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  1. #1
    fiamma verde
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    Predefinito Dubbia posizione del card. Ranjith

    Sri Lanka, il cardinale e l

    L’arcivescovo di Colombo Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don propone un fronte comune tra cattolici e buddisti davanti all’invadenza dei gruppi evangelici

    GIANNI VALENTE
    ROMA
    Una specie di “alleanza” tra minoranza cattolica e maggioranza buddista, per rispondere insieme alle massicce e ben finanziate campagne di proselitismo messe in atto in Sri Lanka dai gruppi evangelici connessi alle centrali del global network pentecostale. È questa la strada suggerita dal cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don per porre un freno al dilagare delle missioni evangelicals che coi loro metodi aggressivi di propaganda stanno allarmando sia le gerarchie cattoliche che i leader buddisti, seminando zizzania tra le due comunità.

    La proposta è stata formalizzata nei giorni scorsi, davanti a politici e giornalisti convocati al palazzo arcivescovile. In quella cornice, Patabendige Don ha chiesto esplicitamente al governo di istituire un comitato inter-religioso tra cristiani e buddisti per affrontare insieme il proselitismo iperattivo e sregolato dei gruppi d’ascendenza nord-americana che stanno infiltrando l’area metropolitana di Colombo, organizzando preghiere pubbliche, sessioni di guarigione e sovraeccitate convention di propaganda religiosa.

    «Alcune Chiese evangeliche» ha spiegato il cardinale «stanno offrendo incentivi finanziari a cattolici e buddisti per indurli alla conversione». A detta del porporato srilankese, l’organismo inter-religioso da lui auspicato dovrebbe funzionare come vero e proprio strumento di monitoraggio del proselitismo dei gruppi evangelical, con relativi poteri di interdizione per frenare lo sviluppo senza regole delle loro attività e della rete delle loro basi logistiche.

    Il cardinale si è anche detto convinto che il comitato funzionerebbe come camera di conciliazione e di decantazione delle tensioni interreligiose: per sua eminenza esso sarebbe un antidoto rispetto ai tentativi di cavalcare politicamente l’onda delle ostilità e dei pregiudizi che vanno crescendo tra la popolazione buddista, colpendo tutti i cristiani senza troppa attitudine a distinguere le differenze e gli approcci delle diverse Chiese e comunità confessionali. L’istituzione di un organismo inter-religioso potrebbe anche favorire l’archiviazione del progetto di legge anti-conversione pendente in parlamento, che le minoranze cristiane – cattolici compresi - vedono come un pericoloso strumento giuridico liberticida.

    Le reazioni di parte buddista all’uscita dell’arcivescovo di Colombo, riportate dall’agenzia Ucanews, sono arrivate a stretto giro. Il monaco Kamburugamuwe Wajira Thero, cancelliere della Sabaragamuwa University, si è detto subito d’accordo con l’ipotesi di monitoraggio delle comunità evangeliche avanzata dal cardinale: «il Paese ha bisogno di qualcosa del genere» ha detto il monaco buddista, citando le conversioni operate dagli evangelici nelle file buddiste e gli attacchi che come rappresaglia hanno colpito tutte le Chiese cristiane.

    Dal canto suo, il pastore Rohan de S. Ekanayake, segretario generale della National Christian Fellowship of Sri Lanka (un coordinamento nazionale di comunità evangeliche) ha respinto con forza le accuse di compravendita delle conversioni: «Noi» ha detto il leader evangelico «quando aiutiamo un mendicante non gli parliamo di religione. I nostri pastori non offrono mai denaro per allargare le loro comunità. Loro seguono i passi di Gesù Cristo. Vivono una vita semplice».

    In effetti, l’iniziativa di Patabendige Don sorprende e sfugge per più d’un verso a etichettature e categorie di pensiero cristallizzate nel dibattito ecclesiale di questi anni.

