Carceri, Napolitano: "Realtà disumana che ci umilia in Europa"
ultimo aggiornamento: 28 luglio, ore 13:23
Roma - (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica durante l'intervento al convegno promosso da Marco Pannella e dai Radicali italiani sottolinea "il peso gravemente negativo di oscillanti e incerte scelte politiche e legislative". E sottolinea: "E' evidente l'abisso che separa la realtà carceraria dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena"
Roma, 28 lug. (Adnkronos) - "La politica deve dare risposte ma appare oggi debole, incapace di fare scelte coraggiose, coerenti e condivise". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell'intervento al convegno 'Giustizia! In nome della legge e del popolo sovrano', promosso da Marco Pannella e dai Radicali italiani alla sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Il capo dello Stato ha posto ha posto l'accento sul sovraffollamento degli istituti di pena, una realtà che umilia l'Italia rispetto al resto dell'Europa. "Voglio sottolineare un dato molto significativo, ossia - ha premesso Napolitano - il peso gravemente negativo di oscillanti e incerte scelte politiche e legislative, tra tendenziali depenalizzazione e depeninteziarizzazione e ciclica ripenalizzazione, con un crescente ricorso alla custodia cautelare, abnorme estenzione della carcerazione preventiva".
"Di qui una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma per la sofferenza quotidiana, fino all'impulso a togliersi la vita, per migliaia di essere umani chiusi in carcere che, definire sovraffollate, è un eufemismo. Per non parlare dell'estremo orrore - ha continuato il presidente della Repubblica - dei residui ospedali psichiatrici giudiziari, inconcepibile in qualsiasi Paese appena appena civile. Strutture pseudo-ospedaliere che solo coraggiose iniziative bipartisan di una commissione parlamentare stanno finalmente mettendo in mora". "E' evidente l'abisso che separa la realtà carceraria dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena e sui diritti e la dignità della persona, è una realtà non giustificabile in nome della sicurezza che ne viene più insidiata che garantita. E dalla quale non si può distoglere lo sguardo - ha aggiunto - arrendendosi all'obiettiva constatazione della complessità del problema e della lunghezza dei tempi necessari per l'attrezzamento di soluzioni strutturali e gestionali idonee".
Le misure legislative e i rimedi adottati per ridurre il gravissimo disagio dei detenuti, non sono state sufficienti. Per questo Napolitano ha invitato a "esaminare ancora, con la massima attenzione, ogni altro possibile intervento non escludendo pregiudizialmente nessuna ipotesi che possa rendersi necessaria". La magistratura può contribuire certo ad alleviare le difficoltà ma, a parere del presidente della Repubblica, "è fondamentalmente dalla politica che devono venire le risposte". Che tuttavia, ha osservato ancora, "appare oggi debole e irrimediabilmente divisa, incapace di produrre scelte coraggiose, coerenti e condivise. Ma non è proprio di scelte di questa natura che ogni giorno di più si impongono dinanzi alla gravità dei problemi e delle sfide? Non dovremo tutti -ha domandato in conclusione il presidente della Repubblica - essere capaci di un simile scatto, di una simile svolta, non fosse altro per istinto di sopravvivenza nazionale? Ci si rifletta seriamente e presto da ogni parte".
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