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  1. #11
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    Citazione Originariamente Scritto da yure22 Visualizza Messaggio
    il giornale.it
    9 V 2011

    La commissione di inchiesta sull’uso politico della giustizia prende forma in una proposta del Pdl a Montecitorio: verificherà se ci sono disfunzioni che hanno leso i diritti fondamentali dei cittadini. Il premier: "Non ce l’ho con tutti i giudici, ma bisogna verificare se all’interno dei tribunali c’è un’associazione con fini a delinquere" (video). Napolitano avverte: "Prima onorare la magistratura, poi parlare di riforme"


    Milano - "I magistrati uccisi dal terrorismo sono degli eroi". All'uscita del tribunale di Milano - a soli due giorni dalle accuse contro i pm di Milano - il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi invita gli italiani a "inchinarsi" davanti a chi ha dato la vita per la giustizia e per il bene del Paese. La posizione del Cavaliere non è cambiata rispetto a sabato. Anzi. Se da una parta ricorda l'eroismo di chi ha lottato per la legalità, dall'altra avverte la necessità (sempre più stringente) di istituire "una commissione di inchiesta per evidenziare se all’interno della magistratura c’è un’associazione con fini a delinquere". Quel "cancro" di cui parlava sabato, appunto.


    La commissione di inchiesta sull’uso politico della giustizia prende forma in una proposta del Pdl (prima firmataria Iole Santelli) a Montecitorio. Cinque le circostanze da verificare visto il fenomeno della "politicizzazione di parte della magistratura e della caratterizzazione di una corrente della stessa come un autentico soggetto politico che si propone di modificare il sistema politico e di trasformare radicalmente il sistema economico". Presentata il 4 febbraio dello scorso anno la proposta prevede che, nel termine di un anno, si accertino le disfunzioni che "hanno eventualmente leso i diritti fondamentali dei cittadini garantiti dalla Costituzione", l’eventuale "presenza all’interno dell’ordine giudiziario di orientamenti politico-ideologici e di rapporti di interdipendenza con forze politiche parlamentari o extraparlamentari", l’eventuale influenza di motivazioni politiche e le conseguenti "deviazioni della giustizia". D'altra parte, è l'intento del Pdl, "l’amministrazione della giustizia deve essere esercitata nel rispetto assoluto di questo principio e mai contro una parte dei cittadini e in favore di altri".

    Lo stesso attacco di Berlusconi non è rivolto contro la magistratura in generale né contro quei migliaia di giudici che svolgono quotidianamente il proprio lavoro, ma contro la procura di Milano che, ormai da anni, mette in campo un assalto sistematico. Così sistematico da spingere Fabrizio Cicchitto a ritenerlo "politico prima che giudiziario". Basti pensare che il presidente del Consiglio e chiunque lo frequentasse ad Arcore sono stati intercettati dal mese di luglio fino a dicembre, mese nel quale fu inviato l’avviso di garanzia. "Non è vero che ce l’ho con tutti i magistrati - ha spiegato Berlusconi al termine dell'udienza sul processo Mills - sono grato a quelli che hanno ritenute infondate le accuse nProprio a quei magistrati che hanno dato la vita per il Paese va il pensiero del Cavaliere nel Giorno della memoria per le vittime del terrorismo. Per il premier, infatti, è "un fatto gravissimo che ci siano stati movimenti terroristici come le Brigate Rosse, i quali hanno fatto troppe vittime". Proprio per questo, Berlusconi ci ha tenuto a tornare sul caso dei manifesti anti Br deprencando la scelta di Roberto Lassini di riempire il capoluogo lombardo con manifesti contro i magistrati: "Non ho mai parlato di brigatismo giudiziario". Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato che l'opera e le parole dei magistrati sono come pietre: "Restano più forti di qualsiasi dissennato manifesto venga affisso sui muri della Milano di Emilio Alessandrini e Guido Galli, e di qualsiasi polemica politica indiscriminata".
    nei miei confronti da parte di chi cerca di usare il diritto come arma politica contro di me".

