Le “super-cazzole” di mons. Nunzio Galantino
“Pensiamo alla sacralità della vita. In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche, che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro” (mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all’Jonio e attuale segretario generale della CEI-Quotidiano Nazionale, 12 maggio 2014).
Eccellenza, se ad una persona viene negato il diritto di nascere, come si può difendere il loro diritto alla salute e al lavoro?
Che cosa vuol dire “qualità delle persone”? La dignità di ogni persona non viene forse dell’essere stati creati ad immagine e somiglianza di Dio? Oppure solo una persona in salute e che lavora è perfettamente, diciamo, qualitativa?
Le “sentinelle in piedi”, forse saranno inespressive, ma, a differenze di molti “cattolici adulti”, stanno lottando per la difesa della sacralità molto più che di certi “attivisti da sacrestia” che riducono tutto a futile lotta politica. O forse Lei crede che pregare non possa risolvere la piaga dell’aborto? E pensare che un certo qualcuno, circa 2000 anni fa, ha detto che un granello di fede può smuovere le montagne…
“Vogliamo chiedere scusa ai poveri per averli lasciati tante volte soli per strada. C’è allora l’impegno della Caritas nel vedere cosa significhi oggi chiedere scusa ai poveri. [...]. Poi, chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono” (Radio Vaticana, 11 giugno 2014).
A chiedere scusa ai poveri fate bene, perché vengono aiutate solamente le categorie “protette”, in particolare quella degli immigrati clandestini e dei rom. Parlo per esperienza personale diretta. Per questo, da qualche anno, ho smesso di dare l’8×1000 alla CEI, pur non mancando mai di destinare quello che posso all’obolo di San Pietro.
Domanda: cosa vuol dire “esperienza religiosa”? Non si tratta semplicemente di una questione terminologica. Il Vangelo non è un’esperienza religiosa, ma la vera fede nel Dio vivente che i cristiani devono addirittura “incarnare”, altrimenti si tratta di sentimentalismo soggettivista che lascia il tempo che trova.
E io non chiederò mai scusa ai non credenti per averli “infastiditi”. Anzi, per ogni cattolico dovrebbe essere un motivo di vanto, perché vuol dire che non è diventato irrilevante e che sta veramente annunciando il messaggio evangelico. Nostro Signore stesso ci ha avvisati che il mondo ci avrebbe odiato, perseguitato e calunniato. Infatti, nei vangeli, non c’è scritto da nessuno parte: “Andate, fate partecipi tutti della vostra esperienza religiosa e non infastidite nessuno”.
Non chiederò mai scusa a nessuno di essere cattolica, ma ogni giorno chiedo perdono a Dio di non esserlo abbastanza.
Le ?super-cazzole? di mons. Nunzio Galantino
Sua Eccellenza chiede scusa. “Scusateci, siamo cattolici… ma non vogliamo infastidirvi”
Nuove sconcertanti dichiarazioni di Mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e segretario della CEI: “… chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono…”
di Andrea Mondinelli
Oggi ho sentito a Radio Maria il notiziario delle 13.30 e ad un certo punto il conduttore del radio giornale, parlando della futura visita del Papa a Cassano sullo Ionio, ha accennato alla preparazione che la diocesi di mons. Nunzio Galantino, neo segretario della Conferenza Episcopale Italiana, sta intraprendendo in attesa dell’incontro: “all’interno della “missione scusa” dobbiamo imparare a chiedere scusa ai poveri, ai giovani, ai ragazzi ed ai non credenti”. Scusa ai non credenti, forse per il fatto di essere credenti? È proprio così: sono andato a fondo ed ho trovato l’intervista a Galantino che spiega:
“Poi, chiedere scusa ai non credenti perché tante volte il modo in cui viviamo la nostra esperienza religiosa ignora completamente le sensibilità dei non credenti, per cui facciamo e diciamo cose che molto spesso non li raggiungono, anzi li infastidiscono. Quindi, anche noi sul piano pastorale dobbiamo rivedere certi comportamenti, rivedere il modo con cui esprimere la nostra esperienza religiosa”.
Come contemporaneamente si riescano a fare e dire cose che non raggiungono i non credenti, ma, comunque, l’infastidiscono è un vero mistero! Cosa significa “rivedere il modo con cui esprimere la nostra esperienza religiosa”? Non pregare pubblicamente il Santo Rosario con l’inespressività dipinta sul volto? Evitare la processione del Corpus Domini? Boh!
