Cos'è ILVA
Lo stabilimento di Taranto è il principale del gruppo ILVA: le sue produzioni in molti casi servono per la realizzazione del materiale che viene trattato negli altri impianti del gruppo. L’ILVA di Taranto produce circa l’88 per cento del fatturato del gruppo industriale e impiega oltre 11.600 dipendenti. Nel resto d’Italia lavorano 5.600 dipendenti, cui se ne aggiungono oltre 4mila all’estero. Oltre all’impianto di Taranto in Italia ci sono gli stabilimenti di Salerno, Patrica, Genova, Novi Ligure, Racconigi, Torino, Paderno Dugnano, Marghera e Legnaro. L’interruzione delle lavorazioni a Taranto potrebbe avere in pochi giorni conseguenze dirette su tutti gli altri stabilimenti, e anche per questo motivo oggi sono state organizzate proteste dai lavoratori e dai sindacati presso le altre sedi italiane del gruppo.
L’inchiesta
Lunedì mattina la procura di Taranto ha eseguito sette nuovi ordini di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente svenduto”, sulla base delle ipotesi di reato dei pubblici ministeri, secondo i quali intorno all’ILVA si sarebbe sviluppato un giro di tangenti, con complicità ad alto livello per nascondere o sottostimare volutamente l’inquinamento prodotto dallo stabilimento di Taranto. L’ipotesi è di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze e delle acque e all’omissione dolosa delle cautela sul lavoro, spiega oggi sul Corriere della Sera Virginia Piccolillo. Il sistema secondo i pm avrebbe potuto contare su una “fitta rete di politici PD e PdL e sulla ‘regia occulta’ del presidente della Regione, Nichi Vendola”.
Gli arresti
Gli ordini di custodia cautelare hanno interessato, tra gli altri, il fondatore dell’azienda Emilio Riva, che ha 86 anni e che si trova ai domiciliari da fine luglio in seguito a un’altra decisione della magistratura. Un altro ordine di arresto è stato emanato nei confronti di Fabio Riva, figlio di Emilio e vicepresidente di ILVA Group, risultato irreperibile. Gli avvisi di garanzia sono stati inviati anche a Bruno Ferrante, presidente della società e accusato di concorso in disastro ambientale, considerato persona di garanzia ma che secondo i pm non avrebbe impedito allo stabilimento di continuare a inquinare anche dopo il suo arrivo. Un altro avviso di garanzia è stato emesso nei confronti di Adolfo Buffo, il direttore tecnico dello stabilimento di Taranto.
Il sequestro
Oltre alle ordinanze di custodia cautelare, il tribunale ha ordinato il sequestro di grandi quantità di materiale nello stabilimento. Si tratta di prodotti di acciaio commercializzati dalla società durante il periodo di stop che le era stato imposto in estate, e quindi ritenuto dai pm come frutto di “attività illecite”, spiega sempre Piccolillo.
Perché l’ILVA è di nuovo ferma | Il Post