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    Predefinito Fukushima, quante bugie... Il disastro continua

    Fukushima, mangi

    Eccesso di fiducia.

    Lui ci credeva davvero, infatti aveva mangiato davanti alle telecamere verdure coltivate vicino alla centrale nucleare danneggiata a FUkushima lo scorso mese di marzo Otsuka Norikazu, presentatore della tv giapponese, ha a leucemia linfatica acuta.

    Con il suo gesto l'anchorman aveva voluto rassicurare i giapponesi che non c'era nessun rischio per la loro salute.

    Lui si era fidato delle autorità che avevano cancellato il divieto di mangiare prodotti alimentari, come il latte e le verdure che provenivano dalle aree contaminate.

    Voleva dimostrare che ci si poteva fidare e lo fece con una dimostrazione pratica: mangiò in diretta tv verdure di Fukushima.

    Ma pochi giorni dopo i medici gli hanno comnicato l'infausta notizia della malattia.

    25/11/2011

  2. #2
    calici amari
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    Predefinito Rif: Eccesso di fiducia nucleare

    .


    Chi resterà in silenzio in attesa dei prossimi disastri nucleari degli impianti di quarta generazione, definiti sicuri?
    Intanto, c'è chi dice NO!!!

    .
    Ultima modifica di Regina di Coppe; 11-03-21 alle 22:04
    Corpo sano in ambiente sano.

    Chi avvelena una persona per vendetta viene condannato per veneficio.
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  3. #3
    calici amari
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    Predefinito Rif: Eccesso di fiducia nucleare

    .


    Giappone, fuoriuscita acqua radioattiva nella centrale di Genkai - Mondo - La Presse


    Ora non si potrà più trovare la scusa del terremoto come causa straordinaria di fuoriuscita di acqua radioattiva dalle centrali nucleari.
    Questi impianti non sono affatto sicuri.
    Anche se non c'è stato alcun morto, l'economia locale ne risentirà moltissimo, per il rischio tossicità.
    E' già successo a Fukushima.
    Anche se minimizzano i danni, a Genkai si potrebbe ripetere lo stesso scenario.


    .
    Ultima modifica di Regina di Coppe; 13-12-11 alle 19:00
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  4. #4
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    Predefinito Fukushima, quante bugie... Il disastro continua

    Fukushima, un anno dopo. Quante bugie ci hanno detto sul nucleare
    Berlino ha la terza bolletta più appesantita d’Europa per il dietrofront post-tsunami. ThyssenKrupp ha ceduto a Outukumpu il sito di Krefeld, e i finlandesi hanno chiuso: il costo dell’energia non conviene.

    Pubblichiamo l'articolo di Oscar Giannino che appare sul numero 09/2012 di Tempi in edicola questa settimana.

    L’11 marzo sarà un anno dallo tsunami che si abbatté sui tre reattori in esercizio dei sei componenti la centrale nucleare Dai-ichi a Fukushima. Mi sottraggo volentieri alla gara catastrofale alla quale assisteremo sui media italiani. Scrissi allora per primo in Italia una stima della tenuta dell’impianto, a poche ore dal sisma e dallo tsunami che provocarono 15.848 morti accertati e oltre 3.300 ancora dispersi. L’impianto, pur anziano e non tarato per eventi di quella intensità, mostrava di aver retto abbastanza bene. Me ne vennero migliaia e migliaia di mail di insulti. Eppure, a distanza di un anno, non una sola vittima si deve all’incidente nucleare. La zona di evacuazione resta di 20 chilometri di raggio, decine di operatori della Tepco (l’azienda che gestisce l’impianto, ha perso 6,2 miliardi di dollari nel 2011) hanno assorbito, nei turni per contenere i danni, radiazioni pari al massimo consentito in numerosi anni di esposizione ordinaria, l’inquinamento marino da radionuclidi resta monitorato. Purtuttavia, ripeto: non UNA sola vittima. Io non ho cambiato idea. Non me ne importa un fico che mi ridano dietro. Penso che abbiano fatto bene Stati Uniti, Francia e Cina e altri 26 paesi a non deviare dai programmi nucleari. In Italia sappiamo com’è andata, nel referendum di poche settimane successivo.

