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    Ghibellino
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    Predefinito Intervista a Marina Simeone



    Marina Simeone, giovane, combattiva, preparata e di “buon sangue” dato che è figlia del Militante Generoso Simeone, splendido esempio di fedeltà all’idea ed alla lotta al Materialismo, alla Plutocrazia e al Mondialismo. Questa è Marina Simeone che nasce a Benevento nel 1981, laureata in Lettere Classiche, indirizzo Archeologia. E’ giornalista ed è Fondatrice e Presidente dell’Associazione Generoso Simeone (http://www.associazionesimeone.it/): Il Suo agire politico e culturale è ricchissimo di date e circostanze che costellano la propria attività di coraggiosa militanza. Iscritta al Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher, partecipa al Laboratorio Politico “FORZA UOMO” di Paolo Signorelli. Scrive sul quotidiano “Rinascita”, organizza numerose conferenze ed è produttrice dello spettacolo teatrale “AL CHIAR DI LUNA”. Presenta il libro di Mario Michele Merlino “ATMOSFERE IN NERO”. Partecipa a diversi convegni, tra cui quello intitolato “LA RIVOLUZIONE IMPOSSIBILE” con Tarchi e Solinas. Recentemente, riscuotendo un grosso successo, ha presentato il libro “QUESTE LE PAROLE DI ZARATHUSTRA” di Friederich Nietzsche, delle Edizioni di AR, assieme ad Anna K. Valerio e Francesco Ingravalle ed alla prestigiosa presenza dell’Editore, Franco Freda. Mentre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno nega la sala per la presentazione del libro, l’”Associazione G.Simeone” concede la propria sede! Una durissima lezione di stile…Nel sociale, l’ ”Associazione G. Simeone” ha poi sviluppato battaglie territoriali e culturali notevoli: organizzazione di tornei sportivi, laboratori culturali, cineforum. L’associazione ha inoltre svolto una incisiva azione per il recupero delle strutture edilizie, difesa dell’ambiente per l’emergenza rifiuti, recupero e tutela degli spazi giovanili destinati allo sport, tempo libero, svago. Raro esempio del coniugare l’azione culturale e diffusione libraria con quella che agisce nel e per il sociale.


    Intervista a cura di Steno Lamonica










    “Associazione Generoso Simeone”: a Suo padre è stato dedicato questo soggetto metapolitico. Alcuni non sanno chi fosse Suo Padre, che cristallino Militante ed esempio fu. Vuole brevemente parlarci di Lui?


    Tra le domande che poteva pormi questa è sicuramente quella a cui trovo maggior difficoltà di risposta.


    Mi rifugerò nella sfera politica continuando a lasciare per me il ricordo del lato più umano di quest’uomo. Generoso Simeone è stato un lungimirante uomo politico, un militante appassionato non solo in età giovanile, ma anche nella maturità dei cinquant’anni. E’ stato un giornalista di successo, pur preferendo agire e scrivere in un piccolo centro piuttosto che tentare le efferate battaglie a colpi di firma, proprie delle testate più in vista. Questa passione e questa purezza lo hanno aiutato nel compito di rendere politicamente non più periferica, ma centrale, una realtà minore come Benevento e le vittorie del MSI dal ’93 in poi ne sono state la dimostrazione. Generoso Simeone è stato un ribelle nel senso più pieno del termine, uno spirito libero, solitario nella corsa, cantore di una comunità di intenti capace ancora dopo lungo tempo di riunirsi e vivere solo in nome di un ricordo. Riprendendo Romualdi posso solo dire che la sua morte è stata dovuta al fatto che la sua anima non aveva pelle.






    Lei è una giovane estremamente volitiva che non si perde in azioni folkloristiche ed agisce nel territorio con l’Associazione: libri, conferenze, aggregazione. Quello che dovrebbero fare in ogni città chi si riempie il palato di roboanti proclami per poi disertare il pragmatismo. Quali risultati sta ottenendo?


    Se il mio impegno fosse dipendente dagli esiti dovrei lasciar perdere. Mi perdoni la battuta, ma credo che per chi con tenacia e convinzione combatta ogni giorno contro pregiudizi, omertà, invidia, rassegnazione e clientelismo non ci potranno essere mai dei risultati soddisfacenti, al sud in modo particolare. Abbiamo a fatica riunito una determinata comunità a Benevento, soggetta agli umori politici ed umani di qualsivoglia società moderna, che per ora va avanti diritta sulla strada scelta, da qui a diventare un punto di riferimento per un’alternativa concreta il passo è forse ancora lungo; anche perché chi realmente vuole questa alternativa? Non so. Certo è che vedere tanti giovani pronti a spendere le proprie energie per un’idea, il cui simbolo è un sole che illumina la nostra terra è emozionante. Sentire la loro passione, capire che hanno un senso ti dà la forza e il coraggio di andare avanti. E noi andiamo avanti, tenendo ben presente il fine e rispettando l’attuale mezzo per raggiungerlo.






