Domandati QUANTI poi accettano il reintegro in un'azienda CHE NON LI VUOLE.
Per ESPERIENZA DIRETTA posso garantire che non è affatto facile il reintegro. Ci si trova in condizioni disgraziate e subito dopo il reintegro (quei pochissimi che lo hanno accettato) non vedono l'ora di scappare.
Allora si domanderà "perchè quei pochi poi però insistono per il reintegro?"
Per il semplice motivo che le aziende sono disposte a dare scivoli forti incentivi a chi ha età avanzate, ad alcuni è stato offerta persino l'assunzione dei propri figli, ma a chi è abbastanza giovane con una buona anzianità di servizio e carichi famigliari al massimo viene offerta una indennità pari a qualche mensilità.
Le indennità all'estero ed i licenziamenti tengono conto di questi aspetti e le indennità per questo tipo di lavoratori le indennità sono ELEVATISSIME e sono le stesse aziende a non insistere in licenziamenti troppo onerosi.
In Germania il sindacato si oppone ai licenziamenti di queste categorie di persone.
Un conto è licenziare un giovane con una bella indennità magari offrendogli formazione e facile ricollocamento ed un altro è mandare per strada una famiglia giovane senza altri redditi.
Comunque le indennità all'estero tengono anche molto conto della situazione aziendale, del lavoratore.
Per motivi futili sono così onerose che le aziende preferiscono non licenziare o minacciare licenziamenti che sarebbero troppo costosi.
L'indennità è comunque UNA delle possibilità per le aziende. Negli USA nell'esempio citato C'E' STATO IL REINTEGRO.
Anche in quel caso il lavoratore ha cambiato lavoro poco dopo il reintegro.
Insomma dobbiamo renderci conto che il reintegro è una estremo ratio che difficilmente è applicata sia in Italia che nel mondo. Ma è un "ricatto" necessario per tutelare la libertà e gli abusi sul dipendente.
Saluti