    Invece, ho vinto un’altra scommessa. A Radio24, agli ascoltatori ed esperti che mi trattavano da matto indicando la lista di paesi che avevano cambiato idea dopo Fukushima, a cominciare da quella Germania che spesso cito come esempio di virtù e che comunque è l’euroleader, replicai a un certo punto che in capo a un anno avrebbero cambiato idea di nuovo. A giudicare dai giornali tedeschi, la scommessa è vinta. Angela Merkel fermò subito i sette reattori più vecchi. Per poi, a fine maggio 2011, decidere l’uscita dal nucleare nel 2022, con tanto di ratifica dei due rami del Parlamento tedesco. L’obiettivo era di coprire tale quota sia tramite ottimizzazione e riduzione dei consumi del 10 per cento entro il 2020, sia aumentando la produzione da rinnovabilli. Già a giugno 2011 Angela Merkel ha dichiarato al Bundestag che, per garantire la sicurezza energetica nel prossimo decennio, la Germania avrà bisogno di almeno 10 GW, e fino a 20 GW di capacità addizionale, il più dei quali da carbone e gas. Senonché era un conto impostato sulla mera stima della capacità di generazione aggiuntiva. In realtà è molto più salato. Perché prima le centrali atomiche germaniche erano in prossimità dei concentramenti produttivi energivori. Ora la Germania ha scoperto che occorrono altre decine di miliardi di investimento sulla rete ad alta tensione, sugli accumulatori ad alta potenza, dal nord verso il sud e da est verso ovest. Sull’ultimo Spiegel potete leggere l’acrimonia con cui gli energivori tedeschi mettono nel mirino l’uscita dal nucleare. La bolletta energetica più pesante in Europa per il “no” post-Fukushima è della Danimarca, poi viene l’Italia. Ma al terzo posto viene la Germania, con un più 16,5 per cento. ThyssenKrupp, il maggiore produttore di acciaio tedesco, ha ceduto ai finlandesi di Outukumpu siti come quello di Krefeld. E subito i finnici hanno deciso di chiudere perché il costo dell’energia tedesco non conviene oggi e tanto meno converrà domani. Per i liberali della Fdp, contrari all’uscita dall’atomo, la deindustrializzazione tedesca è solo all’inizio. «Costi e offerta energetica sono diventati il primo rischio a minare la localizzazione di industrie in Germania», dice Hans Heinrich Driftmann, presidente delle Camere dell’industria e del commercio.

    In Italia il ritornello verd-ambientalista è che la Germania sia il modello da seguire per la sua leadership tecnologica nelle rinnovabili, nonché per le ricadute occupazionali. Non è così. Lo Spiegel non è una testata di destra, ma scrive che non c’è segno dell’atteso miracolo verde. Molte aziende produttrici di turbine eoliche e pannelli solari chiuderanno, ora che il governo si è convinto a ridurre del 30 per cento gli incentivi. Non è stato facile. Per mesi si sono guardati in cagnesco, il ministro dell’Ambiente Norbert Röttgen (Cdu) e quello dell’Economia Philipp Rösler (Fdp). Röttgen era contrario ai tagli dei sussidi alle rinnovabili chiesti da Rösler. Ora ha vinto il liberale, ma per mesi la Germania non ha votato a Bruxelles sulle questioni energetiche, col governo spaccato a metà. Gli impianti ormai cominciano a chiudere. A Krefeld, dicono, il costo del chilowattora è triplicato rispetto al 2010. Analoghi problemi per tutti i gruppi attivi nella lavorazione dell’alluminio, del rame, delle leghe metalliche. Il ceo di ThyssenKrupp, Heinrich Hiesinger, dice che l’obiettivo non è di tornare al nucleare ma di ancorare lo sforzo tedesco a prezzi ed eventualmente anche a sussidi europei – sussidi, la terribile parola “greca”!

    Bene, allora: un’altra scommessa, nell’anniversario di Fukushima. Vediamo che cosa davvero decide la Germania, appena passate le elezioni nella primavera 2013. Solo noi sbagliamo, risbagliamo e poi risbagliamo ancora peggio, o i tedeschi ci terranno compagnia?

