Indipendente da ogni ingerenza statale-ideologica il lavoro deve tornare ad essere un rapporto fra due libertà : libertà di troncare il rapporto e libertà di CERCARE ALTRI RAPPORTI con individui più affini.
Amicizia,alleanza,amore si basano tutti sul libero potere di interrompere o di riconfermare in ogni momento il rapporto, una libertà di accettazione o rifiuto o troncamento è riconosciuta a ciascun componente di ogni accordo stipulato.
Se ciò vale per il matrimonio o per l’amicizia o per l’adesione ideologica e politica, perché non dovrebbe valere nei rapporti economici.
Se si diventa liberi di licenziare (entro regole eque stabilite e riconosciute ) si diventa spontaneamente cercatori di talenti da assumere.
Ed allora accadrà che infine l’economia sarà popolata da persone che si trovano in sintonia fra loro poiché dopo molte assunzioni (e relativi troncamenti) I SIMILI SI TROVERANNO FRA LORO ed il lavoro diventerà una moltitudine di scuole d’arte e di eccellenza i cui singoli componenti saranno anche militanti convinti che amano ciò che producono.
Basterebbe trovare regole giuste che lasciano liberi ma tutelati contro ogni sfruttamento.
Ma la miglior tutela deriverebbe dal fatto che una immensa offerta di lavoro dilagherebbe inarrestabile e permetterebbe a ciascuno di trovare il lavoro più affine fra le persone più affini.