SECESSIONE INDIVIDUALE: LA VIA DELLA LIBERTÀ



DI MICHAEL ROZEFF*

Alcuni individui e certi gruppi, in California, vogliono vietare la circoncisione maschile, e stanno ottenendo le misure poste sulle schede locali per votare. In Louisiana, vi è un tipo di legge che prevede l’insegnamento della creazione dell’uomo,nelle scuole pubbliche, che vede mobilitarsi contro, nel tentativo di abrogarla, tutti coloro che non la approvano e ne sono irritati.

Le donne egiziane sono aspramente divise tra quelle che sono favorevoli all’adozione della sharia, anche in Egitto, e quelle che invece propendono per la legge secolare.

Lo Stato dell’Arizona ha una legge che legalizza l’impiego della marijuana per scopi medici. Il Governatore ha citato in giudizio lo Stato dell’Arizona contro questa legge, perché questa risulta essere in conflitto con il diritto federale.

Il presidente Bush “ha lanciato missili e bombe su obiettivi sensibili in Iraq” nel marzo del 2003, e si è trattata di un’azione che il 25 per cento degli americani disapprovava in quel momento. Dopo 8 mesi, quella percentuale era salita al 53 per cento.

Che cosa hanno in comune tutti questi episodi?

Che implicano, tutti, delle leggi approvate da alcuni e disapprovate da altri. In tutti i casi, ci sono dei vincitori e ci sono dei vinti. I vincitori vedranno le leggi, che riscontrano il loro favore, promulgate; i vinti devono solo obbedire. In tutti i casi, questi ultimi non hanno scelta.

Non si può fumare in un bar. è necessario utilizzare il casco protettivo. Non è possibile far uso di una lampadina della luce ad incandescenza. Non è possibile inserire i fosfati nei saponi. È necessario utilizzare una lavatrice con il carico frontale. La doccia non riesce a erogare acqua al di sopra di una pressione stabilita. Il serbatoio del tuo WC non può superare un determinato numero di galloni. Devi pagare le tasse per i tutti i programmi del governo. È necessario accettare nei pagamenti banconote emesse della Federal Reserve. Una banca deve segnalare le operazioni in contanti al di sopra di una certa soglia. Non si può comprare marijuana. Non si può acquistare, senza troppe formalità, una pistola.

Se la circoncisione è vietata a San Francisco, coloro che desiderano circoncidere i loro bambini dovranno andare altrove. In Louisiana, le scuole pubbliche, e forse anche le scuole private che non possono beneficiare, per qualsivoglia motivo, di una deroga, saranno obbligate ad insegnare ciò che il legislatore imporrà loro di insegnare. In Egitto, la sharia sarà adottata o per tutti, o non sarà adottata per nessuno. Nei singoli stati, o si potrà permettere la legalizzazione della marijuana per scopi medici, oppure si applicherà indistintamente, come regola, la legge federale. Clinton, Bush, Obama e il Congresso continueranno a lanciare ovunque vorranno i loro missili, non importa se un gran numero di americani disapproverà, ed estrarranno le risorse per compiere questa azione per mezzo delle tasse, che vi piaccia o meno.

Questi esempi coinvolgono invariabilmente il voto e la democrazia, ma la stessa contrapposizione tra vincitori e vinti si registra anche sotto altre forme di governo, come le monarchie e le dittature.

Tutti questi esempi sono accomunati dal fatto che ci sono sempre gruppi di persone che vogliono imporre le loro idee e la loro visione del mondo al resto degli individui. Tutti, indistintamente, sono accomunati dal fatto che ogni gruppo ha in animo di utilizzare lo Stato come grimaldello per soddisfare i propri più ardenti desideri.

Mi dispiace per il genere umano. Il pensiero e il temperamento emotivo della maggior parte degli individui sono così impoveriti che non riescono nemmeno a concepire un modo diverso per vivere, senza imporre le loro opinioni a quante più persone possono. Non è sufficiente, per questi individui, sostenere le proprie opinioni. No; essi sentono di dover approvare una legge o, in qualche modo, di utilizzare lo Stato per imporre a tutti gli altri di conformarsi ai loro desideri.

Mi è sopraggiunta la tristezza quando ho letto della donna che aveva intenzione di battersi per far approvare una legge sulla circoncisione. Non importa quali fossero le sue ragioni. Ognuno, del resto, concepisce sempre le proprie ragioni. Bush aveva le sue ragioni. Obama ha le sue ragioni. I legislatori della Louisiana avevano le loro ragioni. Non sto discutendo le ragioni o i contenuti di sostanza di uno di questi numerosi dibattiti. Non mi interessa nemmeno scegliere da che parte stare.

