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    Predefinito Perché l'Italia non si rivolta

    Perché l'Italia non si rivolta
    di Massimo Fini



    Perché non ci ribelliamo? In Italia la disoccupazione giovanile è al 29%, la più alta d'Europa. Tutti noi genitori abbiamo il problema dei figli, quasi sempre laureati, che non trovano lavoro o che devono accettare ingaggi precari molto al di sotto del loro titolo di studio, senza nessuna prospettiva per il futuro (questo è stato uno degli elementi scatenanti della rivolta tunisina innescata da un ingegnere costretto a fare il venditore ambulante e, impeditagli anche la bancarella, si è dato fuoco).

    Tutti gli scandali più recenti, dal "caso Mastella" in poi, ci dicono che la classe dirigente italiana, intesa come mixage di politici, amministratori pubblici, imprenditori, finanzieri, speculatori, esponenti dello star system, piazzano i propri figli, nipoti, generi, amici degli amici, in posti di lavoro ben remunerati e sicuri. Del resto nemmeno un chirurgo, nel nostro Paese, può fare il chirurgo se non ha gli agganci giusti con questa o quella banda di potere. Perché il sistema clientelare di Mastella non è il "sistema Mastella" è il sistema dell'intera classe dirigente italiana. Se non altro Mastella ha lo spudorato coraggio e la spudorata onestà di non farne mistero.

    I ceti popolari sono stati espulsi da Milano e mandati nell'hinterland, in "non luoghi" direbbe Biondillo, che hanno il nome di paesi ma non sono paesi, perché non hanno una piazza, una chiesa, un cinema, un luogo di aggregazione.

    Le deportazione dei ceti popolari ha distrutto Milano, città interclassista dove nei quartieri del centro, Brera, Garibaldi, Pirelli abitava accanto al suo operaio, il primo, naturalmente, in un palazzo di Caccia Dominioni, il secondo in una casa di ringhiera. Questa interfecondazione dava alla città una straordinaria vivacità che è andata inesorabilmente perduta. Oggi una giovane coppia non può trovar casa a Milano, né in affitto né tantomeno in proprietà nemmeno con mutui che impegnino tre o quattro generazioni. Quando ci si lamenta che certe zone periferiche, come viale Padova, sono state occupate più o meno illegalmente dagli immigrati, si sbaglia perché se non altro hanno restituito un po' di vita, e in particolare una vita notturna a una città che non ne ha più se non in quei quattro o cinque bordelli di lusso, a tutti noti, che ogni tanto vengono chiusi per eccesso di escort e di droga. In questi posti senti uomini fra i quaranta e i sessanta fare discorsi di questo tipo: «Domani parto per New York, poi faccio un salto a Boston e ritorno in Italia via Tailandia dove mi fermerò una decina di giorni». Se per caso ti capita di parlargli e gli chiedi: «Scusi, lei che lavoro fa?», le risposte son vaghe. In genere si dicono finanzieri, intermediari, immobiliaristi.

    Quando agli inizi degli anni '70 era già cominciata la deportazione dei milanesi verso l'hinterland, lo Iacp, Istituto Autonomo Case Popolari, non dava i suoi appartamenti alla povera gente, ma a politici, amministratori locali, giornalisti, in genere socialisti perché, prima del ribaltone della Lega, Milano, è stata governata da sindaci del Psi (Aniasi, Tognoli, Pilliteri, gli ultimi).

    È ovvio che il centro di Milano, depauperato dei suoi ceti popolari, sia abitato oggi solo dai ricchi. Noi milanesi le case di piazza del Carmine, di via Moscova, di via della Spiga, di via Statuto possiamo solo sfiorarle e occhieggiarne i lussuosi androni. Meno ovvio è che il Pio Albergo Trivulzio, la Baggina come la chiamiamo noi, che ha accumulato un ingente patrimonio immobiliare, grazie a dei benefattori che intendevano, con ciò, non solo alleviare la condizione dei vecchi soli e invalidi ma anche che i loro quattrini avessero un utilizzo sociale, svenda questo patrimonio, con affitti o vendite "low cost" come si dice elegantemente oggi, a politici, amministratori, manager, immobiliaristi, speculatori, modelle, giornalisti, che di questo "aiutino" non avrebbero alcun bisogno, sottraendo risorse a chi il bisogno ce l'ha.

