User Tag List

Pagina 20 di 23 PrimaPrima ... 10192021 ... UltimaUltima
Risultati da 191 a 200 di 221
  1. #191
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali



    Una nuova recensione di Piergiorgio Seveso

    Non è un segreto per nessuno che abbia una conoscenza non stereotipata della storia europea (e quindi mondiale) che la Res Publica Christiana, quel prodigioso edificio politico religioso e culturale che si installò sulle macerie dell’Impero romano, sia stato poi eroso, segretamente ed inesorabilmente minato da un potere parzialmente occulto e parzialmente visibile, gestito, governato, manovrato, innervato da chi era naturaliter escluso da codesto edificio, da chi ne era juste et recte ai margini, da chi non aveva contribuito per nulla a fondarlo, da coloro i quali erano stati sconfitti sul Golgota (e allora si credeva anche storicamente e non solo agli occhi di Dio). Tra i mezzi che questo potere usò per raggiungere i suoi fini, v’era indubbiamente quello finanziario e monetario.

    Ne parlavo brevemente ma con passione il 15 maggio 2014 in un simpatico convegno su “L’Europa futura” all’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano: lo potete ascoltare qui.



    Non sorprenderà quindi che le edizioni Radio Spada abbiano dato alle stampe questo ponderoso ma godibilissimo saggio di storia economia e filosofia politica a cura dell’ottimo Luigi Copertino, già segnalatosi in passato come fustigatore della barbarie liberista ed entomologo del pensiero “neoconservatore” in Italia (che tanta strage di cuori e menti ha prodotto nel piccolo mondo a vario titolo tradizionalista nelle nostre terre).

    Era logico, auspicabile, dovuto che la Spada delle ERS andasse a colpire l’attuale deriva usurocratica del “meno Stato e più mercato” ma non evidentemente con le consuete pose declamatorie e gladiatorie da bar di sfaccendati, nè con i consueti ma poco approfonditi stilemi sloganistici, importati dalle ideologie novecentesche, né tantomeno con astrusi neologismi di alcune ospitate televisive contemporanee,

    La piccola Summa di Luigi Copertino va a colmare questa lacuna, lo fa con passione, con ricchezza di dati storici, con dovizia di documenti che vanno soprattutto ad analizzare l’inesorabile descensus ad inferos degli stati europei dopo il 1992 e la sua crisi monetaria. Lo fa anche attestando ai maestri e agli ispiratori di questo saggio un doveroso tributo di ammirazione e stima. Tra questi segnaliamo un capitolo dedicato al “magistero” di Ezra Pound: evidentemente il tentativo di delegittimazione di questo pensatore fecondo ma non cattolico, conato generatosi nella Suburra di un certo integrismo italiano, non è andato a buon fine.

    A tutti i lettori che ancora non l’hanno acquistato, il nostro sincero suggerimento di farlo proprio, ricordando che un libro di Radio Spada non passa (MAI) inosservato.

    Buona lettura!

  2. #192
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    Guida spirituale di un santo in frac: “Pensieri e preghiere” del Beato Contardo Ferrini



    Nuova recensione a cura di Luca Fumagalli

    Il Beato Contardo Ferrini (1859-1902) rappresenta uno splendido esempio di giurista cattolico. “Pioniere” del laicato consacrato, fiero avversario del positivismo, insegnò Diritto romano negli atenei di Messina, Modena e Pavia. Alla ricca produzione scientifica accompagnò un’apprezzatissima attività didattica e una vita spirituale e sacramentale di intensità straordinaria.

    Pensieri e preghiere (Edizioni Radio Spada, 2014) raccoglie organicamente riflessioni, appunti devozionali e brani tratti dai ricchi carteggi del Beato. La sua fine conoscenza dell’animo umano, che riecheggia la sapienza di S. Francesco di Sales, si coniuga con l’amore poetico per la natura e culmina in un commovente fervore mistico.

    Sfogliando le pagine del volume si gusta dunque il sapore di quella Fede cattolica che sfida, comprende e riprende la ragione, muovendosi in tre direzioni distinte ma complementari, ovvero il rapporto con Dio, il rapporto con gli altri, e il rapporto con la natura.

    Sul primo punto scrive Ferrini che «fra tutte le filosofie e tutte le religioni, solo il cristianesimo, mentre ha rivelato il vero, ha anche mostrato l’universale capacità del vero, e l’universale capacità di elevarsi all’infinito»; la via predicata dal Beato non ha però nulla in comune con la tracotante arroganza dell’uomo moderno, anzi «la strada all’infinito è l’umiltà». Sul secondo punto sono bellissimi in particolare i capitoli dedicati alla felicità, al dolore e all’amicizia spirituale in cui Ferrini precisa che il cristianesimo soltanto insegna la vera gioia, che non consiste nel godimento delle cose materiali di questa vita, e che occorre sopportare con Fede sempre nuova le continue prove e tribolazioni. Infine, dalle parole del Beato sulla natura si percepisce come la creazione inviti l’intelletto a studiarla e ad aderirvi con rigore tomistico e ardore di carità, poiché in essa si riconosce l’impronta del suo Creatore: e questo salva l’intelletto dagli opposti (e più che mai attuali) errori del riduzionismo e dell’idealismo.

    Pensieri e preghiere è quindi un “diario” coinvolgente, che parla al cuore di ogni cattolico e che, a più di un secolo di distanza, non ha perso nulla della sua originale freschezza.