Mi sento triste perché il desiderio di promulgare una legge e di imporre il proprio punto di vista agli altri è, a mio modo di vedere, così stupido, così ignorante, così limitato e miope, così immorale, così inumano, così privo di giudizio, così insensibile, così distorto, così liberticida, così anti-volontaristico, così anti-individuale, così irragionevole, così intollerante, così pregiudizievole per l’individualità!

Lo Stato, nella sua condizione attuale, è una fabbrica che produce costantemente nuovi tipi di corde, di ceppi, di bavagli, e di manette con le quali esso avvince tutti. Tutto ciò viene tranquillamente accettato dalla maggior parte delle persone.

Sono basito, letteralmente basito, che la gente non veda o non ammetta la palese contraddizione che sussiste tra la retorica della libertà americana e ciò che realmente succede, nonché tra la retorica e i tentativi personali di votare i candidati di propria scelta e di imporre i propri programmi a tutti gli altri!

Attraverso lo strumento dello Stato, proliferano innumerevoli gruppi e partiti politici organizzati che hanno il solo scopo di rendere schiavi il resto delle persone. Non è questa, per caso, una verità auto-evidente? No, non lo è, perché ogni gruppo, così come ogni partito, tenta di fornire motivazioni valide, in base alle quali il proprio programma sia, per definizione, una buona cosa. Essi contesterebbero aspramente il mio assunto, inteso a dimostrare che il loro obiettivo è quello di imporre la schiavitù a tutti.

Uno Stato per tutti è irriducibilmente contrario alla libertà. Questi due concetti si escludono a vicenda.

Coloro che desiderano costruire missili e lanciarli su Tripoli lo facciano a proprio rischio e pericolo, ed esclusivamente a nome loro. Coloro che vogliono formare e pagare un esercito, al fine di addestrare ogni nazione sulla terra a contrastare il traffico di droga, lo facciano a proprio rischio e pericolo, ed esclusivamente a nome loro. Coloro che desiderano formare un’assemblea legislativa per approvare la loro versione della religione, lo facciano a proprio rischio e pericolo, ed esclusivamente a nome loro. Coloro che desiderano promulgare una legge che vieti l’uso di droghe lo facciano solo per sé stessi. Coloro che desiderano promulgare una legge che vieti la circoncisione lo facciano solo per sé stessi. Coloro che desiderano tassarsi e devolvere il ricavato ai bisognosi lo facciano, ma non coinvolgano gli altri. Ancora, coloro che vogliono garantire cure mediche universali e gratuite lo facciano a proprio rischio e pericolo ed esclusivamente a nome loro.

Se aneliamo davvero la libertà e non la schiavitù, non possiamo avere uno Stato che vada bene a tutti. La libertà e uno Stato confacente a tutti sono due termini antitetici, in contrasto l’uno con l’altro. Si contraddicono a vicenda. Avere uno Stato e avere al contempo la libertà è una cosa impossibile, per definizione.

Per arrivare ad ottenere una maggiore libertà, un individuo deve avere la possibilità di rimuovere le catene impostegli da uno Stato, che pretende di essere lo Stato di tutti. Un individuo deve avere la possibilità di optare per le leggi cui intende conformarsi. Un individuo deve poter esercitare il diritto di secedere personalmente dallo Stato.

La secessione personale esprime niente meno che la propria libertà individuale di scegliere quello Stato (o al limite nessuno Stato) che più ci aggrada, da soli o in associazione con altre persone.

Per approfondire il concetto di secessione personale e di secessione di gruppo, si può utilizzare un motore di ricerca.

Dopo aver formulato questi pensieri, ho digitato la stringa “movimenti secessionisti”. Tra gli altri, un sito che è mi è stato indicato è secession.net. Vale sicuramente la pena di leggere la loro dichiarazione di principi. Essi rivendicano qualcosa di molto simile alla secessione personale, ovvero, una secessione fondata sulla comunità. La differenza tra le due nozioni è impercettibile.
Ad esempio, questo sito descrive:

Primato del diritto di secessione

Il diritto politico primario dell’individuo e delle comunità politiche deve essere quello di secedere da qualsiasi soggetto politico più ampio, non importa se essi siano nati nel loro ambito, siano stati costretti a farne parte, o vi abbiano volontariamente aderito. Se qualcuno negasse o rinunciasse a tale diritto, allora egli sarebbe poco più che uno schiavo: e nessun accordo per diventare uno schiavo può essere considerato giuridicamente e moralmente vincolante.