    Io bazzico bar frequentati da impiegati, da piccoli manager, da lavoratori del terziario e un'antica piscina meneghina, la Canottieri Milano, dove si sono rifugiati, come in uno zoo per animali in estinzione, i cittadini di una Milano che fu, gente anziana. Tutti schiumano rabbia impotente di fronte a queste storie dei figli delle oligarchie del potere che hanno il posto assicurato o delle case del centro occupate "low cost" da queste stesse oligarchie o dai loro pargoli (nello scandalo del Pio Albergo Trivulzio c'è un nipote di Pilliteri, una figlia di Ligresti). Queste cose li colpiscono più dei truffoni di Berlusconi perché toccano direttamente la loro carne.

    Schiumano rabbia ma non si ribellano. Perché? Le ragioni, secondo me, sono sostanzialmente due. In questo Paese il più pulito c'ha la rogna. Quasi tutti hanno delle magagne nascoste, magari veniali, ma ce l'hanno. Non che sia gente in partenza disonesta. Ma, com'è noto, la mela marcia scaccia quella buona. Se "così fan tutti", tanto vale che lo faccia anch'io. Così ragiona il cittadino. Per resistere a quel "tanto vale" ci vuole una corazza morale da santo o da martire o da masochista.

    La seconda ragione sta in una mancanza di vitalità. Basterebbe una spallata di due giorni, come quella tunisina, una rivolta popolare disarmata ma violenta disposta a lasciare sul campo qualche morto per abbattere queste oligarchie, queste aristocrazie mascherate che, come i nobili di un tempo, si passano potere e privilegi di padre in figlio, senza nemmeno avere gli obblighi delle aristocrazie storiche. Ma in Tunisia l'età media è di 32 anni, da noi di 43. Siamo vecchi, siamo rassegnati, siamo disposti a farci tosare come pecore e comandare come asini al basto. Solo una crisi economica cupissima potrebbe spingere la popolazione a ribellarsi. Perché quando arriva la fame cessa il tempo delle chiacchiere e la parola passa alla violenza. La sacrosanta violenza popolare. Come abbiamo visto in Tunisia e in Egitto, come vediamo in Libia o in Bahrein (in culo al colossale Barnum del Circuito di Formula Uno, che è, in sé, uno schiaffo alla povera gente di quel mondo).




    Perché l'Italia non si rivolta, Massimo Fini
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    Gli umori corrodono il marmo

  2. #2
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    non ci vorrebbe una rivolta ma un colpo di stato
    e per fare questo ci vuole una grande organizzazione
    non dico che non si possa fare ma bisogna iniziare col piede giusto
    :gratgrato ci sto pensando da molto
    però abbiamo bisogno di una decina di persone che credono fermamente a quello che facciamo per poi allargare la rivolta a 7-8000 persone

  3. #3
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    Le generazioni dei 50-60enni devono via via invecchiare, con l' invecchiamento avranno meno influenza sulle generazioni più giovani, via via vogliose di protagonismo, più penalizzate, e con mentalità diversa, meno disposte all' obbedienza.
    Bisogna mandare affanculo i "grandi", chi ha 20-30-40 anni più di noi, perchè è troppo legato sia per interessi sia dal lato emotivo al vecchio sistema politico.