    Oggi si parla molto e si agisce poco per la difesa delle radici dell’Europa. Secondo noi occorre una sinergia tra tutti i vari soggetti che lottano per questo. Ma è così?


    L’Europa, il vecchio continente, ha radici profonde, che vanno conosciute prima di essere difese. La questione a mio parere è tutta qui. Siamo preda dell’omologazione culturale dell’occidente globalizzato, il quale ha tutto l’interesse a fare dell’Europa un blocco monoculturale e a cancellarne il meraviglioso pluralismo, frutto di diverse esperienze storiche, religiose e linguistiche. Questo va evitato. Con una sinergia di gruppi che lottano per questo? Può essere una soluzione a patto che la rivendicazione di determinati gruppi non porti ad un diverso ma inevitabile altro tentativo di assimilazione culturale. Le premesse in questo caso sono importanti.






    Lei, assieme i collaboratori dell’Associazione, ha ospitato nella sede associativa la presentazione del libro curato dall’editore Freda, ”QUESTE LE PAROLE DI ZARATHUSTRA” di Friedrich Nietzsche . Poco tempo dopo, il Sindaco di Roma, Alemanno, ha annullato la Sala del Campidoglio dove si doveva tenere la presentazione di questo libro. Due stili opposti, Signora Marina, e che stili!...


    Qui parliamo di un uomo che dal ’63 fa l’editore confrontandosi con pregiudizi, ignoranza e indifferenza. Un uomo libero di essere quello che è, dalla cultura sottile, dall’intelligenza brillante e dall’aspetto austero. Franco Freda è un conoscitore del sottosuolo degli uomini, contro il quale esibisce da tempo come scudo il senso racchiuso nei suoi libri. “Queste le parole di Zarathustra” è uno di questi scritti. L’ultimo mirabile lavoro di Ar, parla dei vari aspetti del genere umano, di malriusciti, di malfattori, di tarantole e mosche, di funamboli, di predicatori di morte e tanto altro. In questa sfilata dissacratoria e divertente c’è anche l’immagine del sindaco di Roma Alemanno. L’uomo che non ha dimenticato cosa voglia dire subire le sferzate della democrazia.






    Nei Suoi interessi, uno mi ha colpito: “FACCIAMO PAGARE L’ICI ALLA CHIESA CATTOLICA”. Il “nostro” ambiente è stato sempre ammorbato, salvo rare eccezioni, da un servilismo politico verso la Chiesa. I beni catastali della Chiesa sono colossali e dovrebbero pagare…


    In Italia c’è la falsa credenza che non si deve parlare della Chiesa cattolica, possiamo dissertare sulle moschee, sull’islam o il buddismo, possiamo ridere dei pagani, ma non accusare i preti pedofili o criticare la gestione dei beni immobiliari di proprietà della Chiesa Cattolica. La classe politica ovviamente è ossequiente nei riguardi di uno dei tre poteri che governano l’Italia, ovvero il Vaticano; che sia per conquistarsi un posto in paradiso? Ci credo poco, forse solo perché è un braccio importante del sistema liberale. Mi piacerebbe che proprio chi predica carità e compassione in un momento di forte crisi per il Paese intervenga oltre che con le mense Caritas con qualcosa di più concreto come pagare una tassa sui beni immobiliari, con l’esclusione dei luoghi di culto, presenti sul territorio nazionale; ma credo che il mio rimarrà un desiderio inesaudito perché come Nietzsche ci ha insegnato il sentimento della compassione deve presupporre il Male e la povertà; altrimenti a che servirebbero le opere di carità?






    In Grecia il movimento di Destra “ALBA D’ORO” ha raccolto il 7% dei consensi. Un risultato esplosivo. In Italia i partitini destrorsi viaggiano sullo 0,50%! Lei cosa propone?