La secessione degli individui e delle comunità non deve certo tradursi in guerra e in violenza. Dovrebbe configurasi come una caratteristica naturale ed evolutiva di tutte le entità politiche. Le comunità possono formare tra di loro reti o confederazioni, dal momento che la secessione è accettata da entrambi le parti quale principio fondante. Tuttavia, le comunità non formeranno della “federazioni”, che per definizione non consentono la secessione. Suggeriremo modalità pratiche e mezzi non-violenti attraverso i quali la secessione possa essere raggiunta, e la tipologia di reti e di confederazioni che potrebbero essere create per rimpiazzare gli attuali Stati-nazione oppressori.

Secessione basata sulla comunità

In nome del nazionalismo, della religione, dell’ideologia, della tradizione o del “bene comune”, gli Stati di tutto il mondo sopprimono la libertà individuale e il controllo, da parte degli individui, delle proprie comunità. I gruppi di interesse –corporazioni, poteri forti statali, élite burocratico -militari di tutto il mondo- tassano, regolamentano, opprimono, colpiscono, perseguono, incarcerano e inducono i cittadini alla sottomissione. Essi pongono in atto delle discriminazioni, saccheggiano, esercitano la pulizia etnica e il genocidio contro i membri di oppresse minoranze razziali, etniche, religiose,territoriali. Se non controllassero lo Stato, queste élite deterrebbero ben poco potere effettivo sugli individui e sulle loro comunità.

Il concetto di libertà individuale è semplice: gli individui dovrebbero essere liberi di fare ciò che desiderano, purché non danneggino gli altri con la forza o con la frode. Questo è il principio etico fondamentale o la “regola aurea” di tutte le religioni, poi corrotto dallo stratificarsi delle interpretazioni teologiche e dei rituali, e da secoli di totale soccombenza alla autorità politica. Il consenso individuale – e non certo qualche costrutto nazionalista, razziale, religioso, tribale, ideologico, o qualche sedicente “contratto sociale”- costituisce l’unica base legittima di qualsivoglia organizzazione sociale, economica e politica. Tuttavia, sostenere l’idea e il valore della libertà individuale non basta per ottenere la libertà. Dobbiamo promuovere tutte quelle strutture istituzionali che rendono impossibile per gli enti pubblici o privati conculcare la libertà individuale.

Osteggiare la secessione individuale ricorrendo alle nozioni, forgiate dallo Stato americano, di “sicurezza”, di “democrazia” e di “welfare” universale per tutti i cittadini: la visione degli Stati Uniti è in realtà una visione molto limitata, che pretende però di imporsi come una visione universale: ambisce ad essere comune e generale. È certamente una visione monopolistica. In definitiva, si tratta di una visione statica e unilateralmente totalitaria. Una visione totalitaria che, in seno agli Stati Uniti, viene continuamente messa in atto e concretizzata. E non è quella di Orwell o di Huxley, anche se alcuni dei loro elementi sono senz’altro presenti. Attualmente è una visione asfissiante ed assorbente, in cui regna il politicamente corretto ed in cui lo Stato sforna innumerevoli regole volte a controllare molteplici aspetti della nostra vita, consentendo delle deliberate aperture in certe direzioni, in modo tale da dar sfogo alle pressioni. La visione dello Stato è quella dell’univocità, dell’uniformità, della monotonia, della regolarità, della sicurezza e della protezione perfetta, della irreggimentazione e della noia. Essa annienta la personalità e l’individualità.

Lo Stato americano si sta prodigando, con notevoli sforzi, per promuovere questa visione delle cose anche all’estero.

La democrazia non è libertà. È, al contrario, la soppressione della libertà. Essa può assumere fogge differenti nei differenti paesi. In America, le ossessioni attuali sono la protezione e la sicurezza, in ogni aspetto dell’esistenza. Lo Stato si intromette ovunque, accampando queste giustificazioni logiche. In ciò consiste il totalitarismo americano.

La secessione individuale invece propende per una molteplicità di concezioni di vita e del vivere. Ammette il dinamismo, la creatività, lo sviluppo personale lungo nuove direzioni, l’invenzione, la scoperta e l’esplorazione. Ammette le variazioni e le novità. Ammette il progresso lungo strade inedite ed impredicibili. Ammette gli errori e ammette l’apprendimento dagli errori. Ammette nuove ed inviolate imprese, nuovi percorsi, nuovi costumi e nuove idee. Ammette l’assunzione personale dei rischi. Esalta la personalità e l’individualità. È pluralistica. Ed è volontaristica.

La secessione individuale significa semplicemente libertà e tutto ciò che ad essa consegue.

Articolo di Michael Rozeff su lewrockwell.com



*Link all’originale: Secessione individuale: la via della Libertà - Ludwig von Mises Italia

Traduzione di Cristian Merlo





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