    Il ministro della Giustizia Angelino Alfano non si è sentito chiamato in causa dalla reprimenda del capo dello Stato che ha chiesto alla politica di "onorare" le toghe come "premessa" di ogni appello alle riforme. "Siamo consapevoli - ha commentato il Guardasigilli - dell’importanza della magistratura e riconoscenti nei confronti di coloro i quali ieri sono caduti per salvaguardare lo Stato democratico e per onorare la Costituzione". Non solo. Alfano ha anche sottolineato di essere personalmente riconoscente a "tutti quei magistrati che ogni giorno si battono per l’affermazione del principio di legalità con serenità di spirito e senza paratie ideologiche".

    L'opposizione coglie al volo le parole per accusare il premier di "irresponsabilità" e di "eversione". Il leader Idv, Antonio Di Pietro, arriva addirittura al paradosso. Da una parte chiede al capo dello Stato di "fermare gli arracchi alle istituzioni", dall'altra spara a zero contro Berlusconi lanciando anatemi e insulti. All'ex pm, infatti, i diktat di Napolitano non bastano. E lo dice chiaramente: "Il Quirinale non si può limitare a delle raccomandazioni e a dei rimbrotti, ma deve fare dei passi concreti, altrimenti fra poco ci penserà il popolo". Sulla stessa linea pure i democratici che accusa il premier di "schizofrenia" e di non essere "capace di praticare una politica ’civilè basata sul confronto delle idee e dei programmi".

    In realtà, Berlusconi si difende da un attacco politico, mentre gli irresponsabili sono altri. Irresponsabili sono coloro che hanno voluto che si tenessero i processi contro il presidente del consiglio in carica, anzichè rinviare i processi alla fine del mandato. "Irresponsabile è Di Pietro che paragona Berlusconi ai nazisti - spiega anche il Pdl Francesco Casoli - il nostro sistema democratico non è travolto da Berlusconi, come sostiene la Finocchiaro, ma dal protagonismo e dalla militanza di certi pm che usano le inchieste a fini politici per far cadere i governi come riuscito con Prodi e tentato con Berlusconi".


    D'altra parte lo stesso Berlusconi ci tiene a sottolineare che da parte sua non c'è alcun attacco alla legalità, ma una richiesta del rispetto di essa in tutte le direzioni. Da qui la richiesta di massimo rispetto per i magistrati vittime del terrorismo e della mafia che non devono essere in alcun modo trascinati nella polemica politica. Da qui la netta presa di distanza da manifesti al tempo stesso sbagliati e inaccettabili. "Per noi - ha sottolineato anche Cicchitto - la figura emblematica di questi magistrati è Falcone, la cui attività reale fu segnata da difficoltà e attacchi che sfuggono completamente agli schemi oggi correnti". Contro chi, invece, persegue fini politici nelle aule dei tribunali, la maggioranza vorrebbe - appunto - istituire una commissione di inchiesta al fine di verificare se all’interno della magistratura c’è un’associazione con fini a delinquere. "Ci sono tentativi reiterati da parte degli stessi pm di eversione - ha chiesto provocatoriamente Berlusconi - e questo non è un cancro della democrazia?".

    Non è un caso che per ben ventiquattro volte è stato accertato che le accuse nei suoi confronti erano "infondate". Come non è nemmeno un caso che quando è stata fatta la conta all’interno dell’Anm tutti i magistrati di sinistra hanno applaudito Fabio De Pasquale (il pm del processo Mills, Madiatrade e Mediaset). "Se questo non è un cancro della democrazia - ha concluso il Cavaliere - allora siete fuori dal mondo".
    Ottimo articolo!

