Orissa
Paradiso in Terra





Mappa fisica dell'Orissa




L’Orissa è particolarmente famosa come “terra dei templi” e numerosi riferimenti alla sua grande santità appaiono in diversi testi. Nel Brahma Purāna (26, 39-40), per esempio, i saggi chiedono a Brahma quale sia il più eccellente luogo sulla terra che conferisce virtù (dharma), amore (kāma), ricchezza (artha) e salvezza (moksa), e qual è il più eccellente di tutti i luoghi sacri? La risposta di Brahma a questa domanda che egli dichiara essere un resoconto tradizionale connesso ai Veda, è: Bhārata – il subcontinente indiano. In particolare sceglie Utkala (Orissa) e i suoi quattro grandi centri religiosi – Konaditya (Konarka, per la venerazione di Surya); Viraja (Jajpur, per la venerazione della Devi); Ekamra (Bhubanesvar, per la venerazione di Siva); e Puri (per la venerazione di Visnu) – considerando coloro che vi vivono come abitanti del paradiso, mentre gli stessi siti fruttano piaceri mondani e la salvezza su questa terra. Elogio similare, associato specialmente alla fama di Purosottama/Jagannatha, appare nei testi successivi, come lo Skanda Purāna (II.ii.626-8) dove ‘questa terra di Purusottama si dice sia ora Bhusvarga (Paradiso in Terra)’, o come nel Padma Purāna (VII.18.1-55) dove, entrando nel sacro luogo di Purosottama, tutti diventano Visnu. La grande santità dell’Orissa come ‘terra dei templi’ è riflessa anche negli scritti dei primi storici, come nel caso di James Fergusson il quale ha riconosciuto che ‘ci sono oggi più templi in Orissa che complessivamente in tutto il resto dell’Hindustan’. W. W. Hunter, scrivendo nel tardo diciannovesimo secolo, esprime le seguenti osservazioni riguardo l’Orissa:

Ogni città è piena di templi e ogni borgo ha il suo santuario…Risalendo il fiume Mahanadi ho notato che ogni isolotto roccioso, ogni tavolato in pietra che s’innalza sulle rive, era incoronato, non, come sul Reno, dal castello di un nobile, ma, dal tempio di qualche dio. Persino gli stranieri avvertono che stanno percorrendo un suolo sacro; e gli abitanti dei villaggi ancora raccontano come i distruttori d’immagini maomettani si ritirarono imbarazzati di fronte alla santità dell’Orissa. ‘Questa terra non è soggetto adatto alla conquista, o per gli schemi dell’ambizione umana’, esclamarono i vittoriosi generali di Akbar nel 1580, ‘appartiene agli dei’, da una parte all’altra è una regione di pellegrinaggio.




Tempio Siddheshwar




I culti Sakta/Tantra hanno giocato un ruolo principale nella religione e nella cultura dell’Orissa e persino oggi, come evidente nell’area della vallata Praci nel distretto di Puri, il culto Sakta permea fortemente alcune aree mentre lo stesso culto Jagannatha, in cui i modi di venerazione sintetizzano caratteristiche Vediche, Puraniche, Tantriche e tribali, è di origine tribale. Questo sintetismo religioso, evidente nella storia religiosa dell’Orissa, oltre al suo relativo isolamento e al suo forte carattere tribale, senza alcun dubbio aiutò nel promuovere l’iniziale sviluppo delle idee e dell’arte Sakta/Tantra. Prove archeologiche suggeriscono parimenti che l’Orissa deve aver giocato un ruolo primario nello sviluppo e nella diffusione della dottrina Tantrica Buddista, dei suoi concetti e simbolismi. Il contributo dell’Orissa al Vajrayana e della sua ramificazione, Kalacakrayana, e della loro varia iconografia, è assoluto, come Debala Misra ha dimostrato, e diverse fonti e/o leggende attribuiscono persino l’origine del Vajrayana all’Orissa mentre Uddyana, il primo dei quattro maggiori Pitha (centri sacri Sakta) citati nei testi Sakta/Tantra, potrebbe essere stato situato in Orissa. Mentre la maggior parte degli studi rispetto alle origini del Saktismo, e il concetto dei Pitha, si sono concentrati sull’area dell’India orientale di Bengala-Assam, dovuta probabilmente all’importanza successiva di Kamarupa e l’iniziale occupazione dell’area da parte dei Britannici, i contributi artistici e letterari dell’Orissa sono stati in qualche modo trascurati sino a data recentemente.




Tempio Maa Tarini




A parte i pochi testi citati che glorificano la santità dell’Orissa, la nazione era da più parti considerata esterna alla tradizione del Brahmanismo ortodosso e numerosi testi di fatto criticano le sue genti e le loro pratiche religiose. Nel Mahabharata, per esempio, è riportato che le genti di Kalinga (Orissa) non hanno religione, sono senza i Veda, senza conoscenza, senza sacrificio, e senza il potere di assistere all’altrui sacrificio, non accettando gli dei alcun dono da loro. Nel Baudhayana Dharmasutra buddista, l’Orissa è allo stesso modo considerata una nazione impura. Che l’Orissa fosse considerata un focolaio di pratiche esoteriche, includendo Pasupatismo e Saktismo/Tantrismo, sembra suffragato da alcuni commenti dispregiativi in altri svariati testi, come il Brahmanda Purana (2.3.14.31-3) dove, con Telingana (Andhra Pradesh) e il Sind settentrionale, era ritenuto inadatto all’esecuzione di Sraddha (rituale della sera). Inoltre pare fosse parimenti considerato un focolaio dei riti Vamacara come appare nel Tantrasara di Krisnananda Agamavagisvara del sedicesimo secolo, dove l’autore mantiene una posizione moderata verso il Tantra, cercando di riconciliarlo con la Tradizione Vedica e il varnasrama-dharma. Konarka e Viraja sono entrambi citati, assieme a diversi luoghi, come inappropriati per ricevere la diksa (iniziazione). Questa antipatia verso l’Orissa in questo testo è evidente anche nella classificazione dei guru, poiché le genti di Odra e Kalinga, come pure quelle dell’Andhra e del Kashmir, non sono inclusi in alcuna classe. Malgrado questo totale disinteresse e antipatia, i moderni studiosi hanno riconosciuto che il suo relativo isolamento è servito per farne ‘un ammirevole luogo di rifugio durante tutto il corso della storia indiana, come evidenziato da N. K. Bose:

Nelle pianure dell’India del Nord è così successo che ogni ondata di civilizzazione ha quasi cancellato tutte le tracce di quelle precedenti, ma in Orissa queste ondate forzarono la loro strada attraverso una barriera di colline e giungle di tribù senza cultura. La loro forza fu infranta, così quando raggiunsero il paradiso, erano così deboli da scontrarsi con le altre culture ed esistettero nello stesso luogo a fianco a fianco. Il fatto che le precedenti culture dell’India settentrionale sono preservate in Orissa in forma vivente, ha così reso il luogo importante per gli studiosi della storia indiana.



Tempio Lingaraj



Liberamente tratto dall' Introduzione di Tantra and Sakta Art of Orissa
di Thomas Eugene Donaldson, tre volumi interessantissimi, il terzo di sole immagini. Storia, testi e iconografia dei culti Tantrici dell'Orissa.