  3. #193
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [SEGNALAZIONE LIBRARIA] “La metà del cielo”: una storia alternativa delle donne



    di Luca Fumagalli




    «La storiografia come terreno più tipicamente maschile; i luoghi comuni che fioriscono quando si parla del passato; le ideologie che piegano i fatti storici alle visioni a essi posteriori; i pregiudizi secondo i quali una donna “di potere” è più realizzata di una donna “di servizio”, un’attrice famosa più interessante di una santa, un capitano d’industria più felice di una docente… ecco alcuni dei motivi che impediscono, spesso, la conoscenza di una storia che volgiamo raccontarvi».

    È da questa dichiarazione d’intenti che prende le mosse il volume La metà del cielo. Breve storia, alternativa, delle donne (La Vela, 2019), scritto a quattro mani da Francesco Agnoli e Maria Cristina Del Poggetto. L’opera, interessante e godibilissima, racconta sinteticamente come è mutato il ruolo della donna nel corso dei secoli, con lo scopo di smontare tutte quelle “leggende nere” che ancora oggi appestano il dibattito pubblico e che alimentano le frange più radicali del movimento femminista.

    Ad esempio si ignora – o si finge di ignorare – come la dignità della donne sia stata affermata in modo netto solamente con il cristianesimo: al cuore del Nuovo Testamento vi è infatti il «sì» pronunciato da Maria, «la seconda Eva», cui è vincolata l’intera storia della salvezza. Del resto il Vangelo è caratterizzato dalla presenza di numerose altre donne verso le quali Gesù manifesta sempre una benevolenza inaudita e di cui vengono esaltate alcune virtù peculiari quali la pazienza, la perseveranza e l’amore. La predicazione di Cristo portò dunque innovazioni straordinarie nel rapporto tra i sessi, mettendo in discussione, al tempo stesso, le concezioni ebraiche e quelle pagane.

    Nel Medioevo poi, con la promozione della pace e della pietà in alternativa all’antico valore della forza fisica, avvenne una rivoluzione che si realizzò, nel concreto, attraverso donne fondatrici di chiese, ospedali, scuole, sante, regine, letterate, musiciste, persino consigliere di principi, papi e imperatori. Allo stesso tempo mutò il ruolo del cavaliere, che da ladro e violentatore divenne il protettore della donne, aprendo la strada anche alla lirica cortese. Inoltre aborto e infanticidio, largamente praticati nel mondo antico, subirono una dura condanna, così come nuove tutele furono garantite alle vedove, alle sterili e alle religiose.

    Al pari di ogni epoca anche allora non mancarono i risvolti negativi e le contraddizioni, ma i roghi di streghe, le cinture di castità e lo Ius primae noctis – tre simboli di quel Medioevo fumettistico purtroppo radicato nell’immaginario collettivo – quando non veri e propri parti della fantasia, furono aspetti assolutamente marginali. D’altro canto la riprova della forza innovatrice del messaggio cristiano la si ha nel confronto con altre culture, come quella islamica o indiana, dove la discriminazione è ancora la regola e, in alcuni casi, continuano a esistere la poligamia, le spose bambine e le “prostitute sacre”.

    Tornando in Europa, fu piuttosto con l’illuminismo, la Rivoluzione francese, il positivismo e i totalitarismi che le cose per le donne andarono peggiorando: considerate inferiori (così Darwin, Comte, Lombroso…), vennero ridotte a diventare madri per conto dello stato, e anche nell’Unione Sovietica, dopo il fallimentare progetto della donna “liberata” – con l’aumento vertiginoso di divorzi e aborti – persino Stalin dovette fare retromarcia.

    Analoghe ambiguità continuano ad esistere nei movimenti femministi contemporanei, alcuni dei quali, accecati da una falsa idea di parità, hanno preso a cavalcare le teorie di genere e a predicare l’abolizione di ogni differenza sessuale.

    Questo e molto altro ancora si trova ne La metà del cielo, un libro che vale davvero la pena leggere, uno sguardo affascinante e inedito sulla donna che getta nuova luce pure sull’inquietante rivoluzione dei costumi in atto.

    Il libro: F. AGNOLI, M. C. DEL POGGETTO, La metà del cielo. Breve storia, alternativa, delle donne, Edizioni La Vela, Viareggio, 2019, pp. 232, Euro 15.

  4. #194
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    “Christus Vincit”: la Chiesa e il mondo nel nuovo libro di Athanasius Schneider, un vescovo contro Bergoglio



    di Luca Fumagalli

    Ormai da diversi anni il nome di Athanasius Schneider è entrato a far parte di quella galassia cosiddetta “tradizionalista” che sotto il pontificato di Bergoglio è andata infoltendosi. Le prese di posizione di Francesco, le sue aperture al mondo un po’ troppo allegre e disinvolte, hanno alimentato un’ondata di malcontento crescente che ha visto molti laici e sacerdoti prendere le distanze dall’argentino e muovere verso i più sicuri lidi della Tradizione. A rinfoltire i ranghi degli storici oppositori alle riforme conciliari e ai pontefici del post-concilio – Fraternità sacerdotale San Pio X e sedevacantisti in testa – si sono quindi aggiunti nuovi contestatori, la maggior parte dei quali proveniente dalle file dei ratzingeriani delusi. Uno di questi, accanto ai più famosi cardinali Sarah e Burke, è proprio Schneider.