  4. #4
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    Io non credo alle rivolte di popolo. C'è sempre una mente un pò più raffinata dietro. L'italia non si ribella per svariate ragioni.
    Prima di tutto non siamo un popolo omogeneo per ragioni storiche, e vabbè. Ci si potrebbe aggregare tutti ad un'idea come noi presenti su questo forum, ma non è un discorso estendibile a tutti, perchè noi siamo una sparutissima minoranza com'è giusto che sia (altrimenti le nostre idee non sarebbero poi così elevate).
    Manca un progetto politico ed un retroterra culturale adeguato, una struttura vera e propria (ok, il popolo fa la rivoluzione.... e poi? Regime del terrore atto secondo con infiltrazione dei tecnocrati finanziari. Sicuro che va a finire così).
    Quella piccola parte di popolo che potrebbe viene indottrinata dai nuovi alfieri del sistema (grillo, travaglio, il popolo viola, il popolo merda, occupy sta minghia, ecc) e tutte le tensioni aggregative vengono scaricate in fattori controllabili.

    Ecco perchè

  5. #5
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    Jim ha parlato giustamente. Non so dargli torto nemmeno su una parola.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    Citazione Originariamente Scritto da Jim dagli occhi neri Visualizza Messaggio
    Io non credo alle rivolte di popolo. C'è sempre una mente un pò più raffinata dietro. L'italia non si ribella per svariate ragioni.
    Prima di tutto non siamo un popolo omogeneo per ragioni storiche, e vabbè. Ci si potrebbe aggregare tutti ad un'idea come noi presenti su questo forum, ma non è un discorso estendibile a tutti, perchè noi siamo una sparutissima minoranza com'è giusto che sia (altrimenti le nostre idee non sarebbero poi così elevate).
    Manca un progetto politico ed un retroterra culturale adeguato, una struttura vera e propria (ok, il popolo fa la rivoluzione.... e poi? Regime del terrore atto secondo con infiltrazione dei tecnocrati finanziari. Sicuro che va a finire così).
    Quella piccola parte di popolo che potrebbe viene indottrinata dai nuovi alfieri del sistema (grillo, travaglio, il popolo viola, il popolo merda, occupy sta minghia, ecc) e tutte le tensioni aggregative vengono scaricate in fattori controllabili.

    Ecco perchè
    Tuttavia, le tue ultime considerazioni rischiano di condurre all' autoghetizzazione, all' inerzia. Se si resta fuori dai giochi, aumentano le possibilità che a reggerli siano quelli che non vorresti.

  7. #7
    Redskin
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    Citazione Originariamente Scritto da Avanguardia Visualizza Messaggio
    Tuttavia, le tue ultime considerazioni rischiano di condurre all' autoghetizzazione, all' inerzia. Se si resta fuori dai giochi, aumentano le possibilità che a reggerli siano quelli che non vorresti.
    Concordo.
    L'Italia non si ribella perchè:
    1) non siamo ancora arrivati ai livelli di Grecia o Argentina di 10 anni fa;
    2) L'informazione è a senso unico, quindi le armi di distrazione di massa non hanno contraltari
    3) manca una Organizzazione che possa guidare una Opposizione Sociale

    Concedetemi il richiamo gramsciano: bisogna "egemonizzare" le piccole rivolte (val susa, terzigno, ecc...) che sorgono in tutti i territori, e connetterle insieme. E per questo serve una organizzazione politica (un partito/movimento) che sia socialista, antiliberale, nazionale (in senso europeo, perchè i singoli stati possono fare ben poco), protezionista, che si ponga come forza di Popolo invece che come forza di Massa.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    Fondamentalmente, dietro una "rivolta" ci vuole un'elite che monopolizzi una parte della massa. In un regime democratico ciò è molto difficile

  9. #9
    Redskin
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    Predefinito Rif: Perché l'Italia non si rivolta

    Citazione Originariamente Scritto da Jim dagli occhi neri Visualizza Messaggio
    Fondamentalmente, dietro una "rivolta" ci vuole un'elite che monopolizzi una parte della massa. In un regime democratico ciò è molto difficile
    Ma non impossibile... La LiberalDemocrazia ha una struttura fondata su elites economiche.

    Bisognerebbe muoversi a costruire questa elite politica, che elevi il Popolo dalla Massa e organizzi questo Popolo.
    La storia non è lotta di classe, ma lotta di elites.
    Ultima modifica di Antonio; 30-10-11 alle 16:28

 

 

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