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La Porta Alchemica
La Porta Alchemica
(Piazza Vittorio Emanuele II) All'interno dei giardini al centro della piazza, al lato del complesso dei Trofei di Mario, si trova la cosiddetta Porta Alchemica, o Porta Magica proveniente dalla villa, ormai non più esistente, fatta costruire da Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte, vissuto tra il 1614 e il 1680 nella zona in cui oggi sorge la piazza. La storia della porta è ammantata dalla tenue nebbia della leggenda, e nessuno è ancora esattamente riuscito a carpirne i segreti. Quel che è certo, è che alla fine del XVII secolo, si trasferì a Roma Cristina di Svezia, e fondò un circolo di esoteristi, maghi ed alchimisti al quale il Palombara, da sempre appassionato di letture classiche ed occultismo, aderì prontamente. Pare comunque che nel giardino della villa il marchese si fosse costruito una sorta di laboratorio in cui portava avanti i suoi esperimenti, e che un giorno abbia bussato alla sua porta un misterioso viandante (forse Francesco Giuseppe Borri, famoso alchimista dell'epoca), al quale il Palombara offrì riparo.
In realtà lo scopo dell'oscuro avventore, era quello di utilizzare il laboratorio per fare alcuni esperimenti sulla creazione della pietra filosofale; dopo tre giorni di lavoro ininterrotto, l'alchimista scomparì, lasciando nel laboratorio una certa quantità d'oro purissimo e una pergamena cosparsa di misteriosi simboli e frasi latine, contenenti il segreto del suo, a quanto pare riuscito, esperimento. Il Palombara si impegnò a lungo, ma senza successo, nel tentativo di interpretare il significato della pergamena; fallendo nello scopo e non volendo che una scoperta di tale importanza andasse perduta, decise di immortalarla nella roccia e commissionò la porta magica. La collocazione esatta della porta all'interno della villa non è nota con certezza, ma è comunque probabile che fosse posizionata da qualche parte all'interno dell'enorme giardino, forse proprio all'ingresso del gabinetto alchemico.