Irrilevanti
A stento a Gerusalemme ne hanno saputo qualcosa. Senza dubbio qualche giorno dopo qualcuno avrà chiesto, dimmi, che cos'era quella confusione l'altro giorno? E gli sarà stato risposto che avevano giustiziato un falso messia, crocefisso fuori dalle porte. Per poi attaccare discorso sui danni del terremoto, il tempo pazzo di questa primavera e il prezzo del pane.
Qualche settimana dopo è quasi tutto dimenticato. Il tempo sembra essersi rimesso al bello, i banditi hanno assalito una carovana e i discepoli di quell'uomo, ricordi, quello che hanno ucciso, come si chiamava, sono tornati in Galilea.
Niente di tutto questo importa o dice qualcosa al cittadino di Atene, di Alessandria, e tantomeno di Nanchino. La natura va avanti facendo il suo corso. Sorge il sole, i fiumi scorrono, i fiori sbocciano. Si nasce, si vive, si muore.
Un evento irrilevante, insomma. Facile da ignorare. Come un seme.
Facile da ignorare anche oggi. Anche oggi che quel seme ha messo radici, è cresciuto. Ieri sera tornavo dall'Adorazione e la gente affollava i bar, rideva, il vino sulla tavola, il cellulare in mano, ignara. La Pasquetta è più importante della Pasqua, è un giorno di vacanza per ragioni sconosciute. Cos'è che si festeggia? Un falso messia, crocefisso duemila anni fa.
Fosse una morte, sì, sarebbe irrilevante.
Ma è una Resurrezione che si ricorda. Un evento che spiega la vita dell'abitante di Gerusalemme e quello di Nanchino. Perché l'uomo non si accontenta di vivere, l'uomo è proprio colui che non si accontenta di vivere. Quando è uomo.
Si nasce, si vive e si muore. Ma non ci si ferma più qui, questa è la notizia. C'è altro. C'è un senso.
E il senso è
NON SIAMO IRRILEVANTI.
Buona Pasqua.
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Auguri di buona Pasqua a tutti voi, fratelli.