    Classe 1961 e vescovo ausiliare della diocesi di Maria Santissima ad Astana, nel Kazakistan, Schneider ha vissuto la sua infanzia nella Chiesa clandestina sotto il regime sovietico, prima di trasferirsi con la famiglia in Germania (i suoi antenati erano alsaziani emigrati all’inizio del XIX secolo sulle coste del Mar Nero). Dopo un lungo percorso di studi tra i Canonici Regolari della Santa Croce, nel 1990 è stato ordinato sacerdote, mentre nel 2006, appena quarantacinquenne, è stato nominato vescovo da Benedetto XVI. Col tempo si è fatto notare come uno dei più accaniti difensori della messa tridentina e ha destato un certo scalpore la sua linea “aperturista” nei confronti della FSSPX (nel 2015, dopo aver visitato su richiesta della Santa Sede due seminari della Fraternità a Flavigny, in Francia, e a Winona, negli Stati Uniti, ha affermato che «non ci sono gravi motivi per negare al clero e ai fedeli della Fraternità San Pio X un riconoscimento canonico ufficiale»).

    Per chi fosse interessato a conoscere meglio la visione del mondo e della Chiesa di Schneider, la casa editrice Fede & Cultura ha appena pubblicato il suo ultimo libro-intervista, Christus Vincit. Si tratta di un corposo volume, scorrevole e ben scritto, in cui il presule, dopo una parentesi iniziale in cui racconta la sua difficile esperienza in URSS e l’entrata in seminario, affronta senza timore tutta una serie di temi scottanti quali il secolarismo dilagante, i pericoli connessi all’islam, i limiti del dialogo ecumenico, l’omosessualismo, le brutture del Novus Ordo, il mistero che circonda il Terzo segreto di Fatima e molto altro ancora. L’esito è un’agile summa del pensiero teologico e politico di Schneider, criticabile sotto molti punti di vista ma almeno ricco di spunti interessanti.

    Al di là della commovente testimonianza di un uomo che ha vissuto in gioventù il dramma della Chiesa clandestina, quando essere cattolici significava davvero rischiare ogni giorno la propria vita, Christus Vincit ha tre grandi meriti: innanzitutto le critiche di Schneider si risolvono in un invito a confrontarsi seriamente con le ragioni di Lefebvre e di chi, con lui, si oppose strenuamente al Concilio Vaticano II, individuando perciò in quel preciso momento storico l’inizio di un smottamento strutturale che ha portato alle macerie ecclesiastiche del tempo presente. Allo stesso tempo sono interessanti le obiezioni mosse a certe letture semplicistiche del post-concilio sulla falsariga dell’ “ermeneutica della continuità”. Inoltre Schneider non fa l’errore di cadere nella trappola di quello strano manicheismo per cui si crede che prima dell’arrivo di Bergoglio fosse tutto buono, bello e santo. Segnali di ambiguità e cospicui cedimenti alla logica del mondo sono individuati dal vescovo pure nei pontificati di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e, per certi versi, anche in quello di Benedetto XVI.

    Un libro come Christus Vincit, al netto degli indubbi meriti, non può però soddisfare chi da anni fa della battaglia alle riforme conciliari la ragione della propria militanza cattolica. Nel testo, infatti, non mancano le contraddizioni e i passaggi che necessiterebbero forse di una trattazione più approfondita. Solo per fare un esempio, Schneider si scaglia veementemente – e giustamente – contro certi abomini del Novus Ordo e si dilunga sul suo sogno di una “riforma della riforma”, salvo poi ammettere candidamente che anche lui, accanto alla prediletta messa tridentina, celebra quella montiniana. Espressioni come «papolatria» ed «irragionevole ultramontanismo» riferite a chi ha una grande stima per il Papato romano lasciano poi francamente interdetti.

    Ciò nonostante la lettura del libro di Schneider può rimanere caldamente consigliata. Oltre all’arricchente incontro con il punto di vista alternativo di un vescovo asiatico, a cavallo tra due mondi, quello Occidentale e quello Orientale, pareccchie pagine del volume costituiscono un ottimo cibo per la mente e per l’anima, un’occasione rara che sarebbe davvero un peccato lasciarsi sfuggire in un’epoca tanto oscura come quella in cui stiamo vivendo.

    Il libro: A. SCHNEIDER, Christus Vincit. Il trionfo delle tenebre sul mondo, Fede & Cultura, Verona, 2020, pp, 382, Euro 25.

  5. #195
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    L’anima armata: un libro verde per i cattolici integrali



