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  1. #11
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Citazione Originariamente Scritto da krentak the Arising! Visualizza Messaggio
    Ma stai scherzando o cosa? Siamo nel 2009, se non te ne fossi accorto, non negli anni Venti del Novecento. Certamente il conservatorismo non è popolare in Italia, ma fascismo e comunismo non godono certo di miglior salute, tanto è vero che i partiti espressamente neo o post-fascisti/comunisti sono rimasti fuori dal Parlamento italiano.

    Il mio esempio era solo per far comprendere che, seppur nel 2009, molti giovani vengono attratti più da ideologie totalitarie o dall'anarchismo piuttosto che dal conservatorismo. Che poi il campione sia più o meno consistente è un altro discorso. Sta di fatto che svecchiare un modo di intendere i propri ideali non è sinonimo di seppellimento degli stessi; veicolare il messaggio, contestualizzandolo e rendendolo più fruibile alla massa, servirebbe a creare un nuovo fermento ideale, contaminato con forti iniezioni di sano libertarismo.
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

  2. #12
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Mr.Right nel tuo pezzo continui a delimitare,circoscrivere e dividere il variegato universo della destra italiana.Per quanto mi riguarda non mi schiero da nessuna delle due parti,a volte condivido alcuni articoli e proposte di Mellone e Campi,più spesso invece mi sento vicino ad intellettuali che tentano di costruire una via italiana al conservatorismo,come Veneziani e Malgieri che sono tra i miei autori contemporanei preferiti. Un intellettuale come Veneziani non si approccia alla politica in modo così ideologista e schematico,è un conservatore mediterraneo con un background culturale molto differente dai miti incensati da te,ho letto in un'intervista che è diventato di destra leggendo "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche,cita spesso gli autori della Konservative Revolution tedesca eppure non è certo un fascista o un esponente della Destra Radicale. Questo ci dimostra che si può essere conservatori anche avendo una cultura non propriamente "conservative".

  3. #13
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Citazione Originariamente Scritto da Mr. Right Visualizza Messaggio
    Cari Odal e Forfy, mi sembra che vi sia sfuggito il nocciolo della questione. Che a me piaccia Goldwater o la Thatcher in questo caso non ha nessuna importanza, dato che la questione che si pone è il rapporto tra la destra italiana e il conservatorismo (a prescindere se sia d'impronta anglosassone o continentale).

    Negli anni settanta, quando il MSI divenne "destra nazionale" vi fu nell'area postfascista e monarchica un concreto interesse per le idee conservatrici di cui si fece portavoce il seguitissimo settimanale Il Borghese e la rivista La Destra. Questo filone conservatore si staccò dalla casa madre al tempo della scissione di Democrazia Nazionale. Purtroppo l'esperimento di un partito conservatore fallì e la nostra destra rimase missina.

    Negli anni novanta, con la nascita di Alleanza Nazionale, la destra riscoprì il conservatorismo. Grazie alle figure che ho citato nell'articolo è sembrato potersi sviluppare in Italia quel partito nazionale, liberale e conservatore proprio di gran parte delle destre occidentali. Naturalmente dentro questo conservatorismo c'era di tutto: da De Gaulle a De Maistre, da Minghetti a Rocco, da Burke a Goldwater. Espressione di questo conservatorismo "plurale" fu per qualche anno la rivista Percorsi, diretta da Gennaro Malgieri. Allora, per tutti gli italiani, Gianfranco Fini era il leader di una destra democratica e conservatrice.

    Purtroppo per noi conservatori ad un certo punto Fini ha percorso una strada autonoma dal partito ed è iniziata la diaspora conservatrice. I conservatori cattolici (Fiori, Rebecchini, Pedrizzi), inorriditi dalle sue prese di posizione "laiciste", hanno abbandonato il campo. Prima di loro era stato miserevolmente emarginato Marcello Veneziani, l'intellettuale conservatore che più si era speso per dare una cultura alla destra postfascista. Morto Tatarella, il "padre" della destra italiana, se n'è andato presto anche il Sen. Fisichella. Gasparri e La Russa sono diventati berlusconiani. Storace ha tentato di rifondare una destra sociale.

    A Fini sono rimasti il trio liberal - Ronchi, Urso, Nania -, l'ex avversario Alemanno con il gruppo di "Area", Giorgia Meloni e Azione Giovani, la rientrante Mussolini, la pasionaria dell'UGL Renata Polverini e la direttora del Secolo Flavia Perina. In più, paradosso dei paradossi, adesso a indirizzarne la linea culturale e politica è una pattuglia di intellettuali un tempo assai critici verso Fini, AN e la destra in generale, appartenenti alla "Nuova destra": Alessandro Campi e Luciano Lanna su tutti. Mettiamoci dentro il giovane Alessio Mellone e qualche firma liberalradicale ed ecco Farefuturo, il think tank di cui si serve Fini per tentare la scalata al potere.

