere mostruoso: un "grillo" fatto di testa e gambe. Questi tre personaggi "avvolgono" sant'Antonio quasi per separarlo dalla fonte della sua forza, vale a dire dal Cristo. Nell'insieme si può osservare che, a parte gli aspetti più o meno mostruosi dei personaggi, abbiamo un'"esposizione" di opere e di fenomeni prodotti dalle scienze occulte e cioè:

    a) presenza dell'"homunculus", prodotto alchemico;
    b) uovo, elemento simbolico (qui verosimilmente germe demoniaco);
    c) spirito evocato, ossia la "dama gialla";
    d) lievitazione, prodotta da un demone, ossia il bicchiere che il personaggio in rosso sta per afferrare. Tralasciando il cromatismo alchemico, appare chiaro che Bosch ha affiancato azioni e risultati di origine occultistica per dimostrare che "tutte" queste pratiche (e altre ancora, connesse con gli altri tre personaggi) sono opera del demonio e perciò condannabili. Tanto più che esse possono addirittura servire per "tentare" un santo che, nelle tradizioni diffuse ovunque (e in particolare nell'Italia centrale), è, come dicono in Abruzzo, «lu nemiche de lu dimone».


    Mario Bussagli
    da Bosch, (Art Dossier Giunti - pag. 60)

  2. #12
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    Predefinito Rif: Bosch: arte alchemica

    Sono sempre stato molto attratto dai pittori fiaminghi, Bosch e Bruegel in particolare. Da quel che so, il Bosch era affiliato alla confraternita della Nostra Diletta Signora e non è del tutto certa la sua appartenenza alla setta dei Fratelli del libero spirito, anche se la simbologia presente in molte delle sue opere fa pensare ad alcuni legami con gli adamitici. Secondo Fraenger Wilhelm, il Trittico delle delizie (opera caratterizzata dalla maggior presenza di simbologia magico-alchemica) fu strettamente correlata alla sua iniziazione ai Misteri dei Fratelli del Libero Spirito, che gli commissionarono l'opera. Wilhelm lo racconta nel libro Hieronymus Bosch: il regno millenario.

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Zed Visualizza Messaggio
    Sono sempre stato molto attratto dai pittori fiaminghi, Bosch e Bruegel in particolare. Da quel che so, il Bosch era affiliato alla confraternita della Nostra Diletta Signora e non è del tutto certa la sua appartenenza alla setta dei Fratelli del libero spirito, anche se la simbologia presente in molte delle sue opere fa pensare ad alcuni legami con gli adamitici. Secondo Fraenger Wilhelm, il Trittico delle delizie (opera caratterizzata dalla maggior presenza di simbologia magico-alchemica) fu strettamente correlata alla sua iniziazione ai Misteri dei Fratelli del Libero Spirito, che gli commissionarono l'opera. Wilhelm lo racconta nel libro Hieronymus Bosch: il regno millenario.
    Sì. Come già detto (post 6), secondo Fränger, l'opera potrebbe essere una metafora dell'iniziazione ai Fratelli del Libero Spirito, quasi un ausilio propedeutico per i membri della setta. Ma secondo altri studiosi, la lettura di Fränger risulta lacunosa in diversi punti e il Trittico delle delizie potrebbe essere semplicemente una critica ai piaceri terreni (che dall'Eden conducono all'Inferno), o addirittura un'accusa alle pratiche trasgressive dei gruppi eretici.

    Il fatto è che l'opera è talmente complessa che risulta quasi impossibile individuare un itinerario simbolico certo e inconfutabile. E l'ambiguità rimane.


    Benvenuto nel forum...
    Ultima modifica di Silvia; 22-10-09 alle 14:31

  4. #14
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    Predefinito Rif: Bosch: arte alchemica

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio


    Benvenuto nel forum...
    Grazie Silvia.