Mi viene in mente una fulminante frase del teologo francese Louis Bouyer, che così tracciava la sintesi di mezzo secolo di prassi pastorale nel suo Paese:
“Il cattolico ‘militante’ degli anni 30 e 40 si proponeva la conquista. Dopo la guerra ha ripiegato sulla testimonianza. Con i preti operai ha tentato la presenza. Dopo il Concilio ha scoperto il dialogo. Poi ha cominciato a dire che voleva limitarsi a far compagnia. E adesso teorizza la necessità dell’assenza. Così il cerchio si è chiuso, finendo nel nulla”.
Sua Eccellenza chiede scusa. ?Scusateci, siamo cattolici? ma non vogliamo infastidirvi?* -* di Andrea Mondinelli | Riscossa Cristiana
Francesco 'uomo dell'anno' per Vanity Fair
Papa Francesco eletto "uomo dell'anno" da Vanity Fair, che dedica al Pontefice la copertina con il titolo "Francesco papa coraggio". "I suoi primi cento giorni lo hanno già messo in testa alla classifica dei leader mondiali che fanno la storia. Ma la rivoluzione continua", sottolinea il periodico, che ha raccolto alcune testimonianze sul papa arrivato dalla "fine del mondo".
Per Erri De Luca, "Francesco va col suo panno bianco che svolazza al vento come un fazzoletto di saluto. Va dove le vite dei naufraghi hanno ricevuto l'accoglienza del filo spinato".
Elton John, dice che "Francesco è un miracolo di umiltà nell'era della vanità. Spero che sappia far arrivare il suo messaggio anche oltre, fino ai più emarginati della società... Penso, per esempio, agli omosessuali".
La scrittrice Dacia Maraini racconta a Vanity Fair che "anche le donne si aspettano molto da lui. E il mondo delle donne della Chiesa è vastissimo. Ma direi che anche le donne fuori della Chiesa si aspettano maggiore rispetto per i loro diritti, e comprensione per le loro richieste. Dio è anche donna, no?".
Incontro interreligioso in Vaticano
di Patrizia Stella
Durante l’incontro interreligioso svoltosi il mese scorso a Gerusalemme si è notato che il crocifisso che Papa Francesco tiene appeso al collo con una catenella era opportunamente infilato dentro la fascia bianca perché non si notasse, e così pure quello di altri Prelati era ben nascosto dentro la camicia. Inoltre si è visto Papa Francesco prostrarsi riverente ai piedi del Rabbino al quale ha baciato la mano quasi in segno di sottomissione, ben oltre le esigenze della normale prassi, fatto che ha suscitato domande e preoccupazioni tra i fedeli, almeno tra quelli che vanno oltre alle apparenze puramente superficiali di un incontro tra i popoli e le religioni.
Domenica 8 giugno, inoltre, nello scambio delle visite qui in Italia, nei giardini del Vaticano, in un clima davvero glaciale, formale, senz’anima, le autorità del Vaticano hanno provveduto in tempo, come hanno riferito i reporter, alla rimozione di tutti i segni sacri dai luoghi di passaggio, soprattutto dei crocifissi, compresi dipinti e statue delle varie Madonne per non suscitare reazioni spiacevoli da parte dei rappresentanti delle altre religioni.
Eppure Gesù nel Vangelo parla chiaro: “Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” e vedersi rifiutati da Dio nel giudizio finale è l’unica vera disgrazia che possa capitare all’uomo.
Infatti Gesù non ha detto agli Apostoli: “andate e dialogate”, bensì: “Andate ed evangelizzate tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” nella certezza che la vera pace, l’unità e la concordia sono conseguenza diretta del compimento fedele della Parola di Dio rivelatasi in Gesù Cristo e non in un Dio vago e generico che possa accontentare un po’ tutti!
La grande menzogna consiste nel credere che per avere la pace, (che al massimo significa avere salva la vita perché per tutto il resto saremmo sempre schiavi dei nemici di Cristo), sia necessario abiurare la nostra fede cattolica, detronizzando Cristo e la vera Chiesa!
A che serve la pace se per ottenerla dobbiamo seppellire, assieme alle armi, anche il nostro onore, la nostra fede, la nostra cultura, le nostre tradizioni, i nostri affetti compresa la nostra famiglia?
Ma il colmo dello sconcerto sta proprio nella scelta del giorno per tali incontri, che è la Pentecoste, giorno solenne per il cristiano perché ricorda l’effusione per eccellenza dello Spirito Santo con la nascita della Chiesa, dopo l’Ascensione di Gesù al cielo.
Organizzare tale incontro di pace a livello mondiale proprio in una delle feste più solenni per la Chiesa cattolica significa eliminare o per lo meno emarginare la Liturgia della Chiesa come “Azione di Cristo” per ridurla ad “azione degli uomini”.
