Si discute sul maxiemendamento
Il Dl anticrisi infiamma il dibattito.
La Lega: "Le banche ci ricattano"
di Pietro Moroni
23 Luglio 2009
Il Dl anti-crisi scalda il clima al punto da spingere il ministro dell’Economia Giulio Tremonti a un incontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini. Al centro della riunione ci sarebbero le modifiche che il governo intende apportare al dl anticrisi nel maxiemendamento (sul quale sarà appunto posta la fiducia). La bozza del maxiemendamento messo a punto dall’esecutivo prevede numerose novità, tra cui anche la cancellazione della stretta sulle banche approvata nelle commissioni.
Il clima si è surriscaldato dopo che il presidente dell'Abi Corrado Faissola aveva criticato alcune norme del decreto. Mercoledì, il numero uno dell'associazione di Piazza del Gesù aveva protestato contro le novità sulle banche, sottolineando che "se diventeranno legge,potrebbero avere l’effetto di bloccare l’erogazione del credito alle imprese". Ossia il contrario dell’obiettivo dichiarato dal governo.
Anche se Faissola non aveva fatto un elenco preciso, i punti del testo sgraditi agli istituti di credito sono vari, e alcuni noti da tempo. Facevano parte del testo originario sia il tetto dello 0,5% alla commissione di massimo scoperto, sia la riduzione dei tempi della valuta su assegni e bonifici. Poi strada facendo si è aggiunta anche un’altra norma che impone agli istituti di credito, in caso di modifica delle condizioni contrattuali, di limitare l’eventuale variazione del tasso di interesse ad un massimo del 5% rispetto a quello in vigore.
La Lega ha accusato i banchieri di ricattare l'esecutivo, anche se ha confermato il proprio sì al provvedimento. "Le dichiarazioni dell'Associazione bancaria italiana sono un ricatto e per di più che non hanno senso perchè le banche hanno già bloccato l'erogazione del credito", ha affermato, infatti, il vice capogruppo del Carroccio alla Camera Marco Reguzzoni. Che, però, ha precisato: "Nel caso in cui nel maxi-emendamento dovesse essere cancellata la stretta sugli istituti di credito la Lega voterà comunque la fiducia". Però, conclude l'esponente del Carroccio, "con le banche bisognerebbe usare di più la clava: operano su licenza e non per diritto divino, se non danno credito alle imprese si ritiri loro la licenza".
Il vaglio di ammissibilità del maxiemendamento sarà particolarmente rigoroso, come promesso dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha ripetutamente chiesto al governo di tenere fermo il testo del dl uscito dalle commissioni Bilancio e Finanze. Non si escludono dunque limature alla bozza proposta dal governo. In chiusura di seduta il Pd Erminio Quartiani ha annunciato che il suo gruppo ha cancellato tutti gli interventi nella discussione sul complesso degli emendamenti in corso, data la ormai possibile presentazione del maximendamento.
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