    La destra radicale è una tendenza politica esistente nelle forme del risentimento e dell’ emarginazione; così la definiscono i maggiori politologi italiani e non. Per cui la sua vita politica si svolge ai margini della politica ufficiale. In Italia la situazione peggiora per tre ragioni: la prima è che la destra radicale non ha leader carismatici in grado realmente di dare vita a progettualità concrete, molto spesso questi ultimi si rifugiano nel culto della personalità e tendono a proporre slogan triti e ritriti. Il secondo punto è che la destra radicale continua a sostenere un nostalgismo da cui si sono svincolate gran parte delle destre europee, non alla maniera finiana ovviamente. Il punto però fondamentale è che mentre nell’ambiente di estrema destra italiana si discuteva di chi ha rinnegato e di chi è rimasto puro, sono nate realtà altrettanto radicali nelle rivendicazioni, maggiormente coinvolgenti nell’estetica e nelle forme comunicative, in grado di assorbire l’elettorato dei delusi, in nome di un realismo non mostrato in altri ambienti e parlo quindi della Lega nord e del neo movimento di Grillo. La Lega Nord ora sta ansimando, anche se resistono delle roccaforti come Verona grazie al lavoro di uomini validi e amati dal popolo come Tosi, tuttavia al suo posto è già pronto il movimento cinque stelle di Gillo, pronto a cavalcare il momento dell’antipolitica. E Grillo è credibile, ha visibilità, non è rinchiuso nei paletti assiali di destra e sinistra. Cosa propongo? Se in Italia le destre estreme o radicali o populiste che dir si voglia decidono di risalire la fiumana del consenso, dovrebbero ripartire dall’ordinamento interno: usare estetica e linguaggio nuovi, stendere un concreto progetto e parlare in nome di quello, rappresentando in tal modo un’alternativa. Dovrebbero avere un rapporto con il territorio serrato, è lì che si giocano le nuove guerre della politica ufficiale è lì che si devono creare le riserve del potere, quindi del consenso. Il Nazionale dovrà rappresentare un coordinamento dei territori. La fortuna è che Grillo per ora è forte perché non vi è un avversario meritevole, ma il suo movimento manca di controllo, il pluralismo interno al Movimento cinque stelle è bello e significativo, potrebbe domani causarne la consunzione graduale e poi il progetto per ora è debole, si può ancora sgretolare. Insomma la partita è aperta, anche perché viviamo un momento difficile e in ogni momento difficile la radicalità si assume come rimedio al malanno.






    L’editoria di Destra, se vogliamo usare un termine assolutamente impreciso, ha un solare esempio ed insegnamento, nelle Edizioni di AR il cui catalogo mostra i gioielli di famiglia degli Indoeuropei. Da Gunher a Romualdi si seminano paradigmi. Molti sono i riferimenti che le AR hanno verso l’Ellade. Lei appartiene, geograficamente, alla Magna Graecia e culturalmente le Radici Elleniche fanno parte della nostra Nazione. Qualcuno, e noi concordiamo, ha azzardato il concetto che la Civiltà Politeista Ellenica sarà la tomba delle filosofie e religioni universaliste. Possiamo dire che la Cultura Greca attende alle Termopili gli eterni nemici dell’Europa: Marxisti, Cristiani, Materialisti, Atei? Insomma, il vero “Impero del Male” si infrangerà sui marmi di Sparta?


    Lo auspicherei, ma non nascondo un certo scetticismo. L’impero del Male ha indubbiamente esaurito il suo ruolo storico, soprattutto in alcune forme, quali il marxismo e il materialismo, sistemi fragili, sovrastrutture che hanno rinunciato alla struttura. Per quel che concerne ateismo e cristianesimo, la stessa accettazione di fede semplicemente posta da punti di vista opposti, il colpo è stato inferto, la caduta non sarà così immediata. Nietzsche diceva che due millenni di storia non fanno la storia, per cui il Cristianesimo è un semplice passaggio della nostra civiltà, finirà il tempo di Dio come è finito il tempo degli Dei Olimpici; quando accadrà non mi è dato sapere e se sarà il politeismo dell’Ellade a causarlo o la stessa assurda difesa di valori capitalisti e liberisti che avrebbe, in nome di quei principi che ha predicato, dovuto combattere, non posso indovinarlo. Certo è, che sarebbe bello poter assistere al revolvere della storia e a vedere proprio in questo momento di così grave sconvolgimento sociale l’Ellade risollevarsi, rigenerata grazie ad un nuovo patto con gli dei, da un nuovo “vedere” gli Dei.






    Stiamo vivendo un periodo di terrorismo finanziario, dove la Banca e la Plutocrazia (termine che dobbiamo usare sempre, a mio avviso: raramente avviene…) tengono sul filo del rasoio l’esistenza addirittura fisica dell’Uomo. Uno schiaffo ai Plutocrati è indubbiamente l’uscita dall’euro, cosa che “Ereticamente” sostiene. Lei è dello stesso avviso?