    L'evoluzione di AN si può toccare con mano paragonando Veneziani a Mellone. Nonostante entrambi provengano dalla destra sociale il loro rapporto con il conservatorismo non può essere più distante. Per Veneziani il conservatorismo richiama valori positivi legati alla terra, alla famiglia alla tradizione; Mellone e Campi, al contrario, non hanno nessuna nostalgia per il passato e si lanciano in ardite costruzioni futuriste e postmoderne che incuriosiscono la sinistra e innervosiscono la destra.

    Il risultato è che oggi la destra di governo non ha nessun punto di relazione con la destra reale costretta a scegliersi diversi interlocutori politici (Berlusconi, Bossi, Casini, Storace, Santanchè, Lombardo, Di Pietro) e a frammentare i proprio voto.

    Il fatto che non esista un conservatorismo politico non significa che la società italiana sia priva di pulsioni conservatrici, solo che queste - dileggiate a destra e a manca - non vengono rappresentate da nessuno.

    L'Italia che ha partorito tante sinistre non sa che farsene dell'ennesima, malamente truccata da "destra". Chi è conservatore non si fa ingannare dalle parole ambigue dei pifferai neodestri. Non ha bisogno di inserire nel proprio album di figurine icone "pop" quali Vasco Rossi e Moana Pozzi. Di Nietzsche ha letto quel che basta per non farsi contagiare.

    Bisogna smascherare questa "falsa destra" se si hanno a cuore le ragioni della destra "vera". Per questo diciamo no a Fini, no a Campi, Mellone e Lanna, no alla Polverini, no a Barbareschi e Guerri, no a tutto questo libertarismo frou frou che ha scelto la riva destra per scherzo del destino oppure perchè ha trovato già occupata la riva sinistra.

    In questa battaglia culturale siamo certi che anche i padri del MSI, da Romualdi a De Marsanich, da Michelini ad Almirante, starebbero con noi contro i "falsi profeti".
    L'errore che tu fai, a mio modesto parere, è quello di accostare la forma partito all'ideale. Da sempre i partiti sono gabbie e costituiscono la morte degli ideali a favore degli interessi privati. Lo svolazzare a dx e a manca dei politici, dei giornalisti e di altri, che fanno della politica una professione, non mi sorprende più di tanto e va a confermare la mia tesi. Ben altra cosa sono gli idealismi puri e in un clima in cui tutto è il contario di tutto, adeguarsi al sistema in atto, aggredendolo prima di essere aggrediti, diventa un metodo per non fare seppelire realmente lIDEA. La contaminazione è necessaria alla sopravvivenza di alcuni principi e di alcuni valori imprescindibili;il tutto,però, va fatto con una certa elasticità econ un minimo di rinuncia alla purezza del bel tempo che fu. Posso capire che ciò possa suonare alle orecchie di chi ha fatto dei propri ideali un binario unico, come una nota stonata,ma le vie per non scomparire portano anche su altri binari.
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

  4. #14
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Citazione Originariamente Scritto da SMB Visualizza Messaggio
    Il mio esempio era solo per far comprendere che, seppur nel 2009, molti giovani vengono attratti più da ideologie totalitarie o dall'anarchismo piuttosto che dal conservatorismo. Che poi il campione sia più o meno consistente è un altro discorso. Sta di fatto che svecchiare un modo di intendere i propri ideali non è sinonimo di seppellimento degli stessi; veicolare il messaggio, contestualizzandolo e rendendolo più fruibile alla massa, servirebbe a creare un nuovo fermento ideale, contaminato con forti iniezioni di sano libertarismo.
    Anche per quanto riguarda il mondo giovanile, la situazione che descrivi poteva forse corrispondere al vero negli anni Settanta, ma certo non oggi, dove i nostalgici di fascismo o comunismo esistono, ovvio, ma sono statisticamente irrilevanti, relitti di un tempo ormai trascorso. Comunque, non è questo il punto del discorso. La destra che propugni, al di là di tutto l'artificioso apparato retorico, è in effetti una destra non sostanziale, ma solo relativa, nel senso che si pone a destra rispetto alla sinistra, ma è rivoluzionaria tanto quanto quest'ultima, solo in maniera più timida e prudente.
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  5. #15
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Citazione Originariamente Scritto da Mr. Right Visualizza Messaggio
    Orgoglioso di non essere uno di loro

    Nella storia della destra italiana non c'è posto per il conservatore


    di Mr. Right



    Dopo

    (...)

    sprezzanti parole: “Orgoglioso di non essere uno di loro”.