    Non esiste un pieno accordo tra Animus e Anima, lo spirito e l’anima. Sono passati i tempi, è terminata la luna di miele, durante la quale Anima aveva il diritto di parlare a suo piacimento e Animus l’ascoltava rapito. Dopo tutto, non è stata forse Anima a portare la dote e a contribuire all’andamento del «ménage »? Ma Animus non ha accettato per lungo tempo questa posizione subalterna e ben presto ha manifestato la sua vera natura, vanitosa, pedante e tirannica. Anima è una ignorante e una sciocca, non è mai andata a scuola, mentre Animus conosce un’infinità di cose, ha letto un sacco di cose nei libri … tutti i suoi amici dicono che non si può parlar meglio di quanto egli faccia… Anima non ha più il diritto di dire una sola parola Sa meglio di lei quello che ella vuol dire. Animus non è fedele, ma non può fare a meno di essere geloso, perché in fondo, egli sa bene (no, ha finito col dimenticarlo) che è Anima ad avere in mano tutta la fortuna, lui è un poveraccio, non vive che di quello che gli si dà. Per questo non smette di sfruttarla e di tormentarla per farle cacciar fuori denari… Ella resta silenziosa a casa, a far da mangiare e a spazzare, tutto come può … In fondo Animus è un borghese, possiede abitudini regolari, desidera che gli si servano sempre gli stessi piatti.
    Ma accade una cosa strana. Un giorno in cui Animus era rientrato all’improvviso, ha sentito Anima che cantava tutta soletta, da dietro la porta chiusa, una curiosa canzone, qualcosa che egli non conosceva; nessuna possibilità di riconoscere le note, o le parole, o la chiave, una strana e meravigliosa canzone. Più tardi, egli ha cercato subdolamente di fargliela ripetere, ma Anima finge di non capire. Ella tace appena egli la guarda. L’anima tace appena lo spirito la guarda. Allora Animus ha trovato un trucco, fa in modo da farle credere che egli non c’è … a poco a poco Anima si rassicura, guarda, ascolta, respira, si crede sola e, senza far rumore apre la porta al suo Amante Divino.

    (Paul Claudel)

    Ho voluto iniziare questa recensione con questo lungo apologo poetico di Claudel perchè ho la ragionevole certezza che non molti tra i nostri lettori leggeranno quest’articolo, dal momento che i temi strettamente di spiritualità hanno poco appeal e fanno poco share, come si direbbe nel linguaggio massmediologico.

    E allora, per i pochi volenterosi e coraggiosi, mi son permesso una lunga digressione iniziale,

    Si sa, oggi il lettore “tradizionalista medio”, travolto spesso da un uso parossistico dei social media, è attirato molto da ciò che accade intorno a lui, dalla temporalità battagliante, dal complotto sensazionale, dall’assalto roboante delle forze della sovversione, insomma dal terribile e dal meraviglioso: insomma da tutto ciò che è fatto per l’Animus della nostra citazione mentre l’Anima, divina e immortale, vera sostanza dell’uomo, giace spesso negletta nel dimenticatoio.

    E’ innegabile che siano tempi drammatici, tragici e caotici al contempo in cui ci si immerge a ritmi incalzanti e con un incedere spesso inesorabile e scandito dagli impegni quotidiani.

    L’Anima cristiana stessa, quasi costretta ad una danza imperiosa e spesso ineluttabile, rischia di perdere le proprie coordinate essenziali, il proprio baricentro spirituale, la propria freschezza e vivacità morale, il proprio essere sempre “al cospetto di Dio” e delle sua legge, entrando in una sonnolenza che spesso è anticamera della morte spirituale.

    La coscienza si fa distratta, si fa assopire da un incessante attivismo e la vita spirituale si intorpidisce o si intorbida: vi ingannaremmo, cari lettori, e inganneremmo noi stessi se considerassimo questa condizione qualcosa di remoto e di intangibile. La si tocca invece con mano, la si percepisce, la si vive.

    Per questo è necessario. “mangiar sano”, “fare esercizio” e, se serve , prendere qualche medicamento come direbbero i telegiornali: se l’uomo a una dimensione si imbottisce di xanax o di tavor, le Edizioni Radio Spada vi forniscono invece una piccola, fruttuosa e fruttifera antologia di scritti spirituali adatti all’uomo di ogni tempo.

    Il “Trattato degli scrupoli” di Padre Giuseppe Cabrino, da noi riportato alla luce con sfarzo antiquario, viene affiancato da brevi estratti della Filotea di San Francesco di Sales, del “Compendio di teologia e mistica” del Tanquerey e delle conferenze del famoso e benemerito Padre Barrielle, il sistematizzatore degli esercizi di Sant’Ignazio, già ridotti decenni fa “ad usum populi” dal padre Francisco de Paula Vallet.

    Come ben vedete, il libro non si rivolge propriamente agli “uomini di sangue”, divorati dalle passioni e quasi dimentichi del sovrannaturale, ma sopratutto ai devoti, a chi quotidianamente, con fatica, con sacrificio , ma anche con distrazioni e diversioni, cerca di adeguare la propria vita alla legge di Cristo, ai dettami del cattolicesimo, di mantenere la propria anima fedele alla Verità, attraverso la vita sacramentale e le buone opere.

    Se prima parlavamo di mondani e lassi, non va taciuto che anche per i pii e i ferventi non mancano tentazioni “sotto l’apparenza di bene” (spesso più disastrose del vizio più grossolano), disordini, incertezze, angosce e desolazioni perchè il Nemico del genere umano, il diavolo, lavora senza posa per macchiare, compromettere o almeno minimizzare i progressi dei questi devoti.

    Quindi accanto ai famosi “libri blu” (che tutti i tradizionalisti che non siano appena cascati dal pero conoscono), oggi avete a disposizione un libro verde, un libro (e vi diamo un consiglio assolutamente non commerciale) che è meglio non comprare, se lo si deve tenere tra i tanti della propria libreria.

