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    Toh Cazzo in Culo alla DC
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    Predefinito Terrorismo e tensioni sociali, l'opinione di CasaPound e Askatasuna

    “L’attentato a Adinolfi e quelli alle sedi di Equitalia? Ma siamo davvero sicuri che siano stati gli anarchici? E poi , non trovate quanto sia strano che le forze di polizia non siano in grado di riuscire ad identificare quei due soggetti che hanno sparato al manager ? I movimenti anarchici sono presenti da anni sul territorio e gli investigatori conoscono perfettamente tutti i simpatizzanti”. Chi parla è Simone Di Stefano, vice presidente di CasaPound Italia.

    CasaPound solleva dubbi sulle indagini ma anche sull’attentato al manager del Gruppo Finmeccanica, Roberto Adinolfi e persino sugli stessi movimenti anarchici che lo avrebbero rivendicato.

    “L’agguato al manager ma anche i singoli attentati alle sedi di Equitalia sembrano quasi una messa in scena per voler distrarre l’attenzione e aprire una voragine di tensione e paura tra i cittadini- spiega dettagliatamente a Panorama.it, Simone Di Stefano- e con la complicità dei media, che come al solito giocano un ruolo fondamentale, si sta creando un clima artefatto, quasi da guerra civile, dove il cittadino si aspetta da un momento ad un altro di veder spuntare da un tombino un terrorista armato. Certamente , non possiamo negare che il momento politico e economico che stiamo attraversando non sia difficile.”

    E’ molto strano, secondo CasaPound, che gli inquirenti non siano riusciti a identificare due soggetti che in pieno giorno e in pieno centro storico di una città come Genova, si siano resi protagonisti di un gesto così grave.

    “E’ troppo strano”, continuano a ripetere.

    Per CasaPound, infatti, questo “clima da guerra civile” serve a celare ben altro.

    “La strategia della tensione e del terrorismo- continua Di Stefano- è pilotata per zittire coloro che veramente vogliono fare qualcosa per uscire dalla crisi economica in cui versa il nostro Paese. Insomma per nascondere i veri movimenti politici e sociali che in questo periodo si stanno creando e si stanno adoperando positivamente per cercare di risolvere i problemi più gravi”

    Ed infine, il vice presidente di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, diventa ancora più esplicito parlando delle rivendicazioni anarchiche e soprattutto sugli obiettivi che sarebbero statio scelti per gli attentati.

    “Ci sembra oltremodo strano che un gruppo che si definisce anarchico o comunque legato a una visione socialista vada a colpire una azienda di Stato, insomma una società pubblica- prosegue Di Stefano – e lo faccia proprio quando le aziende di Stato sono nel mirino della grande speculazione finanziaria”.

    “Non è strano questo? Proprio quando tutti dovrebbero schierarsi in difesa di una realtà come Finmeccanica arrivano congiuntamente gli attentati e le inchieste giudiziarie.”

    Una strategia di attentati a “matrice anarchica” che, per gli esponenti di CasaPound fa solamente il gioco di alcuni Paesi stranieri che vorrebbero vedere economicamente ancor più piegata l’Italia e gli italiani e soprattutto delle grandi multinazionali che aspetterebbero di avventarsi sulle ricchezze del Belpaese.

    “ E prima su tutte, le multinazionali legate al settore energetico”, conclude Di Stefano.

    CasaPound: “Attenzione, gli anarchici non colpirebbero mai un’azienda di Stato”. - Italia - Panorama.it

    TORINO - Autistici, narcisisti, nichilisti. Soprattutto, vittime dei metodi di spettacolarizzazione dei media, gente che "si guarda l'ombelico pensando di fare altro, e magari se lo guarda in televisione, come sta facendo in questi giorni chi ha scritto la rivendicazione". Eccolo il giudizio di Askatasuna - il centro sociale che ormai è il vero cuore politico della protesta in val di Susa - sugli attentatori di Genova. Un giudizio duro, a tratti sprezzante. Un giudizio meditato: "Abbiamo voluto aspettare qualche giorno - dicono i militanti del centro - perché non ci piace entrare nel tritatutto dei media su quella storia".

    Se chi ha ferito Adinolfi sperava di raccogliere proseliti in val di Susa, è probabile che si sia sbagliato di grosso. Il giudizio del centro sociale torinese è venuto dopo una lunga serata di discussione. La fase è molto delicata. Ci sono stati arresti per gli assalti ai cantieri valsusini della scorsa estate, la pratica della violenza ha finito per ridurre l'area di consenso e sono molti quelli che temono l'appiattimento mediatico di quella violenza sull'attentato di Genova. L'equivoco sulle parole del ministro Cancellieri ("La Tav è la nostra maggiore preoccupazione") sembrava andare in quella direzione. Per questo lunedì sera era importante prendere una posizione: per smascherare il gioco e smarcarsi. "L'episodio di Genova non c'entra, non ha connessioni con le lotte della val di Susa e del resto d'Italia, da Napoli
    a Termini Imerese". E però, dice Askatasuna "l'eco del gesto di Genova può essere usato contro le lotte". L'attentato ad Adinolfi come una provocazione contro i movimenti?

    Il centro sociale torinese non attribuisce l'azione terroristica ad apparati deviati dello Stato: "C'è piuttosto la mano di chi è prigioniero del proprio autismo", dicono i militanti di Askatasuna, giudicando chi ha ferito il dirigente dell'Ansaldo "una vittima dell'individualismo esasperato", gente che "ha come unico interlocutore il grande satana dei media". Il ferimento di Roberto Adinolfi diventa così un'operazione mediatica, un modo per distrarre il movimento dai suoi obiettivi. Si spiega così il giudizio sprezzante sull'attentato al dirigente dell'Ansaldo: "In questi giorni si è fatto un gran parlare di un episodio di scarsa rilevanza politica, sociale e persino sanitaria".

    Sarebbe sbagliato pensare che questa posizione sull'attentato di Genova coincida con una revisione delle tradizionali posizioni di Askatasuna, che si pone certo, a differenza dell'area anarchica, il problema di ottenere consenso nell'opinione pubblica: "Sfatiamo il mito per cui cercare consenso equivale ad ammorbidire le posizioni", dicono i militanti del centro sociale torinese. Quel che conta, per quello che è diventato uno dei principali centri dell'area autonoma in Italia, è "riuscire a sperimentare mobilitazioni che incrinino rapporti di forza nella società". È la classica contrapposizione tra anarchia e autonomia, una storia lunga un secolo che oppone i sostenitori del gesto individuale e della propaganda del fatto ai teorici della lotta di massa e dell'allargamento del consenso. Sulla questione il giudizio di Askatasuna è lapidario: "Se non ci sono soggetti sociali ma monadi individualistiche, là dove regna l'autismo, non si pone il problema della vittoria".

    I duri di Askatasuna chiudono ai terroristi "Autistici e narcisisti, sono nostri nemici" - Repubblica.it

  2. #2
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    Predefinito Re: Terrorismo e tensioni sociali, l'opinione di CasaPound e Askatasuna

    Le opposizioni sociali più radicali, sia di 'destra' che di 'sinistra', respingono l'idea di terrorismo e lotta armata, che invece sembra fare più comodo a qualcun altro.....

 

 

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