Il 30 aprile 1982, a Palermo, veniva ucciso Pio La Torre, esponente di spicco del PCI siciliano. Con lui moriva anche Rosario Di Salvo, anch’egli impegnato in politica nel Partito Comunista. Quando l’antipolitica grillina arriva a dire che la ‘la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo’ è ancora piu importante ricordare quelli che hanno sacrificato la loro vita per difendere la ‘buona politica’.Palermo, una tiepida mattina di primavera. Rosario guida la Fiat 131. Pio è lì con lui, seduto; legge delle carte. Rosario imbocca via Turba, un “budello” dove ci si passa appena, vicino alla federazione del PCI, dove sono diretti. Ogni volta che imbocca quella via Rosario prova uno strano senso d’inquietudine. “E’ una via che sembra fatta apposta per un agguato”, ha detto un giorno, ridendoci su.
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La Fiat 131 si ferma, proprio di fronte alla caserma Sole. Due moto s’affiancono, partono dei colpi. Pio muore, poi tocca a Rosario. Il sangue sciviola lento, dall’auto al selciato, in quel budello che è via Turba, a due passi dalla federazione del Pci. Rosso come le bandiere che s’intravedono danzare nel vento.
(tratto da Giornalettismo)