    Quando cala invece la sera e le battaglie temporali cessano, o forse meglio riprendendo poeticamente Claudel, in quel momento del giorno in cui l’Animus si ritira e si addormenta e l’Anima può finalmente conversare in qualche modo con l’Amante divino, anche questo libretto potrà esservi utile e darvi qualche arma in più nel combattimento spirituale . Fatene buon uso!

  6. #196
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    “Leggiamo insieme Il Signore degli Anelli”: alla riscoperta del capolavoro di Tolkien

    di Luca Fumagalli




    Per chi ha avuto la fortuna di avventurarsi con gusto tra le pagine de Il Signore degli Anelli è impossibile non condividere l’opinione espressa da C. S. Lewis all’epoca della pubblicazione del libro: «È troppo originale, troppo ricco perché lo si possa giudicare a una prima lettura. Ma sappiamo che ci ha regalato qualcosa: non siamo più le stesse persone».

    Come tutti i capolavori della letteratura, il best-seller tolkieniano lascia nell’animo di chi legge il ricordo di un’esperienza meravigliosa. È come se la dimensione mitica e fantastica che caratterizza il massiccio volume permettesse di comprendere meglio, a un’adeguata distanza, quello straordinario dono che è la vita, con il suo quotidiano di infinite contraddizioni (ecco perché il professore di Oxford fu tutto meno che un fautore dell’ “escapismo”, cioè di una letteratura concepita quale fuga mundi o sterile consolazione). Ha perciò ragione Tom Shippey quando, in J.R.R. Tolkien autore del secolo, scrive che con la sua opera lo scrittore inglese stava facendo qualcosa di molto comune fra i romanzieri del Novecento: nel ruolo di sub-creatore, racconta di mondi e creature che non esistono, non per ignorare la realtà, ma per guardarla in un modo nuovo. Del resto se Il Signore degli Anelli continua a essere letto e apprezzato in tutto il mondo – ritornato in auge di recente anche grazie alla fortunata trilogia cinematografica di Peter Jackson – è perché affronta temi universali quali il potere, l’amore, l’ignoto, la vita e la morte, questioni radicali dell’essere umano, destinate a non passare mai di moda.

    Nel corso degli anni sono state avanzate svariate interpretazioni del capolavoro di Tolkien, non di rado contraddittorie, frutto di letture parziali o ideologiche, tanto che c’è pure chi è arrivato all’estremo di denunciare l’opera come un manifesto maschilista, fascista e razzista. D’altro canto, troppo spesso il professore di Oxford è stato trattato dagli estimatori alla stregua di un santino, ridotto, nel peggiore dei casi, a un serbatoio di slogan e frasi d’effetto a buon mercato. In Italia, poi, il travisamento a scopi politici pare una regola, e la fresca polemica a proposito della traduzione firmata da Ottavio Fatica non fa che confermare come una lettura de Il Signore degli Anelli sgombra dai pregiudizi, che tenga solamente conto della visione di Tolkien, sia ancora purtroppo molto difficile.

    È proprio dal desiderio di percorrere questa strada tortuosa, di ridare dignità a «un romanzo-mondo che contiene al suo interno di tutto (narrativa, poesia, filosofia, etica) e parla a chiunque, da destra a sinistra, dagli atei ai credenti, dai pagani ai cristiani, dai modernisti agli antimodernisti», che nasce Leggiamo insieme Il Signore degli Anelli di Paolo Nardi, traduzione cartacea di una serie di video a commento del libro già apparsa questa primavera su YouTube.

    Basandosi su una bibliografia critica vasta e variegata, Nardi riesce nella complicata operazione di portare in primo piano il romanzo, offrendo di esso un’interpretazione convincente, capitolo dopo capitolo, in grado di mostrare i limiti di certe esegesi miopi e partigiane. Pur da cattolico, l’autore resiste inoltre alla tentazione di vedere in ogni particolare del libro tracce della fede di Tolkien; allo stesso tempo, mentre critica chi derubrica Il Signore degli Anelli a un racconto per ragazzi o a un sottoprodotto della cultura pop, Nardi svela la grandissima profondità dell’opera, mostrando come sia attraversata da interminabili contraddizioni e ambiguità, frutto di una scrittura che è qualcosa di molto più complesso del semplice stilare «manifesti e utopie da ideologo nostalgico del passato o sussidi per il catechismo».

    Leggiamo insieme Il Signore degli Anelli – con prefazione di Paolo Gulisano – si dimostra dunque una guida preziosissima, utile sia per i neofiti della Terra di Mezzo che per i lettori più smaliziati. A questo punto c’è solo da sperare che Paolo Nardi possa regalarci altri libri così, godibili e intelligenti, magari per analizzare ancora più nel dettaglio il vasto e complesso universo letterario nato dalla penna di quel genio che fu J. R. R. Tolkien.

    Il libro: Paolo Nardi, Leggiamo insieme Il Signore degli Anelli, Fede & Cultura, Verona, 2020, pp. 176, Euro 17.


