Negli ultimi diciassette anni mi sono impegnato a stiudiarlo, per tentare di capirlo, per cogliere qualche aspetto di lui che me ne indicasse la personalità, che mi desse elementi per giudicarlo. Dopo tutto, era il mio Presidente del Consiglio, anche mio. Dovevo essere soddisfatto, compiaciuto di lui? dovevo dispormi alla fiducia verso di lui? Sono stato più di diciassette anni a scrutarlo, approfittando di un'occasione che non si ripeterà presto, e spesso. L'aspetto è ilare, ma non nel significato positivo del termine, artefatto, voglio dire, nè simpatico. Non era antipaticissimo, peraltro, essendo smisurato anche nei sentimenti che suscitava. Aveva la flemma un po' terrona, della persona che, magari può tradire una certa difficoltà a non muovere le mani, con ampie traiettorie, anche imbarazzanti per chi lo vedeva, ma gesticolazioni di chi vuol ben essere attento a illustrare cio' che racconta. Si perdeva, a volte, in risposte sempliciotte, che tentavano la battuta, ma che, in questo tentativo, perdevano, a volte, il filo del discorso. Questa "perdita", comunque, lo rendeva più gradevole, conferendogli un grado di umanità che lo salvava dal grigiore della figura del professor Prodi perfetto che insegnava, senza entusiamare, ma che faceva cose che funzionavano. Ogni tanto faceva finta di essere una persona seria, per far pensare, ed acquisire consensi anche per questo suo modo di essere colloquiale. Politicamente, il personaggio, contrariamente a quanto diffusamente ritenuto, credo godesse di condizioni particolarmente favorevoli che lo agevolavano, lo supportavano non poco. Era riconosciuto, almeno, "il male minore" per tanti che prima di Berlusconi stavano meglio di come stanno adesso, "l"unica salvezza dal comunismo" per altri tanti che prima di Berlusconi non avevano mai visto un comunista al governo, poi grazie a lui si sono beccati D'Alema premier e Napolitano capo dello stato. E questo, per ora, prescindendo dal suo reale valore, ormai dopo 17 anni tutto verificato. Aveva la protezione ovvia di chi lo ha creato, Marcello Dell'Utri, e, di riflesso, godeva di tutta la tifoseria di Cosa Nostra. Poteva inoltre avvantaggiarsi della poca stima di cui godeva la classe politica, sostanzialmente non in grado di raccontarle grosse come faceva lui. Insomma poteva agire in condizioni di estremo favore, e quindi, non essendo capace di lavorare, ha fatto male. Naturalmente le politiche europee non lo hanno aiutato nonostante ai summit divertisse tutti con le sue battute e le sue mani sempre addosso. Non mi è mai piaciuto moltissimo, ma neppure mi dispiaceva. Boh!...Non so...
P.S. Fosse possibile, e sopruttutto se l'aspettativa non fosse assunta come assurda pretesa, il 3D gradirebbe giudizi da confrontare, si volessero esprimere, magari evitando solite inutili sbrigative antimontanità. (Rimandandole ad altra occasione, ovviamente).