    Che cosa ha rappresentato l’euro per l’Europa? Ci hanno detto che l’euro era l’ultimo gradino per abbattere il concetto di “differenza”. Una moneta simbolo di un progetto di egemonia culturale e politica perpetrata dalle potenze occidentali plutocratiche. L’euro però non ci avevano spiegato che era basato su una menzogna: il fabbricare l’oro dal nulla e che avrebbe portato soltanto all’accrescersi delle disparità tra una oligarchia sempre più ricca e una massa sempre più povera, una disparità che se per ricchezza di spirito poteva anche andar bene, ma non per ricchezza economica. Ora l’uscita dall’euro ci aiuterebbe, ma l’importante è però il recupero della sovranità culturale e politica, altrimenti eliminato l’euro ci colonizzerà il “neuro” o qualsiasi altra moneta dal nome eloquente. Serve ridare allo stato sovranità monetaria e serve ancor più comprendere come non con questa semplice azione si possano risolvere i problemi economico –finanziari di questo folle sistema liberista, di cui da troppo tempo siamo vittime più o meno consapevoli.






    Quali sono stati, per Lei, i libri che più hanno inciso sulle Sue convinzioni?


    Le mie convinzioni sono state influenzate più dagli uomini che dai libri,però ci sono tre libri senza i quali probabilmente molte parti della mia radicalità sarebbero rimaste nascoste. Il primo è lo “Zarathustra di Nietzsche”, uno specchio del genere umano. Letto la prima volta all’età di 17 anni mi ha allontanato dal mondo, aiutandomi a rinnegare falsi maestri e a dimenticare un’ipocrita morale, così forte da noi al sud. Un libro delicato e terribile. Il secondo libro è sicuramente “Il fuoco di D’Annunzio”. Mi ha coinvolto per l’esaltazione della bellezza che ne traspira, accompagnata da un richiamo erotico e dall’orrore per il trascorrere una vita comune piatta, priva di quell’esaltazione e di quella baldanza giovanile che tra dolore e passione rendono la vita vera e intensa. Un altro testo e una altro autore a me caro è “Memorie dal sottosuolo” di Dostoevskij. Un romanzo anti-illuminista, nel senso dell’accettare i limiti della ragione dinanzi alla volontà umana. Il sottosuolo che poi Freud denominerà l’inconscio è il centro degli impulsi umani, che si manifestano nell’uomo, perché è l’uomo, evocatore di sentimenti “immorali”, ma umani troppo umani.


    A questi tre libri se ne sono aggiunti altri ovviamente ed hanno caratterizzato ed influenzato in modo diverso i mie vent’anni, tra i tanti ne vorrei citare due: “La ruota del tempo” di Brasillach e “La passione di Eva” di Pesson.


    Evola è arrivato dopo ed ha trovato una personalità già seminata da queste prime ondate di concime culturale di respiro europeo.






    I futuri impegni, culturali e politici, dell’Associazione?


    Stiamo per terminare la sessione primaverile della rassegna “Oltre le opposte convergenze. Esperimenti di (r)esistenza politica”, grazie alla quale abbiamo aperto a Benevento un dibattito trasversale su tematiche diverse del tipo “immigrazione”, “Invenzione del Mezzogiorno”, “Impero del male”. A settembre riaprirà la rassegna con la sessione autunnale e con nuove tematiche pronte ad essere messe in campo.


    E’ importante per noi in questo momento rimettere in discussione i valori del vivere civile, avendo la convinzione di poter abbandonare le deviazioni o costrizioni ideologiche, troppo logorate per rappresentare la soluzione. Il sud come polveriera d’Italia, un copione che può essere ancora scritto.


    A queste attività culturali siamo pronti ad affiancare visite guidate a giugno sui sentieri dei longobardi e i soliti tornei di calcio.


    Lo sport, la cultura, la natura, le carte che continueremo a giocare per conquistare una nostra posizione sul territorio, un territorio di guerrieri, da troppo tempo servo di colonizzatori iniqui, legittimati a governare dalla paura di chi non trova ancora la dignità di esistere.

    http://www.ereticamente.net/2012/05/...ta-marina.html
    Ultima modifica di Gianky; 15-06-12 alle 20:35
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  2. #2
    Ghibellino
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    Predefinito Re: Intervista a Marina Simeone

    Una intervista molto interessante. Conoscevo già Marina Simeone. Potrà essere la nostra Marine Le Pen?:giagia:
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

 

 

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