    In primis, qualcuno dei tanti estimatori di sensibilità tradizionalista del cardinale srilankese potrebbero rimanere sorpresi dalla veemenza con cui lui stesso stavolta invoca l’erezione di un organismo di dialogo interreligioso. L’attuale arcivescovo di Colombo non ha mai perso occasione di presentarsi come un campione dell’identità cattolica. Negli anni in cui operava nella Curia romana, come segretario della Congregazione per il culto divino si era distinto per il suo appoggio entusiasta alla liberalizzazione della liturgia tridentina e le sue critiche agli abusi liturgici di sapore sincretista. In una conferenza tenuta in Olanda, a Hertogenbosch, il 6 ottobre 2007, aveva criticato pesantemente i vescovi che manifestavano disagio davanti alle scelte di “tolleranza liturgica” verso il vecchio rito pre-conciliare introdotte del Papa, i quali secondo lui rischiavano di essere usati addirittura come «strumenti del demonio».

    In Sri Lanka, in una situazione in cui la Chiesa rappresenta una minoranza, Patabendige Don con molto senso pratico non si astiene dal valorizzare – certo in chiave non sincretista, ma seguendo comunque il dettato del Concilio – quell’apertura simpatetica alle tradizioni religiose che per i tradizionalisti rappresenta uno dei peccati originali della riforma conciliare.

    Un altro punto sensibile toccato dall’iniziativa del cardinale srilankese è il problematico “discernimento” del fenomeno pentecostale-evangelico da parte della Chiesa cattolica. Nel Continente asiatico, dominato da tradizioni e culture religiose millenarie, l’annuncio del Vangelo da parte cattolica ha progressivamente tenuto a marcare la propria differenza dalla prassi e dai metodi aggressivi che caratterizzano le sette e le Chiese libere di derivazione evangelico-protestante. D’altro canto, proprio gli approcci missionari non invasivi suggeriti dal Concilio con la valorizzazione delle categorie della cosiddetta inculturazione erano state sottoposte negli ultimi anni a diverse critiche in campo cattolico.

    Si accusavano le metodologie missionarie di timidezza e di eccessi irenici nella valorizzazione delle religioni locali. Proprio l’irruenza dell’espansione neo-protestante veniva talvolta indicata a modello dai critici cattolici di presunte eccessive cautele usate dalla propria Chiesa nelle terre di missione.
    Anche Benedetto XVI, nel suo libro Luce del mondo, ha registrato «il grande fenomeno degli evangelici, che si diffondono con uno slancio poderoso e stanno per modificare il panorama religioso dei Paesi del Terzo Mondo». Il caso srilankese conferma che l’approccio a quel fenomeno da parte della Chiesa di Roma deve per forza tener conto di elementi di segno diverso e non univoco, uscendo da soluzioni pre-confezionate e dribblando insidiose aporie. In un tempo un cui organismi cattolici centrali come il Sinodo dei Vescovi si preparano a focalizzare la loro attenzione sulla nuova evangelizzazione, appare urgente un preliminare riconoscimento della natura propria dell’annuncio evangelico e della missione cristiana.

    Altrimenti, le astrazioni e i giochi di parole rischiano di rimanere spiazzati dal linguaggio semplice e diretto del citato pastore Rohan de S. Ekanayake, il quale nella sua risposta ha anche voluto ricordare al cardinale cattolico dello Sri Lanka che «ogni cristiano ha la missione di diffondere la Buona Novella».

  2. #2
    fiamma verde
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    tra evangelici e buddisti, insomma alla fine di certo meglio i primi dei pagani o no?