    Fukushima, un anno dopo. Quante bugie ci hanno detto sul nucleare | Tempi
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  5. #5
    calici amari
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    Predefinito re: Fukushima, quante bugie... Il disastro continua


    I conti del nucleare non tornano. Né dal punto di vista economico, con le multinazionali del settore che arrancano con i bilanci in rosso (Areva) o abbandonano (Siemens). Né dal punto di vista della valutazione del rischio. Secondo i calcoli ufficiali, con 400 reattori in funzione un incidente con fusione del nocciolo, il peggiore degli scenari, dovrebbe capitare una volta ogni 250 anni. Ne sono avvenuti 3 in 32 anni: Three Mile Island nel 1979, Chernobyl nel 1986, Fukushima nel 2011.
    Sono i numeri contenuti in “Lezioni da Fukushima”, il rapporto preparato da Greenpeace a 12 mesi dal disastro in Giappone (11 marzo 2011). (...)

    la reticenza delle fonti ufficiali nell’offrire un quadro attendibile della situazione ha ritardato una reazione corretta. Ad esempio il 12 marzo gli esponenti del governo, in una conferenza stampa, hanno assicurato che il reattore non stava rilasciando significative quantità di radioattività e che nell’area oltre i 20 chilometri dalla centrale le persone erano al sicuro. Dopo due settimane lo stesso governo è stato costretto a chiedere a chi viveva tra i 20 e i 30 chilometri dalla centrale di lasciare volontariamente la propria casa. Infine, ad aprile, l’evacuazione è stata portata in alcune zone fino a un raggio di 50 chilometri.

    “A un anno dal disastro le persone colpite dalle radiazioni e costrette ad abbandonare tutto quello che avevano sono ancora prive di indennizzo e sostanzialmente abbandonate a se stesse”, si legge nel rapporto di Greenepace. “Alla fine, saranno i contribuenti giapponesi, e non la società Tepco, proprietaria della centrale esplosa, a pagare la maggior parte dei danni”.

    Al momento la Tepco ha tirato fuori 3,8 miliardi di dollari, a fronte di una danno che può essere valutato tra i 75 e i 260 miliardi di dollari. Una cifra che supera i 500 miliardi di dollari se si includono, oltre ai danni, i costi dello smantellamento degli impianti della centrale di Daiichi. Anche dal punto di vista tecnico l’impresa della fuoriuscita dalla crisi Fukushima appare ardua. Il governo si è impegnato a decontaminare 13 mila chilometri quadrati, un’area grande quanto la metà della Sicilia. Ma non ha spiegato dove si metteranno le decine di milioni di metri cubi di terra contaminata.
    articolo completo:

    Fukushima, un anno dopo "Nucleare pericoloso e imprevedibile" - Inchieste - la Repubblica



    Inoltre, secondo un articolo pubblicato su L'Espresso (n°10 anno LVIII, 8 marzo 2012, pp 90-91) un anno dopo a 70 km di distanza dalla centrale di Fukushima si registrano picchi di radioattività oltre 300 microsievet; animali selvatici, insetti e ucceli sono spariti; la gente evaquata; le aziende agricole chiuse; per la messa in sicurezza dei reattori ci vorranno almeno 30 anni e la Tepco, l'azienda che gestisce la centrale, ha aumentato le tariffe del 17,5%...
    Danni enormi all'ambiente e all'economia di tutto il Giappone.
    Ultima modifica di Regina di Coppe; 12-03-12 alle 10:08
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    Predefinito re: Fukushima, quante bugie... Il disastro continua

    .