    ----

    ricordiamo anche alcuni pareri della sinistra:

    D'Alema (PD), da Wikileaks: <<la magistratura è la più grande minaccia allo Stato italiano>>
    (considerazione privata fatta da Massimo D'Alema, anno 2009)
    FONTE: Secondo wikileaks, ma l&rsquo;ex premier smentisce - Wikileaks, D&rsquo;Alema: magistratura minaccia per l&rsquo;Italia| italia| Il SecoloXIX

    Bersani (PD): <<Negli anni, non sono mancate invasioni di campo da parte di alcuni magistrati>>
    FONTE: Bersani lo ammette: "I magistrati invadono la politica"

    Violante (PD): <<Intercettazioni pubbliche? Italia come sudamerica>>
    FONTE: VIOLANTE: INTERCETTAZIONI PUBBLICHE? ITALIA COME SUDAMERICA

    Barbi (PD): <<La Procura di Milano fa paura>>
    FONTE: Barbi (Pd): procura Milano fa paura

    Diplomatici USA, da Wikileaks: <<la magistratura italiana è una casta inefficiente e autoreferenziale>>
    FONTE: Wikileaks, Repubblica spara bordate sul Cav Ma nasconde le critiche Usa alla magistratura - Interni - ilGiornale.it del 18-02-2011

    Toni Negri: «Il potere giudiziario è diventato un potere quasi autocratico. A quel tempo il partito dei giudici era appena nato: il loro potere è diventato esorbitante grazie a un patto con la sinistra istituzionale che aveva dato alla magistratura mano completamente libera».
    FONTE: Persino per Toni Negri Silvio è perseguitato - Interni - Commenti pagina 7 - ilGiornale.it del 22-04-2011
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  2. #12
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    Citazione Originariamente Scritto da gorvelli Visualizza Messaggio
    Beh, i fatti dicono che nessun missino leghista o berlusconiano è mai stato arrestato per tangentopoli, la commisssione ci deve per l'appunto spiegare perchè.

    Io so solo che dopo aver fatto piazza pulita questi signori hanno vinto le elezioni e volevano nominare Di Pietro ministro, poi cosa sia andato storto nei loro accordi ce lo dirà la commissione.
    Provo a spiegarlo io?
    Sta molto attento che se perdessi il filo poi non capiresti.

    Il lupo accusò l'agnello d'aver parlato male di lui l'anno prima ma questi rispose che non era ancora nato.

    Capito?

    Berlusconi ai tempi di tangentopoli ancora non era sceso in politica, come potev a quel PM miolto intelligente accusarlo se ancora non era nato?

    Ci arrivò dipietro e tu no?

    Poi il MSI era sempre stato tenuto al di fuori del potere (arco costituzionale)
    Come poteva aver consumato a ristorante se neppure lo fecero entrare?

    In quanto alla lega sei in errore, ebbe processo tanghentopulos.

    A volte basta pensare un po prima di scrivere per evitare di fare figure del menga.

  3. #13
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    cosa vuol dire se Berlusconi non era entrato ancora in politica, anche De Bernedetti non era entrato in politica ma l'hanno messo dentro lo stesso.

    La Commissione d'Inchiesta deve chiarire se per caso Berlusconi manovrava la Procura di Milano con la complicità dei giornalisti Feltri e Fede che esultavano ad ogni arresto di Di Pietro che spianava la strada a Berlusconi, troppe le strane coincidenze.
    Ultima modifica di gorvelli; 10-05-11 alle 13:35

  4. #14
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    meglio che si faccia, c'è troppo marcio, sopratutto a Milano
    (Gv 3, 20-21)
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio

  5. #15
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    una bella commissione che appurasse perchè ai tempi di tangentopoli non hanno mai arrestato nessun missino ci voleva proprio
    Ultima modifica di gorvelli; 10-05-11 alle 16:06

  6. #16
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    Citazione Originariamente Scritto da gorvelli Visualizza Messaggio
    cosa vuol dire se Berlusconi non era entrato ancora in politica, anche De Bernedetti non era entrato in politica ma l'hanno messo dentro lo stesso.