  3. #3
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    Citazione Originariamente Scritto da trilex Visualizza Messaggio
    tra evangelici e buddisti, insomma alla fine di certo meglio i primi dei pagani o no?
    Chi sarebbero i "pagani"?:gratgrat:

  4. #4
    fiamma verde
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    figo
    Ultima modifica di trilex; 15-11-11 alle 15:37

  5. #5
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    Citazione Originariamente Scritto da trilex Visualizza Messaggio
    tra evangelici e buddisti, insomma alla fine di certo meglio i primi dei pagani o no?
    Secondo me no.
    Certo, il cardinale avrebbe potuto anche non tendere la mano ai buddisti, ma fra i due sicuramente meglio questi ultimi.
    Le varie denominazioni protestanti stanno dando parecchio filo da torcere alla Chiesa nei paesi del Terzo Mondo e quelli in via di sviluppo. In questi paesi (si veda l'esempio brasiliano) evangelici e co. hanno modificato negli ultimi 10-15 anni la geografia religiosa di nazioni che prima erano a schiacciante maggioranza cattolica.
    Il rischio potrebbe essere quello di veder scemare la preponderanza anche in Sri Lanka, dove adesso i cattolici sono il 90% dei cristiani dell'isola.
    Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, pietà. (San Giovanni Bosco)

  6. #6
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    Anche i buddisti non sono un blocco unico, quindi bisognerebbe chiedere che tipo di buddisti sono quelli con cui si sta accordando.

    Ma in generale per me tra protestanti e buddisti sono meglio i buddisti.

  7. #7
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    Francia o Spagna, basta che il cattolicesimo resti forte
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    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  8. #8
    fiamma verde
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    domandiamoci piuttosto perche' ci sono cattolici che passano agli evangelici, piu' che fare fronte con i pagani, pensiamo ad un modo per non fare scappare le pecorelle.


    sinceramente sono stupito da alcuni commenti, non e' perche' c'e' scritto ranjith che automaticamente x qualcuno va bene quello che dice?
    Ultima modifica di trilex; 15-11-11 alle 19:01

  9. #9
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    Sinceramente non conosco le motivazioni del fuggi fuggi verso le denominazioni evangelico-pentecostali da parte dei cattolici nei paesi in via di sviluppo (maggiori finanziamenti? Proselitismo ben fatto? Stanchezza e rilassatezza dell'ambiente cattolico?). Credo che chi di dovere stia studiando il fenomeno da anni.
    Sicuramente l'Arcivescovo di Colombo conosce perfettamente la situazione cingalese e più che un'azione spirituale si tratta evidentemente di un'azione "politica"e pragmatica per arginare il fenomeno del protestantesimo.

    P.s. non è che automaticamente tutto ciò che dice il cardinal Ranjith è giusto, ma senza ombra di dubbio io lo ritengo uno dei migliori porporati nell'attuale collegio cardinalizio.
    Ultima modifica di Imperium; 15-11-11 alle 19:39
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  10. #10
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    Predefinito Rif: Dubbia posizione del card. Ranjith

    Citazione Originariamente Scritto da Imperium Visualizza Messaggio
    Sinceramente non conosco le motivazioni del fuggi fuggi verso le denominazioni evangelico-pentecostali da parte dei cattolici nei paesi in via di sviluppo (maggiori finanziamenti? Proselitismo ben fatto? Stanchezza e rilassatezza dell'ambiente cattolico?). Credo che chi di dovere stia studiando il fenomeno da anni.
    Sicuramente l'Arcivescovo di Colombo conosce perfettamente la situazione cingalese e più che un'azione spirituale si tratta evidentemente di un'azione "politica"e pragmatica per arginare il fenomeno del protestantesimo.

    P.s. non è che automaticamente tutto ciò che dice il cardinal Ranjith è giusto, ma senza ombra di dubbio io lo ritengo uno dei migliori porporati nell'attuale collegio cardinalizio.
    Sicuramente la colpa è quella di un certo lassismo in alcune zone di quei paesi.
    --
    “Don Giussani è stato ‘profeta’ dell’insopprimibile anelito dell’incontro con Dio per l’uomo del nostro tempo"Card. Angelo Bagnasco

 

 
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