  7. #197
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    Sei libri consigliati per il Natale, tra fantasy, apologetica e distopia



    a cura di Luca Fumagalli





    Da Terramare a Narnia, da Harry Potter a Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, passando per Il Signore degli Anelli, in ogni saga che si rispetti oltre all’eroe non può mancare l’antagonista. Tuttavia, non basta essere solo il nemico del protagonista per diventare un Cattivo capace di restare impresso nella mente del lettore o dello spettatore e, soprattutto, di tramandarsi per generazioni, entrando a volte a far parte dell’immaginario collettivo. Quali sono, dunque, gli ingredienti che trasformano un tale personaggio nell’essenza del Male o della Paura per antonomasia? Questa antologia di saggi – tra cui figurano i contributi dei “nostri” Luca Fumagalli e Paolo Gulisano – prova a rispondere alla domanda esaminando come l’antagonista sia stato sviluppato in dieci famose opere di genere fantastico e nelle loro relative traduzioni su piccolo e grande schermo.

    M. LENTI (cura di), L’ombra del cattivo. Dieci antagonisti del Fantastico fra letteratura, cinema e televisione, CentoAutori, Villaricca, 2020, 192 pagine, 16 Euro.



    La sfera e la croce è un altro capolavoro di G. K. Chesterton dedicato alla dialettica tra la Fede e la mancanza di essa. Il grande scrittore inglese trasforma il romanzo in una parabola letteraria che spinge l’uomo più vicino a quel ‘pensiero fanciullo’ che sempre si interroga su se stesso e sulla vita, oltre le apparenze e i razionalismi d’accatto. Solo andando al di là della concretezza delle cose, scrive Chesterton, l’umanità può vedere, anche sotto le apparenti spoglie di un folle, la saggezza e l’inestimabile ricchezza spirituale di chi spera, crede e vive con gioia.

    G. K. CHESTERTON, La Sfera e la Croce, Società Chestertoniana Italiana, Casa Editrice Leardini e Centro Missionario Francescano, 2020, pp. 256, Euro 18




    Alla fine del terzo millennio, l’umanità vive in un ordine ideale di assoluta razionalità e privo di conflitti. Le persone hanno un codice numerico e non un nome. Chi si oppone viene eliminato. Quest’armonia forzata viene avvertita da tutti come perfezione e bene, anche dal protagonista D-503, un matematico addetto alla fabbricazione di un’astronave che dovrà esportare su altri pianeti questo modello sociale su base. D-503, che racconta la storia sotto forma di diario, si innamora di una donna che però lo sconcerta per la sua ironia, qualità assente nelle altre donne da lui conosciute. Grazie a lei, potrà conoscere il mondo oltre il Muro Verde abitato dai refrattari all’ordine stabilito ridotti allo stadio di selvaggi. Scritto negli anni caldi della rivoluzione bolscevica e prontamente censurato, Noi di Evgenij Zamjatin riflette i sogni del comunismo

    E. ZAMJATIN, Noi, Fede & Cultura, Verona, 2020, pp. 224, Euro 17.


    Liberismo o liberalismo? Esiste un liberismo cattolico? Sono reali le “liaisons dangereuses” tra liberismo e comunismo? Viviamo nel migliore dei mondi possibili? Un saggio polemico, impreziosito tra l’altro dagli interventi di Pietro Ferrari e Lorenzo Roselli, che mette a nudo tutte le incongruenze di un sistema autoreferenziale.

    A. CAVALLERI, Processo al liberismo, Radio Spada, Cermenate, 2020, pp. 142, 14 Euro



    All’origine del capolavoro cinematografico di Fritz Lang del 1927 e alla base di molti capolavori della fantascienza, da Blade Runner a Star Wars, Metropolis di Thea von Harbou è un romanzo futuristico ambientato in una ciclopica città multilivello: i ricchi industriali la governano dai loro grattacieli, mentre gli operai lavorano relegati nel sottosuolo. La trama è il risultato dell’intreccio di tre storie dalla diversa ispirazione: una “romantica” riguardante l’idillio tra il generoso Freder e la dolce Maria, una “sociale” che ha per oggetto la lotta di classe tra industriali e operai, e una “orrorifica” che vede un diabolico scienziato impegnato a dare la vita a un robot che ha le stesse fattezze di Maria e incita gli operai alla rivolta e alla distruzione delle macchine. Sarà Freder, figlio del capo della città, a dover acquisire consapevolezza del suo ruolo messianico di salvezza per l’umanità facendosi mediatore tra capitale e lavoro.

    T. VON HARBOU, Metropolis, Fede & Cultura, Verona, 2020, pp. 304, Euro 18.



    Tra i più influenti teologi degli ultimi due secoli, il cardinale inglese John Henry Newman fa rivivere in questo peplum – pubblicato per la prima volta nel 1856 – la storia del giovane Agellio e di Callista, una pagana attirata dal cristianesimo. Sullo sfondo delle vicende vi è l’Africa romana del III secolo, un luogo ambiguo e contraddittorio, seducente e pericoloso, attraverso il quale i due protagonisti dovranno farsi largo per giungere alla redenzione finale.

    J. H. NEWMAN, Callista, Schegge Riunite, 2020, pp. 318, Euro 14,99.

  8. #198
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [NOVITA’ IN LIBRERIA] “Imagine”: Il profeta John Lennon, il bestiale Pan e il Nirvana del nulla





    Chi non conosce Imagine, una di quelle canzoni che ha segnato un’epoca ed è entrata di diritto nella storia. Le note del brano più celebre di John Lennon sono parte di un immaginario che affonda le proprie radici in un mondo in emersione, al termine della cosiddetta “età dell’oro” della Swinging London e della Beatlemania.

