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Discussione: Punti Fermi

  1. #111
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    Predefinito Re: Punti Fermi

    Eccovi l’audio della 569° conferenza di formazione militante a cura della Comunità Antagonista Padana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore tenuta il 28 novembre 2019, festa di Santa Caterina Labourè e postata il 3 dicembre 2019, festa di San Francesco Saverio.

    Ultima modifica di Luca; 04-07-20 alle 10:36

  2. #112
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    Predefinito Re: Punti Fermi



    Un estratto dal dibattito del 25.04.2017

  3. #113
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    Predefinito Re: Punti Fermi

    “Inferno della Chiesa”: spunta lo schemino magico del “mondo di mezzo” conservator-conciliare (fatto da don Morselli)



    di Redazione

    La cosa era abbastanza prevedibile: il progressivo tracollo del mondo di mezzo (marcia lenta della rivoluzione, ermeneutica della – inesistente – continuità, ratzingerismo) ha smosso parecchie acque. In questi giorni ne abbiamo parlato diffusamente-

    E poteva non uscire uno schemino rassicurante per mettere ciascuno “al suo posto”? Et voilà, sui social approda il foglio magico a tre colonne. Ovviamente è colmo di erroracci da matita blu, omissioni e mezze verità. Vediamo di analizzarle e smontarne un po’, andando per sommi capi:

    Chi ha creato lo schema si guarda bene dal citare Radio Spada (con visite a 7 zeri da tempo e su Facebook con decine di migliaia di iscritti alla pagina) inserendola genericamente nei blog. Facciamo così paura? Ma la cosa sposta poco: visto che anche noi non amiamo personalizzare, non li nomineremo. Anzi forse dovremmo usare il singolare, in quanto si tratta di un sacerdote diocesano (che ha pubblicato lo schema sul suo profilo). Andiamo pure ai contenuti.
    Le tre colonne dell’inferno della Chiesa raffigurano da un lato i modernisti progressisti, in mezzo il mondo “conservatore” (appunto il mondo di mezzo) e a destra uno strano mix variamente riconducibile (?) al mondo della Tradizione. Ovviamente nella mente dell’autore/degli autori quelli in mezzo sarebbero i migliori, tra due fuochi pericolosi.
    A parte alcune dizioni politicheggianti, tipo “vescovi piddini” nella colonna di sinistra (quelli non piddini ma modernisti dove li mettiamo?), il resto lascia veramente a bocca aperta. Quasi fossero fenomeni spuntati dal nulla e non da 60 anni di applicazione del neomodernismo conciliare.
    Svetta in alto – nella colonna centrale dei buoni – “ermeneutica della continuità“. E in effetti va riconosciuto che tra l’apostasia di Assisi 1986, quella di Assisi 2011 e Abu Dhabi c’è grande continuità. Su questo siamo d’accordo.
    Arrivano poi i Dubia! Sì, i Dubia! I Dubia? Abbiamo come il dubbio che i Dubia siano evaporati o chiusi in un qualche cassetto, ma non siamo sicuri. Sono Dubia.
    Iniziano i nomi dei buoni: Benedetto XVI, immancabile. Per una panoramica qui e qui. Che Benedetto XVI non manifesti opposizione sostanziale al bergoglismo, anzi parli di amicizia che cresce con Francesco (qui), ovvero il riferimento della colonna dei pericolosi di sinistra, per i nostri è un dato trascurabile. Dettagli, su.
    Balzano all’occhio poi Burke (si hanno notizie significative?) e Negri. Con diversi altri che sono al loro posto alla guida di note diocesi.
    Grave scivolone su Schneider, che – seguendo la logica dell’autore – dovrebbe stare nella colonna dei pericolosi di destra, perché in un’intervista di qualche mese fa ha detto cose pesanti su Concilio, Paolo VI, Assisi, ecc (qui).
    Alone di mistero sui “pochi altri nascosti”. Del resto si sa: sono pochi, sono altri e soprattutto sono nascosti.
    Trionfale la conclusione. Nei punti fermi spunta il Nuovo movimento liturgico. Ci verrebbe da citare la nota sentenza di Bombolo, ma ci asteniamo.
    Colonna dei pericolosi di destra: un gran mix in cui spunta nientemeno che don Minutella (con pseudo-rivelazioni private sopra). Ma come? Avete appena detto che nella colonna di mezzo c’è Benedetto XVI, mettetelo lì Minutella. Da noi lo dovete piazzare?
    Temerario e molto impreciso il NB della colonna di destra. Qui in Radio Spada, ad esempio, ci sono collaboratori che vanno a Messa dalla FSSPX, altri che sono sedeprivazionisti, altri ancora di diverso orientamento. Senza sciogliersi in un’indifferentismo tra distinte posizioni, constatando la gravità della crisi nella Chiesa e in attesa di tempi migliori.