    Qui c'è il rapporto completo di Greenpeace su Fukushima, a un anno dal disastro.

    http://www.greenpeace.org/internatio...-Fukushima.pdf


    .
    Ultima modifica di Regina di Coppe; 06-03-12 alle 11:41
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    Predefinito re: Fukushima, quante bugie... Il disastro continua

    Ma, al di là di Greenpeace e dei mentitori di Repubblica (Il giornale nel mondo che ha scritto più balle su Fukushima? «La Repubblica» | Tempi ), in Giappone esattamente come sono messi? Sono morti tutti i Giapponesi? Tutti uccisi dalla leucemia, fino a Tokio? E le centrali nucleari, le hanno spente immediatamente e le hanno sostituite con il fotovoltaico?
    E, di grazia, tra tutti i paesi del mondo, quali sono quelli che, a seguito dell'incidente giapponese, hanno fatto marcia indietro sul nucleare?
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  8. #8
    calici amari
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    Predefinito re: Fukushima, quante bugie... Il disastro continua

    Citazione Originariamente Scritto da UgoDePayens Visualizza Messaggio
    Ma, al di là di Greenpeace e dei mentitori di Repubblica (Il giornale nel mondo che ha scritto più balle su Fukushima? «La Repubblica» | Tempi ),
    Hai qualche dato concreto che possa smentire l'articolo de La Repubblica che ho riportato?
    Oppure qualche notizia certa e inconfutabile che smentisca il rapporto di Greenpeace o i dati riportati dall'articolo de L'Espresso?


    in Giappone esattamente come sono messi? Sono morti tutti i Giapponesi? Tutti uccisi dalla leucemia, fino a Tokio?
    A differenza delle bombe atomiche, gli effetti negativi delle centrali nucleari si vedono nel lungo periodo.
    Ma chi ha interessi immediati e guadagna col nucleare non vede al di là delle proprie tasche.
    Inoltre, se tu avessi letto bene quello che ho postato io, ti accorgeresti che il danno ingente non si riferisce tanto a "quanti morti", ma all'ambiente e all'economia. Questi danni pesano enormemente, sia a livello individuale che collettivo.

    E, di grazia, tra tutti i paesi del mondo, quali sono quelli che, a seguito dell'incidente giapponese, hanno fatto marcia indietro sul nucleare?
    al momento Italia, Germania, Giappone, Svizzera.


    In occasione del 66° anniversario della bomba atomica su Hiroshima, il primo ministro giapponese Kan ha dichiarato che il Giappone in futuro rinuncera all'energia nucleare.
    Nel frattempo ha creato una nuova agenzia per la sicurezza nucleare, che non dipenda più dal ministero dell'economia, ma da quello dell'ambiente.
    Il Consiglio degli Stati, il Senato svizzero, ha definitivamente chiuso l'era nucleare della Confederazione Elvetica, approvando la decisione del governo di uscire progressivamente e definitivamente dal nucleare entro il 2034. (...)
    La Svizzera ora dovrà procedere a chiudere i suoi 5 reattori e le sue 4 centrali nucleari che producono circa il 40% dell'energia elettrica: il reattore di Beznau I cesserà l'attività nel 2019, Beznau II e Mühlenberg nel 2022, Gösgen nel 2029 e Leibstadt nel 2034.
    http://politicainrete.it/gruppi/cuor...+no/index3.htm

    Certo non basta per eliminare il rischio nucleare nel mondo, ma meglio di niente...
    Ultima modifica di Regina di Coppe; 07-03-12 alle 12:46
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  9. #9
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    Predefinito re: Fukushima, quante bugie... Il disastro continua

    Che pagliacciata, si dibatte su un problema che causerà danni ad intere generazioni. Le radiazioni così alte vanno ad influire sul DNA creando cellule tumorali che poi si espandono devastando l'organismo dell'uomo. Lo sanno anche i bambini ma si fa finta di non saperlo per mistificare.
    L'uomo è nato libero ma ovunque è in catene

  10. #10
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    Predefinito re: Fukushima, quante bugie... Il disastro continua

    Certo: immagino che tutti i morti di tumore che si registreranno in Giappone nei prossimi due-tre secoli saranno facilmente ricondotti all'incidente di Fukushima. Basterà essere sufficientemente ideologizzati.
    Il fatto che in Giappone le centrali atomiche continuino a funzionare, che lo stesso facciano in Svizzera ed in Germania, nonostante le prese di posizione politiche (dicasi populismo) in merito, non significa nulla.
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