    L’universo colorato degli anni Sessanta, disinibito nelle speranze tanto quanto lo fu nei costumi, aveva vagheggiato un’utopia di felicità universale che, però, nel decennio successivo era andata clamorosamente a sbattere contro la dura realtà della recessione economica e di una guerra in Vietnam che non accennava a concludersi. Mentre i Beatles annunciavano il loro scioglimento, quello che a molti era sembrato un sogno ad occhi aperti, una “Summer of Love” di estasi ininterrotta, aveva ormai imboccato il viale del tramonto, lasciando dietro di sé una lunga scia di disillusioni.

    Nel frattempo, in una villa poco lontano da Londra, John Lennon aveva deciso di inaugurare una nuova fase della sua carriera, per così dire più “autoriale”. L’ex Beatle aveva già pubblicato alcuni lavori insieme a Yoko Ono, dando libero sfogo al proprio estro creativo, ma ciò che ora cercava era una nuova dimensione musicale, un salto di qualità che lasciasse il segno e che contribuisse a riportare un po’ di ordine nella sua esistenza. Le cose, infatti, non gli stavano andando benissimo e lo spettro dell’eroina era sempre dietro l’angolo.

    È così che nel 1971 Imagine fece la sua comparsa sulla scena: accordi semplici, tutt’altro che sperimentali, per un testo immediato, accattivante, che facilmente si imprime nella memoria di chi lo ascolta. La canzone è un miracolo hippie che si autocelebra, l’inno di un universo di pace e di uguaglianza da cui è esclusa ogni prospettiva soprannaturale. Perciò dietro la superficie rassicurante di Imagine si nasconde un vero e proprio cuore di tenebra, apparendo in fondo come l’elogio di una distopia anti-umana, figlia del niente, del fallimento esistenziale di una generazione votata – più o meno consapevolmente – alla disperazione.

    Nella sua canzone Lennon prefigura un mondo informe, liquido, senza idee né princìpi, i cui abitanti sono ridotti a un ammasso di morti viventi degni di una pellicola di Romero. L’elogio del carpe diem, del vivere aggrappati unicamente all’attimo che fugge, è quel grimaldello che scardina ogni orizzonte valoriale con l’obiettivo di dare all’umanità tutta, finalmente unita, l’aspetto bestiale di un Pan che volteggia soddisfatto in un Nirvana del nulla.

    A indagare gli oscuri retroscena di Imagine ci pensa David Nieri con questo ottimo libro, ora in una nuova edizione. Agile, godibile e scritto meravigliosamente, il saggio è una preziosa occasione anche e soprattutto per fare i conti con il retropensiero che è andato a formare l’attuale società secolarizzata. Difatti, a partire dalla canzone di Lennon, il discorso di Nieri si allarga per indagare le radici dello sconforto postmoderno, di quel milieu di rassegnazione e rabbiosa negazione della religione che caratterizza un’umanità priva di bussola, che per vivere crede basti sostituire il sangue con coriandoli colorati e con tante buone intenzioni.

    Imagine è dunque quel grigio riflesso dell’uomo e del suo destino che solo uno specchio deformato dall’ideologia e dal nichilismo può produrre. In tal senso John Lennon fu davvero un profeta: la sua oscena “utopia” è oggi diventata realtà.

    Il libro: David Nieri, Imagine. Utopia o nichilismo?, La Vela, Viareggio, 2020, pp. 160

  9. #199
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [NOVITA’ IN LIBRERIA] “Tradurre Tolkien”: limiti (e pericoli) della nuova traduzione de “Il Signore degli Anelli”



    di Luca Fumagalli



    Sulla nuova traduzione de Il Signore degli Anelli pubblicata dalla casa editrice Bompiani tra il 2019 e il 2020 si è scatenata una querelle che ancora continua. Il lavoro di Ottavio Fatica, professionista preciso e competente – che tra l’altro si è avvalso del supporto dell’Associazione Italiana Studi Tolkieniani – ha fatto storcere il naso a molti appassionati e non, come se il capolavoro del professore di Oxford avesse improvvisamente cambiato volto. A destare ulteriore perplessità è stata poi la scelta dell’editore di ritirare dal mercato la precedente traduzione, risalente al 1970, quella firmata da Vittoria Alliata di Villafranca e supervisionata da Quirino Principe, la stessa che ha fatto conoscere per la prima volta a migliaia di lettori italiani lo straordinario mondo della Terra di Mezzo.

    Almeno in parte la polemica che ne è venuta è figlia di quell’approccio ideologico che ha da sempre caratterizzato il dibattito nella nostra penisola su Tolkien e la sua opera: ai “nostalgici” ottusamente restii a ogni possibile revisione linguistica del legendarium si sono opposti – e continuano ad opporsi – i “novatori” ad ogni costo, animati dal desiderio di svecchiare Il Signore degli Anelli per renderlo più appetibile alle nuove generazioni di lettori (cosa anche lodevole, se fatta però con criterio e cura); il tutto attraversato dalle solite implicazioni politico-culturali più o meno palesi e alimentato dalle frizioni esistenti tra le varie associazioni tolkieniane operanti in Italia.

    Marcantonio Savelli, insegnante e saggista, ha recentemente scritto un breve volume sull’argomento, Tradurre Tolkien (La Vela, 2020), che tenta di dare voce a quanti, per un motivo o per l’altro, sono rimasti insoddisfatti del lavoro di Fatica. Lo studio si risolve in un confronto tra l’edizione originale in lingua inglese e le due traduzioni italiane, un confronto operato tramite alcuni brani selezionati ad hoc per esemplificare la grande distanza che separa il testo di Alliata/Principe da quello di Fatica.