    Sì, l'operato del Bosch è molto complesso, a volte appare quasi contradittorio, o meglio, diviso in due aspetti nettamente separati che si possono rintracciare in due tipi di opere: i dipinti religiosi e i grandi polittici. I primi presentano una certa conformità con la tradizione cattolica mentre i secondi contengono evidenti simboli di carattere magico-alchemico-sessuale. Con ogni probabilità le opere religiose sono state quelle commissionate dagli ecclesiastici del tempo, mentre quelle "visionarie" credo rappresentino l'autentica "visione" del Bosch.
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 01-02-10 alle 01:59

  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da Zed Visualizza Messaggio

    Sì, l'operato del Bosch è molto complesso, a volte appare quasi contradittorio, o meglio, diviso in due aspetti nettamente separati che si possono rintracciare in due tipi di opere: i dipinti religiosi e i grandi polittici. I primi presentano una certa conformità con la tradizione cattolica mentre i secondi contengono evidenti simboli di carattere magico-alchemico-sessuale. Con ogni probabilità le opere religiose sono state quelle commissionate dagli ecclesiastici del tempo, mentre quelle "visionarie" credo rappresentino l'autentica "visione" del Bosch.
    Credo anch'io sia così. Ma chissà qual era la "visione" di Bosch...

    Gli studiosi dell'arte, per trovare una chiave di lettura, hanno scandagliato il pensiero esoterico del tempo e il contesto religioso e sociale in cui si muoveva il pittore ma, almeno a quanto scrive Bussagli, hanno quasi rinunciato a tentare di risolvere il mistero Bosch, perché non trovano nessuna corrente di pensiero e nessun testo che siano veramente in grado di offrircene la chiave in maniera non opinabile. E anche le scarse informazioni che abbiamo sulla sua vita non aiutano la comprensione della sua opera.

    E così ci si domanda ancora chi fosse in realtà Bosch... se un eretico, un ribelle, un mago deluso (deluso, perché solo da esperienze magico-occultistiche negative può scaturire una visione così terrificante del mondo) o un uomo profondamente religioso, che riusciva a vedere quale fosse la potenza del male in un mondo incapace di ascoltare la parola di Cristo. C'è anche chi ha ritenuto che parte delle visioni demoniache di Bosch siano da attribuire all'uso di allucinogeni (Robert L. Delevoy).

  6. #16
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    Predefinito Rif: Bosch: arte alchemica

    Tempo fa lessi anche io dell'ipotesi psichedelica....e non credo sia da scartare anche l'idea di un ipotetico utilizzo di solanacee psicotrope da parte del Bosch, anche se molte di queste "erbe magiche" caddero in disgrazia con il Cristianesimo continuarono comunque a sopravvivere nell'oscurità antiche ricette di sieri e pozioni contenenti proprietà in grado di fornire visioni dell' "aldilà", inoltre l'ergot (o claviceps purpurea), il fungo parassita della graminacee contenente acido lisergico (dal quale si ricava l' LSD), era reperibile dalla segale infetta.

  7. #17
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    Predefinito Rif: Bosch: arte alchemica

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
    Credo anch'io sia così. Ma chissà qual era la "visione" di Bosch...

    Gli studiosi dell'arte, per trovare una chiave di lettura, hanno scandagliato il pensiero esoterico del tempo e il contesto religioso e sociale in cui si muoveva il pittore ma, almeno a quanto scrive Bussagli, hanno quasi rinunciato a tentare di risolvere il mistero Bosch, perché non trovano nessuna corrente di pensiero e nessun testo che siano veramente in grado di offrircene la chiave in maniera non opinabile. E anche le scarse informazioni che abbiamo sulla sua vita non aiutano la comprensione della sua opera.

    E così ci si domanda ancora chi fosse in realtà Bosch... se un eretico, un ribelle, un mago deluso (deluso, perché solo da esperienze magico-occultistiche negative può scaturire una visione così terrificante del mondo) o un uomo profondamente religioso, che riusciva a vedere quale fosse la potenza del male in un mondo incapace di ascoltare la parola di Cristo. C'è anche chi ha ritenuto che parte delle visioni demoniache di Bosch siano da attribuire all'uso di allucinogeni (Robert L. Delevoy).
    In qualche modo si potrebbe paragonare la sua parabola sia di uomo che di artista con William Blake? :mmm:
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 01-02-10 alle 02:01

  8. #18
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    Predefinito Rif: Bosch: arte alchemica