    Ritentate, sarete più fortunati.

    PS: Ma, al netto delle intenzioni che preumiamo ottime, non si fa meglio a mollare il mondo di mezzo del nì nì so so e scegliere se stare di qua o di là?

  4. #114
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    Predefinito Re: Punti Fermi

    Onde ora avendo a traverso tagliato,
    questo Pagan, lo fe’ sì destramente,
    Che l’un pezzo in su l’altro suggellato,
    Rimase senza muoversi niente;
    E come avvien, quand’uno è riscaldato,
    Che le ferite per allor non sente;
    Così colui, del colpo non accorto,
    Andava combattendo ed era morto.

    (Francesco Berni, Orlando Innamorato, LIII, 60)

    Questo appello, seppur dal sapore antico, reca tra i suoi primi firmatari un gruppo di giovani che sono “cresciuti” con e grazie a questo blog. L’età media di questi primi sottoscrittori è inferiore ai trentacinque anni. Si rivolge naturalmente (ma non necessariamente) a persone più anziane, con la schiettezza che la gioventù cattolica non può non avere. [RS].


    Vi scriviamo, cari interlocutori, giunti ormai alla fine di questo Sinodo, mentre contempliamo il cumulo fumante di macerie della dottrina cattolica sul matrimonio. Di quell’imponente edificio, sul cui basamento per secoli si è edificata la civiltà cristiana, non rimane quasi nulla. Derubricato il divorzio, epocata l’indissolubilità, intronizzata sull’altare del diritto canonico la più sfrenata soggettività, dell’antica sacralità delle nozze cattoliche non rimangono che le ombre, affidate alla buona volontà dei singoli e relativizzate da una pastorale che ha neutralizzato la dottrina. Si badi: il tutto fatto esaltando simbolicamente la dottrina ma spingendola alle spalle nel fango di una falsa pastorale.

    In questo frangente ci è sembrato necessario scrivervi, non senza una qualche trepidazione, come si scrivesse ad un amico perduto di cui si è persa da tempo frequentazione e familiarità. Voi siete quelli che hanno cercato, in questi decenni, di “salvare il salvabile”, scegliendo di volta in volta sempre un “male minore” (che coincideva via via sempre più con il male maggiore), noi siamo quelli che hanno cercato di difendere il Bene maggiore, con i nostri limiti e con le conseguenze che questo implica.

    Vi scriviamo dai nostri oscuri scantinati, dai nostri capannoni, mutati in decorosissime cappelle, da umide chiesuole private di provincia, vi scriviamo dai nostri barocchi sottoscala, onorati dalla celebrazione della Messa cattolica, dalla somministrazione dei Sacramenti e dall’insegnamento della retta dottrina.

    Vi scriviamo, ringraziando Dio, che ci ha concesso la grazia e la fortuna di scendere in questi piccoli spazi, nelle quali contiamo di rimanere ancora a lungo, e mossi da amichevole spirito di benevolenza, pur nella dolorosa separazione teologica che spesso ha contraddistinto i nostri rapporti.

    Potremmo volgerci al passato, rimproverando le vostre pie illusioni, le vostre cautele, le vostre studiate prudenze, anche, a volte, il calcolato vostro disprezzo verso di Noi ma non lo faremo: preferiamo riconoscere il vostro dolore sincero di oggi, l’incredulità rispetto all’attuale accelerazione della crisi nella Chiesa, la costernazione di fronte ai detti e ai fatti di Bergoglio e dei suoi accoliti.