Infatti si è iniziato col trasformare il Giovedì Santo, giorno dell’istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio nel giorno “della lavanda dei piedi ai poveri”, dove tutto il resto diventa secondario, e adesso la festa di Pentecoste rischia di passare alla storia, non più come il giorno dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente, bensì come il giorno “dell’incontro interreligioso per la pace”. E infatti come risultato abbiamo le bombe atomiche russe e americane che minacciano l’umanità, in barba a tutti gli incontri interreligiosi del mondo!
Quale pace crediamo di raggiungere, quale prospettiva di benessere economico e sociale pensiamo di realizzare senza il nostro Gesù, Via, Verità e Vita, vero Dio e vero uomo? Quel Gesù che è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e la fine dell’universo intero, davanti al quale si inginocchiano gli Angeli e i potenti della terra, quel Gesù che ci rende liberi e ci ama personalmente fino a dare la sua vita in croce, che ci perdona e accoglie sempre, che ci ha donato, assieme al Padre e allo Spirito Santo, un mondo stupendo da godere qui in terra assieme alla partecipazione alla sua vita divina, preludio della Vita Eterna!
Cosa crediamo di realizzare senza Maria, la sua Santissima Madre, l’unica che ha il potere di calpestare Satana e le sue insidie?
Il nostro silenzio su fatti così gravi potrebbe essere colpevole, perché rischiamo di diventare “complici del maligno” in quanto convalidiamo, anche se inconsapevolmente, le strategie proposte dal “Nuovo Ordine Mondiale” che ha deciso di intronizzare il principe delle tenebre, Lucifero, il quale ci porterà dritti all’inferno dove “sarà pianto e stridore di denti”. E con la vita eterna non si scherza!
Ma allora che fare, viene da chiedersi con seria preoccupazione, vista la realtà di totale rifiuto di Cristo e di progressiva persecuzione che è sotto i nostri occhi! Quando nei vari periodi della storia dell’umanità si prospettano tempi bui dove si tocca con mano la nostra impotenza, noi cristiani dobbiamo vivere le virtù eroiche nella consapevolezza di avere sempre “un asso vincente nella manica” che è la fiducia nel Signore Gesù, al quale dobbiamo ripetere molte volte durante il giorno “Gesù, confido in te, vieni presto a liberarci, noi vogliamo essere fedeli alla tua Chiesa, quella di sempre, quella dei martiri, quella che non tradisce. Gesù, Giuseppe e Maria salvate la Chiesa, così sia!”
INCONTRO INTERRELIGIOSO IN VATICANO - di Patrizia Stella
Preghiera neutra a un dio “multiforme” in un Vaticano sincretista
di Xavier Celtillon
I presidenti palestinese, Mahmoud Abbas, e israeliano, Shimon Peres, hanno risposto favorevolmente all’invito di papa Francesco a ritrovarsi in Vaticano per pregare per la pace.
L’avvenimento ha avuto luogo questa Domenica 8 giugno, festa della Pentecoste.
Dopo la morte di Cristo, gli Apostoli si nascondevano, paralizzati dall’idea di dover sacrificare la loro vita per Colui che tuttavia avevano riconosciuto come loro Dio e che avevano seguito per anni. Pietro, loro capo, lo aveva rinnegato tre volte. Tommaso non vi credeva più. Così, quelli stessi che avevano assistito a tutti i miracoli di Cristo si trovavano rinchiusi nel Cenacolo per la paura: gli Ebrei li cercavano per metterli a morte.
Ora, in questo giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo discende sugli Apostoli e riempie le loro anime dei sette doni: Saggezza, Intelligenza, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio. A partire da allora, gli Apostoli, fortificati, escono e predicano il Vangelo della Vita, parlano diverse lingue, sfidano le folle, compiono i miracoli. E quasi tutti finiranno martiri e verseranno il loro sangue per la fedeltà a Cristo.
Ed eccoci a quest’8 giugno 2014: il Vaticano II, “il gran Concilio dell’apertura della Chiesa al mondo”, si è già svolto sul posto… Non si predica più, si dialoga. Cristo non è più «la Via, la Verità, la Vita» (Gv. 14, 6), perché d’ora in poi ognuno è chiamato a nulla rigettare “di quanto è vero e santo in queste religioni” e a considerare “con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine” (Vaticano II, Nostra aetate, 2).