    Citazione Originariamente Scritto da Eric Draven Visualizza Messaggio
    In qualche modo si potrebbe paragonare la sua parabola sia di uomo che di artista con William Blake? :mmm:
    Non saprei. Blake non mi appassiona più di tanto e non l'ho mai approfondito.
    Certo che, quanto a visioni eccentriche e paradossali, nemmeno lui scherzava...
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 01-02-10 alle 02:00

  9. #19
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    Predefinito Rif: Bosch: arte alchemica

    Diciamo che il paragone m'è sorto spontaneo leggendo questi post, magari è solo una perversione mentale mia.
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 01-02-10 alle 02:01

  10. #20
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    Predefinito

    Certamente non indenne dall'influenza della cultura religiosa del suo tempo, sempre alla ricerca di capri espiatori e tormentata dallo spettro dell'eresia, Bosch trasfigurò i mostri del peccato nei suoi capolavori come il Trittico dei giudizio finale e il Trittico delle tentazioni. Oppure, sulla falsariga di una allegoria sempre tendente a mascherarsi, ci provò brillantemente con La nave dei folli, in cui il decadimento morale del clero appare in tutta la sua incisività.





    LA NAVE DEI FOLLI



    La nave dei folli (1490-1500)
    Louvre, Parigi


    Un clero da Carmina burana domina la scena; un pazzo beve tranquillamente sull'albero della nave; sotto, un passeggero stravolto vomita, altri si abbandonano a cori di cui pare di percepire l'eco; una suora suona il liuto e un'altra porge da bere ad uno dei partecipanti al viaggio, ormai sdraiato sul fondo dell'imbarcazione. Dall'acqua due nuotatori cercano di salire a bordo per partecipare alla festa. Sull'albero sventola una bandiera turca (simbolo quindi del paganesimo dilagante), e sotto è legato un pollo allo spiedo, che un ladro cerca di rubare sporgendosi da un cespuglio della vicina riva, presso cui il singolare natante naviga... La scena è osservata, con inquietante partecipazione, da una civetta.

    Il complesso figurativo è colmo di significati simbolici che ripropongono alcuni elementi già rintracciabili in altre opere di Bosch. Ad esempio la brocca, che ricorre frequentemente con configurazioni molteplici, fino ad assumere l'aspetto zoomorfo e antropomorfo. Questo oggetto, come peraltro le ciliegie, è considerato emblema della lussuria; sullo stesso fronte metaforico, la scena dell'uomo che tenta di arrivare al pollo: in questo caso il peccato evocato è quello della gola. Il richiamo al tema della musica non va solo inteso come contributo all'enfatizzazione del messaggio ludico compresso nella rappresentazione, ma anche come la diffusa associazione tra musica e demoniaco, così affermata nella cultura medievale. In generale, l'opera risulta una critica diretta al clero, che Hieronymus elaborò forse partendo dal poema di Brant, ma pur senza ignorare il tema iconografico della nave della Chiesa, che viaggia verso la salvezza. Motivo diffuso già nella simbologia paleocristiana, la nave, che aveva come albero un crocifisso, risulta, nella realizzazione di Bosch, totalmente ricostruito, al punto che quel crocifisso si trasforma in una sorta di albero della cuccagna: metafora del decadimento dei valori perseguiti dalla Chiesa.

    La tensione escatologica tipica delle opere di Bosch non è assente nella rappresentazione della barca, ma il suo equipaggio pare non curarsi del dopo, delle crepe che il loro comportamento determina nel monolite della fede. Una civetta (simbolo dell'eresia), una bandiera turca (il paganesimo) e degli uomini nudi (richiamo ai "pericoli" del corpo), circondano la ciurma degli inquieti viaggiatori. L'abbandono della via della spiritualità per il sentiero della dissolutezza, è quindi l'incipit de La Nave dei folli, che nella allegoria dei peccati trasportati, intende in pratica accusare chi si è ormai totalmente abbandonato alle adulazioni del materialismo, perdendo di vista la luce dello spirito.

    L'accusa, quasi preriformista del pittore di 's-Hertogenbosch, che qui appare solo in diretta relazione alla Chiesa, era già stata rivolta da Bosch anche all'ambiente laico, con i Sette vizi capitali.

    Da "Bosch: una vita tra i simboli", Massimo Centini (Edizioni Polistampa, Firenze - pag. 59)

 

 
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