    Annibale non è alle porte, è dentro la cittadella di Dio, Annibale è intronizzato nella rocca. Quello che vi chiediamo quindi è un atto di Fede e quindi, naturalmente, di coraggio e al contempo un atto di ricognizione storica del passato all’insegna di una efficace e coerente “ermeneutica della discontinuità”. Il “cattolico conservatore” ha creduto di poter ridimensionare la portata rivoluzionaria ed eversiva del Concilio Vaticano II, si è cullato con le illusioni della “Nota Praevia”, ha pianto sul “Credo” di Paolo VI, ha giurato sull’ “Humanae vitae”, ha accettato l’imposizione universale del “Novus Ordo”, abbandonando spesso la Messa romana alla custodia di pochi e liberi. Quando è arrivato Giovanni Paolo II ha inneggiato al suo anticomunismo restauratore, accontentandosi che reggesse (almeno giornalisticamente) sulla morale, mentre la vergogna dell’ecumenismo e di un’ecclesiologia sgangherata e fracassona disseminavano di scandali il Corpo Mistico. Ancor più con Benedetto XVI il “cattolico conservatore” ha creduto di aver avuto partita vinta, mentre gli esili e modernistici sofismi del dotto bavarese, come in una falsa restaurazione, quasi invocavano nuove tappe del percorso rivoluzionario. Pensiamo che la medicina della Verità non possa essere disgiunta dalla benevolenza: per questo vi scriviamo oggi, chiedendo di riflettere sull’attualità ecclesiale e di scegliere la via stretta dell’affermazione della Verità cattolica tutta intera, senza infingimenti e senza manomissioni. Questa scelta comporta una separazione, una dislocazione dei cattolici di oggi in piccoli gruppi che si sforzino e combattano per mantenere un cattolico e vandeano “ritorno al bosco”, nell’attesa di poter tornare nelle Chiese oggi occupate dal culto dell’Uomo e delle sue passioni piuttosto che dal Culto divino.

    È giunta l’ora di rompere gli indugi! È giunta l’ora di riconoscere l’albero dai suoi frutti! È giunta l’ora di dire dove sta il problema: nel Concilio Vaticano II.

    Le nostre energie sono a disposizione, la Buona Battaglia ci attende e noi vi attendiamo al nostro fianco.

    Vi ringraziamo per la Vostra attenzione.

    In Christo Rege et Maria Regina.

  5. #115
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  6. #116
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    Predefinito Re: Punti Fermi

    Credere al Papato

    di Piergiorgio Seveso

    Nel dare alle stampe questo prezioso testo storico-apologetico, ero colpito anzitutto dallo sforzo divulgativo che i cattolici dell’Ottocento hanno messo in campo per istruire, formare e preservare il popolo fedele da errori e da ubriacature propagandistiche anticattoliche. Questo sforzo, titanico e sublime, meritorio e santificatore, è stato condotto con metodicità e costanza e, se certamente non ha fermato il percorso della rivoluzione e della decattolicizzazione delle masse, certamente ha ritardato l’erosione della società cristiana.

    E ho voluto che si aggiungesse quasi a compimento della mia prefazione un breve estratto da un opuscolo di Don Bosco su Papato, Concilio ecumenico e infallibilità perché ritenevo necessario fosse ancor più chiara ai nostri lettori la posta in gioco che stiamo vivendo in questi decenni disordinati e terribili. La posta in gioco è la credibilità, la sostenibilità, la sostanzialità della Chiesa cattolica stessa.

    Chi legge quest’opuscolo e poi la chiusa aggiuntiva di Don Bosco avrà chiarissimo un senso di vertigine, di nausea e di completo rigetto rispetto all’oggi, generato dal Concilio Vaticano II.

    Viviamo una crisi (e questo lo si dica con buona pace di tutti) senza eguali nella storia della Chiesa, nessun paragone storico si rivela sostenibile malgrado vari scrittori si siano affaticati in questi anni, imbrattando carte e cervelli, a sostenere il contrario. Non solo ma questa crisi, ben lungi dall’essere episodica oppure semplicemente legata a questo o quel protagonista ecclesiastico, si rivela come essere sistemica, umanamente irrevocabile e irreversibile, progressiva e inarrestabile.