    La Commissione d'Inchiesta deve chiarire se per caso Berlusconi manovrava la Procura di Milano con la complicità dei giornalisti Feltri e Fede che esultavano ad ogni arresto di Di Pietro che spianava la strada a Berlusconi, troppe le strane coincidenze.
    De benedetti é cittadino svissero e non é entrato in politica.
    L'essersi messo d'accordo con prodi (presidente dell'iri) per farsi regalare lo SME mi pare che si possa considerare reato.

    Se, come dici sia finito in galera, cosa che non ricordo, é prassi.

    Raccontaci perchè ci sia finito, che io non ricordo .
    (( Era innocente)) ? Quanti anni prese?

  7. #17
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    Citazione Originariamente Scritto da yure22 Visualizza Messaggio
    De benedetti é cittadino svissero e non é entrato in politica.
    L'essersi messo d'accordo con prodi (presidente dell'iri) per farsi regalare lo SME mi pare che si possa considerare reato.

    Se, come dici sia finito in galera, cosa che non ricordo, é prassi.

    Raccontaci perchè ci sia finito, che io non ricordo .
    (( Era innocente)) ? Quanti anni prese?
    cioè mi stai raccontando che non ti ricordi neanche che De Benedetti è finito addirittura in galera mentre Silvio no? Ragazzi che livello di preparazione scarso che avete, lo so anch'io che nessuno vi prende sul serio quando fate i pistolotti sui giudici.

    Che di Pietro si sia dimesso da ministro in carica perchè indagato e poi risultò innocente almeno quello lo sapevi, dai.
    Ultima modifica di gorvelli; 10-05-11 alle 20:49

  8. #18
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    Citazione Originariamente Scritto da gorvelli Visualizza Messaggio
    cioè mi stai raccontando che non ti ricordi neanche che De Benedetti è finito addirittura in galera mentre Silvio no? Ragazzi che livello di preparazione scarso che avete, lo so anch'io che nessuno vi prende sul serio quando fate i pistolotti sui giudici.

    Che di Pietro si sia dimesso da ministro in carica perchè indagato e poi risultò innocente almeno quello lo sapevi, dai.
    Si risultò innocente perchè farsi prestare 100.000.000 di lirette non era reato , pure le mercedes.
    A craxi non chiesero se si fosse trattato di prestiti e lo condannarono.

    Se a giudicarti sono gli amici tuoi sarai sempre assolto, non ti pare?

    Io mi ricordo che pure il presidente della repubblica scalfaro era indagato, poi non ci stette e non so come andò a finire.

  9. #19
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    Citazione Originariamente Scritto da yure22 Visualizza Messaggio
    De benedetti é cittadino svissero e non é entrato in politica.
    L'essersi messo d'accordo con prodi (presidente dell'iri) per farsi regalare lo SME mi pare che si possa considerare reato.

    Se, come dici sia finito in galera, cosa che non ricordo, é prassi.

    Raccontaci perchè ci sia finito, che io non ricordo .
    (( Era innocente)) ? Quanti anni prese?
    infatti, trovare qualcuno che ricordi quell'arresto è impresa ai limiti dell'impossibile...
    pensa un po' la nostra informazione come è manipolata da berlusconi...

    per rinfrescar la memoria:

    De Benedetti censurò la stampa quando fu arrestato, ora non ricorda
    di Alessandro Sallusti
    L'editore di "Repubblica" non racconta cosa accadde nel 1993, quando era sotto accusa. Intervistato sui suoi traffici all'Olivetti fece cancellare le domande scomode

    Aiuto Carlo De Benedetti, editore di La Repubblica, lunedì ha tenuto a Oxford una lezione di etica e giornalismo. In sintesi l’ingegnere ha sostenuto che la maggior parte degli italiani sono male informati perché subiscono l’influenza delle reti televisive di Berlusconi, che i suoi giornali, La Repubblica e L'espresso, sono gli unici che sfidano i potenti e che garantiscono ai cittadini la conoscenza e il sapere indispensabili per far crescere la libertà.