È dunque in questo giorno di Pentecoste che hanno avuto luogo “le invocazioni per la Pace” proposte da papa Francesco. E nel 2014, “essere insieme per pregare” – una sottigliezza che vedremo più avanti – si rivela cosa molto complicata: né un venerdì, giorno di preghiera per i musulmani, né un sabato, Shabbat per gli Ebrei. Caspita! Naturalmente qualunque luogo con venature cristiane sarebbe stato offensivo. Evidentemente! E per di più non si tratta neanche di pregare volti a Est, perché a Est vi è la Mecca!
Ogni preghiera non deve ferire il vicino, non si dimentichi che si è qui per la pace!
E uno degli organizzatori, il francescano Pierbattista Pizzaballa, ci rassicura: “non si prega insieme, si è insieme per pregare”. Come se questo genere di precauzione parolaia, tanto ridicola quanto ipocrita, potesse impedire in un qualche modo l’affermarsi dello spirito relativista e sincretista.
Come se la preghiera dell’Islam, religione falsa e persecutoria dei cristiani, potesse essere gradita a Dio!
Come se la preghiera di un giudaismo che ha rigettato e messo a morte il Messia, potesse trovare una qualche eco favorevole nell’eternità!
Certuni troveranno critiche queste righe: è facile denunciare quello che fa Bergoglio, ma che fare in una situazione così complessa in cui due popoli si affrontano da decenni? Non è normale che la Chiesa tenti di far valere tutto il suo peso per far progredire verso una soluzione pacifica?
Certo! Ma perché la Chiesa conti qualcosa, occorre che sia se stessa, che faccia il suo lavoro, che è quello di proclamare il Vangelo, di inviare degli apostoli per convertire a Cristo i popoli della Terra. La Chiesa è stata forte e potente solo quando ha inviato nel mondo migliaia di missionarii, non per discutere o dialogare, ma per convertire, con l’aiuto dei doni dello Spirito Santo.
E soprattutto, che gli uomini di Chiesa non dimentichino che la Chiesa è uno strumento nelle mani di Dio.
La sua vera forza risiede nell’intercessione presso il Principe della Pace e non nell’organizzazione di una “invocazione per la pace” a un dio che non si sa se è giudeo, musulmano o marziano.
Non è con una preghiera neutra ad un dio “multiforme” in un Vaticano sincretista che si otterrà la pace.
Preghiera neutra a un dio “multiforme” in un Vaticano sincretista - di Xavier Celtillon
LA “PREGHIERA PER LA PACE” PRESSO I GIARDINI VATICANI
by ricciotti
Bergoglio, domenica di Pentecoste 2014, ha “pregato” in Vaticano “per la pace”, durante un incontro aconfessionale, dai media spudoratamente definito interreligioso, i cui partecipanti sono stati: 1) Bergoglio in rappresentanza di se medesimo e del modernismo; 2) il patriarca scismatico Bartolomeo I (ibid.); 3) il presidente israeliano Shimon Peres (in rappresentanza dei talmudisti); 4) il presidente palestinese Mahmoud Abbas (in rappresentanza della setta dei maomettani).
Il sito web del Vaticano ha reso disponibile il testo integrale delle “preghiere” offerte ed ha sostenuto che si è pregato per lo stesso vero Dio, ciò naturalmente è una menzogna colossale condannata da Dio (Rivelazione) e dalla Chiesa (Definizione).
Su tre sedie identiche, questo per simboleggiare la presunta uguaglianza della nostra vera religione con le altre false, nonché la presunta uguaglianza dell'Istituzione divina (che secondo i media e gli "una cum" Bergoglio rappresenta "in atto") e di quelle umane, si è letto qualche opuscolo probabilmente cosmopolita ed antropocentrico.
L’Ansa riferisce: “i quattro protagonisti di questo evento senza precedenti si sono trasferiti su un pulmino bianco nell’area scelta per l’invocazione di pace, neutra, senza simboli religiosi che potessero urtare le diverse fedi”.
Tutti i simboli religiosi durante il tragitto sono stati rimossi. Nel contempo, il giorno prima, a san Pietro si festeggiava con sobrietà Bergoglio e la sua religione.
Secondo il sito del Vaticano: “Un momento storico, un’immagine indelebile: l’incontro di preghiera in Vaticano con Francesco e i presidenti israeliano e palestinese, Shimon Peres e Mahmoud Abbas, alla presenza del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e del custode di Terra Santa padre Pizzaballa. Le invocazioni sono risuonate in lingue diverse, ma tutte rivolte alla richiesta di pace in Medio Oriente. Dopo i discorsi di Francesco e dei due presidenti, è seguito l’incontro privato”. Ancora: “Bergoglio ha quindi chiuso con una preghiera per chiedere l’intercessione della Madonna e che la parola ‘pace, shalom, salam’, diventi stile della nostra vita”. Va ricordato che i leader coinvolti sono perfettamente a conoscenza della falsità dei loro rispettivi credi, e ciò fa capire chiaramente che pregano divinità differenti, poiché Dio è Uno e Trino, ben si Rivela e la Chiesa ugualmente bene definisce la Verità da credersi ed anatematizza l'opinione contraria.