    Questa crisi intacca l’essenza stessa della Chiesa, manomettendo gravemente il deposito dottrinale e concomitantemente la liturgia e la pietà, de facto portando un vulnus storicamente unico alla storia della Redenzione.

    Se il Papa è il centro della sfera ecclesiale da cui scaturisce ogni perfezione, se il Papa è il centro gravitazionale ed il cuore pulsante della Chiesa militante, è immediatamente evidente lo sconquasso, l’inversione, la sovversione, la perversione della attuale situazione ecclesiale.

    Volendo fare un paragone cinematografico che colpisca la vostra immaginazione e la vostra sensibilità, pensate di rientrare nella vostra casa una sera e di esservi accolti da vostro Padre che, iniettati gli occhi di sangue e brandendo una scure, iniziasse ad inseguirvi con chiarissimi gesti e intendimenti omicidi, come e più del Jack Torrance nello Shining di Stanley Kubrick.

    Vostro padre! Nella vostra casa, luogo di sicurezza, d’affetti, d’amore! Non solo ma quel padre non vi insegue, come nel paragone cinematografico, per rubarvi la vita fisica (e in questo caso sarebbe ancora poca cosa) ma per ghermire la vita della vostra anima, la Salvezza, attraverso un’immane congerie di prassi scandalose e di insegnamenti falsi, erronei, distorti e financo palesemente ereticali.

    Certo, passato l’iniziale inebetimento, cerchereste di mettervi in salvo, cerchereste la salvezza nella fuga, nell’allontanamento forzato, nell’esilio, ma con quale animo? Con quali sentimenti? Con quali speranze?

    I sentimenti sarebbero certamente di sconcerto, angoscia, dolore, (et quod Deus avertat) disperazione e forsanche desiderio di morire. Le speranze? Che il (Bianco) Padre rinsavisca oppure, se non è possibile altra via, che muoia e che ne arrivi un altro che mostri ancora il volto benedicente di Cristo oppure, e qui la faccenda si fa ancora più controversa e difficile, che venga messo in condizione di non nuocere più a nessuno, nella “casa” e fuori.

    Intanto però, nella dura notte, all’addiaccio, circondati da altri pochi fratelli, egualmente in fuga, egualmente feriti, egualmente in esilio, bisogna restare e bisogna restare vivi, nella Fede e nelle opere, essere Lupi cattolici (“Domini lupi”) senza inselvatichirsi e senza perdere gli ultimi brandelli di umanità e di civiltà.

    Questo comporta mantenere integra la dottrina sulla natura divina della Chiesa cattolica e del Papato romano, senza comode ed esiziali vie di fuga, senza tentennamenti dottrinali, senza correzioni e aggiornamenti ad hoc. Questo comporta anche mantenere integra la lettura della storia della Chiesa senza piegarla alla lettura della tragica contemporaneità. Questa ristampa va decisamente in questa direzione, pur senza voler dirimere tutti gli affannosi interrogativi che dilaniano oggi la coscienza e le carni del cattolico fedele.

    Spetterà alla Chiesa, tornata nella sua pienezza e nel suo ordine, rispondere infallibilmente agli interrogativi che questa crisi ha aperto, serrare per sempre quel Vaso di Pandora che questa rivoluzione ha dischiuso, disseminando di errori e di vizi vecchi e nuovi il Mondo.

    Nostro compito è però custodire integralmente e senza manomissioni il suo glorioso passato e, superato l’osceno presente, condurlo verso un nuovo e glorioso futuro di Vittoria.

    Breve citazione del dialogo di un ragazzo col prevosto, da: I Concili generali e la Chiesa Cattolica, conversazioni tra un parroco e un giovane parrocchiano pel sacerdote Giovanni Bosco.

    Tom. Ma di grazia, sig. Prevosto, non è forse mai avvenuto che qualche Papa abbia… Mi pare di aver udito che qualcuno sia…

    Prev. Che qualche Papa abbia… che qualche Papa sia… ma su, dimmi tutto; io non ti capisco.


    Tom. Indovini, e dica lei.


    Prev. Vuoi forse dire che qualche Papa abbia sbagliato in materia di fede? Che qualcuno sia caduto in errore?


    Tom. Per lo appunto; ha proprio indovinato. Non osavo dire tutto io, perché per la grande stima che ho pel Sommo Pontefice mi ripugnava il proferire queste parole.