    Pur riscontrando ambiguità, errori e imprecisioni in entrambe le traduzioni, Savelli accusa Fatica di aver addirittura travisato le intenzioni dello stesso Tolkien. Si sospetta, infatti, una forte ambizione a “migliorare” o “svecchiare” la prosa del professore di Oxford. Lo testimoniano i numerosi errori di resa stilistica determinati dalla volontà di abbassare il registro linguistico ricorrendo a termini dialettali o colloquiali – in spregio a ogni indicazione contraria individuabile nell’originale – oppure di elevarlo usando, all’opposto, tecnicismi inopportuni: così il risultato, per citare Manzoni, «trova la maniera di riuscir rozzo insieme e affettato». I calchi grossolani, l’uso arbitrario e frequente di troncamenti, la scarsa musicalità delle traduzioni delle poesie – che denota una limitata conoscenza della lirica antica e medievale –, il tentativo di donare “scorrevolezza” a scapito della grammatica e l’incapacità di rendere adeguatamente lo stile colloquiale dei diversi personaggi sono altri esempi che testimoniano i troppi limiti di una traduzione che, de facto, è un’applicazione a forza delle categorie proprie del romanzo moderno e contemporaneo a un’opera prodotta da un autore che notoriamente le disdegnava (Fatica, guarda caso, non ha mai fatto mistero di essere estraneo al genere d’invenzione letteraria rappresentato da Il Signore degli Anelli).

    Tradurre Tolkien – tra l’altro arricchito da una scoppiettante prefazione di Quirino Principe che, lungi da giudizi di merito, si limita a sottolineare il diritto alla coesistenza sul mercato di più traduzioni del medesimo romanzo – è dunque un libro che si inserisce in maniera intelligente e provocatoria in un dibattito che fino ad oggi, salvo una manciata di lodevoli eccezioni, ha prodotto più che altro chiacchiericcio fuori luogo e levate di scudi aprioristiche. Meriterebbe perciò di essere letto da tutti gli appassionati di Tolkien, anche da chi ha amato la nuova edizione Bompiani: si spera che il volume di Savelli segni almeno l’inizio di un confronto più “scientifico” e meno umorale tra le parti in causa.

    Il libro: Marcantonio Savelli, Tradurre Tolkien, La Vela, Viareggio, 2020, pp. 138, Euro14.

  10. #200
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Segnalazioni editoriali

    [Novità in libreria] “L’ombra del cattivo”: l’antagonista nella letteratura fantasy

    segnalazione a cura di Luca Fumagalli



    Da Terramare a Narnia, da Harry Potter a Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, passando per Il Signore degli Anelli, in ogni saga che si rispetti oltre al protagonista non può mancare l’antagonista, il cattivo di turno che si oppone all’eroe. Tuttavia, non basta essere solo il nemico del protagonista per diventare un Cattivo capace di restare impresso nella mente del lettore o dello spettatore e, soprattutto, di tramandarsi per generazioni, entrando a volte a far parte dell’immaginario collettivo. Quali sono, dunque, gli ingredienti che trasformano un tale personaggio nell’essenza del Male o della Paura per antonomasia? L’antologia di saggi L’ombra del cattivo prova a rispondere a questa domanda esaminando come l’antagonista sia stato sviluppato in dieci famose opere di genere fantastico e nelle loro relative traduzioni su piccolo e grande schermo.

    Saggi

    Maria Cristina Calabrese, Scegliere di essere cattivo (Harry Potter)
    Paola Bruna Cartoceti, La triade oscura delle quattro terre (La saga di Shannara)
    Cristina Donati, Alla ricerca del più cattivo (La Spada della Verità)
    Pia Ferrara, I nemici della Polvere (Queste Oscure Materie)
    Martina Frammartino, Avversari ed estranei: quando i nemici non sono tutti uguali (Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco)
    Luca Fumagalli, Il volto oscuro di Narnia (Le Cronache di Narnia)
    Paolo Gulisano, Nella terra di Mordor, dove l’ombra cupa scende (Il Signore degli Anelli)
    Marina Lenti, Mulgarath, il parente povero della genìa orchesca (Le Cronache di Spiderwick)
    Chiara Nejrotti, Le tenebre come ombra e doppio (Terramare)
    Luisa Paglieri, Mondi di inchiostro e ombre punitive (Cuore d’Inchiostro)

    Il libro: M. LENTI (a cura di), L’ombra del cattivo, CentoAutori, Villaricca, 2020, pp. 192, Euro 16.

 

 
Pagina 20 di 23 PrimaPrima ... 10192021 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Segnalazioni novità editoriali
    Di Druso nel forum Patria Italiana
    Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 10-09-10, 13:46
  2. Segnalazioni editoriali e mediatiche
    Di Guelfo Nero nel forum Tradizione Cattolica
    Risposte: 238
    Ultimo Messaggio: 01-02-09, 11:44
  3. Novità editoriali
    Di Harm Wulf nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 08-01-06, 02:09
  4. Novità editoriali
    Di Harm Wulf nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 08-01-06, 02:05
  5. Novità editoriali
    Di Harm Wulf nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 08-01-06, 02:00

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito