Da qualche ora infuriano le polemiche sul Pd, o meglio sulle dichiarazioni del segretario, con l’apertura al terzo polo e la messa in discussione delle primarie. Iscritti democratici furiosi contro la dirigenza, Franceschini “costretto” a diramare un videomessaggio in difesa della linea di Bersani.
Nell’intervista a Repubblica ha dichiarato quanto segue:
E il Pd, eBeh, se devo essere sincero non vedo alcuna dichiarazione scandalosa. Riassumendo cosa dice Bersani?ntro gennaio, vuole presentare una proposta a tutte le forze di opposizione di centro e di centrosinistra che può avere anche un profilo elettorale”.
Qualè il senso di questa proposta?
“Partiamo dalla situazione che abbiamo davanti. Il governo Berlusconi punta solo a una sopravvivenza spregiudicata. Cercherà di galleggiare rapinando qualche voto, spargendo veleni come la voce di dirigenti del Pd pronti a passare con lui, mostrando quindi il volto peggiore della politica. Tutti quelli che non vogliono cedere a questa deriva devono prendersi la responsabilità di essere non solo contro Berlusconi ma di andare oltre“.
Noi ci candidiamo a presentare una piattaforma per la riforma della Repubblica, per la crescita e il lavoro”.
Nel dettaglio cosa significa?
“Posso dare dei titoli. Riforme istituzionali. Riforma elettorale. Misure per la legalità e sui costi della politica. L’informazione. La riforma della giustizia per i cittadini”.
E sul fronte sociale?
“Una riforma fiscale che carichi sull’evasione e le rendite alleggerendo lavoro, impresa e famiglie. Una nuova legislazione sul lavoro che affronti il dramma del precariato. Qualcosa l’abbiamo già detta: abbassare il costo del lavoro stabile, alzare quello del lavoro precario. Un pacchetto di liberalizzazioni“.
Questa piattaforma con chi la discuterete?
“Con tutte le forze di opposizione, con le forze sociali. E con il Paese. A gennaio comincerò un tour delle regioni per parlare dei problemi reali. C’è un Italia che vuole cambiare”.
Nelle sue parole è scomparsa la formula Nuovo Ulivo. Di Pietro invece vi chiede un immediato matrimonio a tre. Volete abbandonare l’ex pm e Vendola?
“No. Nessun abbandono di nessun genere. Ma chi vuol discutere con noi deve accettare di confrontarsi seriamente con l’esigenza che poniamo. Quella di una riforma democratica e di una riscossa italiana che richiedono da parte di tutti una straordinaria apertura politica”.
Siete consapevoli che per allearvi con il terzo polo dovrete rinunciare alle primarie?
“In nome di una strategia che chiede a ogni forza politica di non peccare di egoismo e di dare qualcosa, siamo pronti a mettere in discussione anche i nostri strumenti. Ci interessa l’obiettivo. Poi c’è un problema che riguarda soprattutto noi: le primarie per le amministrative. Possono inibire rapporti più aperti e più larghi non solo con i partiti ma con la società civile. E possono portare elementi di dissociazione dentro il Pd che non fanno bene a nessuno. Bisogna dunque riformarle”
1. Il PD farà una proposta a tutte le opposizioni, chi ci sta ci sta. Si parte quindi da un programma sul quale poi creare delle convergenze. Cosa giustissima, non fatta ai tempi dell’Unione, in cui si misero insieme prima i partiti e poi si fece un programma in grado di essere “tollerato” da tutti.
2. Il PD non sceglie il terzo polo rinnegando Idv e SeL. Il PD si rivolge a tutti. Certo è che piu avanti andranno fatte delle scelte quando Casini dirà “O Di Pietro o me”… ad esempio. L’idea del Comitato di Liberazione Nazionale, come estremo rimedio, non è molto lontano da ciò che ho sempre proposto.
3. Le Primarie. Questo sistema è solo interno al centrosinistra ed è chiaro che se il fronte progressista stipulerà una alleanza tecnico-politica con il centro non sarà possibile riproporlo a livello nazionale. Per quanto riguarda l’ambito locale non è neanche sbagliato dire che le primarie, spesso, si tramutano in un regolamento di conti all’interno del Pd. Una volta i veltroniani votano contro i dalemiani favorendo il candidato avversario, altre volte sono i dalemiani a fare il contrario. Anche se spesso il PD perde le primarie perche presenta candidati invotabili. Un ripensamento delle primarie locali puo essere lecito, deve essere chiaro però che l’esperimento non dovrà essere abbandonato.
Colgo l’occasione per fare una riflessione ulteriore sull’istituto delle Primarie. Ritengo sia utile per creare un collegamento diretto tra popolazione e politica , credo però dovrebbe essere riservato solo alle cariche monocratiche, istituzionali (Presidente del Consiglio, Governatore regionale, Sindaco etc) e non ai segretari di Partito. Per il Segretario credo sia giusto istituire Primarie riservate solo agli iscritti, come accade in Francia o in Gran Bretagna. Se è opportuno che tutti i cittadini partecipini alla selezione dei candidati per la carica di Sindaco della propria città, credo sia altrettanto opportuno che il Segretario di un partito venga scelto dai suoi iscritti e non da tutti gli elettori.
Vi sembra giusto che alle primarie per il sindaco di Milano possano votare i cittadini di tutta Italia? Secondo me no ed infatti non è cosi.Credo quindi che l’elezione del segretario debba essere riservata a chi è nel partito.
Tornando al tema dell’articolo, non mi sento di dissentire in modo netto da ciò che ha detto Bersani. Proporre un programma a tutti non vuol dire scegliere qualcuno rispetto ad un altro. Fermo restando che arriverà un momento in cui si dovrà scegliere (non credo che Casini, Fini, Vendola e Di Pietro possano mai stare assieme). Ed allora non resterà altro che concentrarsi su una alleanza di CentroSinistra lasciando al terzo polo il compito di intercettare i delusi del Cavaliere.