    Mr. Right
    Lieto di essere nuovamente sulla tua stessa frequenza d'onda, Mr.
    Esiste una via d'uscita a questo esilio impostoci dalla vita politica? Chi lo sa.
    Al momento, effettivamente, di sbocchi conservatori possibili non se ne vedono. Resta il fatto comunque che non va abdicato il nostro DOVERE di impegnarci per quanto possibile al raggiungimento del bene comune.

    Il che vuole anche dire, obtorto collo, scegliere il meno peggio.
    “Pray as thougheverything depended on God. Work as though everything depended on you.”

  6. #16
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Cercherò di spiegare il mio stato d'animo in termini molto semplici.

    Quando vedo un volume nel cui titolo compare la parola "conservatore" o "destra" io lo sfoglio sempre con la dovuta attenzione, dato il mio considerarmi conservatore e di destra.

    In occasione del libro di Baldoni l'interesse era particolare in quanto una compiuta storia della destra, "dal postfascismo al PDL", non era ancora apparsa in libreria. E pur trovando sgradevole il punto d'inizio (perchè infatti la storia della destra dovrebbe partire dal postfascismo? non sarebbbe stato, caro Baldoni, più corretto dire "Dai monarchici..."? All'epoca mio nonno, colonnello dei carabinieri, era di destra e monarchico, non certo postfascista!), pensavo che avrebbe riguardato anche me, dunque mi sono messo a sfogliarlo con attenzione.

    Purtroppo, come ho detto, si tratta dell'ennesima storia del postfascismo col quale l'attuale storiografia finiana tende a identificare la destra. Ovviamente è questa una sovrapposizione impropria e qui infatti iniziano i problemi. In tutto il mondo la destra moderata è una forza conservatrice, mentre in Italia il postfascismo, che moderato è stato solo a sprazzi, non ha mai avuto un forte attaccamento alla stabilità e alla conservazione quanto piuttosto una propensione alla sregolatezza e alla ribellione. Detto questo, ecco il colpo di teatro. Non è più il fascismo la parentesi italiana (Croce) e dunque la stonatura nelllo spartito, ma al contrario è il conservatorismo che - a detta dell'autore e del prefatore - non ha mai messo piede sul suolo italico. Pur con tutti i suoi errori il fascismo e di conseguenza il postfascismo e quindi la destra odierna si inserirebbero pienamente in un solco, tracciato da principio dalla destra storica, caratterizzato da spiriti ribelli e rivoluzionari. Perciò, aggiungono ancora gli autori, non deve stupire la "naturale" seppur saltuaria coincidenza d'intenti tra questa destra peculiarmente "italiana" e la sinistra classica.

    Adesso, penso che qualunque conservatore, lette queste parole, avrebbe voglia, primo, di scaraventare suddetto libro lontano dalla sua vista, e secondo, di andare a dirgliene quattro a Baldoni e Lanna che si sono permessi di promuovere una lettura così faziosa della storia italiana, dimenticando non solo la storia del cattolicesimo conservatore, ma anche di quei vari spiriti liberi che hanno cercato di difendere l'ordine e la continuità nella storia italiana senza per questo riconoscersi nel postfascismo. Per Baldoni destra uguale ad italianità e quest'ultima, dominata da una volontà di cambiamento, avrebbe precluso ogni spazio ad un pensiero conservatore, considerato perciò lontano, "straniero".

    A questo punto sembra evidente non solo l'impossibilità di una sovrapposizione, nel nostro Paese, tra destra e conservatorismo, ma anche l'esistenza di una frattura umana e politica tra i due soggetti. La destra ha espulso dalla sua storia i conservatori e questi sono costretti a vagare alla ricerca di una dimora temporanea chiedendo ospitalità ad altri soggetti egualmente ostili.

    Ecco perchè io conservatore di destra ce l'ho tanto con questa sedicente destra italiana, che se andasse a infoltire la compagine di sinistra farebbe un gran regalo a se stessa e all'Italia intera. Solo allora il conservatore italiano avrebbe infatti la possibilità di costruirsi una casa e di regnarvi senza infingimenti di sorta.

  7. #17
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Non commento la strana pretesa che un conservatore, per essere tale, debba smettere di essere un conservatore. Allo stesso modo, mi sfugge l'accusa di ideologia mossa a un conservatore, quasi come se stessimo parlando di un reazionario (mi riferisco al messaggio di Forfy).