    De Benedetti ha parlato a lungo del rapporto tra giornali e potere, ha fatto esempi su editori (lui) e giornalisti (i suoi) a schiena diritta e altri supini. Pratica che conosce bene anche se a volte la memoria lo tradisce. Per esempio i giovani studenti inglesi non sanno che De Benedetti, a differenza di Silvio Berlusconi, finì in galera per tangenti (condanna evitata per sopraggiunta prescrizione). E non lo sapranno mai perché il fatto è stato accuratamente censurato (come l’oblazione di una condanna per falso in bilancio ottenuta grazie alla legge del governo Berlusconi che in questi giorni La Repubblica definisce «legge ad personam» ) da tutte le biografie esistenti, compresa quella della libera (?) Wikipedia. Eppure avvenne, è storia.

    La data è il 31 ottobre 1993. Un alto ufficiale dei carabinieri bussò alla porta di casa De Benedetti a Torino. Aveva in mano un ordine di custodia cautelare firmato dalla procura di Roma. Casualmente l’ingegnere non c’era, era all’estero. Per lui l’accusa era concorso in corruzione, oltre dieci miliardi di tangenti pagate dalla sua società, la Olivetti, tra il 1988 e il 1991, per piazzare al ministero delle Poste, alle Ferrovie, telescriventi e fax che per di più erano obsoleti, fondi di magazzino. Di lì a tre giorni l’ingegnere si consegnò ai magistrati romani e finì in cella, ma solo per qualche ora perché ottenne subito i domiciliari. Tutto ciò accade pochi mesi dopo che De Benedetti si era presentato da Di Pietro per vuotare il sacco. Era maggio, e i pm milanesi di Mani pulite avevano scoperto le schifezze della Olivetti. Anticipò l’inevitabile chiamata e andò a Palazzo di Giustizia. Raccontò tutto, per filo e per segno, scaricò la colpa giuridica sui suoi manager e si assunse quella politica con un «ma» di troppo.

    E cioè: ma eravamo costretti a farlo altrimenti non avremmo lavorato. In pratica si dichiarò concusso. Di Pietro, a differenza di quello che faceva in quegli anni con altri imprenditori (galera), gli diede una pacca sulle spalle e lo rimandò a casa. L’ingiustizia era talmente palese che la Procura di Roma volle vederci chiaro. Perché se uno è concusso una volta passi, ma se lo stesso si fa fregare per tre anni di fila in silenzio, beh, allora la cosa cambia. Così si arrivò all’espropriazione dell’inchiesta e all’ordine di arresto. Come si comportò il professore di etica, quello che vuole giornalisti con la schiena diritta con i potenti? Sono testimone diretto, in quanto il giorno dopo la confessione fiume a Di Pietro, il Corriere della Sera, dove lavoravo, mi spedì a Ivrea, quartier generale della Olivetti, per intervistare l’ingegnere. Pur avendo ricevuto mille raccomandazioni dai miei capi a essere prudente, essendo giovane e illuso pensavo di poter chiedere a De Benedetti ciò che gli italiani volevano sapere. Per esempio perché pochi mesi prima, quando si credeva che l’Olivetti potesse ancora sfangarla, dichiarava spavaldo: «Tangenti? Non ne ho mai pagate». Ma non andò così, perché a quel tempo all’ingegnere i giornalisti schiena diritta non piacevano, almeno non quelli che volevano tenerla di fronte a lui.

    Quell’intervista fu un calvario, continuamente interrotta al motto di «ma gli accordi non sono questi». Accordi? Già, l’ingegnere aveva tra gli azionisti del Corriere amici importanti, cosa che simpaticamente non evitò di ricordarmi. Le domande scomode furono limate, le risposte modificate in continuazione. Fui costretto a scrivere sul posto e il testo finale passato al vaglio da decine di mani. Avevo capito che non era aria di fare l’eroe. Lo confesso, alla fine misi di malavoglia la mia firma sotto quel testo, per la felicità di De Benedetti che mi congedò complimentandosi: «Lei è giovane ma è proprio un bravo giornalista, farà strada». Nel mio piccolo un po’ l’ho fatta, ma non con lui né grazie a lui e a quella sciagurata intervista. No, questo gli studenti di Oxford non lo sapranno mai. E non sono al corrente neppure di come il direttore preferito da De Benedetti, lo schiena diritta Eugenio Scalfari, si comportò in quei momenti. Il giorno dell’arresto, prima telefonò furibondo e indignato al capo della procura di Roma, Vittorio Mele: «Ma insomma, l’arresto del presidente di Olivetti le sembra una bazzecola?», poi scrisse il suo editoriale.