La ?Preghiera per la Pace? presso i Giardini Vaticani | Radio Spada
La “nuova Pentecoste” di Bergoglio
Pensieri in libertà di un fedele cattolico
La Pentecoste di quest’anno 2014, molto probabilmente, rimarrà nella storia della Chiesa come una data memorabile: 8 giugno 2014, il giorno in cui la casa di Pietro a Roma è stata violata dalla volontà di ridurre a niente la festività che ricorda la nascita della Chiesa di Cristo per espresso intervento dello Spirito Santo.
Sarebbero così passati 1981 anni dalla data di fondazione della Chiesa e la cosa curiosa è che questo numero 1981, ridotto in ragione di 9, dà 1, ad indicare, - ironia della sorte! - il primo anno della “nuova Pentecoste” in cui la Chiesa subisce “umanamente” una riduzione a niente, con la trasformazione della festa della Pentecoste nel giorno dell’incontro in Vaticano del capo dello Stato vaticano con il capo dello Stato ebraico e il capo dello Stato palestinese.
Tutto sembra legarsi, la Pentecoste avvenne in Palestina e 1981 anni dopo si incontrano in Vaticano, la Palestina d’elezione, i tre capi di Stato che a loro modo rappresentano ancora la Palestina; e si incontrano per sancire la fine della Pentecoste originaria e l’inizio della “nuova Pentecoste”; e si riuniscono proprio in nome di una Palestina che ha perduto le connotazioni soprannaturali per essere stata immersa nella naturalità umana. E questi tre capi di Stato si incontrano per pregare ognuno a suo modo per la pace in Palestina. Quale Dio? Per quale pace?
La pace di una novella Palestina che non sa più niente della Pentecoste ed è diventa il simbolo della fine di un ciclo e dell’inizio di un altro: la Chiesa conciliare nata dal Vaticano II, dopo 49 anni di gestazione, ha finalmente partorito la “nuova Pentecoste” come incontro di preghiera ebraica-cristiana-musulmana per la pace nella nuova Palestina sconquassata dalla furia devastatrice degli uomini che prevaricano gli uni sugli altri: la pace dei vivi che sono morti.
La Pentecoste originaria rappresentò il punto di partenza della pace di Cristo che permetteva agli uomini di condursi alla beatitudine del Cielo, la “nuova Pentecoste” di Bergoglio rappresenta il punto di partenza della pace umana che dovrebbe permettere agli uomini di raggiungere l’appagamento sulla terra: all’originario “nuovo mondo” soprannaturale viene sostituito l’attuale “nuovo ordine mondiale” voluto in terra per la terra: alla Pace di Cristo si sostituisce la pace dell’uomo.
Ed è curioso che questa “nuova Pentecoste” nasca oggi come dato di fatto a fronte della “nuova Pentecoste” ideale immaginata dai fautori e dai realizzatori del Vaticano II. Se il Vaticano II diede l’avvio alla “nuova Pentecoste” della nuova Chiesa conciliare, oggi Bergoglio ha portato a compimento questo progetto: la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli oggi è stata sostituita dalla messa a dimora di tre piante d’ulivo in Vaticano, a simboleggiare la sostituzione dell’opera dello Spirito Santo col lavoro dell’uomo.
Il capovolgimento è totale e l’affermazione della nuova religione dell’uomo che pretende di soppiantare la religione di Dio ha oggi la sua data e il suo luogo di nascita formali: Roma, Città del Vaticano, 8 giugno 2014.
Leggendo qua e là, difficilmente si nota l’attenzione per la scelta del giorno liturgico di Pentecoste per lo volgimento di questo evento profano sacrilego e demagogico, eppure la cosa riveste un’importanza capitale. Se Bergoglio non ha fatto caso alla coincidenza del giorno, vuol dire che non sa neanche cos’è la Pentecoste. Se Bergoglio invece lo sa e l’ha fatto apposta, vuol dire che ha volutamente inteso suggellare la fine del valore soprannaturale della Pentecoste e l’inizio di una sua mera portata naturale.
La “nuova Pentecoste” di papa Bergoglio - Pensieri in libertà di un fedele cattolico
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