Atene rinuncia a 4 aerei italiani. Ma non a quelli tedeschi e francesi

ATENE – La Grecia è in crisi e deve risparmiare. Sembra quasi ovvio, quindi, che rinunci a qualche spesa militare. E infatti la Commissione governativa Esteri e Difesa (Kysea) ha annullato l’acquisto di quattro aerei da trasporto C-27 che Atene aveva commissionato nel 2002 alla società italiana Alenia. Secondo fonti giornalistiche, otto dei 12 aerei sono stati già consegnati alla Grecia, mentre sono in corso trattative fra il governo di Atene e la società italiana per l’acquisto, al posto dei quattro velivoli, di materiale di ricambio per gli aerei già consegnati. Ciò, secondo fonti informate, dovrebbe far risparmiare alla Grecia circa 58 milioni di euro. Nulla di anomalo, quindi. Se non fosse che quando si tratta di aerei francesi e sommergibili tedeschi la Grecia non bada a spese.
Per capire il perché bisogna andare indietro di un po’ di anni, quando la Grecia spendeva soldi pubblici a go-go per le Olimpiadi, assumeva 760mila dipendenti pubblici, e truccava i conti pubblici. Nel 2001 era appena entrata nell’euro. All’epoca il primo ministro era Kostas Karamanlis. Ecco come ricostruisce quegli anni il Sole 24 Ore: “Fino al 2009 Karamanlis godeva di un grande appoggio del cancelliere tedesco Angela Merkel, intesa personale e politica cui seguivano forniture militari. Così Atene acquistò 170 carri armati Leopard (1,7 miliardi di euro) e 223 cannoni dismessi dall’esercito tedesco. Ma la storia interessante riguarda i sottomarini ThyssenKrupp: quattro, di ultima generazione ma che Atene non voleva più. L’ex leader socialista George Papandreou, subentrato nell’ottobre 2009 ai conservatori di Karamanlis, si oppone ma nel marzo del 2011 deve accettare l’acquisto se non vuole vedersi chiudere i rubinetti dei prestiti: così due sottomarini tedeschi, per di più malfunzionanti secondo una perizia greca che scriveva che non tenevano la rotta, al prezzo di 1,3 miliardi di euro, altri 223 carriarmati per 403 milioni di euro, più 60 caccia intercettori”.


“E Nicolas Sarkozy? Il presidente francese non vuole certo restare indietro, va in Grecia e presenta anche lui il conto se non si vuole che l’appoggio europeo contro la crisi venga meno. Un conto che si traduce in 6 fregate e 15 elicotteri (4 miliardi di euro), motovedette per 400 milioni”.



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