    Ci sono parole e concetti che il fondatore di La Repubblica ha poi cancellato dal suo vocabolario. Tipo: «Questa volta avvertiamo una vivissima preoccupazione come cittadini per il modo di procedere della procura». E ancora: «Qual è la logica di tutto questo? Forse quella di fare più rumore? Chi lo sa? Chi può negarlo?». E soprattutto: «Perciò stiano con gli occhi ben aperti i procuratori di giustizia, perché il rischio che eseguano senza saperlo vendette su commissione incombe pesante sul loro operato». E L'espresso che scrisse? La notizia della settimana, direi dell’anno, finì in uno strillo di copertina: «De Benedetti a Roma». Detto tutto su come De Benedetti intende «la conoscenza che fa crescere la libertà» elogiata a Oxford. Insomma, i magistrati se sfiorano il tuo editore sono un pericolo, se si accaniscono contro Berlusconi una manna. L’unico giornalista che disse le cose come stavano fu, tanto per cambiare, Indro Montanelli, che su questo giornale scrisse due cose. La prima su De Benedetti: «Che tristezza quest’uomo che s’era proclamato “diverso” dagli altri imprenditori (così come il Pci e il Pds s’erano proclamati diversi dagli altri partiti) e che dai giornali a lui soggetti, l’Espresso e la Repubblica, era stato indicato come modello d’uomo d’affari immune dagli spasimi d’aggancio politico e dalle tentazioni tangentizie cui gli altri esponenti della razza padrona - per usare un termine caro al più autorevole tra i suoi giornalisti, Eugenio Scalfari - erano soggetti».

    La seconda sull’editoriale di Scalfari: «Conosco molti furfanti che non fanno i moralisti, ma non conosco nessun moralista che non sia furfante». Frasi che consigliamo di ripassare a Travaglio, che ama coinvolgere a sproposito nei suoi deliri Indro Montanelli e che ritiene il duo Scalfari-De Benedetti il meglio del Paese.
    un piccolo appunto alla parte in rosso per testimonianza e fatto personale: oltre alle telescriventi ed i fax, c'erano anche vecchi computer (mi sembra di ricordare fossero dei "286") che furono spediti direttamente in deposito perché inutilizzabili in quanto obsoleti...


    De Benedetti censurò la stampa quando fu arrestato, ora non ricorda - Interni - ilGiornale.it del 25-11-2009

  10. #20
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    Predefinito Rif: Toghe politicizzate, Pdl in campo Via alla commissione d'inchiesta

    Citazione Originariamente Scritto da careca Visualizza Messaggio
    infatti, trovare qualcuno che ricordi quell'arresto è impresa ai limiti dell'impossibile...
    pensa un po' la nostra informazione come è manipolata da berlusconi...

    per rinfrescar la memoria:



    un piccolo appunto alla parte in rosso per testimonianza e fatto personale: oltre alle telescriventi ed i fax, c'erano anche vecchi computer (mi sembra di ricordare fossero dei "286") che furono spediti direttamente in deposito perché inutilizzabili in quanto obsoleti...


    De Benedetti censurò la stampa quando fu arrestato, ora non ricorda - Interni - ilGiornale.it del 25-11-2009
    mi hai distrutto la teoria delle toghe rosse, cribbio, chissà se avessero messo dentro Berlusconi che pandemonio.
    Ultima modifica di gorvelli; 10-05-11 alle 21:27

 

 
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