    Prev. Bravo, Tommaso; da questo tuo ritegno conosco veramente che tu hai un cuore pieno di sentimenti cattolici. Sta dunque di buon animo, poiché io sono in grado di affermarti che nessun Papa come Papa, cioè quando parla, come dicono, ex cathedra, quale maestro dei cristiani, nessun papa, dico, da s. Pietro sino al regnante Pio IX, né per ignoranza, né per malizia, ha mai insegnato il minimo errore; e di ciò noi cattolici siamo così sicuri che sfidiamo tutti i nemici dell’infallibilità a portarci anche una sola prova in contrario. È vero che per lo passato alcuni malevoli da qualche fatto oscuro o a bella posta oscurato, pretesero dedurre che alcuni Papi, come Liberio, Onorio, avevano errato in materia di fede; ma dal progresso della scienza, dalla pazienza di dotti ingegni fu in seguito messa in chiara luce la verità, ed oggi chiunque asserisce il contrario si mostrerebbe o ignorante o malizioso.

  7. #117
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    Predefinito Re: Punti Fermi




    Volentieri riprendiamo da Il Talebano questa intervista con Piergiorgio Seveso, Presidente SQE di RS:

    Grazie caro Piergiorgio di concederci questa intervista. Tu sei stato protagonista negli anni 2000 dell’ ala Tradizionalista del leghismo un vero e proprio ponte tra il Centro Studi Davide Abertario e il MUP (Movimento Universitario Padano) della Cattolica diventato CAP (Comunità antagonista padano) con la rivista “Il Cinghiale Corazzato”. Vuoi parlarci di questa esperienza?

    Anzitutto grazie a Te per le parole immeritate e a “Il Talebano” per farmi ricordare di momenti assai entusiasmanti. Non so se io sia stato protagonista, di certo ci sono stato e ciò è quello che davvero conta. Come cofondatore e segretario del centro studi “Davide Albertario” (nato il 28 gennaio 2002) mi sono trovato quasi accidentalmente ad essere tramite e punto di raccordo tra questo Centro studi cattolico integrale (nato dall’iniziativa dell’Istituto Mater Boni Consiilii) e il gruppo degli Universitari Padani dell’Università Cattolica di cui sono diventato viceresponsabile nel maggio 2003. La cosa produsse tantissime buone cose: ad esempio un doppio ciclo annuale di conferenze che portarono a parlare in Cattolica personaggi molto rilevanti di entrambi gli ambiti (parliamo ovviamente degli anni 2002-2004): Andrea Rognoni, Don Ugo Carandino, Mario Spataro, Gilberto Oneto, Don Ugolino Giugni, Federico Bricolo, Don Thomas Cazalas, Sergio Terzaghi, Don Giuseppe Murro, Lorenzo Busi, Don Francesco Ricossa, Paolo Bassi, Martino Mora, solo per citarne alcuni.

    Erano gli anni in cui l’allora leader Umberto Bossi tuonava contro il “Concilio Vaticano Secondo” e i “massoni” che l’avevano generato, c’era una rubrica cattolica integrale su Radio Padania, le iniziative cattoliche tradiizionaliste erano seguite da media padani, c’erano Messe in latino “Non una cum” a molte iniziative della Lega Nord, c’erano banchetti librari sedevacantisti sia a Pontida che a Venezia (tra tutti ricordiamo quello del maggio 2003 che balzò all’onore delle cronache per alcuni libri assai controcorrente). In questo gran fervore d’opere, in questa particolare “sintonia”, in questo prodigioso “allineamento dei pianeti”, era naturale che si creasse un laboratorio di collaborazione politica tra cattolicesimo integrale e il giovane leghismo dell’epoca. E questo luogo fu senza alcun dubbio l’allora Movimento Universitario Padano dell’Università Cattolica (anche se vi furono altri episodi specie nel Triveneto).

    Non posso dimenticare che in quel gruppo, governato da una profonda Amicizia metapolitica, elementi pagani, laici e cattolici integrali si confrontavano quotidianamente su questioni politiche e sulle grandi Verità che illuminano la vita e devo ringraziare Fabrizio Robbiani e Davide Alemanni, i due resposabili di allora, per aver accolto con rispetto e con stima le nostre iniziative.

    Poi si sa, il contatto tra politica quotidiana e i grandi valori assiali e veritativi del Cattolicesimo integrale genera cambiamento, “conversione”, miglioramento: alla fine l’accodarci al liberalismo berlusconiano ci stava stretto, il progressivo (e allora meno percepibile) trasformarsi della Lega Nord da movimento identitario localista a movimento neo nazionalista (filo americano e filo sionista in politica estera, filo atlantista in poliitca europea, securitario e neocons in politica interna) ci stava ancora più stretto, Così il 20 marzo 2006, per una serie di molteplici occorrenze, ci trasformammo in Comunità Antagonista Padana e abbiamo festeggiato da poco i quindici anni di vita. Riacquistata una piena libertà d’azione tematica e politica, abbiamo vissuto anni meravigliosi, testimoniati dalle copertine del nostro giornale “Il Cinghiale corazzato”. Col passare degli anni anche l’elemento cattolico romano confessionale divenne indiscusso protagonista delle nostre iniziative.

    Libera dall’interesse verso la politica italiana, la CAP ha potuto condurre in questi anni campagne contro le aggressioni americano-sioniste ai paesi del Mediterraneo e del vicino Oriente (Libia, Siria, Libano, Iraq e Iran), a favore della rinascita russa e dei movimenti identitari nell’est Europa e, in ambito culturale, a favore del revisionismo storico per le piccole patrie preunitarie (specialmente contro il “risorgimento” ma anche per la libera ricerca in genere, ad esempio sull’omicidio rituale ebraico grazie a Luca Fumagalli). In una Università come la nostra, dilaniata dalla Scilla del modernismo e dalla Cariddi tecnocratico aziendalistica, abbiamo cercato di portare la viva testimonianza della Res publica christiana.

    Il proseguimento di questa esperienza è stata Radio Spada. Di cosa si tratta?

    Esattamente così. Nel naturale svilupparsi delle dinamiche umane del nostro gruppo, era normale che tra i laureati e quelli che erano arrivati o erano rimasti in Università si volesse creare qualcosa che rinsaldasse il nostro legame e portasse anche fuori dalle muraglie rosso mattone della nostra Università le nostre battaglie. Così nel giugno 2012 abbiamo fondato il Blog Radio Spada con lo scopo di farne nel breve termine una casa editrice controcorrente, apartitica, antagonista e confessionalmente cattolica integrale, lontana sia dallo pseudo-restaurazionismo ratzingeriano che dalle pulsioni neoconservatrici e benpensanti di molti nostri ambienti, spesso più pericolose della rivoluzione stessa.

    L’esperienza delle Edizioni Radio Spada che hanno sede in Insubria a Cermenate, molto impegnativa dal punto vista umano e intellettuale, ha dato i suoi frutti, dal momento che abbiamo pubblicato più di novemila articoli e navighiamo ben oltre i sessanta titoli pubblicati.

    Tra i piccoli ma fondamentali meriti di questa casa edtrice (un’editrice tra le tante ma sotto certi aspetti unica) c’è quello di aver contribuito a mettere in movimento l’ambiente cattolico tradizionalista italofono, legittimamente soverchiato dal neo modernismo trionfante nell’epoca bergogliana e altrettanto naturalmente incline all’ipnosi della coazione a ripetersi e al minimalismo della sopravvivenza.

    Infatti, o per emulazione o per antagonismo, molte iniziative sono state messe in campo dopo la nostra nascita e questo aver “smosso le acque” non ci può che rendere lieti: per il resto parlo con pudore di questa nostra casa editrice perchè detesto fortemente le dinamiche autopromozionali, amando molto la vita ritirata.

    Da questo buon ritiro, esco raramente. Se c’è un buon motivo per uscirne, è per tutelare l’unico vero sovranismo che mi sta cuore, da cui ovviamente i sovranismi “minori” dovrebbero trarre linfa vitale, grazie per scegliere, dottrine da custodire, linee guida per agire, ovvero la sovranità di Cristo Re ed il suo Sacro Cuore sui singoli e sugli Stati. Grazie ancora.

 

 
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