Una citazione su tante, di Sandro Magister:
Anche su "Avvenire", il giornale dei vescovi italiani, all'inizio era così. Silenzio. O al massimo il misuratissimo auspicio al premier di eliminare "ombre" e "situazioni disagevoli per tutti".
Intanto però, tra i vescovi e dentro il clero e il laicato, la spinta a elevare una fiera protesta contro Berlusconi per certi suoi comportamenti contrari alla morale cattolica si faceva sempre più forte. E si scaricava soprattutto su "Avvenire".
A fine giugno, per due volte consecutive, il giornale pubblicò a fianco a fianco una coppia di pareri: nel primo caso di due editorialisti del giornale, Marina Corradi e Piero Chinellato; nel secondo caso di due commentatori esterni, Antonio Airò e il professor Pietro De Marco. La partita finì 3 a 1. Solo Chinellato si schierò per la denuncia pubblica "ad personam". Gli altri, con diversi argomenti, sostennero che si denuncia il peccato ma non il peccatore e che un uomo politico va valutato per quello che fa politicamente: per l'occupazione, la famiglia, la scuola, l'immigrazione, eccetera; non per la sua vita privata, che è di "foro interno".
La Chiesa, Obama e Berlusconi. La confusione al potere
Contro Prodi, per una timida apertura sulle coppie di fatto, fecero scatenare il Family Day (poi finito nel dimenticatoio); al pornocrate Berlusconi è stato sempre contestualizzato tutto.