Abusi sessuali nello sport. Lo scandalo svedese
Paradisi nel civilissimo nord Europa protestante…
Abusi sessuali sugli atleti, lo scandalo scuote la Svezia. Dopo il libro-denuncia del saltatore Sjöberg altre accuse ai tecnici. L’ex dt: «Ho visto molti tecnici pomiciare con le adolescenti»
STOCCOLMA - Il mondo dell’atletica svedese è sconvolto da una serie di accuse di abusi sessuali perpetrati ai danni di giovani atleti di ambo i sessi da parte di allenatori federali. Il caso più clamoroso è quello del campione olimpionico di salto in alto Patrick Sjöberg il quale, nel suo libro autobiografico «Ciò che non hai visto», rivelò alcuni mesi fa di essere stato sottoposto a un sistematico abuso sessuale da parte del suo allenatore Vijo Nousiainen, soprattutto all’inizio della carriera e cioè quando era ancora troppo giovane per poter resistere alle costanti pressioni di colui che gli prometteva grandi successi internazionali.
Nousianen ha abusato sessualmente anche di altri atleti quali Yannick Tregaro e Christian Skaar Thomassen. Sjöberg accusa le autorità federali svedesi di aver fatto finta di non sapere che diversi allenatori di atletica leggera approfittavano della propria posizione per pretendere prestazioni sessuali dai propri atleti e di aver evitato di condurre inchieste per non turbare l’ambiente sportivo, accertando responsabilità troppo compromettenti anche per la dirigenza.
Le accuse di Sjöberg non si limitavano al proprio caso, ma lasciavano sottindere che gli abusi sessuali, soprattutto ai danni di aspiranti atleti giovanissimi, erano più diffusi di quanto si potesse immaginare e, nel corso di una trasmissione televisiva, l’ex direttore tecnico della federazione nazionale svedese di atletica leggera, Ulf Karlsson, sottoposto a un pressante interrogatorio da parte di una giornalista svedese, ha ammesso di avere visto di persona allenatori e dirigenti di mezza età abbracciare e pomiciare sfrontatamente con giovani atlete di dodici-tredici anni perfino durante lo svolgimento di gare ai vari livelli.
Si era appena affievolita l’eco di questa sensazionale ammissione che una società sportiva (di cui non è possibile pubblicare il nome) ha comunicato di aver esonerato dall’incarico un allenatore accusato da due donne di diciannove anni di avere abusato di loro sessualmente per anni interi mentre erano ancora adolescenti. Secondo la legge svedese, i rapporti sessuali con ragazze al di sotto dei quindici anni costituiscono un reato punibile con il carcere e pertanto i nomi delle atlete e dell’allenatore sono per ora coperti da anonimità.
Ma l’enorme rilievo dato a quest’ultimo caso dai mass media svedesi, ha indotto molti giovani atleti di ambo i sessi ad inviare lettere (ovviamente anonime) in cui si accusano allenatori e dirigenti di essersi resi colpevoli di abusi sessuali oppure di averli accettati con compiacenza per non scatenare scandali. Adesso lo scandalo c’è ed è di dimensioni colossali. Tanto che si richiedono a gran voce le dimissioni del presidente della federazione nazionale, Lennart Karlberg – che si è rifiutato di agire sin da quando fu pubblicato il libro di Sjöberg – e si propone di sostituire ai singoli allenatori un team formato da tre tecnici federali. La conseguenza più triste di questo stato di cose è l’abbandono dell’attività agonistica da parte di giovani promesse dello sport che si sono rifiutate di lasciarsi sfruttare sessualmente.
Francesco S. Alonzo
Fonte > Stampa.it