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  1. #1
    AUT CONSILIO AUT ENSE
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    Predefinito I FATTACCI DI CRONACA DEL PASSATO : UNA VETRINA DELL'ITALIA CHE FU IN CRONACA

    Dopo aver letto un libro sull'argomento, mi sono reso conto che il nostro più di altri è un paese drogato di cronaca nera, o lo è stato, per moltissimi anni, specie dopo il Regime, che si sa, vietava che se ne parlasse apertamente.

    Propongo qua dunque una carrellata di fatti che attirarono l'attenzione morbosa degli italiani e spesso non arrivarono ad altro, che i colpevoli rimasero impuniti.
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


    IL DISPUTATOR CORTESE

    Possono tenersi il loro paradiso.
    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

  2. #2
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    Predefinito Re: I FATTACCI DI CRONACA DEL PASSATO : UNA VETRINA DELL'ITALIA CHE FU IN CRONACA

    Cominciamo da un fatto che avvenne nella mia provincia nell'oramai lontano 1947.

    I boschi di Toiano, nei dintorni di Palaia, furono il luogo dove si verificò un delitto che fece epoca e che venne definito dai giornali il delitto del Corpus Domini, il 5 giugno 1947.

    L'opinione pubblica del dopoguerra rimase sconvolta e intrigata dal terribile assassinio della "bella Elvira".

    Elvira Orlandini, una splendida ragazza di ventidue anni, venne trovata sgozzata in un bosco vicino a casa, dove era andata ad attingere acqua ad una sorgente.
    Il posto dove fu uccisa si chiama il Botro della Lupa ed è allo stesso tempo bellissimo ed inquietante, come tanti luoghi della provincia toscana.

    Così racconta la terribile vicenda Giuseppe Meucci in questa interessante ricostruzione pubblicata su La Nazione del 16 aprile 2006:

    «I parenti, dopo averla cercata per ore, la trovarono priva di vita, il corpo insanguinato parzialmente nudo. Una coltellata le aveva quasi staccato la testa dal collo. I carabinieri cercarono a lungo, ma il coltello non fu mai trovato e mancava anche un indumento intimo che Elvira indossava quando uscì di casa. Incolparono il fidanzato, Ugo Ancillotti, contadino anche lui, che fu poi assolto dopo due anni di carcere e alla fine di un processo che si trasformò in psicodramma collettivo. Cominciò di fronte alla corte di assise di Pisa nel marzo 1949 ma fu presto trasferito a Firenze per "legittima suspicione", tale era la pressione dei curiosi che ogni mattina si presentavano a centinaia di fronte all'aula, con gli animi accesi, divisi fra innocentisti e colpevolisti. C'era chi voleva vedere la "belva" di Toiano condannata senza pietà, chi prendeva le difese del bravo giovane appena reduce dalla guerra.

    Ma anche a Firenze il processo non si svolse in un clima sereno. Avidi di particolari intimi sulla storia d'amore di quei due contadini e sui sospetti che venivano sollevati sulla condotta della "bella Elvira", gli spettatori del processo parteciparono con inusitata veemenza al dibattito. Provocarono addirittura incidenti, ci furono scontri, tentativi di aggressione ai testimoni ritenuti reticenti e più di una volta i carabinieri furono costretti a sgomberare l'aula e sedare i tumulti. Almeno duemila persone si affollavano ogni giorno davanti all'edificio della corte d'assise di Firenze, allora in piazza della Repubblica, e i book*maker clandestini raccoglievano scommesse aggiornando le quote di ora in ora a seconda dell'andamento del processo. Del delitto di Toiano si cominciò a parlare anche all'estero e non mancarono neppure i rabdomanti, i maghi, le lettere anonime. In una sola giornata il presidente della corte d'assise di Firenze ne ricevette quindici. Tutte con il nome del vero assassino, che non era quello dell' Ancillotti, ma un altro che correva di bocca in bocca. Il paese di Toiano divenne popolare in tutta Europa. Il culmine si ebbe il 14 luglio 1949, quando i giudici decisero di compiere un sopralluogo al Botro della Lupa, dove Elvira aveva incontrato il suo assassino. Mentre giudici, avvocati e cancellieri stanchi e accaldati si fermano a bere alla sorgente, intorno fanno ressa centinaia di persone, solo una piccola parte di quelle che si erano mosse per andare al Botro della Lupa. Le altre, tentando di aggirare i posti di blocco dei carabinieri, non riuscirono a orientarsi nei sentieri intorno a Toiano e si persero nei boschi dove vagarono fino a notte inoltrata. Poi l'assoluzione di Ugo Ancillotti per insufficienza di prove e il suo ritorno in paese da trionfatore.»

    Il volto sorridente della povera contadina oggi è visibile sul ceppo di marmo, che la ricorda lungo la strada tra Palaia e Toiano. Se chiedete in giro, tra i vecchi dei paesi vicini, ancora oggi molti si prestano ben volentieri a parlare della "bella Elvira"
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


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  3. #3
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    Predefinito Re: I FATTACCI DI CRONACA DEL PASSATO : UNA VETRINA DELL'ITALIA CHE FU IN CRONACA

    Ovviamente, nel corso del procedimento, l'indagine dei carabinieri risultò fatta con i piedi, ma anche i successivi supplementi condotti anni dopo, a pista oramai fredda, dalla polizia, non condussero a nulla.

    I cantastorie nei mercati si impadronirono della storia, si sono scritti libri e ancora il ricordo del delitto di Toiano rimane nel ricordo dei più anziani.

    Toiano si è spopolata, anche la chiesa e sconsacrata e spalancata, come sono abbandonate le tante coloniche della zona. Si dice anche in conseguenza di quel delitto orribile.
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  4. #4
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    Predefinito Re: I FATTACCI DI CRONACA DEL PASSATO : UNA VETRINA DELL'ITALIA CHE FU IN CRONACA

    Bravissimo occidentale, bella idea!
    Con le ali, al buio e nel silenzio da te io volerei.

  5. #5
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    Predefinito Re: I FATTACCI DI CRONACA DEL PASSATO : UNA VETRINA DELL'ITALIA CHE FU IN CRONACA

    Citazione Originariamente Scritto da Betelgeuse Visualizza Messaggio
    Bravissimo occidentale, bella idea!
    e mette in evidenza come l'intera umanità...sia modificata in soli 50anni..
    quasi l'irrilevante l'irriverente incidere delle abitudini, il martello e l'incudine
    e lontano Unno suono sordo...lo stupore di Unna volta e l'abitudine dell'oggi..
    mentre a poco a poco ci allontaniamo da noi stessi, dalla stessa verità
    ma naturalmente l'Attila non dice nulla solo perchè il suono è sordo
    e fa semplicemente rimbazar il martello..le cose avvengono nel mezzo
    all' incuranza della gente...e non centra nessun progresso...ma il vero
    ultimo sussulto del dimenticato...e quanti nel nostro paese..
    chissà se fossero troppi....na notte occidentale na notte Bet.
    per non dimenticare bisognerebbe lottare urlare...ma non ne siamo più capaci...l'Attila.
    " l' uomo ha una tale passione per il sistema
    e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
    per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
    pur di legittimare la propria logica."
    Dostoevskij.

 

 

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