    Per quanto riguarda il libro di Baldoni (che non ho letto), vorrei solo ricordare che nell'asfittico mondo culturale 'neofascista' spicca la lodevole eccezione di una rivista chiaramente conservatrice come Intervento, con autori quali Perfetti, Fisichella, Paratore, Curcio, Valsecchi, Del Noce, e con contributi di Julien Freund, Eugen Weber, James Gregor, anche se aperta a contributi di autori 'liberal-liberisti' (ma non certo 'progressisti') come Ricossa e Von Hayek.

    Ora, non so se tale rivista abbia avuto nel testo di Baldoni l'evidenza che meritava e come sia stata giudicata. Sarebbe sicuramente indicativo di come sia stato impostato il libro.

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da Marco d'Efeso Visualizza Messaggio
    Non commento la strana pretesa che un conservatore, per essere tale, debba smettere di essere un conservatore. Allo stesso modo, mi sfugge l'accusa di ideologia mossa a un conservatore, quasi come se stessimo parlando di un reazionario (mi riferisco al messaggio di Forfy).

    Per quanto riguarda il libro di Baldoni (che non ho letto), vorrei solo ricordare che nell'asfittico mondo culturale 'neofascista' spicca la lodevole eccezione di una rivista chiaramente conservatrice come Intervento, con autori quali Perfetti, Fisichella, Paratore, Curcio, Valsecchi, Del Noce, e con contributi di Julien Freund, Eugen Weber, James Gregor, anche se aperta a contributi di autori 'liberal-liberisti' (ma non certo 'progressisti') come Ricossa e Von Hayek.

    Ora, non so se tale rivista abbia avuto nel testo di Baldoni l'evidenza che meritava e come sia stata giudicata. Sarebbe sicuramente indicativo di come sia stato impostato il libro.
    Marco che dobbiamo fare con questa "destra"? Dimmelo tu perchè io onestamente non mi ci raccapezzo!

  9. #19
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Citazione Originariamente Scritto da Mr. Right Visualizza Messaggio
    Marco che dobbiamo fare con questa "destra"? Dimmelo tu perchè io onestamente non mi ci raccapezzo!
    Ho già scritto tempo fa che, a mio modo di vedere, non ci sono oggi le condizioni culturali (ma ci sono quelle storiche, e questo è il vero paradosso) per un soggetto politico autenticamente conservatore. Tracce di conservatorismo, a livello partitico, io le vedo oggi solo nella Lega.

    E non ci sono le condizioni culturali perché AN (lo so, è il solito refrain) ha deciso di fare 'altro'. Andando non solo contro il suo naturale elettorato (me l'immagino gli ex-elettori di AN alle prese con un programma economico anarcocapitalista...), ma senza nemmeno vera coerenza intellettuale (effettivamente si tratta di un libertarismo all'acqua di rose, mera variante di sedicente 'destra' di un insipido 'progressismo'; ben altra cosa sono i Rothbard e gli Hoppe).

  10. #20
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    Predefinito Riferimento: Orgoglioso di non essere uno di loro

    Citazione Originariamente Scritto da Marco d'Efeso Visualizza Messaggio
    Ho già scritto tempo fa che, a mio modo di vedere, non ci sono oggi le condizioni culturali (ma ci sono quelle storiche, e questo è il vero paradosso) per un soggetto politico autenticamente conservatore. Tracce di conservatorismo, a livello partitico, io le vedo oggi solo nella Lega.

    E non ci sono le condizioni culturali perché AN (lo so, è il solito refrain) ha deciso di fare 'altro'. Andando non solo contro il suo naturale elettorato (me l'immagino gli ex-elettori di AN alle prese con un programma economico anarcocapitalista...), ma senza nemmeno vera coerenza intellettuale (effettivamente si tratta di un libertarismo all'acqua di rose, mera variante di sedicente 'destra' di un insipido 'progressismo'; ben altra cosa sono i Rothbard e gli Hoppe).
    Ma infatti il libertarismo di Fini è un libertarismo "di sinistra", non certo "di destra". Ovvero, è aperto alle libertà civili, ma non a quelle economiche. Dunque, Rothbard e Hoppe non potrebbero essere più lontani...

    Volevo dirti se da conservatori, vista l'evoluzione di questa "destra italiana", dovremmo secondo te abbandonare la consuetudine di dirci anche noi di destra. Io conosco alcuni tradizionalisti (diciamo pure reazionari) che negano di essere di destra e non vanno nemmeno a votare.

    Conservatori stanno dentro e fuori il PDL. Adesso c'è questa idea del Partito del Sud, di cui farebbe parte anche Martino... Non so che dire. Da un lato mi piacerebbe vedere saltare per aria un partito (il PDL) nato per esclusiva esigenza di S.B. Dall'altro, non riesco onestamente a pensare che dalle eventuali macerie del centrodestra oggi come oggi possa nascere qualcosa di interessante.

 

 
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